Notizie di striscio
Superato il punto di non ritorno verso il nuovo assetto politico della penisola, inserito nel nascente ordine mondiale del secolo asiatico, molti si staranno chiedendo quando si renderanno visibili i nostri alleati. Si parla tanto di Russia, Cina, dei paesi nordafricani (Gheddafi in testa).
Occupandoci dei fatti del continente indiano (vedi il post “L'ingresso dell'India"), un'analogia con la situazione dello Sri Lanka salta subito all'occhio. Anche in quel caso si tratta di un'isola posta lungo le rotte del commercio internazionale ed in posizione strategica tra due mari, l'Oceano Indiano ed il Mare Arabico. Un'isola destinata a diventare un nodo infrastrutturale di importanza primaria e che necessita per questo di stabilità ed affidabilità. Non certo di guerre civili contro fantomatiche rivendicazioni Tamil o, per tornare a noi, di stragi mafiose e continue rivolte e tensioni sociali.
Quelle servono a chi vuole completamente sovvertire l'ordine del mondo.
Prendendo ancora spunto dai fatti riguardanti l'isola cingalese, sappiamo che niente sarà lasciato trapelare in modo esplicito dai media ufficiali (tutti in un modo o nell'altro asserviti a Washington) su quello che sta realmente succedendo a Palermo.
Ma non appena l'esercito regolare ha sconfitto i ribelli, ecco che gli altarini sono stati rivelati e l'appoggio di Russia, Cina e India reso pubblico all'occidente. Reso pubblico, sia chiaro, per poter accusare e puntare il dito contro alleati che avrebbero la colpa di non essere “democratici”, al contrario dell'occidente [*].
Ora che anche i Siciliani hanno sconfitto i loro ribelli, quelli del ddl di modifica allo Statuto Siciliano per intenderci, gli stessi ascari che hanno affossato la nostra Autonomia per 50 anni, quegli altarini si cominciano a scoprire da noi.
Quanto tempestiva è stata la visita del Ras libico Gheddafi a Roma all'indomani delle elezioni. E quanto significativa questa sua dichiarazione (“Gheddafi: «Italia ora amica», ma salta il discorso in aula al Senato”, IlSole24Ore.com 10 giugno 2009):
«Un'era si è chiusa ed è ne è iniziata una nuova»
La motivazione per una tale magna pompa sarebbe questa:
«I governi precedenti hanno fallito. Non è che non ci abbiano provato, ma quella di Berlusconi è stata una decisione storica coraggiosa, nel chiederci scusa per il colonialismo»
Vero. E' stato D'Alema il primo a andare con il capo cosparso di cenere nella famosa tenda nel deserto, quando credeva di potere essere lui a gestire l'hub siciliano. Proposito fallito grazie all'ostruzione dei “fratelli” di partito. Il discorso è stato subito ripreso dal pecoraio con nuove scuse e rinnovate promesse autostradali. Ma queste scuse (ed i corrispettivi versamenti pecuniari...) sono state effettuate qualche tempo fa. Gheddafi invece si presenta subito dopo le elezioni che hanno decretato la fine del controllo “occidentale” sul Sud Italia. Una fine che significherà il decollo economico non solo della stessa Libia, ma di tutto il nord Africa.
E poi che strani tutti questi scontri che si stanno verificando a Roma... Personaggi molto più controversi sono passati da quelle parti, eppure niente. L'Onda che si scatena... Ma non erano le sinistre che accusavano le destre del passato coloniale italiano e premevano per il riconoscimento dei crimini compiuti dall'esercito italiano in Libia?
Ora invece si oppongono al decollo economico dell'Africa musulmana, al contrario del Vaticano (Gheddafi: "Usa come Osama" Frattini: "Non siamo d'accordo", Corriere.it 11 giugno 2009):
Ai giornalisti che gli chiedevano un commento sui rapporti tra i due Paesi, suggellati dalla visita a Roma del colonnello Gheddafi, Monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei, afferma che “tutto ciò che porta, nei rapporti con i Paesi in via di sviluppo, a un loro sviluppo economico con la nostra cooperazione non può che essere salutato come estremamente positivo e incoraggiato”.
