Approfondimenti - Il Consiglio News Feed

lunedì, ottobre 22, 2007

Demoscopica

Oggi in tutto l'Occidente classifiche e statistiche vanno di gran moda. Non c'è decisione politica, fatto di cronaca o di costume che non venga sottoposto al vaglio della piazza. Non c'è parametro ambientale, economico o criminale che non venga tramutato in numero ed aggregato sino a stilare delle classifiche dal dubbio valore scientifico, ma che all'occasione possono ben servire gli obiettivi di quel regime o di quella multinazionale.

La cosa più fastidiosa per noi in tutto questo gioco di percentuali e di posizioni è che nessuno si azzarda a preparare o a proporre (o forse solo a divulgare?) rilementi per problematiche specificatamente siciliane. Per esempio (tanto per rigirare il dito nella piaga...), visto che si fa un gran parlare di esercito in Sicilia, come mai non si è chiesto direttamente ai Siciliani cosa ne pensassero? Peggio, quando questi rilevamenti si fanno, si fanno di proposito in maniera approssimativa, di modo che tutti possano poi contestarne il risultato qualora non convenga al proponente. Si veda l'esempio del sondaggio internet promosso dalla Presidenza della Regione Siciliana per la questione del ponte: si poteva votare quante volte si voleva.

Nemmeno ci convince tanto l'ultima trovata della premiata ditta Ciancio in collaborazione con tal Istituto Demopolis e qualunquisticamente denominata “L'opinione dei Siciliani”, quasi che i Siciliani non abbiano altra opinione al di fuori di quella certificata da La Sicilia.

Il primo dei sondaggi effettuati su internet tramite questo sito è stato presentato sul sito LaSicilia.it con il programmatico titolo “Cresce l'insicurezza nelle città dell'isola” (programmatico alla campagna di richiesta dell'esercito che tanto il nostro ha appoggiato). Già dal metodo di raccolta dei dati (non realmente spiegato negli articoli pubblicati) ci si rende conto dell'attendibilità degli stessi. Si può partecipare semplicemente registrandosi online sul sito predisposto. Il campione non è quindi scelto in modo tale da essere rappresentativo dell'ambito sociale che si vuole esaminare.

Se poi si vanno a leggere i risultati direttamente sul sito, si scopre che hanno partecipato alla ricerca 282 navigatori. Il 67% (188) si è detto insicuro nella città in cui vive. Quindi 188 navigatori del sito de La Sicilia si sono dichiarati insicuri. Come mai nell'articolo si parla di “due terzi dei siciliani”? 282 navigatori del suddetto sito sono rappresentativi del contesto sociale dell'isola? Ho dei forti dubbi.

Come se non bastasse, il titolo dell'articolo parla di crescita. Ma rispetto a quale dato? La domanda posta ai 282 siciliani era “Quanto si sente sicuro nella città in cui vive?”. Perchè non chiedere direttamente se la percezione di sicurezza era aumentata o peggiorata? Al solito, strane distorsioni.

A fare questa domanda però ci ha pensato qualcun altro. Ed i risultati sono stati alquanto interessanti.

Proprio in questi giorni è stato pubblicato il resoconto di una indagine condotta da Confcommercio-Gfk Eurisko dal titolo “La mappa della criminalità ragione per regione”. Gli articoli dei quotidiani italiani (tutti uguali su tutti i giornali della penisola!) oltre a fornire il dato medio nazionale, riportano i dati delle regioni del sud (definiti allarmanti) ed i dati delle regioni dove l'incidenza delle estorsioni è minore (Sardegna, Marche, Umbria, Trentino, Friuli). Un resoconto che non possiamo dire completo.

