Fontanarossa: il ponte aereo dei siciliani. Ma guardiamoci bene le spalle.
La nuova aerostazione di Fontanarossa è pronta: l'opera sulla quale basare il nostro futuro, la pietra angolare sulla quale impostare il nuovo sistema Sicilia e la rinascita dei siciliani. Molto più di un ponte che vuole a tutti costi unirci al passato tenendoci appiedati ai capricci ed alle bugie di uno stato oramai allo sbando. Molto di più di un'Europa ancora senza identità: noi l'identità l'abbiamo ed il Mediterraneo anche, e non possiamo stare a perdere tempo con chi non ha il coraggio di guardare in faccia la realtà.
Oggi il futuro non corre più sui binari della "Freccia del sud" o del "Peloritano" o sulle strette corsie dell'Autosole. Oggi il futuro lo si raggiunge volando: e volando lo si può anche riportare a casa. Oggi il futuro lo si raggiunge volando: e volare costa poco, più o meno quanto prendere l'autobus.
Fontanarossa è la prima pietra di quel sistema costituito dai porti di Augusta e di Termini Imerese, dalle ferrovie ad alta velocità tra Augusta, Catania, Messina, Termini Imerese, Palermo e Trapani, dall'aeroporto di Comiso. Quel sistema cioè che consegnerà la truffa dei plebisciti ottocenteschi all'immondezzaio della storia.
Però bisogna lottare e vigilare, chè ascari e sabotatori di ogni sorta sono dietro l'angolo, pronti a sgambettarci ad ogni bivio ed a metterci sotto con i loro dati falsificati, con le loro sciatte indagini degne solo delle becere fiction con le quali continuano ad insultarci tutte le sere.
Ecco perchè credo sia giusto ora essere lieti per un importante obbiettivo raggiunto (il completamento dell'aerostazione ed il riassetto della SAC), ma anche rimanere calmi e passare subito all'azione. E tra queste righe passeremo all'azione con delle semplici considerazioni:
- La torre degli uffici di Fontanarossa: la progettazione di un aeroporto non è una cosa semplice. I controlli sull'operato di progettisti e ditte esecutrici sono molteplici. Eppure qualcosa in questo caso è andato storto, e nessuno si è accorto che la torre degli uffici superava in altezza la torre di controllo ostruendone di fatto il campo visivo. Non siamo più negli anni 80. Il progettista non era il cognato di qualche noto politico locale. Qui si parla di ditte internazionali con decenni di esperienza. Non si stava realizzando un modellino per aggeggi telecomandati. Qui si tratta di uno scalo internazionale, il terzo polo aereo d'Italia. Smettiamola di nasconderci dietro un dito: questo è sabotaggio. Punto. I mandanti non saprei. I motivi sono ovvi: Fontanarossa fa paura a Roma come a Milano, e questa paura innestata sulle beghe politiche locali ha fatto il resto.
- Il finto problema della cenere vulcanica: qualcuno vuole ancora farci credere che un'aeroporto vicino ad un vulcano non può stare. Siciliani, date uno sguardo al mondo invece di viaggiare ad occhi chiusi. Siete mai stati in Messico? In Giappone? Alle Filippine? Gli hub aerei in zone vulcaniche sono la norma, come sono la norma le piogge di cenere in concomitanza di eruzioni ed esplosioni. Eventi tali da traformare gli sfoghi dell'Etna in poco più di un folkloristico sbuffo. Il problema è così sentito e conosciuto che L'Organizzazione Internazionale per l'Aviazione Civile ha preparato un documento di circa 150 pagine (Doc 9691) a tal proposito. Leggendolo ci si rende conto di come la chiusura dell'aeroporto non sia quasi mai contemplata, se non in situazioni catastrofiche. Nel documento si raccomanda più che altro il monitoraggio atmosferico: la cenere infatti cammina con i venti e non 'a come gli gira quella sera'. Ed ovviamente la scusa della vicinanza del vulcano può valere per Catania, ma non per un aeroporto situato in Calabria, chiuso per giunta a tempo indeterminato: la cenere viaggia alla velocità del vento, non a quella della luce. Ah... un'ultima cosa: il promesso radar per la cenere non esiste. Si sta sperimentando un'apparecchiatura del genere in Messico, ma quanto questa sia efficace nessuno ancora lo sa.
- L'asta per la gestione di Comiso: la SAC per alcuni ritardi non sarebbe in grado di partecipare all'asta per Comiso. Si annuncia ricorso. Da Ragusa rispondono che essendo Comiso una aerostazione privata non si può fare ricorso. Ma allora, se è privata, perchè istituire un bando così rigoroso e non cercare di entrare direttamente in sinergia con Fontanarossa? Dalle dichiarazioni lette sui giornali sembra trapelare il sospetto che Comiso sia stato completato in così poco tempo proprio per dare fastidio a Fontanarossa. Non sarebbe una sorpresa clamorosa: lo straniero ci invade anche grazie agli ascari locali.
- Il prolungamento della pista di Fontanarossa: un nuovo scalo al centro della piana serve solo a distruggere gli aranceti. La pista può essere allungata facilmente con molti meno soldi interrando ferrovia, asse attrezzato e, se serve, la tangenziale. In larghezza parte della decadente area industriale sarebbe meglio se fosse sepolta sotto l'asfalto di una seconda pista.

Forse ora sarebbe il caso di chiudere l'aeroporto...
Certo per ognuno di questo punti ci sarebbe parecchio altro da scrivere. Ma iniziamo a riflettere da qui. E soprattutto teniamo gli occhi aperti.
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