L'orientalismo esoterico di Franco Battiato e dei suoi discepoli (si veda il post “Catania esoterica”) non è solo snobbismo culturale. Esso è piuttosto manifestazione di quello scisma storico e geografico tra oriente ed occidente che si è poi tradotto in scisma di pensiero e religioso.
Significativamente Battiato, analizzato dal punto di vista cattolico da Maurizio Blondet nel suo “Gli Adelphi della Dissoluzione” (si veda a tal proposito “Su Battiato ed altre eresie”, CataniaPolitica.it 15 novembre 2010), dopo essere musicalmente germogliato a Milano, è tornato in Sicilia a cercare il giusto “humus” per continuare a “crescere” quasi fosse questo il suo solo “oriente” possibile.
Il suo “ritorno” non è gretto provincialismo. Lungo la dorsale oceanica della storia, al contatto tra oriente ed occidente, forze immense che lottano da tempi immemorabili (risuonano qui ancora i testi del cantante, si veda il post "Il duello") hanno generato la gigantesca piramide dell'Etna.
La Sicilia è terra di confine, uno scoglio conteso sin dall'inizio della storia e destinato a passare di mano nella varie battaglie della guerra globale tra oriente ed occidente. Guerra la cui composizione eventuale condurrà l'uomo all'apocalisse finale delle sacre scritture.
Avvenire, il quotidiano della CEI, la Conferenza Episcopale (nord) Italiana, lo scorso 21 dicembre ha pubblicato sul suo sito un articolo a firma di Piero Gheddo dal titolo “Il Rinascimento? Fu solo in Occidente” che osservato in traslucido di fronte al caldo rossore etneo rivela in filigrana il secolare lavorio di quelle forze.
Con esso l'autore si propone di confutare le tesi che vorrebbero ridotta l'importanza del rinascimento occidentale cinquecentesco quale sorgente di una civiltà “suprema”.
Gheddo se la prende con Paolo Mieli, reo di aver fatto propria sul Corriere della Sera la tesi propugnata da Jack Goody nel volume “Rinascimento, uno o tanti?”:
“Il Rinascimento europeo che ha prodotto in Europa «la corsa verso capitalismo, industrializzazione e modernità… non fu un unicum nella storia», poiché ci furono altri Rinascimenti nei paesi asiatici, specie in Cina, India e Giappone, che più recentemente stanno raggiungendo gli stessi traguardi del Rinascimento europeo”
Niet, ribatte Gheddo: la civiltà occidentale è superiore a tutte le altre. E supporta questa posizione con varie citazioni. Fosse apparso sul Financial Times un tale articolo non avrebbe destato sorpresa alcuna. Ma il suo ritrovamento tra le pagine di Avvenire dona alle parole di Gheddo una luce diversa.
Per i cristiani l'unico Rinascimento non dovrebbe essere quello che ha fatto scoccare la scintilla della modernità, ma quello verificatosi circa 1500 anni prima con l'avvento di Cristo (in oriente...). Ogni altro rinascimento per i cristiani dovrebbe avere importanza relativa. Su di un piano storico e culturale prettamente cristiano potrebbero anche essere messi tutti sullo stesso piano, come sostenuto da Jack Goody e da Mieli. Strano che un giornale organo di una conferenza di Vescovi cattolici possa tralasciare un tale “dettaglio”.
Ma c'è di più. Forse anche di peggio. L'articolo riporta anche il seguente delirante argomento, una “teoria” sviluppata da Arnold Toynbee:
“La civiltà occidentale è l’unica «universalizzabile», cioè contiene principi e valori validi per tutti gli uomini; principi e valori che vengono non dall’intelligenza umana, ma dalla Parola di Dio. Tesi dimostrata fra l’altro dal fatto che la Carta dei Diritti dell’Uomo varata dall’Onu nel 1948 è stata fatta sulla base dei principi biblici ed evangelici (che erano quelli delle nazioni maggioritarie a quel tempo nell’Onu).”
Quindi Avvenire, voce della CEI, vanta la Carta dei diritti dell'uomo dell'ONU quale prova della superiorità occidentale e della sua aderenza ai principi del cristianesimo.
Ed io che ho sempre creduto che le fondamenta del vivere civile e cristiano fossero i dieci comandamenti dettati da Dio a Mosè (anche qui, in un luogo che tanto occidentale non è). Ora, se la carta dell'ONU prova la superiorità occidentale, tale carta deve avere superato quei dieci comandamenti. Altrimenti, attenendosi alla linea di ragionamento di Gheddo, l'articolo avrebbe dovuto sostenere la superiorità dell'oriente e non dell'occidente. Ma l'ONU non è una chiara manifestazione del mondialismo di stampo massonico? Come fa il giornale della CEI a mettere le leggi massoniche davanti a quelle del Dio cristiano?
Il mal di pancia di Gheddo (e quindi della CEI?) nasce dal fatto che Goody sembra promuovere al rango di “rinascimenti” solo sommovimenti culturali asiatici sbilanciandosi un poco troppo ad est. Il mal di pancia è forse un sintomo della guerra tra occidente ed un oriente che sta raggiungendo gli stessi traguardi del Rinascimento europeo?
Nell'anno 1054, mentre i Normanni riportavano la Sicilia ad ovest, le forze della storia riuscirono ad approfondire la distanza tra cristianesimo occidentale ed orientale a tal punto da rendere formale lo scisma tra ortodossia e cattolicesimo, uno scisma strisciante già da lungo tempo. Il soglio di Pietro non ebbe da questo momento più remore ad allearsi con qualunque altra forza rintracciabile in occidente per combattere la Chiesa greca.
Il Rinascimento segnò l'inizio di un periodo di grandi conquiste per il fronte occidentale: dal crollo di Costantinopoli nel 1453, alla Battaglia di Lepanto del 1571 contro i turchi, sino alla guerra di Crimea del 1854 ed all'unificazione italiana del 1860-61, l'avanzata occidentale sembrava inarrestabile.
La conquista spagnola cinquecentesca della Sicilia, parte integrante del cosiddetto Rinascimento, e il lento decadere del Regno di Trinacria normanno sino all'invenzione del Regno delle Due Sicilie (una creatura tutta occidentale) furono un perno importante di questa avanzata secolare.
Oggi questo lembo di terra faticosamente conquistato dagli eserciti dell'Ovest potrebbe tornare in mano nemica, un movimento ben predisposto dalle precoci lotte indipendentiste di Canepa e del MIS.
Nessuna meraviglia dunque che i Vescovi (nord) italiani ed alcuni elementi cattolici settentrionali (o meglio... occidentali), tra i quali lo stesso Blondet, editore di EffediEffe, vedano la Sicilia, Battiato e tutti i Siciliani, cristiani e non, come fumo negli occhi.
E nessuna meraviglia dovrebbero destare le tensioni createsi tra il papato ed alcuni ambienti vescovili padani sin dai tempi di Giovanni Paolo II (soprannominato con sprezzo “il polacco”), venuto in Sicilia ad esortare i siciliani alla ribellione contro il potere atlantico, e più di recente quelle adombrate da Benedetto XVI (e sottolineate persino dall'Economist, si veda il post “La tempesta”), colpevole di proseguire sul sentiero tracciato dal predecessore tentando una riconciliazione con la Chiesa Ortodossa.
Contrapposizione tanto forte da far preferire una carta dei “diritti” dell'uomo massonica ai dieci comandamenti dettati da Dio a Mosè.... in oriente.
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