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mercoledì, luglio 25, 2007

“Una democrazia fondata sul sangue”

Tra virgolette: discorso diretto. E non lo pronuncia il solito estremista del sicilianismo, il solito blogger impazzito o il solito esponente della sinistra radicale alla ricerca dei voti dispersi.

Chi lo dice, nelle nuove dichiarazioni rilasciate ieri rincarando la dose dopo quelle dei giorni addietro (Vedi il post su questo blog), sperando forse che alzando il tono qualcuno questa volta gli dia ascolto (e noi siamo sicuri che tutti continueranno a non dargli ascolto, pubblicando le sue parole tra virgolette e senza commento) è sempre Borsellino. No, no. Non la pavida rappresentante della sinistra nazionale in Sicilia (anche se non si capisce cosa rappresenti visto che non conta niente). Stiamo ovviamente parlando del fratello del giudice morto non si sa per ordine di chi, di Salvo Borsellino.


In questo modo egli rende ancora più esplicite le sue parole, come se quelle già dette non fossero abbastanza chiare. Ma come si dice, 'a buon intenditore poche parole', e forse lui stesso si sarà reso conto che di intenditori di questi tempi, da queste parti, non se ne trovano poi molti.


Fa bene a richiamare alla memoria di tutti il funerale del fratello, quando il Popolo Siciliano insorse contro quella massa informe di politicanti che, ancora con le mani sozze di sangue, venivano ad oltraggiare uno dei luoghi più sacri della storia siciliana: la cattedrale di Palermo, dove riposano le spoglie mortali dell'imperatore siciliano Federico II, dal momento della sua morte ogni giorno riverite da un fresco mazzo di fiori.


Un episodio importantissimo della storia siciliana moderna che gli operatori ecologici della storia patria hanno degradato a “rivolta contro la mafia”, quando di rivolta contro il regime si è trattato.


Peggio, facendo passare quell'episodio come dimostrazione del teorema secondo cui i siciliani sarebbero mafiosi per motivi genetici (infatti, se quel giorno si sono ribellati, evidentemente fino al giorno prima erano conniventi...), convincendo di ciò anche le nostre nuove generazioni.


Forse siamo un po' troppo pessimisti sull'argomento, ma oggi Borsellino chi lo potrebbe mai ascoltare, quando la Sicilia che ci circonda è una specie di Zelig Circus globale, nel quale nella migliore delle ipotesi i giovani più impegnati socialmente (o almeno così loro si credono) professano di essere 'contro la mafia' come sono contro 'la fame nel mondo' (come se da qualche parte ci sia qualcuno che non lo sia) mentre donano soldi alla telecom 'per i bambini che soffrono'? Confondendo il rifiuto dei loro nonni a farsi mettere i piedi in faccia con la violenza che oggi impregna le nostre televisioni e le nostre sale cinematografiche. Barattando la dedizione e l'amore che pur nelle privazioni le loro nonne avevano per la famiglia per una passeggiata sugli splendidi marciapiedi dorati con cui lo show business li circuisce.


Quanti si dovranno sacrificare ancora perchè i siciliani si decidano finalmente a cacciare i farisei dal tempio una volta per tutte?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottimo, come sempre. Perchè non chiedere che Salvatore Borsellino diventi il Presidente dei siciliani, anche per sua sorella,nonostante tutto, perfettamente omologata alla retorica di regime.
Nino Catania

Abate Vella ha detto...

Nino, grazie per l'apprezzamento.

Sono d'accordo con te: i Borsellino potrebbero guidare la Sicilia a qualunque traguardo. Ma solo uscendo dai partiti romani e dalla politica siciliana.
Purtroppo la sorella si è fatta insabbiare in quella palude che è l'insignificante sinistra isolana, ancora più ascarizzata della destra.
Anche se sono piuttosto duro con lei nei post, sotto sotto spero che troverà la forza per riscattarsi. Forse non si rende ancora conto della forza rivoluzionaria che rappresenta.