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giovedì, aprile 28, 2011

Governo.it

Un articolo come quello di Libero sull'indipendenza della Sicilia (“La Sicilia secessionista vuole l'indipendenza e pure il petrolio”, 23 aprile 2011) merita certo un commento. Un altro, ennesimo commento dopo quelli di SiciliaInformazioni.com (uno a firma del direttore, Salvatore Parlagreco, ed uno a firma di Massimo Costa) e dopo la riproposizione sul sito de L'Altra Sicilia, dove per inciso si invita a fare attenzione non tanto alle presunte dichiarazioni del Presidente Lombardo, ma alle pesanti parole del giornalista, Franco Bechis.

E suggerisce bene L'Altra Sicilia, visto che l'articolo sembra più scritto da un sicilianista impenitente che da un risorgimentale preoccupato del futuro dei suo bel giocattolo unitario. Il Consiglio ha aspettato qualche giorno, per vedere cosa avrebbero detto gli altri per poi aggiungere quello che ancora mancava.

La prima cosa da rilevare è che questo articolo, che Bechis non ha certo partorito da solo ma che crediamo abbia esitato dopo averne ricevuto mandato, ha avuto un'eco perlomeno inusitato: è infatti finito nella rassegna stampa dello stesso governo italiano, sul sito Governo.it!

In pratica lo stato italiano fa pubblica propaganda del suo stesso sfascio dando pieno credito alle parole di Bechis, tanta è la disperazione nel vedersi sbranati vivi da oriente e da occidente. I due post che incorniciano questo, la prima e la (prossima) seconda parte di “Padania sbranata”, non potevano essere pubblicati con miglior tempismo.

Ma vi sono altri due punti di estrema importanza da mettere in evidenza.

Il primo è relativo al discorso sulle accise (il “nodo accise”, come lo definisce Bechis): invito i sicilianisti di casa nostra a leggerlo attentamente prima di parlare senza cognizione di causa della “riduzione del prezzo dei carburanti”:

Lombardo ieri ha spiegato che se facesse la secessione, riscuoterebbe lui in loco quelle accise sui prodotti energetici che attualmente finiscono nelle casse del Tesoro italiano. È vero. E si tratta di 10 miliardi di euro all'anno. Una somma che compenserebbe ampiamente quel che la Sicilia verrebbe a perdere staccandosi dal resto di Italia. La Regione già gode di autonomia allargata e riconosciuta da numerose sentenze della Corte Costituzionale”.

Di petrolio noi ne produciamo pochissimo, e la cosa non cambierebbe sostanzialmente nemmeno dopo la serie di esplorazioni che vengono paventate nei nostri mari. Ne produciamo pochissimo in relazione alla quantità di raffinato, si intende.

Anche quando si dovessero alzare le royalties a partire dal miserrimo 4% attuale, queste non inciderebbero più di tanto.

Quello che dice Bechis è che la gallina dalle uova d'oro sono proprio le accise, le tasse sul raffinato. I nostri veri giacimenti non producono grezzo, ma benzina di altissima qualità. E questa si tassa con le accise che portano attualmente il prezzo del carburante a circa 1,6 Euro al litro.

Tagliare le accise produrrebbe i seguenti effetti: 1) Riduzione delle entrate dello stato, o della regione qualora si attuasse lo Statuto o addirittura l'indipendenza. 2) Salvataggio di Marchionne e del carrozzone FIAT senza che questi apra alcun centro produttivo in Sicilia. 3) Incremento dell'inquinamento atmosferico a livelli ancora più alti di quelli attuali. 4) Assalto ancora più selvaggio ai piccoli giacimenti esistenti nella nostra isola. 5) Aumento della dipendenza da stati esteri produttori, quali Russia e paesi arabi.

Spero che prima di parlare ancora di “benzina a 1000 lire” (o meno: meglio non mettere freni alla provvidenza...) ci si faccia meglio i conti.

Il secondo punto riguarda le considerazioni fatte da Bechis sul Sud Italia:

Se qualche altra regione del Sud volesse togliere il disturbo, è probabile che asciugatesi le lacrime con i fazzoletti di rito il resto degli italiani starebbe meglio. Dalla secessione quasi tutte le Regioni del Sud avrebbero da perdere, e il resto d’Italia si troverebbe più ricco.

Con l`addio della Sicilia sarebbe invece ben altra musica.


Spieghiamo meglio quello che sta dicendo Bechis e che il Governo Italiano ha pensato bene di riportare sul suo stesso sito: il sud in sé non offre alcun beneficio allo stato unitario. La sua funzione è quasi interamente strategica. Cioè: se lo stato italiano si vuole tenere la Sicilia, è ovvio che debba tenersi anche il sud. Immaginate un'Italia che si interrompa a Roma (o, peggio, a Firenze) e poi ricominci a Messina? Durerebbe meno di una notte.

Invertendo il senso del discorso, se perdiamo la Sicilia, faremmo bene a lasciare andare anche il sud, il quale in fondo ci porterebbe (anzi, già ci porta...) solo problemi.