Allora il rapporto andiamo a esaminarcelo da soli. Tanto per curiosità. Ed iniziamo proprio dalla domanda sulla percezione del livello di sicurezza. Le regioni dove si avverte maggiormente un abbassamento del livello di sicurezza sono tutte al nord o al centro: Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche. Nelle regioni del sud viene però percepito un aumento delle estorsioni in Campania, Calabria e Basilicata. NON IN SICILIA! In Sicilia sembra aumentata la paura dell'usura, cosa questa che non dovrebbe sorprendere nessuno, vista la situazione economica. Un altro dato importante riguarda la percentuale di persone che crede il livello di sicurezza sia aumentato: quella più alta si ha in Puglia ed in Sicilia. Al nord le percentuali oscillano spesso tra l'1 ed il 2%. Praticamente nessuno crede vi sia maggiore sicurezza rispetto al passato! In base a questi dati, direi che l'esercito farebbero meglio a tenerselo stretto lì sopra.

E veniamo a quello che è il cardine sul quale si basa la pretesa di militarizzare la sola Sicilia: il fenomeno delle estorsioni. Subito i dati mostrano che quelle percentuali sbandierate dagli anti-mafiosi non sono state rilevate da questo studio: in Sicilia solo il 15% dichiara di aver ricevuto minacce per finalità estorsive, meno della Puglia e circa la metà rispetto alla Campania.

Ed al nord si ha una sorpresa: il racket delle estorsioni esiste anche lì! Ed anche abbastanza diffuso, se in Veneto siamo addirittura al 7%!

Ovviamente ciò può essere dovuto al modo in cui è posta la domanda, infatti se io pago il pizzo, non è detto che abbia mai ricevuto minacce. E questa (l'omertà dei meridionali) è la solita minestra scaduta che ci continua a propinare il regime. Non abbiamo effettivamente una risposta (tranne il buon senso che ci fa sorridere di fronte a tali accuse), ma possiamo indagare meglio.

Le domande del questionario riguardano sia le estorsioni ricevute personalmente, sia quelle ricevute da un conoscente dell'intervistato. Questo sdoppiamento è significativo, e crediamo serva a venire incontro alla possibile riluttanza ad esporsi in prima persona.

Se tutti rispondessero sinceramente ed il campione fosse rappresentativo, ci dovremmo aspettare una prevalenza di risposte affermative nel caso delle estorsioni ricevute in prima persona (chi è che si mette a dire in giro di aver ricevuto un'estorsione?), o al massimo un valore approssimativamente uguale. Questo infatti è quello che avviene nel sud (ad esclusione della Calabria). Al nord invece quasi nessuno ha ricevuto minacce, ma molti conoscono qualcuno che le ha ricevute. In Liguria il rapporto è addirittura di 1 a 3!

I conti non tornano. Mi sembra di avvertire puzza di reticenza, anche in considerazione di quanto detto alla fine del rapporto:

è ragionevole ipotizzare che il fenomeno di autoselezione (e conseguente possibile sovrastima dei dati) sia più marcato nelle aree dove il tasso di risposta risulta più basso della media (nella logica che meno sono le persone che hanno partecipato all’indagine in una determinata zona, più ci si può aspettare che queste rappresentino un segmento particolarmente sensibile ai temi affrontati).

E dato che il tasso di risposta più basso si è avuto in Sicilia, in Sicilia si ha la maggiore SOVRAESTIMAZIONE del rapporto per quanto riguarda il fenomeno estorsivo.

Ultime due considerazioni, anch'esse significative: prima di tutto il rapporto certifica come nessuno creda all'efficacia delle associazioni antiracket, il che la dice lunga su quanto queste siano percepite dalla gente più che altro come delle “distrazioni” di fondi pubblici.

Inoltre dalla domanda sul genere di misure cautelative prese per difendersi dalle estorsioni, risulta che le più alte percentuali di denunce le troviamo nelle regioni del sud (da 2 a 3 volte di più che al nord).

Il concetto mi sembra abbastanza chiaro.

Annotiamo anche un'altra stranezza. In tempo di pace sia il sito che la versione cartacea de La Sicilia, sono pieni di buoni propositi: questi soldi stanno arrivando qui, questo finanziamento lì e tutti i problemi della Sicilia potrebbero anche essere risolti nel giro di pochi anni. Ora che il terreno scotta, e la campagna per portare l'esercito in vacanza qui sotto è all'apice, sul sito non c'è una sola notizia che non riguardi stupri, minacce, ferimenti, incidenti di vario tipo etc etc., come a voler insinuare appunto insicurezza in chi legge.

