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lunedì, maggio 04, 2009

Segreti di maggio

Sul blog di Paolo Franceschetti è apparso in questi giorni un interessante post a firma di Solange Manfredi (“Un possibile attentato al Papa?”, 1 maggio 2009) relativo all'approssimarsi della ricorrenza del 13 maggio, data in cui ricordiamo si verificarono sia le apparizioni di Fatima, sia due attentati alla vita di Giovanni Paolo II.

Ripercorrendo i retroscena di quei due attentati, oggi si suggerisce come possibile un nuovo attentato dello stesso tipo (e di matrice sostanzialmente simile) nello stesso giorno (13 maggio 2009) durante la visita del Papa in Terra Santa.

La stessa previsione e' chiaramente echeggiata da Maurizio Blondet sul suo giornale online (EffeDiEffe.com) nelle prime righe dell'articolo “Il Papa ed il 13 maggio” (Ricordiamo che l'accesso al sito e' precluso ai comuni e squattrinati mortali...).

Avendo spesso interagito con il blog di Franceschetti e criticato qui e lì il Blondet, mi viene naturale inserirmi in questa triangolazione per dire la mia dal “crocevia” siciliano. Partendo dalle conclusioni: in base alle argomentazioni espresse da Solange Manfredi nel post indicato ed ad alcune considerazioni sulla attuale situazione geopolitica (che vedremo) è possibile che il “complotto” esista veramente. Allo stesso tempo ritengo siano da scartare le accuse di “ignoranza” vaticana ventilate da EffeDiEffe:

“Dio non voglia gli accada qualcosa, e questo scritto spera di contribuire a sventare l’irrimediabile.”

Questa frase, pubblicata sulla pagina principale del giornale, presuppone un Papa allo scuro di tutto. Ciò non è credibile, ed il Vaticano ha più volte dato prova di essere sempre al corrente di ciò che accade, se non nei dettagli (vedi attentato del 1982) per lo meno nelle linee generali.

La politica vaticana degli ultimi 20 anni è oggettivamente di difficile interpretazione, in particolare quella nei confronti di Israele. Una politica che ha spesso fatto infuriare gli stessi cattolici tradizionalisti per un supposto servilismo nei confronti dello stato Sionista.

Tutte le incongruenze cessano però istantaneamente se si considerano almeno in parte veri i discorsi fatti su queste pagine circa l'obiettivo dell'Entità in Palestina: la ricostruzione del Tempio (vedi il post "Il centro del mondo" e "L'obelisco del mondo", prima e seconda parte). Su questo punto basterà fare una considerazione. Per raggiungere lo scopo della ricostruzione è necessario un continuo stato di tensione che giustifichi le misure repressive contro i musulmani di Gerusalemme. Al contrario, per impedire la stessa bisogna eliminare quello stato di tensione. Bisogna fare la pace ed imporre uno status quo che leghi le mani ai volenterosi muratori.

Quindi un Papa “morbido” oggi non è amico dei sionisti, ma loro nemico. Fu Giovanni Paolo II a riconoscere lo stato di Israele nel 1994.

Se a questo aggiungiamo quanto detto nel post “Pericolo di crollo” circa la situazione interna degli Stati Uniti ed il loro possibile definitivo collasso entro i prossimi 12 mesi, allora non resta come ultimo 13 maggio utile che quello del 2009.

Ovviamente stiamo solo dicendo che quella del 13 maggio 2009 è la data più probabile per attuare questo piano da tutti noi immaginato. Non l'unica.

Passiamo ora al post “Eresia di Natale”. In esso si diceva che per sconfiggere l'impero i primi cristiani (tra cui tantissimi giudei...) inviarono Paolo di Tarso a Siracusa per far sollevare i Siciliani. Riascoltiamo ora per l'ennesima volta il discorso di Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio 1993 (sempre nei dintorni della stessa data...), all'indomani delle stragi “mafiose” del 1992 [*]:


Siamo sicuri che si riferisse solo ed esclusivamente alla mafia?


Come Paolo 2000 anni fa, oggi Giovanni PAOLO II invita i Siciliani a ribellarsi contro l'impero (o l'Entità).

Ma sarebbe ingenuo credere che quel discorso sia rivolto solo (o anche principalmente) ai Siciliani.

In quel discorso il Papa sta gettando il suo peso dietro la Sicilia, indicando a TUTTI i suoi seguaci la strada da seguire. Ed i seguaci del Papa non sono certo solo i fedeli alla messa... i seguaci del Papa includono singoli politici nei più disparati gruppi parlamentari, interi partiti, banche, gruppi imprenditoriali. Nazioni persino.

Se ci decidiamo a capire la portata di quel discorso (che ovviamente diviene più chiaro man mano che passano gli anni) capiamo anche che non è pensabile credere che il successore di chi quel discorso fece non sappia.

Solo che il Vaticano non è dotato dei servizi segreti più potenti del mondo. E può anche accadere che qualcosa sfugga (vedi attentato del 1982). Può accadere che si abbia il “sentore” di qualcosa ma che non si sappia esattamente come e dove quel qualcosa possa colpire.

Concludiamo dicendo che se almeno qualcosa di quello che dice Solange Manfredi è corretto, se almeno qualcosa di quello che Il Consiglio ha detto in passato è corretto, e se il Papa sa di essere nel mirino, allora il posto migliore per ripararsi da un tale attacco è Gerusalemme, dove il tuo nemico non può colpirti senza attirare su di sé i sospetti (o meglio, le certezze...) di tutti, ed è costretto a proteggerti.

Se vogliamo una qualche (ulteriore) prova di questo, ripassiamoci l'itinerario del viaggio di Benedetto XVI ricordandoci le critiche che sono piovute sul Vaticano per aver evitato di programmare una visita a Gaza, dove Israele non garantisce alcuna sicurezza. E dove un tentato assassinio potrebbe essere addossato senza alcun problema ad un gruppo estremista musulmano.

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[*] Ma non scordiamoci neanche del “Sii felice Catania, alzati” del novembre del 1994. Nel bellissimo resoconto pubblicato da un semplice “blogger” si può intravedere quanto Giovanni Paolo II puntasse sulla Sicilia. E quanto significative alla luce di quello che sta avvenendo oggi in Italia erano le tappe dei suoi viaggi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

che dire... aspettiamo.