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lunedì, giugno 22, 2009

Mafia ex machina (seconda parte)

“La mafia pur avendo sempre avuto interessi propri è stata anche portatrice di interessi altrui: in tantissime occasioni entità esterne hanno armato la sua mano”
(Piero Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia, novembre 2008)

Gli anni '80 sono il periodo in cui l'oppressione mafiosa raggiunge il suo apice in Sicilia. La vita quotidiana nelle maggiori città dell'isola quali Catania o Palermo scandiva il suo tempo al ritmo dei soprusi della malavita organizzata, libera di scorazzare impunita. Questo perchè sempre meno paura di quella violenza mostravano di avere esponenti di primo piano della società civile siciliana e quindi più pericolosi diventavano gli attacchi al sistema.

Per riuscire a piazzare quei missili cruise a Comiso ed al tempo stesso coprire la truffa democratica, si dovette fare ricorso al meccanismo mafioso mettendo a tacere Pio La Torre.

Per chiudere ancora un a volta le porte allo sviluppo economico della Sicilia, si dovette fare nuovamente ricorso allo stesso meccanismo uccidendo Piersanti Mattarella, che aveva ottenuto per la sua terra una quota del gas che sarebbe transitato dalle progettate tubature trans-mediterranee provenienti dalla Libia, una conquista impossibile senza l'arma dello Statuto.

E così via, passando per l'omicidio Dalla Chiesa, condannato per fatti estranei all'isola ma mandato a morire in Sicilia visto che nel continente si era già dovuta chiudere l'operazione BR dopo l'assassinio di Moro [*], sino ad arrivare all'apoteosi del 1992 ed alle stragi in cui restarono vittime Falcone e Borsellino.

Un escalation che ha indebolito sempre di più la struttura mafiosa, poiché ogni falla del sistema turata in questa maniera costringeva i vertici della piramide a manovrare lo stato in senso antimafioso: uno stato assolutamente inerme di fronte a tanta violenza non sarebbe stato credibile, poiché si sarebbe reso palese al popolo il meccanismo sul quale si fondava la “democrazia” dell'Italia unita, e cioè l'oppressione volontaria e continuata dei suoi cittadini. Oppressione senza la quale sarebbe saltato, come detto, il controllo imperiale nel Mediterraneo.

All'indomani del crollo del comunismo reale, il giudice Falcone, con le sue indagini sulle “menti raffinatissime” era divenuto un pericolo mortale per l' “Entità” finanziaria al vertice della piramide di potere occidentale. Egli fece effettivamente saltare il sistema (noncurante delle conseguenza a cui sarebbe andato incontro) con un atto a sua volta raffinatissimo: quando gli furono serviti i “pentiti” che avrebbero dovuto incastrare Giulio Andreotti, scoprì gli altarini rendendo palesi i meccanismi con i quali la mafia veniva eterodiretta.

In particolare sconfessò le dichiarazioni del “pentito” Pellegriti, che accusava Lima di essere il mandante dell'omicidio Mattarella, un siluro diretto contro Andreotti (Vedi il post “Il popolo Siciliano tenta lo scacco”).

Forse il giudice Siciliano credeva di avere una via di scampo, poiché contava sul fatto che i “manovratori” non avrebbero voluto chiudere l'operazione mafia così presto. Ma i suoi calcoli erano sbagliati. Una volta messa in luce la manovrabilità dei pentiti, nei fatti la mafia era finita e per lungo tempo la si sarebbe dovuta mettere a tacere. La fine della mafia fu anche la fine di Falcone.

L'omicidio di Falcone (23 maggio 1992) non può essere interamente compreso senza tenere conto di un altro atto di violenza: l'assassinio di Salvo Lima, braccio destro di Andreotti in Sicilia, avvenuto il 12 marzo del 1992, solo pochi mesi prima.

Quell'omicidio è sempre stato indicato come un avvertimento della mafia ad Andreotti. Seguendo invece i fili è possibile ora arrivare al burattinaio e capire come quello fosse in realtà un avvertimento proveniente dall'esterno. Una minaccia che Falcone contribuì a sventare pagando con la vita [**].

Riprendendo il parallelo con la tragedia greca, l'utilizzo eccessivo delle “deus ex machina” nel 1992 in quella serie di stragi, provocò quei rumoreggiamenti nel pubblico che rischiavano di rendere vana la sceneggiata. Quei “rumoreggiamenti” del popolo diventarono grida di rabbia durante i funerali della scorta di Falcone:



Lo stato tremò e dovette inscenare la sua bella reazione con l'operazione Vespri e con alcuni arresti, guardandosi bene dall'eliminare tutti. Provenzano ed altri rimasero in libertà vigilata, pronti per essere nuovamente utilizzati non appena le acque si fossero calmate.

