Balle imperiali
Nota 29/7/09: Ho aggiunto poche righe in più per chiarire meglio le dichiarazioni di Nicola Mancino ai tempi dell'arresto di Riina e l'obiettivo implicito degli attacchi di De Magistris. Obiettivo del quale non è detto che il magistrato si renda pienamente conto.
Eccolo il nuovo eroe degli anti-mafiosi, delle pseudo-sinistre italiane, dei Di Pietro che lancia allarmi sui periodici dell'estremismo finanziario anglosassone, degli Orlando iscritti al European Council of Foreign Relations: Totò Riina.
Lumia: “Bisogna spingere Riina a collaborare”
Ingroia: “Siamo pronti ad ascoltare Riina”
Insomma, tutta gente nota per l'imparzialità politica. Tutti ai piedi di Riina. Che questa volta siamo sicuri che ci rivelerà la verità vera. Il verbo. E come per miracolo, al contrario di tutti quelli che ci hanno provato prima, non finirà suicidato o rovinato. Anzi: magari lo lasciano anche libero.
Non mi sembra il caso di mettersi a fare le pulci alle confessioni teleguidate di un pecoraio (pecoraio vero però, non come quello di Arcore...). Tanto la balla è stata già detta. Dove si vuole arrivare è facilissimo da capire.
Dietro le stragi del '92 c'era lo stato:
"Borsellino? Lo ammazzarono loro", dove loro, in una contrapposizione tra istituzioni e cosche, che per il boss è fisiologico fare, indica, appunto, lo Stato. Ma a chi sta parlando realmente Totò Riina? "Certo non all'autorità giudiziaria", dice Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo che indaga sulla presunta trattativa tra le istituzioni, in ginocchio dopo la morte del giudice Giovanni Falcone, e la mafia, che, per mettere fine alla strategia stragista, avrebbe posto precise condizioni.
Eccola la verità che tutti gli italiani volevano sentire. Questa non può essere una menzogna.
Ed invece detta in questo modo lo è. E di quelle colossali. Perchè lo stato italiano non è mai stato sovrano. Uno stato che ratifica qualcosa come il Trattato di Lisbona non è uno stato sovrano. E non lo era nemmeno nel 1992. E se lo stato non è sovrano, non può mai essere il mandante originario.
Quelle del 1992 non sono “stragi di stato” nel senso letterale del termine. Quelle del 1992 sono stragi “imperiali”. Chi vuole i responsabili, se li vada a cercare ai vertici dell'impero.
E quel furbastro di De Magistris, che pensa di prenderci ancora per il di dietro, dovrebbe stare attento a non scoprirsi troppo accusando Nicola Mancino non si capisce di cosa:
"Un vicepresidente del Csm - continua - deve chiarire in modo più efficace quello che è accaduto in quelle ore, un vice presidente che ha contribuito a fermare inchieste molto importanti proprio nella direzione dei rapporti tra mafia e politica e che lascia interdetto per il suo ricordare a giorni alterni".
Dovrebbe stare attento perchè pochi politici in Italia hanno mai avuto il coraggio (o l'incoscienza?) di dire le cose come stavano. E nel 1993, a proposito delle stragi, Mancino ebbe a dire qualcosa che nessuno oggi vuole ricordare:
"Non escludo un ruolo della finanza internazionale"
Cosa ha mai fatto De Magistris per potersi permettere di attaccare Mancino? Sfido chiunque ad andarsi a rileggere tutte le dichiarazioni dell'ex (ex?) magistrato per vedere se abbia mai detto qualcosa di neanche lontanamente paragonabile a quelle poche parole del vicepresidente del CSM.
Figuriamoci se le rilascerà ora, certe dichiarazioni, che è stato eletto nelle fila dell'Idv di Di Pietro, quello che lancia allarmi sui quotidiani dell'estremismo finanziario anglosassone.
Invece andiamoci a rileggere la risposta per le rime data da Mancino a De Magistris:
"L'11 gennaio 1993, cioe' quattro giorni prima della cattura di Riina. Una giornalista mi chiese: chi prenderete? Risposi: Riina. Coincidenza volle - continua - che Riina fosse arrestato dai carabinieri pochi giorni dopo. Ma se fossi stato al corrente dell'imminente arresto, sarei stato cosi' ingenuo da dirlo pubblicamente, dirlo con il rischio di far fallire l'operazione?"
E proprio qui sta il punto: che quella non poteva essere una coincidenza. Quella risposta poteva essere data perchè tanto l'operazione non poteva fallire, visto che Riina era sempre stato sotto stretto controllo. Quella risposta, spiattellando pubblicamente il fatto che tutti sapevano dove fosse Riina, vale quanto il "Non escludo un ruolo della finanza internazionale" ricordato sopra.
Quando Mancino dice che "Lo Stato disse no al patto con Cosa nostra" intende dire che la sua parte politica rifiutò di accordarsi con l'impero, e da qui nacquero le stragi.
L'arresto era infatti solo una messinscena per coprire i mandanti veri, la mossa in senso anti-mafioso che era necessario fare compiere allo stato per tenere in piedi l'inciucio occidentale (vedi i post Mafia ex machina prima parte e seconda parte).
De Magistris (coscientemente o no...) oggi continua quell'operazione di copertura dei veri mandanti messa in luce dalle mezze frasi di Mancino.
De Magistris non permetterà mai a nessuno di parlare male della finanza internazionale. Altrimenti i suoi colleghi di partito con quale faccia potranno mai tornare ad appellarsi alla “Comunità internazionale” dalle pagine dell'Herald Tribune?
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1 commento:
Abate,
sono tornato dall'assenza.
Mi sto rileggendo con dovizia gli ultimi post... mi sono perso parecchio...
a presto
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