Approfondimenti - Il Consiglio News Feed

giovedì, settembre 24, 2009

Legume in mare

L'argomento del post di ieri (“La tempesta”) non è stato ancora esaurito del tutto. Prima di andare avanti spaccando letteralmente il capello in quattro, volevo fare sedimentare almeno un po' i contorni della vicenda. Oggi si continua, in parte per semplice divertimento, in parte perchè chissà... potrebbe venirne fuori qualcosa di interessante.

Di tutta la faccenda “Boffo”, direi che la cosa più stuzzicante sono le strane parole di Raffaele Lombardo. Prima di rileggerle nuovamente per analizzarle nel dettaglio, sarebbe il caso di fare un passo a ritroso nel tempo per andare a rispolverare uno dei casi più singolari della storia della Sicilia. Un caso che riguarda proprio il costante rapporto di odio-amore tra il Regno di Sicilia e la Santa Sede e che più avanti ci permetterà di capire meglio quello che è successo al giornalista cattolico: il caso della “Controversia Liparitana”.

Il 22 gennaio 1711 il Vescovo di Lipari, unica diocesi di Sicilia a dipendere direttamente da Roma, mandò il bottegaio a vendere una partita di ceci. Le guardie esigettero però da costui il pagamento dell'imposta. Secondo Monsignor Tedesco questa richiesta era illegale e così Sua Eccellenza decise di comminare ai poveri (almeno per questa volta...) esattori reali una sproporzionata “scomunica maggiore”.

Il problema era che per essere valide le scomuniche in Sicilia dovevano avere l'approvazione regia, come stabilito dalla Legatio apostolica. La diocesi di Lipari si trovava però in una posizione legalmente equivoca, ed il Papa prese la scusa per richiamare sotto il suo comando tutti i vescovi dell'isola.

Il Re (un Savoia!) giustamente si oppose, Roma non mollò e questo gettò il Regno nello scompiglio, tanto che fu presto riconquistato dagli spagnoli.

Ora, il vedere quel povero cecio di Boffo solo, sbattuto tra le onde di un mare in tempesta (quello della politica italiana) me lo fa apparire come il bottegaio che, andato a vendere i legumi su ordine del Vescovo, si è poi trovato all'improvviso stritolato tra immensi e spietati ingranaggi.

La domanda da porsi per capire lo stato d'animo del neo-bottegaio ed ex direttore di Avvenire a seguito della caduta a mare è cruciale. La sottigliezza di detta domanda può sfuggire a noi, ma non certo a chi detiene delicate posizioni di potere, quali un Vescovo, un Presidente della Regione Siciliana, un Presidente del Consiglio, un Miccichè, un Papa [*].

La domanda da porsi, dicevamo, è la seguente: Boffo è caduto tra la risacca del mare in tempesta colpito da una freccia scagliata dal nemico, o è stato spinto da qualcuno alle spalle?

Mi spiego meglio. Se il direttore di un giornale lancia precisi attacchi contro una importante carica dello stato, non è credibile che questo sia stato fatto in assoluta autonomia e senza ascoltare prima il parere di chi la linea di quel giornale decide.

Ma chi decide la linea editoriale di un giornale nel momento in cui decide attacchi così gravi sa di doversi aspettare una risposta. E sa anche che quel direttore ha un punto debole a causa del quale potrebbe essere facilmente annientato di fronte all'opinione pubblica (mi riferisco alle famose accuse di molestie sessuali).

Insomma, giochiamo a carte scoperte. Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Mons. Bagnasco, ha per caso, senza farsi tanti scrupoli, creato ad arte un “casus belli”, una nuova “controversia”? Anche nel '700 si disse che Tedesco avesse preparato l'incidente scrupolosamente (come non cambia la morale...).

In base alla risposta che diamo a questa domanda, possiamo farci un idea di quale sia ora l'animo di Boffo mentre si dibatte tra i flutti rischiando di affogare. Potrebbe essere l'animo fiero di un guerriero ferito, oppure quello amaro dell'uomo tradito ed impallinato dal fuoco amico. Un uomo forse persino voglioso di vendetta.

E' venuto il momento di rileggere le parole di Raffaele Lombardo lanciate come salvagente non sappiamo ancora se al guerriero ferito o all'uomo tradito:

“Solidarizzo pienamente con lui e se il mio Movimento, quello che sarà il Partito del Sud di domani, avesse le risorse per poterlo fare ingaggerebbe Boffo immediatamente.”

Lo sappiamo tutti che Raffaele ha fatto le scuole dai Salesiani, che ha l'appoggio di molti in Vaticano ed anche quello di una parte dell'Opus Dei via Unicredit (dove si nascondono gli uomini dell'ex governatore della banca d'Italia, Fazio), che guarda caso appena pochi giorni fa ha dato parecchi soldi alle associazioni cattoliche in Sicilia.