Dichiarazione che in qualche modo punta nella stessa direzione di quella fatta dal Vescovo di Mazara del Vallo poco tempo addietro (SiciliaInformazioni.com, 9 maggio 2009):
“C'è molta più affinità culturale - spiega Mogavero - tra le due sponde del Mediterraneo che tra la Sicilia e la Lombardia”
Questa “cooperazione” che porterebbe ad uno sviluppo economico del Nord Africa consiste proprio nella liberazione della Sicilia dal forzato abbraccio romano che impedendo lo sviluppo dell'hub infrastrutturale nell'isola, di fatto impedisce quel decollo economico.
I paesi della sponda sud del Mediterraneo non hanno intenzione di subire una nuova colonizzazione da parte dell'Europa (la famosa “ciambella con il buco” di Sarkozy). Essi vogliono appoggiarsi ad un paese neutrale che sia equidistante verso tutti. Proprio quello che la Sicilia è sempre stata sin dagli albori della sua storia.
Agli arabi non andrebbe bene neanche lo stesso Nord Africa, perché a quel punto tutti i paesi interessati si farebbero concorrenza l'un l'altro. La Sicilia invece è quell'elemento neutrale a cui tutti possono fare riferimento, a sud come a nord (a nord più a denti stretti per la verità).
Nel marzo del 2008, in vista delle elezioni che portarono Raffaele Lombardo a Palazzo d'Orleans ci eravamo espressi così (vedi il post “Palermo delenda est”, Prima parte):
Il fulcro dell'hub Sicilia sarà un porto: il porto di Augusta, lo sbocco a mare della piana di Catania, sta per diventare uno dei più importanti punti di snodo del commercio mondiale.
(...)
Il porto di Augusta rappresenta il fulcro del sistema commerciale mondiale asservito all'economia cinese.
Un anno fa questo discorso poteva sembrare nebuloso. Pochi mesi fa è arrivato il primo segnale in questo senso quando una delegazione cinese venne a discutere la possibilità di impiantare un hub aeroportuale nella Piana di Catania (vedi il post “Pronti al decollo”).
Le condizioni politiche venutesi a creare all'indomani delle ultime elezioni permettono di dare corso ai progetti. Ed infatti il giorno dopo le elezioni, puntuale quanto e più di Gheddafi, Il Giornale, di striscio, comincia a svelare il progetto agli italioti (“Aerei e porti, la Cina sbarca in Sicilia”, IlGiornale.it 8 giugno 2009):
La Cina vuole trasformare la Sicilia in una piattaforma per la logistica. Un sistema integrato per smistare le merci provenienti dall’Asia e spedirle in Europa, ma anche in Africa. L’isola si trova a metà strada tra i due continenti ed è l’ideale.
«C’è un interesse serio a investire sulle infrastrutture e sulla logistica a partire dal porto di Augusta»
Un progetto per la creazione di “un sistema integrato di trasporti che vedrà la cittadina [Augusta, ndr] della Sicilia Orientale al centro degli scambi tra Asia, Europa e Africa.”
Un processo inarrestabile che per essere realizzato ha bisogno del corretto posizionamento in un'area stabile sia economicamente che dal punto di vista politico.
Va da sé che la Cina non potrebbe mai pensare di poter entrare così tranquillamente nel Mediterraneo senza previo accordo con i russi.
Presto vedremo iniziare una nuova fase dell'invettiva anti-siciliana, quella relativa alla scarsa “democraticità” dei suoi alleati. Il terreno per questo lo hanno già preparato. Come ha detto strisciante l'ascaro Saviano nella sua “lectio magistralis” all'univeristà di Pisa, “nessuna, fra le altre mafie del mondo (russa, cinese o slava che sia) e' autonoma rispetto alle cosche italiane.”
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[*] E noi l'abbiamo assaggiata per bene, la “democrazia”. Prendiamo il caso dei missili di Comiso, ad esempio. Fino a quando il Popolo Siciliano protestò “democraticamente”, guidato dal suo leader Pio La Torre, i “democratici” americani si guardarono bene dal piazzare i Cruise dalle nostre parti.
Ma una volta che la protesta “democraticamente” cessò, grazie alla “inaspettata” collaborazione mafiosa che “casualmente” trovò anch'essa da ridire sul comportamento dell'esponente comunista, la “democrazia” poté imporre i suoi missili.
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12 commenti:
la tua lungimiranza è nuovamente confermata. bravo abate.
Insomma una "Svizzera" al centro del Mediterraneo. Non sarebbe male.
complimenti per la tua visione....e per il blog.
www.voraszancle.org
Ciao Abate, io credo che Lombardo con Augusta voglia togliere la Sicilia dall'isolamento internazionale.Tuttavia Augusta non potrà essere un hub del Mediterraneo, a causa delle presenza dei poli petrolchimici che occupano tutto lo spazio vitale, a meno che non vengano smantellati (ipotesi difficile) Rimarrebbe Gioia Tauro, ma prima di prenderla, è necessario conquistare politicamente la Calabria.
