Un'elemosina fatta in Sicilia
Una decina di anni orsono (nel 1995 per essere precisi), mentre girovagavo in un qualche aeroporto europeo, la copertina di un magazine anglosassone colpì il mio occhio: incorniciata dalla classica striscia gialla che ancora caratterizza il National Geographic americano, faceva bella mostra di sé il primo piano di una elegante signora in abito nero. La scritta esplicativa mi fece correre alla cassa con una copia: “Italy apart: Sicily”. Nella foga non associai il titolo (più o meno traducibile con “Italia a pezzi: Sicilia”, ed ancora oggi non so se anche in questo vi fosse un qualche macabro doppio senso...) o la foto (la donna era chiaramente vestita a lutto) con niente in particolare, forse ingenuamente ed inconsciamente malconsigliato anche da quel morboso rapporto che noi siciliani intessiamo con la morte. Ma non appena cominciai a sfogliare l'articolo tutto divenne più chiaro.
Il testo dell'articolo ripeteva la solita litania della mafia ovunque, con corredo di teste di capretto mozzate e gente che non vuole parlare. In mezzo a tanto piattume, mi colpirono però le foto: belle e delinquenziali. Nel senso che da esse traspariva chiaramente la voglia delinquenziale di buttare fango addosso a qualcuno, il popolo siciliano per l'appunto. Con eleganza certo, ma anche con delinquenziale precisione (da notare che questo rimane ancora l'ultimo articolo dedicato dal prestigioso magazine all'isola).
Poi trovai una foto che a tutt'oggi rimane fortemente impressa nella mia testa: la foto di una scorta che proteggeva lui, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. E lì la mia mente fece clic. Nel senso che all'improvviso certi pezzi si incastrarono e correndo avanti nel tempo, arrivai a concludere, sicuramente con malizia, che in fondo in fondo al nostro Orlando Coraggioso non sarebbe convenuto poi tanto debellare veramente la mafia. Che mestiere avrebbe fatto poi lui?
Mi resi conto, con quella semplice foto, che Orlando non faceva il sindaco come mestiere. Forse per arrotondare o forse come supporto alla sua occupazione principale, che era (ed è?) quella dell'antimafioso di professione.
Andandomi a documentare, capii anche che la mia non era una grande scoperta, visto che Sciascia aveva definito il concetto già qualche anno addietro, e smisi di preoccuparmene.
Nel tempo però i fatti si accumulano, gli eventi si associano e certe sequenze, quando viste dall'alto dei decenni, rendono gli uomini e le loro azioni più trasparenti. Nel tempo dunque i ranghi dell'albo dei professionisti dell'antimafia si sono ingrossati a dismisura, così che oramai per farsi sentire c'è bisogno di urlare. Tra le tante galline che si azzuffano per niente, solo le più pervicaci riusciranno a sentire la calorosa voce del padrone che le addita alla nazione, catapultando le loro infide parole su tutti i media di cui lo spettacolo neo-coloniale dispone.
E tutto questo chiasso fa però tornare alla mente coloro i quali denunciavano la mafia circa un decennio prima. Tutti coloro i quali ricevevano minacce quotidiane che venivano regolarmente ignorate da quegli stessi media. Tutti colori i quali, senza tanti proclami, ci hanno lasciato le penne (per restare in tema). Ecco, questa categoria di eroi, di VERI nemici della mafia, sembra essersi estinta con la morte di Falcone e Borsellino, che dopo aver lottato in silenzio per la Sicilia, in silenzio avrebbero voluto continuare a vegliare su di essa dopo la loro dipartita, forse senza bisogno di roboanti intestazioni (visto che se ne è parlato tanto in questi giorni...).
Da quei giorni, tutto è cambiato e mentre prima si lavorava cercando di non dare troppo nell'occhio, oggi si offre il petto gonfio di ardore antimafioso al nemico. Solo che nessuno sembra più volerlo accettare questo petto! Ne fosse caduto uno di questi eroi moderni! Ma contro chi stanno combattendo? Certo non contro lo stesso nemico con cui intrapresero una lotta impari i loro silenti predecessori.
Ma in mezzo a tanti giornalisti e professoroni pronti ad urlare mafia non appena qualcuno in mezzo alla folla gli pesta l'alluce incarnito, forse qualcuno di quegli eroi silenti si trova ancora. E scovarlo sarebbe letale per i professionisti di cui sopra, perchè scioglierebbe come neve al sole il loro preteso coraggio.
