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mercoledì, dicembre 29, 2010

La piccola terra

Il quotidiano La Sicilia di ieri, 28 dicembre, ci ha regalato un gustoso speciale dal titolo “150 anni di Sicilia” dedicato ai rapporti tra l'isola e lo stato italiano in relazione all'anniversario che tutti sappiamo.

Anche se del suddetto inutile anniversario ne avete piene le scatole, consiglio a tutti di consultarlo per i pochi giorni in cui sarà disponibile online alle pagine 25-47 della versione telematica.

Il tutto si sviluppa intorno al delirante pezzo di Enrico Iachello (Il rapporto immaginario tra la Sicilia e lo Stato, pagina 28). In esso è riflesso il tragico livore di chi non si vuole rassegnare al destino di un'era, quella dell'unità, che sta per finire in un mesto flop atono.

La "terra dei miti" sembra essersi spopolata” dichiara infine il nostro, dopo aver calunniato persino i Florio (“Nel corso del primo Novecento l'élite palermitana, Florio inclusi, rielabora e rilancia il mito del sicilianismo e del complotto antisiciliano per far fronte alle difficoltà che pongono i nuovi processi sociali e politici di una società di massa passando attraverso gli effetti destabilizzanti della crisi agraria”), fatto invero nuovo nel “bestiario” massonico-liberale.

Da antologia il glissare sul fermento indipendentista: “Si elabora e si afferma l'immaginario "riparazionista" (dei torti subiti) che tanta fortuna avrà nell'immaginario isolano, destinato a riemergere, sia pure ormai svigorito, quasi fenomeno carsico, dal 1946 (Statuto della Regione, art. 38) ai nostri giorni”. Quello “svigorito”, termine troppo audace per i mala tempora che corrono, lo perseguiterà per il resto dei suoi giorni.

Per fortuna ogni editore deve gioco-forza dare spazio alle reali disposizioni sul campo. E' così che a pagina 44 le penose truffe dei nostri libri di storia vengono tutte messe allo scoperto da un'emissione filatelica che vorrebbe commemorare l'impresa dei mille (“Quattro Francobolli sull'impresa dei Mille”), leggere per credere.

Il quadretto è completato dall'apertura della pagina seguente dedicata ad un dettaglio gastronomico Marsalese: “Tutto comincia (si fa per dire perché non si possono cancellare secoli di contaminazioni culinarie) dallo sbarco dei Mille. Quando Garibaldi arriva a Marsala l'11 maggio del 1860 non trova ad accoglierlo quella folla festante di cui parlano i libri di storia.”.

Anche gli altri articoli presentano i loro lati interessanti. Oltre alla solita collezione di sventure (la mafia, la spagnola, lo sviluppo mancato) troviamo un duosiciliano “Sotto i Borboni la Sicilia al passo con l'Europa”, pagina 31, ed una intervista al pittore Piero Guccione (pagina 29) che contiene una piccola chicca:

«La nostra è stata terra di conquista. Ricca tanto da bastare a se stessa, ma di una dimensione territoriale tale da non consentirne l'autonomia. Con l'Italia o con un altro paese, la Sicilia sarebbe stata comunque una piccola parte di altro»

Guccione parla dei grandi “sistemi”. E dice una cosa importante: la nostra storia, come quella di tutti gli esseri umani, non si può isolare. La piena indipendenza è in fondo solo una chimera perchè la Storia, con la esse maiuscola, è mossa da forze molto più potenti di noi. Scordarsi questo “dettaglio” può portare a conseguenze disastrose, opposte agli obiettivi che ci eravamo prefissati.

Per tutti i gusti, insomma. Buona lettura.

In alto, particolare di un'opera di Piero Guccione.

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