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lunedì, maggio 11, 2009

Carburante elettorale

Ai tedeschi i conti non tornano. Dall'imminente implosione italiana credevano di trarre immenso profitto pappandosi il Lombardo-Veneto, ed invece rischiano di vedersi arrivare le zampe degli italiani in casa. Per giunta da Torino, area di interesse economico francese.

Il ventilato acquisto della Opel da parte di Fiat ha provocato qualche mal di pancia ai mangiacrauti, che hanno subito reagito all'aggressione spargendo un bel po' di veleno (nella forma di un dossier autografo di Marchionne) per mettere scompiglio (politico) in casa dei mangiapasta in vista delle elezioni. Dossier che prevederebbe la chiusura di almeno due stabilimenti italiani, uno al nord ed uno al sud. Convenientemente senza dire quali.

Il Lingotto sta vivendo un periodo particolare, trovandosi sotto i riflettori contemporaneamente in più parti del mondo, nelle le più disparate angolature e a diversi livelli mediatici. Le recente cagnara dovuta ai probabili accordi con Chrysler e Opel è stata preceduta ed accompagnata da strani sibili nelle pagine di cronaca: dalla inusitata debacle della Ferrari in Formula 1, alle strane notizie di incidenti riportate dalle agenzie in Sicilia (vedi il post “Danno collaterale”), sino al suddetto dossier.

I fili che si intrecciano sono molteplici, ma possiamo provare a vedere dove si arriva seguendo quelli che pendono dalle nostre parti.

Gli strani messaggi in codice inviati tramite le agenzie di stampa e culminati prima nell'incendio doloso al deposito di Palermo e poi nell'incidente al direttore della raffineria di Gela investito da un camion Iveco che “frenando ha sbandato ponendosi di traverso sulla intera carreggiata” sembravano puntare al carburante usato nelle macchine.

Qualche settimana prima si era anche presentato in pompa magna il nuovo piano energetico regionale (PEARS) con la presenza a Palermo dell'autorevole economista americano Jeremy Rifkin.

Rifkin è un teorico della cosiddetta “terza rivoluzione industriale”. Nel suo libro “Economia all'idrogeno” prevede un prossimo futuro privo di petrolio e fatto di propulsione ad idrogeno. La traccia suggerisce dunque di dare una sbirciatina a questo famoso PEARS.

Ai punti 12 e 13 della Dichiarazione di sintesi troviamo scritto:

12. creare, in accordo con le strategie dell’U.E, le condizioni per un prossimo sviluppo dell’uso dell’Idrogeno e delle sue applicazioni nelle Celle a Combustibile, oggi in corso di ricerca e sviluppo, per la loro diffusione, anche mediante la realizzazione di sistemi ibridi rinnovabili/idrogeno;
13. realizzare forti interventi nel settore dei trasporti (biocombustibili, metano negli autobus
pubblici, riduzione del traffico autoveicolare nelle città, potenziamento del trasporto merci su rotaia e mediante cabotaggio.


Qui non vi sono mezzi termini: in linea di principio il PEARS farà in modo che la Sicilia si ponga per legge contro le imprese operanti nel campo della raffinazione. Non credo serva fare nomi. Non solo: nel fare ciò darà appoggio (economico) alle aziende operanti nel settore dei trasporti (principalmente le aziende automobilistiche) che decidessero di fare lo stesso, cioè mettersi di traverso agli interessi di quelle aziende operanti nel campo della raffinazione. Insomma, quello che ha fatto il camion Iveco tagliando la strada al direttore della raffineria di Gela.

Rimane da vedere se questo PEARS contenga solo aria fritta oppure se almeno qualcosina stia bollendo in pentola.

Il 21 aprile scorso l'assessore all'industria Pippo Gianni ha presentato il progetto per il nuovo autoporto di Siracusa con questa premessa (“Siracusa - Autoporto, al via il primo sistema intermodale”, Corriere del Sud 21 aprile 2009):

Nei prossimi giorni convocheremo i sindaci del territorio (...) chiederemo loro di non consentire più il transito dei mezzi pesanti all'interno delle città. Le merci potranno essere smistate all'interno dell'autoporto e poi, partendo da lì, tramite mezzi ecologici potranno raggiungere le destinazioni finali all'interno dei centri urbani. [*]

Un indirizzo che collima pienamente con quanto dettato del PEARS.