Ma come dovremmo mai interpretare l'offerta fatta a Boffo ora che abbiamo esaminato il suo stato d'animo di naufrago. Sono solo io a ravvisare in essa una certa ambiguità, voluta o meno?

Senza contare che, per quanto riguarda la legatio politica delle elargizioni alle associazioni cattoliche in Sicilia, la loro riconoscenza elettorale alla prossima tornata non andrà sicuramente a Bagnasco.

Post Scriptum: La Controversia Liparitana si chiuse nel 1718, quando Papa Benedetto XII prudentemente capì che non era ancora giunto il momento e riconobbe il diritto dei Siciliani alla legatio eliminando l'interdetto emanato dal predecessore, Clemente XI, e smentendo il Vescovo bramoso di una fuggevole fama terrena.



Sua Eccellenza Monsignor Bagnasco saluta forse i Siciliani?


-----------------
[*] Una domanda comunque retorica, poiché la risposta i nostri la sanno già.

15 commenti:

Peppinnappa ha detto...

Scusate se intervengo su una cosa che non c'entra con il post, ma l'abate ci da sempre il più ampio spazio per divagare. Perchè non si interviene a dar man forte anche dalla Sicilia? In fondo è una cosa che interessa anche noi, si tratta di fatti che stanno avvenendo vicino, molto vicino a noi e la cosa non è ancora del tutto chiarita!
http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Calabria/Nave-veleni-vicesindaco-di-Longobardi-Pronti-a-occupare-strade-e-ferrovie_3809734913.html

zetan ha detto...

Divago anch’io quantomeno in apparenza, ma non riesco ad interpretare la vicinanza dei finiani al gruppo di Miccichè. Anche se un gruppo di ex AN aveva già aderito al Lombardo bis, tuttavia questa vicinanza mi lascia perplesso lo stesso.

Mi spiego meglio vero è che il gruppo di Miccichè può dare fastidio a Silvio, non c’è dubbio, ma il connubio mi appare strano lo stesso, così come per altri versi lo è la questione Boffo assoldato da Lombardo nel partito del sud che già sembra esistere a sentire le dichiarazioni di Lombarchè.

Uno come Fini aggregato ai curatori degli interessi anglofoni, con quale scopo e garanzia programma una vicinanza con coloro che stanno sponsorizzando in Sicilia la politica di allontanamento proprio dagli interessi anglofoni.

Dove si trova il punto di contatto, certamente in questa prospettiva mi lascia perplesso ritenere che Fini possa considerare condivisibile una politica verso una deriva autonomista della Sicilia.

Il timore che questo partito del sud sia uno specchietto per le allodole utile per una resa dei conti sia in ambito regionale che nazionale e costituire esclusivamenta un nuovo gruppo di potere mi appare abbastanza verosimile. Infischiandosene delle aspettative dei proclami automisti e ancor meno indpendentisti.

Come la vedi la questione Abate, non ti pare sia quantomeno strana anche questa vicenda?

Abate Vella ha detto...

Rispondo in tanto a Zetan che pone una questione attinente al post. Per la nave dei veleni, devo rivedere la cosa.

Innanzitutto Berlusconi e Micciche'. A BErlusconi dava fastidio il grupppo di Micciche', ma oramai che e' stato sconfitto lo sta aiutando.

Il via a Micciche' all'operazione "partito del sud" lo ha dato Arcore.

Ora Fini e Berlusconi hanno firmato un armistizio temporaneo. Su cosa? Su Palermo ovviamente. Era proprio li' che litigavano, ora sono d'accordo tutti e due per favorire Micciche'.

Perche': il motivo e' quello che dicevamo nel post su Tornatore. Oramai la Sicilia e' andata. Ma cosa vedremo, il ritorno delle Due Sicilie o quello del Regno di Sicilia normanno?

Zetan, anche i liberali quando serve sanno turarsi il naso e scegliere il male minore. E dal punto di vista liberale (o anglosassone, o massonico...) quale tra i due e' il male minore? Il Regno di Sicilia federiciano, che comunque pone un freno all'espansione pontificia.

Ecco perche' Bagnasco se la prende con Berlusconi non capendo che cosi' peggiora le cose, mentre il Papa e' piu' cauto. Perche' piu' la Sicilia viene osteggiata, piu' questa si appoggera' ad oriente, e magari ai finiani.

Il Partito del Sud non e' uno specchietto per le allodole. Il punto e' che gli schieramenti si sono modificati.

Lombardo, secondo me, pur dovendo andare contro la CEI, non puo' perdere l'appoggio dell'elettorato cattolico, e fa dichiarazioni come quella su Boffo mentre da soldi a destra ed a manca ai cattolici.

Questa e' la mia ricostruzione, grosso modo.

zetan ha detto...