E tanto hanno urlato e tanto si sono lacerati le vesti, che nella foga non si sono accorti di averlo trovato loro stessi l'eroe silenzioso e senza pensarci due volte lo hanno sbattuto in prima pagina mondiale, facendo un clamoroso autogoal.
Andrea Vecchio, imprenditore catanese, è l'eroe silenzioso che con le sue parole nel giro di pochi minuti ha scardinato tutto. Dopo anni di silenziosa resistenza ai ricatti ed ai soprusi dei violenti oggi dice:
Ed ora come faranno i professionisti dell'antimafia? Secondo uno dei loro simboli, colui il quale credevano li avrebbe aiutati per decenni ancora a speculare sui nostri dolori, la mafia non è il primo nemico della Sicilia e dei Siciliani!
Altra mazzata! Sarebbero queste le somme che dovrebbero mettere in ginocchio l'economia dell'isola? L'azienda di Vecchio fattura milioni di euro!
Tutto è andato in frantumi... tanto certosino lavoro per procurarsi questa bella patente da antimafioso, ed ecco che tutto va in fumo nel giro di poche righe! Ed ora cosa farete? Accuserete Vecchio di contiguità come fate con chiunque metta in dubbio il vostro sacro verbo? Cercherete di tappargli la bocca come ha cercato di fare lo stato dopo gli attentati (ma Vecchio ha parlato lo stesso...).
Ve lo dico io cosa farete: nella Sicilia libera che sta per venire potrete andare a chiedere le elemosina all'angolo della strada. E siccome i Siciliani nelle loro vendette sono raffinati, state sicuri che tutti verseranno qualcosa, quale contrappasso per quei trenta denari che per ora vi arrivano con tanta caritatevole puntualità.
Colluso con il Popolo Siciliano
13 commenti:
Bell'articolo Abate, è vero hanno perso il controllo sulla Sicilia.
Anche se è ancora presto per festeggiare è un lumicino di speranza che si intravede.
La rottura creatasi tra mafia e massoneria si è replicata nella divisione tra centrodestra e centrosinistra.
Finchè terrà la Sicilia, terrà tutto il Sud.
Dietro tutto c'è Berlusconi, il quale ha deciso di investire tutte le sue risorse nel meridione, perchè lui da imprenditore sa bene che il futuro economico dell'Italia sta al Sud e non al Nord, destinato al declino.
Proprio come era durante il Regno delle Due Sicilie.
La storia che ritorna?Io direi la storia che torna nel suo binario iniziale.
A livello internazionale Berlusconi invece ha le spalle coperte da Putin.
Tenetevi pronti per questà nuova realtà.
saluti
Gonzalo
Prima della strage di Capaci il personaggio era uno dei più fieri detrattori di Falcone. Ricordate perchè?
l'atteggiamento propagandistico di gonzalo è controproducente all'indipendentismo stesso della Sicilia e del Sud italia, di cui si fà uno dei portavoce.
MENO PROPAGANDA, PIU' DUCUMENTI, PIU' FATTI
Caro anonimo,
forse Gonzalo enfatizza troppo la posizione di Berlusconi, ma credo anche lui sappia bene che Berlusconi é solo un mezzo.
Peró ci sono dei fatti che indicano che a Milano le cose si stanno muovendo in modo alquanto particolare: tra gli approfondimenti proposti sopra uno parla della Coppa America di vela. Quello che Il Giornale (del Cavaliere...) non dice é che la barca siciliana pare abbia giá trovato tutti i finanziamenti necessari per iniziare l'avventura. E questi proverebbero da imprenditori del nord. Che evidentemnte pensano che i loro soldi siano meglio spesi nell'immagine della Sicilia che nelle fabbrichette padane.
Certo quello che dici é anche vero, e questo lo stiamo dicendo in tutti i modi possibili: se i siciliani staranno solo a guardare, senza diventare attori protagonisti della scena, continueranno ad essere prigionieri in casa loro.
Caro Peppinappa,
ho sentito anche io qualche storia riguardo al "personaggio", ma non ho notizie abbastanza precise. Se ci vuoi raccontare qualche particolare interessante saremo felici di ascoltarti...
Ciao se qualcuno pensa che io sia filo-berlusconiano si sbaglia di grosso.
Queste cose potrei anche non dirle ed aspettare che si fanno da se.