Il problema è che per fare tutto ciò serve un partner industriale capace di fornire le tecnologie necessarie all'adattamento del parco veicolare. Pochi giorni dopo l'incendio al deposito della Fiat la Regione, tramite l'Assessore Pippo Gianni, tendeva la mano all'azienda automobilistica torinese scrivendo a Marchionne (Pippo Gianni tende la mano alla Fiat: "La Regione è pronta a investire su Termini Imerese", SiciliaInformazioni.com 7 aprile 2009):

“Auspico (...) che possa ripartire la sinergia tra il suo Gruppo, imprenditori locali e sovra regionali e la Regione Siciliana per concretizzare un programma di investimenti e di sviluppo del territorio”.

Insomma la Regione promette soldi. E nel comunicato si suggerisce una certa direzione. La lettera infatti avrebbe anche fatto riferimento ad una “semplificazione al rilascio delle autorizzazioni per favorire l’incremento degli impianti di distribuzione di GPL o metano”.

Il 16 aprile lo stesso Assessore firma il decreto che permette la realizzazione e l'esercizio di impianti di distribuzione di solo metano in Sicilia. Questo ha fatto imbestialire non poco i petrolieri che armati solo di arroganza pretendono di imporre con la violenza che li contraddistingue il loro volere:

“Il provvedimento, favorendo la distribuzione di metano contro quella di benzina e gpl non rispetta i principi comunitari di uguaglianza dei carburanti”, dichiara Assopetroli rifacendosi ad una surreale “carta dei diritti del carburante”. Assopetroli che già l'anno scorso aveva ottenuto una vittoria in questa guerra, quando il CGA di stato aveva accolto un loro fantasioso ricorso violando senza alcun problema lo Statuto.

Tralasciando ora questo problema, almeno dovremmo guardare alla bottiglia mezza piena: a Palermo hanno preso a cuore il problema degli operai di Termini Imerese. I sindacati dovrebbero essere contenti.

Ma neanche per idea! Da questo momento in poi su giornali, televisioni e internet parte una guerra dei comunicati che rispecchiano l'era schizofrenica in cui ci troviamo.

Il primo proiettile viene lanciato dai soliti ignoti: la FIOM il 26 aprile dichiara che “La Fiat ha rinviato la produzione della nuova Lancia Ypsilon (...) Adesso ci è stato comunicato che la produzione della nuova vettura viene rimandata al 2011, ma senza comunque certezza che venga prodotta nello stabilimento siciliano”. Panico per tutti.

Risponde di nuovo Gianni il primo maggio ("FIAT, a Termini si produrrà la Ypsilon Gpl", EconomiaSicilia.it 1 maggio 2009): “All’assessore regionale all’Industria Pippo Gianni è pervenuta una lettera con la quale la Fiat gli annuncia la decisione che a Termini Imerese sarà prodotta la nuova versione della Lancia Ypsilon a Gpl ed euro 5”. Rilanciando: “Da Bruxelles è finalmente arrivato il via libera che, non considerandoli aiuti di Stato, sblocca i 46 milioni di finanziamento del governo nazionale che dovranno essere utilizzati nell’ambito dell’Accordo di Programma quadro per il rilancio di Termini Imerese”. [**]

Ma i soliti ignoti insistono, ed è a questo punto che salta fuori il dossier “Fenice” sulle pagine della stampa tedesca. Dossier che tutti giurano contenere (anzi no... suggerire...) la chiusura definitiva di Termini Imerese.

Dove sta la verità?

Viene difficile credere che l'assessore Gianni si sia inventato tutto. Che si sia esposto in questo modo senza avere prima avuto una qualche pezza d'appoggio da Torino. E viene difficile credere che la Fiat sia nella posizione di rifiutare gli aiuti finanziari della Regione e dello stato, visto che nessun altro impianto si vede così ben dotato finanziariamente. Sembra anche difficile credere che la FIAT stia per mettersi contro la UE mentre sigla certi accordi di mercato: l'autorizzazione agli aiuti di stato giunta da Bruxelles è un chiaro segnale politico. Rifiutarli avrebbe delle conseguenze.

Ed allora? Allora se da un lato bisogna capire la prudenza di Marchionne in vista di una tornata elettorale che darà finalmente una chiara misura delle potenzialità siciliane, dall'altro bisogna anche capire lo spericolato abbaiare della CGIL (“È un vero e proprio grido d'allarme quello lanciato da Roberto Mastrosimone, il rappresentante Cgil degli operai Fiat di Termini Imerese. "Lo stabilimento e' gravemente in bilico. Si parla di un ballottaggio per la chiusura tra noi e Pomigliano. Penso che, purtroppo, siamo favoriti”, "Accordi internazionali Fiat, pagherà Termini Imerese?", EconomiaSicilia.it, 8 maggio 2009): il loro presidente regionale, Italo Tripi, si è da poco dimesso dalla carica per candidarsi alle prossime elezioni nella lista del PD. Bisognerà pur tirargliela sta campagna elettorale!