Abate,
oggi abbiamo registrato che il pecoraro ha a cuore più i suoi "castrati" che la sorte dei Siciliani.
Record assoluto su Siciliainformazione, postato il mio commento e dopo 3 minuti era disponibile.
Volevo segnalare questo articolo di di Giovanni Mollica – www.tempostretto.it ...sembrava scritto da un leghista
http://peppecaridi2.wordpress.com/2009/06/11/cosa-ce-dietro-la-crisi-della-regione-sicilia/
Comitato,
non credo proprio che la Sicilia sia isolata dal punto di vista internazionale.... anzi!
Difficilmente Lombardo potrebbe invogliare cinesi o russi a fare qualcosa per un suo tornaconto. Semmai e' il contrario.
Ed anche Il Giornale, non mi sembra in generale sia in vena di fare pubblicita' a Lombardo.
Riguardo ad Augusta o Gioia Tauro hub del Mediterraneo, qui non stiamo facendo un discorso di preferenze. Se cinesi o chi altro preferiscono Gioia Tauro, cosi' sia. Queste strutture sono sempre piuttosto invasive.
Vuol dire che Augusta sara' un porto locale dal quale esporteremo i nostri prodotti ed Il Giornale (come Il Consiglio) si sono sbagliati.
Comunque, il petrolchimico effettivamente verra' smantellato. Non nel breve ovviamente. Ma mentre nel corso dei prossimi 10 anni il porto commerciale crescera' di importanza, le attivita' legate al petrolchimico diminuiranno, a Priolo come nel resto del mondo.
Riguardo a Gioia, comunque, ha perso da qualche anno la sua leadership mediterranea per la sua posizione defilata (vedi imbuto stretto di Messina) e Augusta o non Augusta, non vedo come possa riconquistarla visto che la concorrenza e' destinata ad aumentare.
x_alfo_x,
grazie per la segnalazione.
Si gioca sul fatto che una volta aggiustata la direzione politica, ci vuole poi del tempo per tramutare questi cambiamenti in fatti concreti sul campo.
Intanto, per qualche strano motivo, la Sicilia va sempre piu' di moda all' estero (vedi articoli Guardian e FT sopra) e le compravendite di case a mare aumentano mentre nel resto d'Italia diminuiscono.
Ancora piu' significativamente, questo fatto interessa Sicilia e Puglia, quelle che sono le due regioni chiavi dell'hub infrastrutturale mediterraneo.
Le due regione nelle mire dei Russi, di Gheddafi, del Sultano dell'Oman, le due regioni sede di meeting del G8 recentemente.
Ciao Abate, l'isolamento è inteso in senso commerciale.
Ultimamente a causa della crisi c'è stato un calo generale dei trasporti marittimi, tuttavia il primato di Gioia Tauro, dimostra che lo stretto di Messina non è uno svantaggio per il traffico containers.
Purtroppo i dati che ho io per Gioia T. si fermano al 2007 con più di 3 milioni di container(primo nel mediterraneo) se hai dei dati più aggiornati ti sarei grato se me li passi.
A seguire la logica degli sponsor che puntano su uno sviluppo del meridione d'Italia, ed in particolare della nostra isola, ed inserire orgonicamente i loro interessi nel bacino del mediterraneo, non mi sembra ci siano dubbi.
Però qualche dubbio mi sorge sulla necessità che Russia Cina e Libia siano determinati nel perseguire oltre ogni possibile ripensamento le politiche indipendentiste o autonomiste di avanguardia.
La presenza di Gheddafi immediatamente dopo le consultazioni europee non lascia spazio ad interpretazioni sugli interessi nel nostro, ma la sintonia con li pecoraio è solo apparente?
Pensi Abate che costoro possano trovare accordi oltre gli obiettivi a noi cari?
Questa considerazione è legata alla necessità di trovare adesso il supporto di questi amici per superare il momento di crisi regionale.
Oltre Lombardo c'è il buio.
Io continuo a ritenere quello attuale il momento più delicato e dunque mi aspetterei delle convergenze sulla difesa dell'attuale governo dell'isola, difesa che non emerge, chiara, intanto che i maccarrone e i provolino stanno tentando di sovvertire le politiche autonomiste e spodestare Lombardo.