Bene ma a quale punto può spingersi in un quadro del genere una autentica autonomia? Capisco che finché tutto rimane a livello potenziale Fini la CEI il PD stesso, che fa l'occhiolino a Lombardo, ci stanno al gioco, perché destabilizza le forze in campo tentando ognuno di trarne il massimo vantaggio; il problema che mi pongo è quanta voce in capitolo avranno costoro qualora si dovrà affrontare la tematica sensibile.

A quel punto questi saranno legittimati a contrattare il nostro livello di autonomia, e se così dovesse essere cosa dovremmo attenderci da ciò.

In altri termini temo che la loro presenza sia anche funzionale a condizionare pesantemente la trasformazione della nostra condizione attuale, nella migliore delle ipotesi. La peggiore è lo specchietto di prima.

zetan ha detto...

Costoro hanno molto da proporre sia a Lombardo che a Miccichè e questa è una carta che si giocheranno al momento propizio, specie se i nostri dovessero avere un consenso imbarazzante.

Anche a me farebbe piacere potermi fidarmi dei nostri, i quali nonostante le proposte di incarichi prestigioso nazionale od europei continuerebbero, imperterriti, nel progetto espansionistico del meridione e della Sicilia in particolare.

Queste presenze così articolate è come se fossero foriere di presagi che mi lasciano uno strano retrogusto e per questo te li sottopongo. Ho davanti gli occhi Finocchiaro Aprile.

In verità spero solo di sbagliarmi e per questo cerco un confronto in questa direzione.

Anonimo ha detto...

I finiani di Sicilia sono molto più "di Sicilia" che "finiani". E questo Fini lo sa. Stanno con lui, ma se si oppone troppo ai disegni autonomi li perde.
E' come se uno schieramento trasversale si stesse alzando dalla polvere. Il nazionalismo italiano (e l'occidente) è sempre più abbandonato a se stesso. Sorprendente la mozione della Finocchiaro (vicina a Lumia se non sbaglio, ala autonomista PD) di esplicitare la natura pattizia dello Statuto con il parere favorevole vincolante dell'ARS in materia di modifiche: le vie del Signore sono davvero infinite...
P.S. Non tutti i liberali sono massoni. E gli stessi massoni di oggi hanno a noia tutto ciò che è liberalismo e democrazia (in Europa teorizzano la "post-democrazia"), di cui nel XIX secolo si sono serviti come un autobus. Magari mettiamo le virgolette...

Abate Vella ha detto...

Anonimo,

su Fini ed i Finiani in Sicilia stavo per rispondere a Zetan la stessa cosa che hai detto tu.

Importante mettere l'accento anche sui movimenti del PD, a il voto da te citato della Finocchiaro e' lampante. La Finocchiaro in fin dei conti fa capo a D'Alema, che e' sempre stato quello piu' vicino alle tematiche meridionaliste all'interno del PD.

Ma si puo' leggere anche la storia dell'affare di Bellolampo per notare come sono in sintonia MPA ed una parte del PD:

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/65203/comune-palermo-scoppia-laffaire-societ-realizzazione-termovalorizzatore-bellolampo.htm

Sono d'accordo anche per quanto riguarda l'identificazione liberale-massone. Per spiegare meglio il mio punto di vista posso dire che chiaramente vi sono delle convergenze ma che queste non possono essere generalizzate a tutto campo.

Per quanto riguarda la situazione della massoneria (anche questo un termine usato qui in senso generico che in fondo vuol dire poco e che non va assolutamente identificato con la sola organizzazione internazionale che tutti conosciamo) oggi all'interno vi sono notevoli divisioni che sono allo stesso tempo causa e conseguenza del crollo occidentale.

Indubbiamente quando si usano questi termini in senso tanto generale andrebbero messe le virgolette ;)

zetan ha detto...

Quindi i finiani di Sicilia sono degli autonomisti disposti a rivendicare risultati certi anche nei confronti del vertice nazionale e, sono disposti a scontrarsi con chi è tenuto a rendicontare verso i sostenitori anglosassoni.

Me lo auguro, del resto penso sia arrivato il momento di cominciare a discutere nel merito le prospettive, in relazione per di più ai tempi e alle modalità di attuazione.

Anonimo ha detto...

Abate, un tuo commento su questa tesi:
http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/65315/sicilia-lantidoto-partito-miccich-finiani-lavoro-quale-obiettivo.htm

Abate Vella ha detto...

Anonimo,

Parlagreco non sa più dove appendersi per ingarbugliare la realtà di una situazione che purtroppo non va dove vorrebbe lui.

I fatti elencati sono corretti, ma deduzioni e conclusioni sono per lo meno illogiche.

Ad esempio sulla frenata dei lealisti nei confronti di Lombardo e Miccichè avrebbe dovuto dire la cosa più ovvia, e cioè che Miccichè nel formare questo pdl-sicilia ha l'appoggio di Berlusconi, e che quindi Firrarello deve "assuppare".