Gli arresti significativi sono ripresi solo di recente, dopo che Piero Grasso è arrivato ai vertici dell'antimafia. Questi arresti sono tutti avvenuti in specifici momenti di assestamento politico.

Provenzano fu arrestato la notte delle elezioni politiche dell'11 aprile del 2006 non appena fu chiaro che il governo era stato sconfitto ed il potere a Roma sarebbe passato alla sinistra europeista.

In quella nottata elettorale si decise di non lasciare a chi sedeva dall'altra parte la possibilità di riprendere in mano la struttura mafiosa. La pedina Provenzano fu allora sacrificata.

Il 5 novembre del 2007 fu la volta dei Lo Piccolo, arrestati dalla polizia al culmine di una campagna del governo (ora nelle mani del centrosinistra) volta per mandare l'esercito in Sicilia (con la scusa di ipotetiche minacce mafiose) nel tentativo di impossessarsi anche dell'esecutivo siciliano (vedi il post “Rita Borsellino, boooohh!!”). Era il momento di sacrificare un'altra pedina.

La vendetta nei confronti degli inquirenti per questo sgarbo non tardò ad arrivare, e pochi giorni dopo (l'11 novembre) un tifoso laziale, Gabriele Sandri, fu ucciso poco prima dell'inizio delle partite di calcio. La stampa italiana, tramite internet, pilotò i movimenti dei gruppi organizzati (e controllati) dei tifosi della Roma e della Lazio contro una stazione di polizia nella capitale. La polizia subì senza minimamente reagire, evitando guai peggiori (vedi il post “2008: la svolta è a portata di mano”).

Oggi, come ricordato all'inizio, dei principali componenti di quell'esercito mafio-massonico ne rimane uno solo in libertà. L'ultimo: Matteo Messina Denaro (Vedi il post "L'ultimo").

Quest'ultima pedina è fondamentale, perché prima di poterla sacrificare si deve essere sicuri che l'intero territorio siciliano sia effettivamente sotto il controllo del governo di Palermo. Dopo il suo arresto di dovrà necessariamente proclamare la fine della mafia.

Se questo controllo territoriale al momento dell'arresto venisse a mancare, sarebbe gioco facile per i nostri nemici organizzare veri e propri omicidi mafiosi “false flag”, come quelli recentemente avvenuti a Misilmeri. E se ciò avvenisse Piero Grasso sarebbe costretto a dimettersi ed i Siciliani perderebbero il controllo dell'antimafia, con conseguenze facilmente immaginabili.

Dall'altro lato, una volta ottenuto il controllo effettivo del territorio e dichiarata la fine della fiction mafiosa, nessuno azzarderebbe più attentati mafiosi alla “Crocetta” (vedi il post “Suicide bomber”) sapendo che a quel punto la vera matrice di quegli attentati verrebbe svelata [***].

Le notizie circa il restringimento del cerchio intorno al controllatissimo fuggiasco indicano che con le ultime elezioni, caratterizzate dal “golpe” di Lombardo e Miccichè nei confronti del presidente del consiglio, quel controllo del territorio è quasi completo.

Dopo questo arresto la storia ufficiale della mafia e quella vera, oggi lontane anni luce l'una dall'altra, cominceranno a convergere. L'obiettivo, un giorno, è di farle combaciare. Per il momento si deve stare al gioco. Se il meccanismo dietro il “deus ex machina” portato in scena con la tragedia mafiosa fosse rivelato oggi stesso, questa guerra sotterranea verrebbe in superficie, con conseguenze imprevedibili non solo in Italia, ma in tutto il mondo.



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[*] Le Brigate Rosse sono state il corrispettivo della mafia al nord Italia, dove frange interne alla massoneria (leggi P2), la Chiesa Cattolica ed altri lottavano per una loro autonomia dall'impero anglosassone. Il terrore rosso serviva a condizionare la politica italiana in modo da mantenere alto il livello di scontro con le (pseudo) sinistre mentre qualcuno a Roma (in area DC ma non solo) cercava di farlo abbassare. L'assassinio di Moro fu il culmine di questa campagna di condizionamento.

[**] Per capire come mai Falcone salvò Andreotti bisognerebbe allargare il campo di parecchio, collegandosi all'assassinio di Moro, a quello di Sindona, alla P2 e poi alla “discesa in campo” di Berlusconi. Non lo faremo qui, ma diremo solamente che è stato facendosi scudo di Berlusconi che oggi alcuni politici siciliani si sono rafforzati tanto da potersi permettere di sfidare l'impero. Per ora limitiamoci al discorso sulla mafia.

