Un occhio dietro le quinte
Avvertenza per il navigante: molte di quelle che leggerai sono solo ipotesi di lavoro. Un tentativo di guardare un pò più in là. Altri hanno parlato in questi termini di alcuni di questi fatti. Aggiungo qualcosina di nuovo. Sempre usando un punto di vista il più "Siciliano" possibile.
Dallo sbarco dei mille al sequestro Moro. Dal caso Sindona sino alla s-vendita di Alitalia. La presenza di forze “esterne” al paese è una costante che tutti si ostinano a non voler vedere. La nostra penisola è un campo di scontro continuo dei poteri che nell'altalenante gioco della politica internazionale si trovano a passare dal Mediterraneo. Primi di tutti gli inglesi, che a suo tempo fecero dell'unificazione italiana il loro punto di aggancio per il controllo di questo mare, in vista dell'apertura del Canale di Suez.
Sin dalla prima metà dell'800 gli interessi di oriente ed occidente si sono estesi e contratti nel tempo fluttuando lungo una linea di frizione passante attraverso la nostra isola. Oriente: la Russia degli zar, quella sovietica, oppure oggi quella di Putin. Se nel 1856 fu la guerra di Crimea a consegnare la Sicilia e tutto il sud Italia alla marina di sua Maestà, 90 anni dopo saranno gli accordi tra Stalin, Churchill e Roosvelt a tenerla lì quando oramai l'indipendenza sembrava cosa fatta (Vedi La Voce dell'Isola del 28-4-07, pagine 9-12). Occidente: l'impero britannico avido di zolfi prima e gli americani avidi di petrolio dopo. Oggi sono ancora gli stessi i protagonisti del risiko mediterraneo. Ancora per poco forse, visto che la Cina preme per un posto al sole.
Ma quali sono gli obiettivi che le forze in gioco si pongono? E quali pupi stanno manovrando i provetti pupari per raggiungerli? Secondo la Gran Loggia di Sicilia di Rito Scozzese in Italia vi sono forze straniere che stanno tentando di ricreare una situazione pre-1860. E' credibile questa posizione?
Nell'analizzare la situazione non cadiamo nel grossolano errore di vedere in campo due schieramenti contrapposti e senza punti di contatto. Mettiamo da parte qualunque ideologia. Tutti lavorano per sé stessi: niente destra, niente sinistra, niente “interesse nazionale”. Solo gli interessi personali. Al massimo quelli dei “fratelli”.
Per la verità abbiamo spesso evidenziato come dietro le “sinistre” italiane ed europee si celino gli interessi dei grossi gruppi bancari europei (la BCE) e di circoli di potere orbitanti nell'ambito della massoneria britannica. Gente come Prodi, Padoa-Schioppa, Draghi sono veri e propri agenti al lavoro per questi poteri.
Il loro obbiettivo è facile da intravedere, ed anzi qualche anno addietro è stato lo stesso Amato a spiegarcelo. Tra le altre cose, il sovvenzionamento di movimenti e partitini indipendentisti in varie parti d'Europa, anche portatori di istanze importanti e di bisogni reali, è per loro il grimaldello per scardinare gli stati nazionali sostituendoli con entità più deboli e più facilmente controllabili.
Ma mentre Zapatero asseconda baschi e catalani, mentre la Jugoslavia viene smembrata pezzettino a pezzettino, ed il Belgio scende in una crisi istituzionale irreversibile, stranamente quella parte politica fa di tutto per ostacolare il più ovvio dei movimenti autonomisti europei, quello siciliano.
La fuga della Sicilia rappresenterebbe infatti un pericolo. L'isola sarebbe un boccone troppo ghiotto ed appetitoso per tutti per pensare di allentare anche minimamente la presa
Dall'altra parte Berlusconi, discepolo del Gran Maestro Gelli, ha esercitato il potere curandosi solo ed esclusivamente dei suoi interessi “di loggia” (è curioso notare come tutti i mali d'Italia vengano imputati al governo Prodi quando dall'inizio del secolo ad oggi il potere è stato quasi esclusivamente nelle mani della parte politica avversa) e coltivando importanti “amicizie”, quali quelle con Bush e con Putin.
La sua politica estera è un riflesso costante dei vecchi obiettivi della loggia P2, rimasti invariati malgrado la cocente sconfitta subita al tempo di Sindona: lo scontro frontale con le “fratellanze” britanniche che hanno tirato le fila della politica interna italiana sin dall'epoca risorgimentale e la tanto agognata conquista “padana” della penisola dopo 150 anni di vassallaggio.
Se il migliore alleato in questo scontro sino a qualche anno fa erano gli Stati Uniti (che ricordiamo a suo tempo offrirono ben più di una sponda all'affarista di Patti), ora che il fronte occidentale si sta ricompattando per fronteggiare la minaccia cinese, al nostro non rimane che chiamare Putin, subito accorso alla notizia del bel risultato elettorale (anche se nel frattempo il presidente russo non ha mancato di strizzare l'occhio a Prodi...). Recentemente abbiamo visto l'ENI legarsi tanto ai russi da finire quasi nelle mani di Gazprom: ambedue hanno fortissimi interessi in Sicilia, centro di snodo delle rotte energetiche mediterranee.
L'alleanza con la Russia si porta poi dietro i tedeschi, che in Italia hanno almeno due grossi obbiettivi: il primo è il controllo economico del Lombardo-Veneto, nell'Italia pre-unitaria amministrato dagli austriaci. Le mire tedesche non sono nate all'improvviso. I finanziamenti diretti ai movimenti separatisti tirolesi sono noti da tempo, e qualche voce di finanziamenti verso la Lega Nord si è sollevata di tanto in tanto negli anni novanta (voci mai provate, a dire la verità...). Oggi si fanno anche belli con qualche regalia verso la bistrattata Malpensa.
Il secondo è il controllo logistico dei porti del Sud Italia e della Sicilia tramite il collegamento a mezzo ponte tra Augusta ed il terminale di Gioia Tauro, da loro gestito. Si riferisce a questo la notizia (probabilmente falsa) di un accordo tra Dell'Utri e la cosca dei Piromalli di Gioia Tauro, un messaggio in codice per rendere esplicite certe alleanze? La strage di Duisburg è forse stata un invito ai teutonici a non immischiarsi nelle vicende italiane, in particolare in quelle calabresi? E la cimice trovata nell'ufficio del giudice Gratteri a Reggio Calabria, si inserisce in questo gioco?
Sono solo ipotesi. Ma per tutta la campagna elettorale Lombardo non ha fatto altro che ripetere ponte, ponte, ponte. Quasi dovesse sempre rassicurare qualcuno. Qualcuno i cui interessi ruotano intorno al porto di Gioia, fine unico per la costruzione dell'inutile mostro.
Nel frattempo a Roma Berlusconi si premurava di rassicurare altri alleati, che seppure un poco meno alleati di prima, non si poteva non tenerne conto. Ed ecco Fini che continua a cospargersi di cenere il capo per Israele, Frattini che viene dato per sicuro agli esteri e sopratutto Letta, il fidato Letta che Silvio ci assicura è «un regalo di Dio agli italiani». Non vuole essere blasfemo: lo dice sul serio. Non dice però di quale Dio. Sorge il sospetto che questo “Picone” possa avere un occhio solo, visto che Letta è oggi al soldo della Goldman Sachs...
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