Ma il fatto è che bisogna anche essere modesti e pensare che tutto può cambiare semplicemente perchè la ruota della storia si è rimessa in moto senza che noi dobbiamo essere per forza protagonisti.
Io credo che il momento dei movimenti identitari arriverà quando la Sicilia non sarà più controllata dai poteri toscopadani(di cui Berlusconi fino a poco tempo fa faceva parte)
Ormai sono sicuro che l'indipendenza politica della Sicilia arriverà grazie ad una serie di fattori esterni favorevoli e e di coincidenze di interessi.
saluti
Gonzalo,
sono perfettamente d'accordo con te!
La ruota della storia si é rimessa in moto e non siamo stati noi a spingerla. La Sicilia sta per entrare in un nuovo periodo della sua storia.
Peró questa é una occasione unica per il Popolo Siciliano per inserirsi finalmente nella storia e riuscire a fare si che si possa vivere da Siciliani nella nostra Patria.
E dico a te ed a tutti i neoborbonici che la cosa dovrebbe trovare il vostro favore: se i Siciliani riusciranno a fare questo, la loro azione rappresenterá anche un esempio per gli altri popoli del Sud Italia, la cui prospettiva al momento non é per niente felice!
Ciao Abate, la Sicilia è la regione chiave del Sud, tuttavia è necessaria creare una Rete in tutto il Sud di persone che dica alla gente esattamente cosa sta succedendo.
Ci sono i calabresi, i campani, i pugliesi che attualmente sono vittima della subdola propaganda "antimafia" dei poteri forti massonici toscopadani.
Se le Calabrie piangono, la Sicilia di certo non ride.
Vedi le porcherie che stanno combinando con l'operazione "ammazzateci tutti" il cui "presidente" è tesserato alla margherita e attende solamente il momento di farsi lanciare in politica.
Si chiama Aldo Pecora.
Si fa anti-mafia solo per fare carriera politica dunque, infangando il nome di chi sotto i proiettili della ndrangheta ci è morto davvero.
Reputo assolutamente necessario smascherare i subdoli attacchi della cosiddetta antimafia anche nel sud continentale.
Attenzione, nessuno ci garantisce da eventuali colpi di mano da parte della sinistra che spazzino via la destra dalla Sicilia.
Se ciò accadrà, certo ci libereranno dalla vecchia mafia, ma loro ne prenderanno il posto.
E la massoneria è la peggiore mafia che l'uomo abbia mai potuto creare.
Lo dice persino Gesù nei Vangeli: i peccati contro Dio(quelli tipici dei mafiosi) saranno perdonati mentre i peccati contro lo Spirito Santo(tipici della massoneria) non saranno mai perdonati.
saluti
Gonzalo
Per capire di cosa sto parlando:
http://blogalladeriva.blogspot.com/2007/10/e-adesso-finanziateci-tutti.html#links
Raccolgo l'invito ed ecco un collegamento ad una pagina sulla storia degli ultimi anni di Falcone, tanto, ma tanto importanti, credo, anche per la vicenda Borsellino.http://www.collettivamente.com/articolo/2206593.html. Scordavo di osservare, tanto per alleggerire il discorso, perchè ogni tanto ci vuole, che la figura della sig.ra sull'illustrazione della rivista che lei, abate Vella, richiama, è tuttavia sexi, una sorta di connubio stuzzicante tra eros e tanatos
ripeto il link
www.collettivamente.com/articolo/2206593.html
In Lombardia comaschi, varesotti e sondriesi hanno la carta sconto benzina(circa 20 cent al litro)
I siracusani, per le megaraffinerie presenti sul territorio, non hanno diritto a nessuno sconto, anzi in Sicilia si paga la benzina più cara che al nord.
continua a leggere su www.neoborbonicisicilia.it
Art. 50 del Trattato di Pace della Seconda Guerra Mondiale, firmaa Parigi il 10 febbraio 1947.
"L'ITALIA SI IMPEGNA A TENERE SMILITARIZZATA LA SICILIA" già costituita da 9 mesi nello Statuto del Parlamento Siciliano.
Ringrazio Gonzalo e Peppinnappa per i link segnalati.
Ho addirittura inserito il Blog alla deriva tra i link del Consiglio.
Per quanto riguarda l'altro ci sto lavorando su, spero che il risultato (che pubblicheró nei prossimi giorni) sia di vostro gradimento...
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