Il ponte e la libertà di stampa
Per chi ha orecchie per sentire ed occhi per vedere, la realtà italiana dovrebbe essere così trasparente da non lasciare dubbi. Eppure sembra che i ciechi ed i sordi siano pittosto numerosi, soprattutto al sud, a giudicare da quanti colonizzati sono pronti, nella loro città, ad andare a tifare per una squadra del nord ancora proprietà di una delle famiglie che più ha sfruttato la "carne" meridionale ingozzandosi del nostro sottosviluppo.
Così può accadere che oggi non vi sia traccia sui mezzi d'informazione nazionale più vicini al governo (vedi ad esempio i siti del Corriere della Sera e di repubblica) della manifestazione organizzata a Roma dall'MPA.
La cosa potrebbe essere liquidata come dovuta alla lotta politica quotidiana: media vicini al CS oscurano le iniziative del CD. Ma la cosa non può essere liquidata in questi termini, dato che mai gli stessi media si sono dimostrati così omertosi verso una manifestazione di protesta anche se di segno opposto. D'altronde non si capisce di cosa si dovrebbe preoccupare il governo, dato che in fondo nemmeno l'opinione pubblica siciliana, elettorato prevalentemente di destra, è così sicura di volerlo, il ponte.
La verità è che lo stato italiano non ha felici ricordi delle manifestazioni di piazza siciliane, memore (anche se finge di essersi scordato tutto) dei disordini ai tempi del MIS e dell'EVIS e della cocente sconfitta politica che questi gli cagionarono. Ed è proprio questa memoria che deve tornarci, grazie anche alla manifestazione di oggi a Roma, indipendentemente dalla nostra idea sul ponte e dalla nostra orientazione politica.
Questo è il grande merito che dobbiamo ascrivere al Presidente Lombardo: quello di aver finalmente portato in piazza i siciliani, a Roma e contro lo stato. Di aver trovato il giusto motivo per smuovere gli animi oramai sopiti. Ora la strada è aperta, qualcosa di importante può mettersi in moto. E questo è stato capito da molti, se anche Alleanza Siciliana, con alla testa Nello Musumeci, notoriamente scettico riguardo al ponte, non è voluta mancare all'appuntamento.
Non richiudiamo la porta, non facciamocela richiudere in faccia: l'arma della movimentazione popolare può essere quella vincente.
E l'omertà dei mezzi di informazione non dovrebbe stupire nessuno: l'Italia giace infatti al 40° posto (circa) della classifica mondiale della libertà di stampa dietro esempi di democrazia quali El Salvador o la Namibia. E soprattutto dietro il Sudafrica, da quando questi ha chiuso con l'apartheid. Ripeto: da quando questi ha chiuso con l'apartheid.
A buon intenditore...
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