Per vedere risolti questi dubbi gli operai di Termini (e tutti noi) dovremo aspettare ancora qualche settimana.

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[*] Altre interessanti particolari di questa presentazione potranno essere colti al volo da chi segue questo blog con assiduità:

“L'autoporto vuole essere una piattaforma logistica sempre più capace da integrare e rafforzare l'internazionalizzazione del sistema delle piccole e medie imprese siciliane, ma anche di porsi al sevizio di un'area molto più vasta, collocata nel cuore del Mediterraneo” (Marina Noè, presidente della Società Autoporto di Siracusa)

“Appare necessario il collegamento del porto di Augusta con il sistema ferroviario e dello stesso porto con l’autoporto di Siracusa”. (Titti Buffardeci, assessore regionale al turismo, ex sindaco di Siracusa)

Il comunicato stampa chiude ricordando che “Ogni anno nel Mediterraneo, attraverso lo stretto di Gibilterra, gli stretti di Dardanelli e il canale di Suez passa un terzo del traffico marittimo mondiale. In questa regione transita quasi il 25% dei traffici petroliferi e il 20% dei flussi crocieristici. Il 90% del commercio internazionale si svolge mediante naviglio, fenomeno destinato a crescere, e il ricorso alle rotte marine, come vera e propria alternativa sostenibile, oggi più che mai assume un'importanza sempre maggiore.”

[**] Come è facile piegare le regole. Sentite la motivazione data per la concessione degli aiuti: La misura, spiega Bruxelles, risulta compatibile con i requisiti previsti dagli orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013 e dalle norme sui grandi progetti di investimento, perché Fiat non aumenterebbe considerevolmente la sua capacità di produzione. "Si può pertanto ritenere che gli effetti positivi di questo investimento in termini di sviluppo regionale superino le possibili distorsioni della concorrenza" All'improvviso abbiamo qualche santo in paradiso a Bruxelles.

8 commenti:

rrusariu ha detto...

A MILANU S'APPIZZANU I MANIFESTI!!!!

A LECCO PURU!!!!!!!

Anonimo ha detto...

Ho saputo del MIS con un giorno di ritardo grazie a una telefonata di Totò Lo Casto, vero "pasionario" dell'indipendenza, che ringrazio per avermi voluto informare in un momento in cui ho altro da pensare che seguire le novità su internet come faccio di solito. La prima cosa che gli ho chiesto è stata "E Roman?" ritenendo impossibile una sua apertura di dialogo con l'MPA di Lombardo. E mi ha detto della sua restituzione della tessera, etc. Se oggi un gruppo di giovani (motivati, intelligenti e patrioti) non ha seguito Musumeci lo si deve essenzialmente all'ascendente che R.Clarke esercita su di loro. Per il resto il MIS è entrato in gioco e apprezzo anche la gradualità e la prudenza che caratterizza questa apertura (inutile esacerbare le divisioni in questo momento). E ho apprezzato questo passaggio. Caro Abate, non penso che ci siano due strade (dentro l'MPA o alternativa all'MPA) ma un'unica strada, "parallela" all'MPA, punta di diamante indipendentista che si affianca all'autonomismo per difendere l'autonomia, che rimarca e promuove le differenze quando necessario, senza apparentamenti organici. Con molta franchezza non vedo buona la strategia del "congelatore" e mi piacerebbe aprire un dialogo con questi attivisti per tentare, almeno, di sottrarli al triste destino di setta segreta e ... inutile. Su Roman non voglio giudicare più di tanto e non credo ci sia molto da capire. E' un politico e un attivista molto abile, ma è anche "romantico" e "adamantino" nel suo indipendentismo. Credo abbia commesso un grave errore, anche perché la responsabilità di una scissione se la doveva prendere solo se il MIS avesse rinunciato all'indipendentismo, non per una scelta specifica che avrebbe potuto contestare dall'interno facendo la "minoranza". Spero se ne renda conto in futuro, ma ne dubito conoscendolo. Rispetto la sua scelta, dettata in fondo da motivi ideali, ma non può essere l'unica possibile.
Oggi Musumeci ha la possibilità di attivare risorse umane indipendentiste dentro l'MPA che non vedrebbero male un nucleo duro sicilianista e nazionalista, un'avanguardia del Popolo Siciliano. Con gli altri non serve polemizzare. E alla Sicilia che bisogna rivolgersi, non al microcosmo sicilianista, del tutto asfittico.
Il nostro nemico è il centralismo e il colonialismo italiano, non potrà mai essere il fratello che lotta "in un altro modo", il "presidente" non abbastanza sincero (secondo loro) e così via. Queste beghe di bottega non ci devono appartenere.
Fra dieci anni quando smonteremo le statue di V.E.II manderemo una raccomandata ai "congelati" per avvisarli del fatto compiuto.
Non è mai successo che un Presidente si sia impegnato ad applicare integralmente lo Statuto ed abbia avuto una tessera indipendentista in tasca, sia pure onoraria e simbolica. Ma neghiamo pure l'evidenza del cambiamento, sì. Teniamo conto che questo mondo sicilianista è fatto da una decina di sigle con una quindicina/ventina di attivisti (esclusi gli universitari separatisti, che mi sa sono gli stessi di facebook, quelli meritano considerazione massima). Ma di che stiamo parlando? Guardiamo avanti piuttosto.
Massimo Costa