Se poi, come da tempo suggerisce questo blog, immaginiamo che la Sicilia sia già indipendente nei fatti, e che le lotte che vediamo siano proprio per il dominio sul Sud Italia, il senso dell'articolo appare ancora più chiaro: “O ci riprendiamo la Sicilia con la forza, costi quel che costi, o faremmo meglio a lasciare andare anche il sud”.

E questo discorso, ripetiamo, ha trovato spazio tra le pagine del sito del governo di Roma.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono così ottimista sul fatto che la Sicilia già sia indipendente. Secondo me il fuoco di fila deve ancora iniziare. E' necessaria una vera e propria guerra (politica) d'indipendenza.
Mi domando sul Sud: se da solo è un peso per l'Italia, perché non dovrebbe esserlo anche per noi? Tanto più che, essendo più grandi di noi, verrebbero ad essere azionisti di maggioranza nel nuovo stato meridionale che si verrebbe a creare mentre nell'Italia unitaria sono sempre stati azionisti di minoranza rispetto ad un centro-nord oggettivamente più esteso e popolato.
Se ce li dobbiamo proprio accollare dovremmo studiare un meccanismo istituzionale che ci consenta di essere padroni a casa nostra e poi, insieme a loro, soci di una qualche confederazione tra pari. Ma non vedo tanta intelligenza in giro o i giochi sono coperti per ora.
A mio avviso, poi, l'uscita di Libero è leghista e antiberlusconiana.
Il fronte si è rotto e i leghisti avvertono il Berlusca: fino ad ora ti abbiamo appoggiato incondizionatamente, ma se ci gira ti facciamo la forchetta alleandoci con la sola Sicilia e mettendoti in cul de sac.
Non so che ne pensi Abate, ma certamente, qualunque scelta prenda, le "azioni" della Sicilia non sono state mai così alte come oggi..

peppinnappa ha detto...

Io credo che ci sia anche un'altra riflessione da fare. L'araba fenice della Padania si compone, in realtà, di una fascia occidentale, storicamente provincia della Francia e di una fascia centro - orientale, storicamente provincia dell'Austria - Germania. Ultimamente, Berlusconi ha dato il cu ... alla Francia, che persegue con l'America (Marchionne)una stessa linea di primato neocoloniale nel Mediterraneo. La cosa non garba evidentemente alla Merkel, da cui i distinguo del Lombardo - Veneto (provincia tedesca) evidenziati dagli screzi Bossi - Berlusconi, che non sono certo per ragioni umanitarie sui migranti. Con questa mossa Berlusconi ha ovviamente rotto i rapporti intessuti con la Russia, che nemmeno lei vede certo di buon occhio il piano di primato franco -americano. Si tratta di vedere ora che mossa faranno gli scontenti delle iniziative francesi ed americane. Alla Sicilia non conviene certo stare a guardare, ma prendere partito. Credo che comunque il piano Sarcozy - Marchionne (Berluconi oramai feti di mortu),in corso, non stia bene alla Sicilia. Un filo rosso Sicilia - Lombardo Veneto - Germania - Russia? Mi ha sorpreso la inusitata sentenza della Corte costituzionale, che ha dato ragione alla Regione siciliana su materia di grande importanza, in materia di nomine dei responsabili degli importantissimi centri di gestione amministrativa.

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/123145/regione-consulta-boccia-ricorso-contro-nomina-direttori-generali.htm

Abate Vella ha detto...

Anonimo,

ci ho pensato e sono d'accordo con te: probabilmente quell'articolo può avere il senso che dici.

Aggiungo, sembra che qualcuno al nord possa chiedere aiuto alla Sicilia per dirimere le proprie questioni interne.

Per quanto riguarda l'indipendenza di fatto: la situazione della Sicilia la vedo come quella del 40anne che malgrado abbia un proprio stipendio ed una proprio vita indipendente continua a stare con i genitori invece di farsi una famiglia propria.

In definitiva è libero di fare quello che vuole, ma deve ancora più o meno rispettare le regole di casa.

Il sud in sè non è solo un peso (basta vedere la prosizione strategica della Puglia o il petrolio in Basilicata). Lo è nella situazione disastrosa dell'economia del nord Italia.

Per noi poi è fondamentale per avere stabilità in Sicilia: senza il sud, avremmo i nemici a due km da Messina...

Peppinnappa: quel filo rosso per me esiste, passa per il Veneto e la Lega Nord (in Veneto, dal festival di Venezia al Vinitaly la Sicilia gode sempre di ottime recensioni, per non parlare di Zamparini e Zonin) ed anche per il Vaticano dove siede un papa tedesco ben disposto verso l'oriente.

Comitato Storico Siciliano ha detto...

Ciao Abate,
pensa quanto varrebbe la leva di Berlusconi sull'affare libico senza il controllo sulle basi di Napoli, Gioia del Colle, Sigonella a Trapani.

Vedi invece la piccola Malta quanto le sta facendo valere: http://www.timesofmalta.com/articles/view/20110502/local/french-mirage-fighters-land-in-malta-again.363251