Vero che c'è competizione tra Miccichè e Lombardo... ma da qui a sostenere che il pdl-Sicilia sia l'antidoto al Partito del Sud (che poi è una proposta dello stesso Miccichè...)....

Poi l'opposizione.... ne abbiamo parlato sopra: una consistente fetta del PD non permetterebbe mai la caduta di lombardo. Ovviamente Parrammatula fa finta di non saperlo.

Il governo Lombardo cadrà quando Lombardo e Miccichè crederanno conveniente farlo cadere per poi ripresentarsi al governo con il Partito del Sud.

Peppinnappa ha detto...

Abate, l'ultimo passaggio della tua risposta all'anonimo fa nascere in me una domanda. Siccome io non credo e non ho mai creduto alla santità e agli idealismi alla Don Chisciotte di personaggi politici (anche i grandi del passato di cui spesso si parla su questo blog in fondo non erano che delle persone intelligenti e ben capaci le cui personali ambizioni coincidevano con l'interesse del territorio che governavano), il quadro che tu tracci mi sembrerà più credibile allorchè emergeranno con chiarezza i ruoli che Lombardo e Miccichè immaginano per sé stessi. Quello di Lombardo mi pare un po' più chiaro e siccome su questo si è scommesso politicamente di persona mi pare più credibile, quello di Miccichè resta invece ancora un'incognita.

rrusariu ha detto...

Miccichè adesso ha un problema, ha speso qualche parola di troppo per Acierno...

La Jihad palermitana comincia a spargere le sue vendette giudiziarie, prima della caduta del sultano.
Penso che il sultano, pardon il pecoraio(scusate la dimenticanza), dopo esserci giocato le chances sul lettone di Putin e con la sua malacrianza ha disonorato il suo donatore, cerchi adesso qualche "buen retiro". Mah...
tra alcuni giorni ci sarà la battaglia di Lepanto, chi ne uscirà fuori dalla trappola della mezzaluna orientale?
La Chiesa che si appresta a celebrare "Il Potere e la Grazia" invitando il pecoraio?
Non basta il benservito di Die Welt?
Per me don Raffaele sta aspettando lo sgretolamento della politica italiana.
Nel frattempo a Palermu l'ex-sindaco farebbe accordi con chiunque per buttare giù u pupazzu del brianzolo. Miccichè? In mezzo al guado... con le sirene del Marcellino Del Vino e Manciapani a tradimento da un lato e lo spirito indipendentista della buonanima del suo avolo che partecipo' alla rivoluzione del 1820-1821 come ministro?

Aspettu taliannu li stiddi... sperando che non ne buttino giù qualcuna!
Oramai chi fondava il potere sulla carta straccia si accorge che i rotoli di carta igienica si stanno accumulando a più non posso e nessuno la ritira più. I venditori di tale carta iginienica si accorgono che la loro unica arma rimasta è solo lanciare qualche supposta per mettere ancora paura.

Un nuovo attore sul Mediterraneo, che potrà negoziare la sua posizione strategica puo' fare gola a tanti.
Ma dobbiamo toglierci certi stracci mentali di obbedienza che certamente qualche volta non porta beneficio al nostro popolo.

Le navi intasano i porti come a Messina nel 1572, sapremo vincere la battaglia e ripartire?
Cmq stavolta non avere l'Apostolica Legazia ci libera da ogni male ... di dover soccorrere, chi della veste si è servito per vendersi.

Abate Vella ha detto...

Peppinnappa,

se immaginiamo per un attimo che effettivamente il Regno di Sicilia sia in procinto di rinascere (con tutti gli adattamenti ai tempi che corrono...) allora é facile capire quale sia il ruolo che i due vorrebbero entrambi per se stessi (da qui anche le frizioni che di tanto in tanto emergono).

Sino a un decennio orsono, la carriera del politico siciliano era tutta incentrata nel fare scempio a Palermo per poi avere in premio lo scranno a Roma.

Oggi a Roma non ci vuole andare piu' nessuno, se non qualche figura di secondo piano. Quello che conta e' il potere Palermo, ed e' quello che tutti si scontrano (in Sicilia).

Lombardo e Micciche' non hanno esattamente la stessa base. Lombardo ha molto piu' feeling dell'alleato/avversario sia con i cattolici che a sinistra.

nebros ha detto...

riggurado alle ferrovie, volevo dire che con un abbonemento intercity, ora non si può più salire sui regionali, ma solo intercity ed espressi (treni nazionali), perchè i treni regionali fanno capo al dipartimento regionale.
in poche parole è come se fossero 2 ditte diverse, ma i nostri soldi credo vadano alla FS romana e di conseguenza anche gli investimenti spetterebbero ad essa...
bisogna indacare!

nebros ha detto...

indagare