Considerato oltretutto che Miccichè non è ancora riuscito ha dare un equilibrio al progetto politico meridionalista all'interno del PdL.
Ho quasi l'impressone che ognuno guardi al proprio tornaconto senza una evidente esposizione, e che le nostre problematiche rimangano confinate e combattute all'interno dei nostri confini.
Quando costoro intendano manifestare i loro intendimenti se non adesso? Oltrepassando l’osservazione distaccata degli eventi.
Tranne che la visita di Gheddafi non sia portatrice di rivendicazioni precise, in accordo con la Russia.
Ma ciò non sono riuscito a coglierlo oltre le foto sulla divisa esibite al suo arrivo.
Comitato,
per quel che ne so io, Algeciras ha superato Gioia proprio nel 2007. E Tangeri avanza spedito.
Quello che si evince da questo non e' certo il fatto che Gioia non abbia futuro. Tutt'altro.
Solo che ancora c'e' spazio per altre strutture. Una di queste sara' Augusta, che pero' per la sua posizione fungera' anche da area di cerniera per le altre.
Augusta rivestira' una funzione strategica importantissima, anche se non e' detto che sia destinata ad essere il terminal di dimensioni maggiori.
Lo stretto e' un enorme svantaggio tanto quanto lo e' ad esempio lo stretto dei dardanelli. Se fosse possibile evitarlo, qualunque armatore lo eviterebbe. MA siccome e' l'unica via, tutti passano di li'.
Attraverso uno stretto il traffico ha un limite fisico dovuto ad ovvi motivi: non possono transitare piu' di un certo numero di imbarcazioni contemporaneamente. Il che vuol dire che devi stare attento a non sovradimensionare la struttura oltre quel limite.
Zetan,
il motivo per cui questi "sponsor" vorrebbero una situazione pre-risorgimentale e' molto semplice: vogliono un Mediterraneo stabile. Non mi sembra che l'Italia nella sua storia sia stata un esempio di stabilita'.
Poi vogliono anche togliere la Sicilia ed il sud Italia al controllo della UE e, una volta dissolta la UE, al controllo di Francia e Germania.
E' come se tutto quello che abbiamo visto a partire dalla rivoluzione francese venga riavvolto e si ricominci dal punto in cui si era rimasti.
Con l'aggiunta della Cina pero'... che ancora non sappiamo cosa comporti.
Tornando alle nostre parti, non si puo' certo pretendere che chi deve andare giu' lo faccia sommessamente. Ma non credo che ci sia piu' possibilita' di tornare indietro.
Il radicalizzarsi dello scontro dimostra proprio questo: non e' piu' possibile tornare indietro. Inoltre Berlusconi deve ancora cercare di fronteggiare la Lega, per cui deve fare il duro con Lombardo, altrimenti tanto vale dare la presidenza del pdl a Bossi!
Ma sa benissimo di essere entrato in un vicolo cieco.
Gheddafi: non penso sia stato mandato dalla Russia. Tutti questi attori hanno una loro politica individuale, pur essendo alleati. Gheddafi ha la sua, ed ha sempre incluso in questa la "liberazione" della Sicilia dall'Italia.
Lui va a ringraziare Berlusconi perche' in fondo Berlusconi si e' prestato al gioco. Pensava di tentare un colpo di mano finale (vedi creazione del pdl) e mettere Russia e Libia di fronte alla cosa fatta di modo che avrebbero detto "va bene", ma ha fallito.
Comunque ha i suoi meriti e va ringraziato. Russia e Libia devono essergli riconoscenti. Qui in Italia puo' darsi che diventi l'ultimo presidente della repubblica. Una figura simbolica senza alcun potere.
Abate
hai notato che ultimamente SiciliaInformazioni parla di Capitale dell'isola.
Io penso che ad un certo livello ci sia consapevolezza che non ci puo' aspettare piu' nulla dalle rive del Tevere se non faccia piacere ai lumbard.
Onestamente mi piace cosi' e si cominci a mostrare pubblicamente a tutti che per i politici nostrani e' finita la loro epoca.
Qui in giro nei supermercati vedo prodotti con etichetta ben visibile proveniente dalla Sicilia.
Il marchio Sicilia adesso comincia a diventare sinonimo anche di qualita' nella percezione della clientela... buon segno. Vorra' dire che in caso estremo abbiamo prodotti da vendere senza dipendere da certa distribuzione mafiosa.
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