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martedì, settembre 22, 2009

La prefica allegra

Chi si ricorda ancora i piagnistei e gli alti lamenti per il disimpegno della Cai dagli scali siciliani, ed in particolare da quello di Palermo?

Il punto allora era: quelle che vedevamo stracciarsi le vesti e profferire solenni lastime, erano prefiche prezzolate oppure vedove sincere?

Rinfreschiamoci la memoria su quello che si era detto allora.

A parte la solita solfa sindacalista, la strategia disfattista italiota seguiva due direzioni principali (vedi il post “Slot machine”). La prima era quella della semina della zizzania campanilista, piantata ad arte tra Catania e Palermo.

Ecco cosa profetizzava Emanuele Lauria dalle pagine di Repubblica il 26 novembre 2008 ("Fontanarossa diventa l´hub siciliano. Così Catania vince il derby del potere"):

“Ci mancava la scelta della Cai di ridimensionare Punta Raisi e di salvaguardare Fontanarossa, a concludere la parabola di questo 2008 dei portenti. L'anno in cui il baricentro del potere si è spostato verso Catania.”

Lombardo all'assalto di Palermo, una capitale ridotta in macerie. Con la Cai che fiutato il cambiamento politico vira ad oriente.

Passa circa un anno, ed ecco come titola il sito del Quotidiano di Sicilia dello scorso 19 settembre: Aeroporti, volano alto quelli di Tp e Pa

E poi nel testo:

Ad agosto il dato sul traffico di voli ha fatto registrare un aumento dell’operatività del 3,85 per cento, mentre il numero dei passeggeri sui voli di linea è cresciuto del 3,10 per cento (483 mila 480 rispetto ai 468 mila 956 dello stesso mese del 2008)

Meno male che siamo in un periodo di crisi. Mentre i maggiori aeroporti d'Italia e del mondo (incluso quello di Catania...) sono in flessione, a Palermo il traffico aumenta.

Aveva ragione il Lauria nel voler dare un significato politico di quel tipo alle decisioni della CAI? Da dove ha dedotto la cosa? Al momento non sappiamo dirvi se il giornalista di Repubblica sia stato già licenziato.

Passiamo alla seconda strategia disfattista, quella del lamento sconsolato. Il rappresentante più esilarante in questo caso è stato il direttore di SiciliaInformazioni.com, Salvatore Parlagreco che aveva sentenziato Il Sud non conta niente, la Sicilia meno che niente.

Eppure mentre Alitalia e AirOne se la svignano incapaci di affrontare un mercato veramente libero, altri invece ne approfittano (“Aeroporto di Palermo, in calo il traffico aereo e passeggeri per il gruppo Cai nei primi otto mesi del 2009”, SiciliaInformazioni.com 12 settembre 2009, notizia ovviamente riportata in sordina e senza commento...):

La leadership di Alitalia, in termini di passeggeri (543 mila unità trasportate), è incalzata da WindJet con 539 mila passeggeri seppure in flessione dell'1,18% nei primi otto mesi dell'anno; il vettore siciliano, tuttavia, recupera sul movimento voli con un incremento del 13,9%. Il risultato migliore spetta a Easyjet con +95,6% di passeggeri e +112% di movimento voli.

Quindi anche una compagnia straniera (Easyjet) punta sulla Sicilia in un periodo di crisi nera per l'aviazione.

La decisione italiana di ritirarsi dalla Sicilia è sicuramente politica, ma non è dovuta né a pressioni paesane da derby calcistico domenicale, né ad un calcolato “abbandono” di un territorio debole e poco produttivo. D'altronde erano proprio le rotte siciliane quelle che portavano maggiore lucro al fallimentare vettore nazionale.

Ad essere deboli sono proprio Alitalia ed AirOne, che nella ritrovata sovranità siciliana non hanno la forza per competere ad armi pari con gli altri.

Una situazione che vediamo ripetersi a 360 gradi nell'ambito dei trasporti (vedi il post “In carrozza si (ri)parte”), sia nelle modalità del disimpegno dello stato centrale, che in quelle delle tattiche disfattiste di sindacati e giornalisti.

Certo il progresso fa anche delle vittime. Usanze e tradizioni centocinquantennali sono probabilmente destinate a scomparire per mai più ritornare. Come quelle delle “prefiche” prezzolate che ancora gironzolano allegre e pronte a gettarsi come avvoltoi sulle incertezze della gente.

Questa volta, purtroppo per loro, la vedova non è Siciliana.

Ringrazio Massimo Costa per la segnalazione e l'idea del post.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

A questo punto mi auguro che CAI sloggi pure da Catania; mi sa che fa solo da freno.

Anonimo ha detto...

Successivamente ci saranno voli solo di tipo militare, ma una spingula c'avasta...