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mercoledì, settembre 23, 2009

La tempesta

In questi giorni di piogge torrenziali, la tempesta in un bicchier d'acqua su Baarìa non riesce a placarsi.

Il ministro della pubblica amministrazione Brunetta, non si sa a che titolo, sproloquia anche lui sulla questione dei finanziamenti ai film:

“Lo Stato deve finanziare la cultura ma mescolare cultura e spettacolo è un imbroglio” “Io dico: non diamo un euro ai film, si arrangino”.

Sembrano le farneticazioni di un cretino, ma Tornatore ha capito dove è puntato il mirino e risponde a tono confermando la nostra impressione (Tornatore: “Il costo di Baarìa è stato gonfiato”, SiciliaInformazioni.com 23 settembre 2009):

“Brunetta non sa di che parla”, dice Tornatore, “la sua è una visione malata”

Il fatto è che di pari passo agli attacchi al regista siciliano sono di colpo ri-esplose altre due vicende che avevamo già collegato con un leggero fil di fumo al set co-finanziato dalla Regione Siciliana, da un magnate tunisino e da Berlusconi (vedi il post “Peppuccio il mangiapreti”): la saga del partito del sud e quella degli assalti vesco-vili alle mura di Arcore.

Dopo la vicenda “Boffo” la stampa estera aveva sottolineato come l'affondo della Cei non significasse automaticamente una divergenza tra il Papa ed il presidente del consiglio. Ad esempio secondo l'Economist il Papa avrebbe espresso fiducia nei confronti dei vertici della stessa Cei “per calmare i rumori circa le differenze tra il Vaticano ed i vescovi italiani sulle loro critiche circa la vita privata del primo ministro” Ma, nota ancora il settimanale inglese, “Il giornale del Papa, L'Osservatore Romano, non ancora profferito una parola di censura.” (“Superman strikes back”, 3 settembre 2009)

La conferma di queste divisioni interne alla Santa Sede è arrivata pochi giorni dopo, quando Ratzinger, forse in modo un po' incauto, sbotta in pubblico puntando il dito senza esitazioni:

Si soffre anche nella Chiesa, «come nella società civile», perché molti «lavorano per se stessi e non per la comunità» (...) Il Papa ha ricordato che «Gesù è venuto nel mondo per servire» ed ha dunque esortato i vescovi ad essere «servi» fedeli, prudenti e buoni. (Corriere.it, 13 settembre 2009)

Il 21 settembre però Bagnasco ha rincarato la dose, attaccando il governo su più fronti. Dall'etica, alla crisi economica, alla scuola, all'informazione etc etc. (“Cei, Bagnasco durissimo: "La Chiesa non si fa intimidire né coartare. Occorre sobrietà nella politica", SiciliaInformazioni.com).

Insomma un insieme di argomenti che sono in campo da 40 anni e che non giustificano una presa di posizione tanto secca ed improvvisa contro il leader politico italiano che più di ogni altro nella pratica ha aiutato la chiesa almeno dai tempi di Moro.

A rompere il muro del silenzio sulle vere motivazioni finalmente forse ci ha voluto pensare Paolo Guzzanti che ieri non solo ha profetizzato la caduta del pecoraio, ma ha addirittura fatto uno strano collegamento. Prima ha dichiarato che “la Chiesa, dopo aver a lungo dibattuto, sembra orientata a far mancare il suo appoggio al presidente del Consiglio per i suoi comportamenti privati e pubblici e per la vicenda Boffo.” aggiungendo che “non solo la Cei, ma lo stesso papa Ratzinger dice di aver superato la soglia del sostenibile”. Poi è passato al piano internazionale discettando dei rapporti con USA ed Israele. In questo caso “I rapporti personali e privati, nonché pubblici ed economici con Putin sono al centro del problema” ("Entro la fine dell'anno Berlusconi cadrà", IlPolitico.it).

La combinazione di questi eventi, porteranno giù il leader del PDL.

Rimane sempre da chiedersi se sia mai pensabile che la Chiesa per via di un mezzo direttore di Avvenire e di qualche donnicciola dai facili costumi possa convincersi a scaricare un prezioso alleato. Vogliamo forse credere che non sapessero cosa egli facesse nelle sue notti brave?

Insomma, il problema è Putin anche per i Vescovi? E perchè mai Putin dovrebbe essere un problema per il Vaticano?

Intanto in Sicilia Raffaele Lombardo sembra (ripeto: sembra...) gettare acqua sul fuoco abbracciando idealmente Boffo: “Solidarizzo pienamente con lui e se il mio Movimento, quello che sara' il Partito del Sud di domani, avesse le risorse per poterlo fare ingaggerebbe Boffo immediatamente.” Un abbraccio un po' troppo anticipatore direi. Un abbraccio che punta dritto al Partito del Sud.

Anzi. Visto quello che sta combinando Miccichè con la formazione dei gruppi autonomi in vari ambiti politici locali, la cosa vista a posteriori diventa una anticipazione sottilissima: che sia proprio questo Partito del Sud la vera causa dell'onda abbattutasi sul povero giornalista?

I gruppi di Miccichè non sono altro che il nucleo di quel Partito del Sud, e dato che non sembrano essere arrivati segnali di contrarietà da Arcore malgrado i mal di pancia di certi colonnelli lealisti, si direbbe che un cenno di assenso dovrebbe essere arrivato proprio da lì.

La Sicilia che si sta venendo a formare è forse un po' troppo “orientale” per i gusti di Bagnasco?

Rimproverando i Vescovi, Benedetto XVI ha anche detto che certuni “lavorano per se stessi e non per la comunità”. Cioè, traducendo, cercano la loro gloria terrena a breve termine e non quella della Chiesa tutta, che necessita di tempi molto più lunghi.

I Vescovi hanno fretta di condurre in porto una certa operazione politica a modo loro per averne la gloria subito, mentre il Papa, saggiamente, chiede prudenza poiché certi cambiamenti potrebbero richiedere secoli.

Le domande a cui rispondere sono tante, ma la sensazione che l'operazione politica in questione riguardi il Regno di Sicilia diventa sempre più tumultuosa.

1 commento:

nebros ha detto...

e come al solito noi cittadini subiamo gli eventi...