Approfondimenti - Il Consiglio News Feed

mercoledì, novembre 30, 2005

Gli imprenditori meridionali hanno le traveggole

“Il costo del denaro al Sud è più alto rispetto al Centro-Nord solo apparentemente. Se i tassi al Sud vengono depurati dall'effetto legato alla diversa composizione dimensionale e settoriale delle imprese, il differenziale si riduce ed è totalmente spiegato dalla maggiore rischiosità intrinseca delle imprese meridionali”. Queste le secche parole del presidente dell'Abi Maurizio Sella. Meno male. Siamo rassicurati. A noi CI ERA SEMBRATO, che il costo del denaro al sud fosse più alto, ma in realtà si tratta di un effetto ottico. Smettiamo di protestare e torniamo a consumare. Comunque, a parte le d-epurazioni, è un'altra la parola da mettere in evidenza: intrinseca – Intrinseca – INTRINSECA: le imprese meridionali sono INTRINSECAMENTE più rischiose. Attenzione: non è fare impresa al sud che è più rischioso, sono le imprese meridionali ad essere INTRINSECAMENTE più rischiose. Bene. Bene. Allora vediamo di capire meglio: se un imprenditore del nord apre una succursale al sud quanto gli costa il denaro? Quanto ad un meridionale? O paga quanto paga al nord perchè i soldi gli vengono prestati lì? Perchè, vedete, se il problema non è solo ambientale (e anche qui ci sarebbe molto da dire...), allora è anche genetico, razziale. Inoltre questa specie di piccolo “obolo” che paghiamo ai settentrionali.... non so perchè... ma mi sa di una cosa.... di una Cosa... di una Cosa Nostra diciamo...



According to the Abi president it is not true that money had a higher price in the South of Italy: it is just an impression of the southerners. The truth seems to be that the south is “intrisically” riskier than the north. Now, we shall look at it in a different way: if an enterpreuner from the north is doing business in the south, how much did he pay for the money? The same as we do in the south? If not the problem becames genetic, a problem of race. Intrisically.


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martedì, novembre 29, 2005

Lombardo conquista Messina


Raffaele Lombardo riesce nuovamente a scardinare la politica italiana ed a conquistare di fatto anche Messina: la Sicilia sembra oramai sua.
Le conclusioni del Consiglio sono semplici: indipendentemente da ciò che farà Lombardo, la Sicilia si dimostra ostile alla politica nazionale e pronta ad andare per i fatti suoi (come sembra stia facendo) non appena se ne presenterà l'occasione.
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lunedì, novembre 28, 2005

La 'ndrangheta come al-Qaida: ecco come l'Italia giustifica agli occhi del mondo l'oppressione del sud

La 'ndrangheta come al-Qaida: ecco il surreale titolo di un articolo a tutta pagina apparso lo scorso 23 novembre sul Sole 24 ore. Che significa? Che un kamikaze reggino abbia cercato di uccidere un alto esponente del governo? Che un altro aereo da turismo si sia schiantato contro il Pirellone ma il pilota questa volta era di Locri? Che dietro uno stabilimento d'acqua minerale calabrese si nascondesse in realtà una fabbrica di armi di distruzione di massa? No, ovviamente. Però leggendo il fantasioso articolo dell'autorevole giornalista del Sole (Claudio Gatti) si scoprono cose interessanti: che la 'ndrangheta usa tecnologie sofisticate “quali le comunicazioni VoIP via web” (personalmente, non so programmare nemmeno una sveglia ma ho un telefono VoIP in ufficio), che la 'ndrangheta “agisce in ogni angolo del mondo, dalle Americhe all'Europa, dall'Asia all'Oceania” (cioè che, per esempio, in Calabria - Europa - si è trovata droga di provenienza Colombiana – Americhe – e qualche calabrese emigrante in Australia – Oceania – se ne è portato un po' d'appresso facendo uno stop-over a Singapore - Asia), che come “non è stato casuale che al-Qaida abbia colpito le Torri Gemelle ... così non è stato casuale che la 'ndrangheta abbia ucciso Francesco Fortugno” (ci manca solo che qua si mettano ad ammazzare le persone a caso...), che “Africo, il paese dell'Aspromonte, non somiglia forse - anche dal punto di vista SOCIAL-TOPOGRAFICO - ad un villaggio sulle montagne afgane?” (ovviamente no, ma presentandolo così chi si lamenterà se un giorno decidiamo di chiudere i suoi abitanti in un lager?), e via così con altre amenità, il tutto condito con gli oramai stantii rapporti tra abitanti ed affiliati (una specie di indice di mafiosità per classificare i terroni).
Articoli e servizi come questi, che cercano di legare la mafia al terrorismo internazionale, ad esempio associando la latitanza di Provenzano a quella di Bin-Laden, circolano già da un po' di tempo. D'altronde l'improvviso interessamento dello stato alle vicende calabresi appariva sospetto. Ed infatti, visto che in Sicilia non succede più niente di eccitante, bisognava mettere nuovamente il Sud Italia sotto i riflettori (negativamente) con qualcosa di nuovo ed eclatante, e l'uccisione di Fortugno ne ha dato l'occasione.
Ma cosa ci guadagna il “sistema Italia” da tutto questo? Tante cose: l'isolamento del Sud Italia a livello internazionale, appoggio per la repressione sociale e culturale che si continua ad attuare da quasi 150 anni oramai, il mantenimento dello stato coloniale al sud (se non li teniamo a bada chissà cosa sarebbero capaci di fare), una scusa morale per la disastrosa situazione economica in cui versiamo, vergogna dell'occidente tutto. Ed infine la parte più inquietante: la mano libera nell'uso della forza qualora troppi terroni si decidessero ad alzare la cresta. Anche, se fosse il caso, andando a bombardare qualche villaggio afgano che, non si sa come, si sia ritrovato a stare isolato sull'Aspromonte. Social-Topograficamente parlando.
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