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domenica, luglio 15, 2007

Ultimo treno per Marte

Mentre le cavolate dette dal “siciliano” Amato sono già state giustamente sviscerate in lungo ed in largo dai siciliani di tutti il mondo, anche se con toni alquanto diversi (mentre ad esempio L’Altra Sicilia chiama in causa l’ambasciata Pakistana, pare che un deputato nazionale siciliano abbia chiesto conforto alla mamma, manco fosse stato eletto capoclasse all’asilo nido!) noi, piccoli provinciali della Sicilia inferiore (tanto per tenerci sul piano in cui ci ha relegato l’elegante ministro) non vogliamo perdere d’occhio la realtà quotidiana con cui ci dobbiamo confrontare giornalmente.

Realtà quotidiana che finalmente alcuni nostri rappresentanti si sono decisi ad affrontare di petto. Valga per tutti l’esempio del sindaco di Capo d’Orlando che in città sta facendo la sua bella rivoluzione in risposta all’incredibile arroganza delle ferrovie di stato.

Già: arroganza. Ma non solo di Trenitalia. Possiamo tranquillamente chiamare in causa lo Stato. Ed ovviamente i nostri stessi rappresentanti a Palazzo dei Normanni, senza la cui complicità nessuno riuscirebbe a fare bottino in Sicilia.

Già: bottino. Perchè questo è quello che lo stato sta facendo con la sua operazione di “razionalizzazione” dei trasporti ferroviari in Sicilia.

Il taglio della stazione di Capo d’Orlando serve non tanto ad accorciare i tempi di percorrenza della tratta Palermo – Messina, ma a risparmiare soldi tagliando personale e manutenzione. Il problema però è che il costo dei biglietti sulla tratta con subirà un corrispondente abbassamento ne tantomeno vedremo un migliramento del servizio.

Anzi. Il costo del biglietto ferroviario (in tutta la Sicilia) sta infatti per subire un incremento del 7% circa, GRAZIE ALL’ACCORDO RAGGIUNTO CON LA REGIONE SICILIANA. La regione è incredibilmente d’accordo sul fatto che i Siciliani paghino direttamente gli interventi di manutenzione ORDINARIA sulle nostre fatiscenti linee ferroviarie.

Quindi, ricapitoliamo:

- Vengono soppresse alcune fermate sulla tratta ME-PA, con conseguente risparmio da parte delle ferrovie (statali) e maggiori esborsi per i siciliani che ora dovranno spostare una parte del viaggio su gomma, con un maggiore consumo di energia e conseguenti danni ambientali.
- Vengono aumentati i prezzi dei biglietti per interventi che si dovrebbero fare con i soldi provenienti dalle tasse già pagate dai siciliani allo stato
- Tutto questo avviene solo in Sicilia, nel resto d’Italia si continuano ad usare i soldi dello Stato
- I soldi dei siciliani serviranno quindi a fare manutenzione alle ferrovie del nord Italia
- A questo aggiungiamo che i Siciliani sono in Italia tra quelli che pagano più tasse (Catania e Palermo si trovano ben più alto di metà classifica nella graduatoria dei pagamenti IRPEF per provincia).

In pratica, come al solito, ci troviamo a sovvenzionare i capricci di qualcun altro (questo "qualcun altro" include i nostri politici, ovviamente...), che in questi ultimi 50 anni si è divertito a scialacquare a più non posso, salvo poi capovolgere la realtà e dire al mondo intero che siamo noi (POPOLO SICILIANO) a scialacquare.

La Regione come dicevamo è d’accordo. D’altronde questa situazione non è altro che l’applicazione del federalismo alla maniera della Lega, tanto voluta del governo Berlusconi a cui i nostri politici continuano a giurare fedeltà. E guarda caso per niente osteggiata dai nuovi papponi di Roma.

All’inizio degli anni 90 tra le sei regioni più ricche d’Europa, quattro si trovavano nel Nord Italia. Di tutta la Germania, l’unica zona che teneva il passo di quelle italiane era Francoforte. Avete capito bene: i tedeschi si facevano un mazzo così ed alla fine non riuscivano a tenere il passo dei padani, che vendendo 4 Ferrari l’anno avevano un reddito da capogiro.

Ad un certo punto i tedeschi hanno però deciso di imitare gli italiani, e si sono imbarcati nella ricostruzione della Germania dell’Est. Solo che invece di diventare più ricchi, per poco non sfasciavano la nazione. Chissà come facevano gli italiani malgrado noi non facessimo altro che vivere da parassiti.

Viene da chiedersi dove sarebbero arrivati i Padani se non avessero avuto la palla al piede dei siciliani e dei meridionali in generale. Forse avrebbero già conquistato Marte.

Peccato. E’ suonata la sveglia. Ed ora di smettere di sognare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gentile Abate Vella,
le consiglio la lettura del libro di Gennaro Zona - Come ti finanzio il nord.

Un interessante ricerca durata due anni all'interno degli archivi dell'AgenSud in cui si scopre che il 90% di sempre dei fondi della Cassa del Mezzogiorno sono finiti incredibilmente nelle casse delle industrie del nord!

saluti