Come lo stato intende aiutare il Sud
Non sarà certo passata inosservata la strana ed improvvisa ribalta di cui sta godendo la Regione Puglia a seguito del cambio di guardia a Roma: dalla decisione di portare l'alta velocità a Bari, alla vetrina offerta alla Fiera del Levante, palco di importanti esternazioni da parte del presidente del consiglio di turno.
Ma a parte i fondi piovuti dall'ascesa al governo del politico locale, poche gocce in un secolare mare di siccità buone al più a rafforzare la piaga del clientelismo, cosa promette lo stato (e ripeto stato, che chi parla ancora di centro-destra e centro-sinistra non ha capito niente) di diverso dal passato a chi ha avuto la sfortuna di nascere a sud del Lazio?
A Bari Romano Prodi a fatto del suo meglio per assicurarci che "lo stato" continuerà sulla strada tracciata nei suoi primi 150 anni di vita. Addirittura il Sole24Ore riporta nel titolo la frase del discorso che (forse), nelle intenzioni del premier, ci avrebbe dovuto più rassicurare: "Cuneo, senza penalizzare il sud", cioè non stiamo cercando di far partire lo sviluppo al sud, al massimo vedremo di non penalizzarlo rispetto alla situazione attuale.
E poi si discute sui meccanismi che "forse ... invece di 9 al nord (sconti su Irap) ed 1 al sud, la partita si riequilibri per un 7 a 3". Quindi è tacito che le isure studiate serviranno solo al nord e non a tutto il paese.
E per quanto riguarda la fiscalità di vantaggio per il sud "non è facile ma ci impegneremo già in finanziaria": praticamente na putemu scuddari.
Senza parlare di D'Antoni che auspica la creazione di "zone franche urbane": ma a chi crede di prendere per fessi? La zona franca di Messina è già stata istituita da diversi decenni, ma non è mai stata attuata.
Ma possibile che non ci siano altri rimedi, qualcos'altro che possiamo fare da soli almeno per alleviare? E' sempre il Sole24Ore che, in un articolo del 30/08/06, ci aiuta, ci suggerisce una soluzione, anzi ci sgrida perchè non ci siamo già mossi come hanno fatto al nord e ci sprona a farlo. Ecco i suoi suggerimenti:
1) fusione delle "utilities" locali (municipalizzate) per una gestione più oculata, una maggiore economia di scala a difesa dei consumatori, la possibilità di accedere a progetti di dimensioni maggiori, armonizzati per aree geografiche più vaste. In questo senso va vista la recente proposta fusione AEM - ASM.
2) Polo lombardo della rete autostradale, incipit di una rete globale del settentrione
3) Fusione delle banche locali, per evitare acquisti da realtà più importanti e salvaguardare il credito locale. Apparterrebbe a questa categoria la fusione Sanpaolo - Intesa
Forse il Sole24Ore si scorda che da noi le Municipalizzate non esistono o non funzionano, che il polo autostradale siciliano esiste già, non ha portato ad un miglioramento dei servizi e non ci potrà mai essere un polo meridionale in quanto una rete autostradale meridionale non esiste: le poche tratte che ci sono non sono altro che appendici della rete settentrionale utili a favorire lo scorrimento dell'emigrazione verso nord.
Per non parlare delle banche: intanto noi il nostro polo bancario l'avevamo già (il Banco di Sicilia), poi grazie al Sig. Presidente Ciampi è stato dichiarato insolvente, ci è stato scippato e svenduto alla Banca di Roma. Per il resto tutte le altre banche meridionali sono state espropriate e date alle controparti settentrionali.
Ed ora noi non stiamo facendo le mosse giuste?
E poi, scusate, fino a pochi mesi fa non dicevate che il credito locale poteva benissimo essere assolto dalle banche del nord, che eravamo infantili nel credere che ci volessero banche nate sul territorio?
Diciamo che lo stato si sta inventando un po di scuse per giustificare la continuazione del colonialismo. Peccato che pochi oramai credono a quello che dice lo stato.
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