Figli di (seconda parte)
Seconda parte di una serie di tre post dedicati ai nostri progenitori fenici. Nella prima parte abbiamo dato uno sguardo alle contraddizioni sin troppo evidenti di uno stupido articolo pubblicato sul Corriere della Sera. Ora cominceremo a scendere, a scavare sotto, per andare a scoprire come si è arrivati a quelle insensate incongruenze.
Dicevamo nella prima parte di questa trilogia fenicia di proseguire per la nostra strada senza tentennamenti. Ed andando per la nostra strada, non possiamo far altro che riprendere la pubblicazione “scientifica” alla quale fa riferimento il pezzo. Ed è qui che cominciano le vere sorprese!
La principale conclusione tratta dagli autori è che basandosi sulla distribuzione nelle popolazioni Mediterranee di un particolare cromosoma (denominato J2) è stata notata una “Firma fenicia che ha contribuito per > 6% alle moderne popolazioni esaminate ed influenzate dai fenici”.
Il problema è che l'area di provenienza dei Fenici (corrispondente grosso modo al moderno Libano) è un bel casino. Come fare a sapere se quel cromosoma (rintracciabile anche in molti altri gruppi, ad esempio quello greco...) venga dalle migrazioni di tre millenni fa, e non da qualche altro evento? Nel documento si citano tre di questi eventi: le migrazioni neolitiche, l'espansione greca e la diaspora ebrea. Ma si potrebbero citare moltissime altre migrazioni tutte di notevole importanza, ad esempio quella bizantina o quella araba (il cromosoma potrebbe essere arrivato dal nord Africa durante l'espansione musulmana della seconda metà del primo millennio).
Per giunta nel testo si sorvolano i primi due eventi e si pone fortemente l'accento sulla diaspora ebrea. Ma anche in questo caso, non avevamo bisogno di nessuno studio per sapere che gli ebrei non si sono mescolati granchè con altri gruppi nel loro peregrinare. E dato che nel 1492 gli spagnoli li cacciarono dalla Sicilia, anche i loro geni sono quasi scomparsi. Si ha cioè l'impressione che si sia voluto a tutti i costi mettere nel nostro sangue più gocce fenice di quante ve ne siano in realtà.
Inoltre assegnando tutto quello che rimane di quel cromosoma ai fenici si sta completamente cancellando l'età ellenistica! Infatti gli autori sostengono che si potrebbe approfondire lo studio includendo “investigazioni sistematiche delle espansioni militari, come il segnale greco dall'era di Alessandro Magno nell'Asia centrale e meridionale”. Guarda caso non si cita il vicino oriente, tralasciando proprio l'area libanese. Si sta cioè assumendo che la popolazione dell'area libanese sia libera da influenze greche, cosa assolutamente errata da Alessandro Magno in poi.
E come se non bastasse, si rimane perplessi nel constatare come appena pochi mesi prima il Giornale Europeo di Genetica Umana aveva pubblicato uno studio dove si sosteneva che:
Il contributo genetico di cromosomi greci al pool genetico siciliano è stimato nel 37% circa, mentre il contributo della popolazione nordafricana è stimato nel 6% circa.
Quello che dicevamo sopra: il 6% dovrebbe essere assegnato in generale al nord Africa, e potrebbe essere arrivato in Sicilia in epoche diverse e distanti tra loro.
Il fatto che gli autori poi evitino di citare (e semmai confutare...) dati di altri studi che contraddicono le loro conclusioni ci insospettisce ancora di più. Fonti storiche arabe suggeriscono che intorno all'anno mille Malta fosse praticamente disabitata. Wikipedia (manco a dirlo) si preoccupa di discreditare la fonte araba in base a labili motivazioni*.
Ma da Malta il professor Felice (i cui antenati il cognome suggerisce arrivati dalla Sicilia...) non ha dubbi: la sua isola fu ripopolata in periodo arabo con gruppi provenienti dalla Sicilia e dalla Calabria. In altre parole, quel cromosoma non si trova a Malta da tremila anni grazie ai Fenici, ma è arrivato lì per altre vie. L'assunto della ricerca finanziata dal National Geographic secondo cui l'origine di quel cromosoma nei luoghi in esame sia derivato direttamente dalla presenza fenicia è clamorosamente sbagliato**.
Vorremmo ora capire perchè il National Geographic abbia sponsorizzato una ricerca chiaramente falsata e condotta con tanta incompetenza
Il mensile americano aveva preparato il campo da tempo. Nell'ottobre del 2004 pubblicò un articolo dal titolo “Chi erano i Fenici” che sembra “predire” i risultati ora propinatici “scientificamente”:
Oggi Spencer Wells dichiara che «i fenici sono diventati spiriti, una civiltà scomparsa nel nulla». Ora lui e Zalloua sperano di usare un alfabeto differente, le lettere molecolari del DNA per riesumare quegli spiriti.
E questo dopo che l'autore in modo assolutamente arbitrario decide che “i fenici disseminavano idee” (...). Quelle idee hanno aiutato a fare scoppiare un revival culturale in Grecia , un revival che porto all'età d'oro dei greci e dunque alla nascita della civiltà occidentale.
Ecco il punto: per qualche oscuro motivo si è deciso che la civiltà (e chiamiamola così...) occidentale abbia avuto origine non più dai greci come si è blaterato sino ad oggi, ma dai fenici.
I greci vengono totalmente cancellati con una semplice frase del Corriere della Sera (“ci vollero i Romani e le Guerre puniche a chiudere la lunga dominazione di Cartagine sull’isola”), ma l'ordine è partito da molto lontano (la geniale trovata dell'1 su 17 proviene dall'agenzia originale rilasciata dal National Geographic)
Ecco perchè a tutti costi (anche i più ridicoli) si devono trovare in noi i geni di questi benedetti (o maledetti?) fenici: ci stanno rifacendo l'albero genealogico. Ecco perchè ti hanno ordinato di dare della “puttana” alla donna siciliana, caro Battistini.
Chi lo avrebbe mai detto che due fesserie scritte da un cretino ci avrebbero portato così lontano? Aspettate solo di vedere dove andremo a finire con la terza parte di questo post...
(Fine seconda parte)
*Wikipedia commette in questo caso un errore grossolano. La fonte delle notizie sul ripopolamento di Malta è un importante testo arabo di geografia del XV secolo: il Kitab al-Rawd al-Mitar, scritto da Muhammad bin Abd al-Munim al-Himyari. Wikipedia assegna invece il libro a Harbi al-Himyari che visse un paio di secoli prima degli eventi narrati nel testo in questione! La discussione condita di quelle labili motivazioni di cui parliamo si trova a quest'ultima voce.
**Una critica completa alla ricerca del National Geographic si può trovare in questo post e relativi commenti del Diekenes Antropology Blog (in inglese).
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