La campagna per il ponte si è conclusa in un nonnulla. Quella per l'esercito si concluderà presto allo stesso modo. Nessuno poi crede ai quei sondaggi taroccati. Pare a me che si stiano perdendo un po' troppi colpi.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E' evidente che all'Innominato gli hanno fatto sapere che nell'attuale politica siciliana(guidata dal centrodestra) non c'è futuro per lui, abituato com'è al servilismo lecchinista.
Dunque si è schierato con il centrosinistra delle massonerie.
Cercava magari di confondere un po le acque con il fatto dell'essere pro-ponte, ma è stato beccato

Mi sono chiesto in questi giorni, a cosa potrebbe servire lo schieramento di un esercito in Sicilia?

Si può ipotizzare per il blocco delle attività microcriminali mafiose tipo le estorsioni ai negozi, sequestrare qualche etto di marjuana, in pratica le classiche attività della manovalanza mafiosa che deve campare le proprie famiglie e quelle in galera.

Di certo non bloccheranno gli appalti truccati ad esempio.

E se invece l'esercito in Sicilia lo mandano per preparare un trabocchetto?
Ovvero fanno un attentato ai soldati e poi daranno la colpa alla mafia per poi avere il pretesto di palestinizzare la Sicilia, togliendo ogni potere autonomista alla Regione?

Troppo brutto solo a pensarci, meglio non far venire l'esercito in Sicilia

Anonimo ha detto...

Tempo fa, su internet cercavo la classifica delle città italiane in cui, negli ultimi anni, sono avvenuti più omicidi.

E indovinate chi ho trovato al primo posto?

Incredibile a dirsi, MILANO !

Eppure, nell'immaginario collettivo si continua ad imporre la convinzione che le città del sud siano le più violente.



Parlando, poi, con con conoscenti che vivono al nord ho sentito spesso dire che in molte città di quelle parti, dal punto di vista dell'ordine pubblico, ormai la situazione è al limite della sopportazione.

Eppure, si vuole convincere l'immaginario della gente che occorre l'esercito in Sicilia.



Tutti i delitti efferati che vengono commessi da gente del nord vengono trattati dalle tv "nazionali" con la massima circospezione, con tentativi di giustificazioni sociologiche, chiamando persino affettuosamente per nome gli indagati di assasinio e creando un clima positivo attorno ad essi.

Ricordo, invece, in una trasmissione di rai 2 che per il SICILIANO Alessi, nell'ipotesi in cui lo stesso non fosse stato giustiziato dai carcerati, ci sarebbe stata pur sempre la speranza di un suicidio, poichè, come sosteneva uno degli "esperti" invitati alla trasmissione, in questi casi il complesso di colpa porta a questi gesti estremi.

Anche per la "pietas" l'Italia è divisa in due.



Un saluto

Meridio Siculo.

Anonimo ha detto...

No alla palestinizzazione della Sicilia
(L'esercito mandatelo a Roma!)


...continua a leggere su www.neoborbonicisicilia.it

Abate Vella ha detto...

Gonzalo,
il vostro articolo contiene dei dettagli importantissimi!
Siamo ancora agli inizi: non é detto che il regime non ricorra alla forza prima o poi, anche senza schierare l'esercito in Sicilia.

L'innominato é sempre piú solo...

Meridio, in "Padania" oramai Olindo é una star, mentre i soci in affari dei mafiosi siciliani sono chiamati "imprenditori" invece di malfattori.

Non so se avete letto le ultime notizie sugli arresti in Canada ed in Italia per mafia: si parla di cosche siculo-canadesi: ma se hanno arrestato anche veneti e lombardi, come mai non si dice siculo-padano-canadesi? O solo Italo-canadesi?

Anonimo ha detto...

Si, in Trentino tempo fa hanno sgominato una banda di trafficanti di droga, poichè c'era un calabrese, allora hanno detto che era una cosa gestita dalla ndrangheta.

Ma non poteva essere un semplice emigrato e basta?

O quella del tipo toscano entrato nella 'ndrangheta...

ridicoli...