rrusariu ha detto...

Condivido in pieno il tuo commento Massimo.
Non serve a nulla a crogiolarsi con la mente con i "se" e i "ma".
Ho voluto dare appoggio all'Mpa in Lombardia, perchè ritengo che è importante per noi emigrati partecipare con una nostra identità nel territorio in cui viviamo.
In questo momento "dobbiamo" dare il ns. appoggio al Presidente Raffaele Lombardo, che in definitiva rappresenta il nostro capo di stato.
La sopravvivenza della compagine politica Mpa è essenziale per creare un vero movimento inpendentista autonomo da Mpa ma che "punzecchia" continuamente i politici e i dirigenti a compiere il loro dovere nei confronti dei cittadini che li votano.

Da parte mia spero che l'inizio di questo mio percorso con la candidatura in un collegio della provincia di Milano, sia anche occasione per avere collegamenti con quella frangia dell'autonomismo lombardo che non vede di buon occhio la Lega.

Assà bbinirika a tutti e... Viva la Sicilia

nebros ha detto...

ho avuto a che fare con l'ex vice segretario, fortunatamente solo internettianamente e la sua meschinità è testimoniata dai commenti lasciati sul web...

rrusariu ha detto...

Uno ca nasciu all'isola di Man, dovrebbe capire meglio come mai un re scozzese isso' quella bandiera rossa con la triskele.

Io sono pure duro e puro, ma nella vita bisogna lordarsi per fare vedere agli altri la bellezza del nostro essere Siciliano.

Purtroppo molti "risorgono" o rinascono senza capire il perche'.
Per questo la chiesa romana aveva paura dei culti dionisiaci.
Ci fanno stare nelle chiese intruppati senza poter esprimere la nostra gioia della comunione divina...

Nebros leggi "Iside" di Christian Jacq, ci troverai somiglianze!!!

nebros ha detto...

rrusariu, ho cercato in internet e mi sono spuntati due rislutati
"Il prediletto di Iside" e "Per amore di Iside".
immagino sia il secondo...

la chiesa e qualsiasi altro organo volesse creare una struttura di controllo (vedi anche l'impero), avevano paura dei culti dionisiaci, perchè dioniso rendeva liberi gli uomini...

si rrusariu, si suppone che il culto dionisiaco sia la trasposizione occidentale dell'egiziano culto di iside

rrusariu ha detto...

Nebros
e' "Per amore di Iside", ed e' ambientato nell'isola di File, vicino all'odierna Assuan.

In parte descriveva pure la situazione di come poteva essere la Sicilia sotto i bizantini prima dell'arrivo dei mussulmani.

Ma descrive anche il sistema di controllo attuato dopo l'editto di Teodosio, ricordiamoci come dice l'Abate Vella, che fino al 400 d.c. esistevano molte comunita' religiose non di marca cristiana.
S.Agata potremmo dire che dovrebbe rappresentare un'archetipo tipicamente siciliano.

Ti mandero' una mail, cmq ne avevo accennato in un post qui.

Assa' bbinirika!

nebros ha detto...

ok rrusariu, attenderò la tua mail