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lunedì, luglio 30, 2007

Il ritorno degli sceicchi

Per fortuna il campionato sta per ricominciare. Il disastro di una nazione in saldo potrà di nuovo essere nascosto dietro il marcio e la corruzione dello “sport” nazionale. Tutto è pronto. Si tratta solo di posizionare i riflettori al punto giusto, per fare in modo che si accendano quando sia necessario e poi pronti, via! Esattamente come prima. Nessuna novità.

E come l'anno scorso si riparte subito dal Catania: la passata stagione pubblicando un articolo preparatorio su Gazzetta.it dove si metteva l'Italia in guardia contro i violenti tifosi della squadra etnea, oggi continuando a parlare del caso Raciti.

Ma senza scandalizzarsi più di tanto per il fatto che ancora non si sappia chi abbia ucciso l'ispettore, e senza riportare la tesi più accreditata: quella del fuoco amico. Si parla solo della scarcerazione di Antonino Speziale, oggi rinchiuso in un centro di recupero. Accostandola ad un vecchio articolo che ci riporta al 2 febbraio (vi si può accedere cliccando in alto a destra): ovviamente un articolo che dice il falso, perché Raciti non è morto colpito da una bomba carta.

Pirandelliano: tolto alla famiglia per una resistenza a pubblico ufficiale. Ma non è maggiorenne oggi Speziale? Come può un tribunale togliere un maggiorenne alla famiglia? Bah... E comunque che centra l'accostamento di Speziale con il vecchio articolo sulla bomba carta? Il ragazzo non era accusato di aver usato un lavello?

Troppa attenzione sospetta su questa storia, come al solito. Tanto che Grazia Lizzio, la moglie di un altro Ispettore (capo) di Polizia, morto però per mano di mafia, non ha potuto fare a meno di dire la sua: “Non c'è neppure una targa che lo ricordi”. “Non siamo mai stati invitati alla festa della polizia”, sempre attraverso una di quelle lettere aperte che non vengono mai lette dagli interessati.

Chi non vede in queste parole un riferimento alla signora Raciti alzi la mano. La signora Raciti. Per bocca del suo avvocato risponde malamente al padre del ragazzo ingiustamente accusato dell'omicidio del marito, ma poi non chiede di sapere la verità sulla tragedia. Come è morto Raciti? Com'è che nessuno chiede conto e ragione al questore?

Ma i pezzi del mosaico a poco a poco si compongono. In questi giorni l'ultimo numero de La Voce dell'Isola propone alcuni “sussurri” che circolano da tempo in città, secondo i quali gli scontri del Massimino sarebbero parte di una serie di schermaglie tra polizia e piccoli spacciatori di quartiere.

Una pista da non sottovalutare, anche alla luce di quello che è venuto fuori dalle intercettazioni di alcune telefonate tra terroristi di sinistra, dove si parla del 2 febbraio come di una vera e propria rivoluzione contro le forze dell'ordine.

Senza voler dare troppo peso alle noiose interpretazioni dei brigatisti, essi fanno notare “che il casino è venuto fuori per il lancio di lacrimogeni, finiti, forse per errore, all'interno dello stadio, determinato, però, da incidenti all'esterno”. Ma guarda un pò: in una grande e moderna democrazia come l'Italia, ci volevano i terroristi per fare finalmente dire ad un mezzo d'informazione qualcosa di sensato!

E devono essere ancora i brigatisti a parlare per far dire al giornale quello che tutti sanno: “lo stadio, nel clima di dispersione avanzante, sia diventato un luogo di aggregazione e di espressione del disagio sociale”, anche se neanche loro sembrano aver capito che proprio questo è il gioco dello stato.

E si ricomincia anche sul fronte dei tifosi del Catania che commettono danni a casa degli altri, in Val D'Aosta. E dal Catania che paga. E si lamenta.

Secondo l' A.D. del Catania, Pietro Lo Monaco, abbiamo fatto brutta figura. Per quel che mi riguarda la brutta figura l'ha fatta solo chi quei danni ha causato. Non tutti i catanesi o i siciliani. Se i signorini valdostani hanno generalizzato, vuol dire che pensavano male già da prima, malgrado almeno un terzo della loro rappresentativa sia fatta di “oriundi” siciliani. E poi, se c'è qualcuno che ha motivo per pensare male, questi sono i siciliani che si ritrovano le grinfie padane in casa da 150 anni mentre gli ascari fanno il palo combinando danni ben maggiori.

Signor Pulvirenti, tutti capiamo la sua preoccupazione per quello che è successo a Chatillion, ma se crede che gli sceicchi del pallone quest'anno non abbiano niente in serbo per lei, si sbaglia di grosso. Senza offesa per gli sceicchi veri, s'intende.



Alessandro Mancuso: un siciliano che capisce la lingua degli sceicchi.

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