[***] Una mezza “svelatura” c'è già stata nel caso dello strano suicidio di Gaetano Lo Presti (vedi il post “Rifondazione camorrista”)

10 commenti:

zetan ha detto...

Certo Berlusconi, suo malgrado, ha avuto un ruolo nella costituzione degli eventi politici attuali siciliani.

Tuttavia in Italia non avrebbe governato senza la giusta benedizione.

Dunque i tasselli non sono tutti al loro posto quantomeno per me.

Ritengo che forse qualcosa sia sfuggita di mano anche a loro, ai veri vertici della cupola mondiale.

E dunque adesso voglio fare fuori Silvio,colpevole di aver saputo garantire adeguatamente tutti i loro interessi?

Il quale accortosi della tresca, va a raccomandarsi da Obama per conservare il posto, ma tutti sanno che è troppo tardi.

Non a caso entra in scena Fini con regolarità nelle nostre case.

Ma questo è un altro discorso.

Abate Vella ha detto...

Secondo me a sfuggirgli di mano furono proprio Falcone e Borsellino.

Loro pensavano che Falcone sarebbe stato al gioco ed avrebbe accettato di fare la parte dell'eroe antimafia (in vita).

Se Falcone avesse fatto arrestare Andreotti, oggi sarebbe l'eroe che ha sconfitto la mafia da solo... portandoci tutti sotto il dominio diretto dell'Entitá.

Qui mi chiedo, possibile che avessero fatto un tale errore di valutazione su Falcone? Chissá che invece Falcone non abbia fatto il furbo facendo finta di stare al gioco e poi...

Rimane da capire perché Craxi, Andreotti, Berlusconi fossero (siano) degli obiettivi da distruggere. Questo secondo me dipende da fratture interne alla massoneria ed all'intromissione della chiesa cattolica (infiltrata dalla massoneria, ed a sua volta che infiltra la stessa massoneria?).

La P2 secondo me é stata portata alla luce dalla stessa massoneria perché evidentemente stava facendo qualcosa che all'entitá non andava bene. Secondo me, volevano creare la loro piccola piramide indipendente che controllava l'Italia.

La chiesa cattolica e' riuscita ad utilizzare queste fratture prima appoggiando Berlusconi, ed ora aiutando Lombardo, che a sua volta si é nascosto dietro Berlusconi fino a quando é stato necessario per combattere la piramide piu'grande.

Un quadro molto generale... difficile per me andare piu'nel dettaglio per ora.

zetan ha detto...

Dunque una P2 così audace da sfidare la piramide più grande.

Dai documenti post bellici emerge in modo inconfutabile che l'Italia era una nazione a sovranità limitata.

Controllata dagli anglo-americani, che si permettevano persino il lusso di scriverlo, come emerge dalle relazioni tra vaticano e Churchill.

Dove sarebbero potuti arriva i pduisti senza la copertura della cupola suprema.

Fatto fuori Craxi non è strano che subentra Silvio? Perchè avrebbe ro dovuto contrastare un possibile governo amico di centro sinistra.

Spodestato da Silvio non certo senza la benevolenza della entità.

All'epoca assoluta e incontrastata dominatrice.

Non riesco a trovare la chiave.

Abate Vella ha detto...

Zetan,

anche a me mancano molti elementi, quindi con molte delle domande che rimangono aperte sto solo provando ad ordinare gli elementi che ci sono.

Ad una cosa dobbiamo fare attenzione: se la piramide piu' grande era veramente cosi' potente, avrebbe mai avuto bisogno di BR, mafia, terrorismo etc etc?

Quando ci parlano della P2, ricordiamoci sempre che tutto quello che si sa e' stato messo in circolazione dai suoi nemici.

Poi non si deve pensare che se uno e' massone allora e' necessariamente uno schiavo senza identita'.

E' lo stesso discorso dei cattolici: si vuole dare a credere che se uno e cattolico allora e' succube del Papa. Sappiamo che non e' cosi'. Ed i Siciliani lo sappiamo meglio degli altri, che da cristiani e da cattolici abbiamo combattuto come nessun altro il papato.

Anche se alla fine tutto puo' essere ricondotto ad un vertice, non si puo' credere che quel vertice al cenno di una mano possa dire a tutti i massoni della terra fai questo o fai quest'altro.

L'Europa cristiana e' stata percorsa da guerre violentissime, pur essendo tutti piu' o meno appartenemnti alla stessa piramide.

E' un fatto che Craxi lo abbia liquidato l'occidente. E poi non riesco a vedere Berlsuconi come altro che il delfino di Craxi.

Con questo voglio dire che e' possibilissimo che all'interno di una piramide vi siano fratture tali da provocare crisi di questo genere. D'altronde e' cosi' che crollano gli imperi.

dall'altro lato quello che ho scritto non vuole essere "storia". Vuole essere solo un tentaivo di spiegare che piu' avanti potra' essere aggiornato o modificato.

Quindi, se vedi modalita' di lettura diverse, dalle pure.

Anonimo ha detto...

e se esistesse una lotta tra due o più piramidi concorrenti? ad esempio uno scontro tutto interno tra la massoneria statunitense e quella inglese? da tempo il senatore LaRouche parla nel suo sito www.movisol.org dell'ingerenza anglo-olandese negli affari di molte nazioni, USA inclusa.

Abate Vella ha detto...

Anonimo,

per me sono fratture interne ad una sola piramide, come ho detto prima.

E la più importante di queste fratture è quella da te citata tra due fazioni grosso modo indicabili come inglese ed americana.

Quella americana è stata fino all'anno scorso rappresentata al potere dai Bush, quella britannica in america è collegata alle sinistre, cioè ad Obama.

Ti ricordo che Bush è stato l'unico alleato occidentale di Berlusconi e che la P2 aveva più di una sponda negli usa (gli affari finanziari di Sindona avevano una base importante in una banca americana di sua proprietà). Inoltre, il nemico principale di Sindona era Cuccia (anche lui siciliano) collegato invece ad ambienti finanziari britannici.

Su questo blog puoi leggere:

http://ilconsiglio.blogspot.com/2008/05/un-occhio-dietro-le-quinte.html

Oppure qui qualche ulteriore riflessione sul 1992:

http://ilconsiglio.blogspot.com/2008/02/alla-ricerca-dellagendina-perduta.html

Anonimo ha detto...

hai ragione Abate e grazie per aver riproposto i due post.
sull'equazione partito democratico=massoneria britannica, partito repubblicano=massoneria americana sarei meno netto, basta vedere la recente nomina dell'ambasciatore USA a Roma, il quale, secondo l'ANSA appartiene alla stessa confraternita universitaria (Skull & Bones) di Kerry, ma anche sembrerebbe di G. Bush (io non ci credo.....)
Già, perchè l'Ansa afferma queste cose pubblicamente?...
http://ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_992449996.html

Abate Vella ha detto...

Anonimo,

d'accordo con te, quelle equazioni sono valide solo in linea molto generale.

Poi, ogni volta che uno prevale su l'altro non puo' non tenere conto dei rapporti di forza per cui deve concedere qualcosa all'avversario battuto.

Ad esempio, Berlusconi inserisce nel suo governo Letta dicendo "lo manda Dio agli italiani". Letta infatti e' legato a Goldman Sachs, cioe' un potere nemico di Berlusconi. Ma il cavaliere non puo' fare a meno di inserirlo.

Tornando agli USA, in base a quello che stiamo dicendo ed alla significativa ansa che hai segnalato, mi sembra che a questo possa ricollegardi a quello che e' successo durante le ultime elezioni.

Obama non vince le elezioni quando si scontra con McCain. A quel punto lui e' gia' presidente.

Il vero scontro e' stato quello con la Clinton. Il che mi fa pensare che dietro alla Clinton, come qualche anno prima dietro a Kerry, vi fossero gli stessi poteri che stavano dietro a Bush e che ora i manovratori di Obama, legati al mondo finanziario britannico, abbiano conquistato il potere.

Cosa che non e' andata giu' a Berlusconi, che ha commentanto: "
Lo vedo abbronzato", riferendosi a chi manovra Obama, e cioe' al culto del sole da questi seguito.

Anonimo ha detto...

(^__^)
sono in molti ad essere "abbronzati".
Come volevasi dimostrare il gioco si fa duro e...scoperto
http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-10/giornali-stranieri-27/giornali-stranieri-27.html

rrusariu ha detto...

"Inoltre, il nemico principale di Sindona era Cuccia (anche lui siciliano) collegato invece ad ambienti finanziari britannici."

Quando si fecero gli accordi a Lisbona per l'armistizio del 1943, Cuccia aveva a che fare con un banchiere americano.

Poi diciamolo senza remore, ki ci sta dietro ai britannici o agli americani?

Kiaro che ogni kiesa ha i suoi vescovi e non sempre la pensano nello stesso modo.

Anche in Palestina quando arrivo' Pompeo Magno ognuno si attrezzo' per accaparrarsi il favore dell'uomo forte romano.
Nel frattempo alcuni prigioneri del posto vennero deportati nella nostra isola... portarono anche loro un piccolo contributo alla nostra terra. Poi nel 1490 il re di Spagna decise di espellerli per necessita' economiche.

Puo' darsi che il ns. Cuccia sapeva come farsi certi amici.