V. L'alta velocità serve ad unirli, i Siciliani. Non a portarli via dalla Sicilia.
La rete ferroviaria in Sicilia sembra essere stata progettata da uno schizofrenico in un momento di crisi. Anche senza considerare l'arretratezza delle strutture, non si capisce perchè sia così nettamente suddivisa in due tronconi che si dipartono da Messina: uno si dirige verso Catania e serve tutta la costa ionica sino a Siracusa, l'altro verso Palermo a servire la fascia tirrenica, il trapanese, il nisseno, l'agrigentino.
La verità è che tale sistema ha assolto perfettamente il compito al quale era destinato sino a tempi recentissimi, e cioè la movimentazione di una delle più importanti merci di esportazione della Sicilia verso l'esterno: l'emigrante.
Il nostro sistema ferroviario è servito solo a quello, e mai a fare spostare i siciliani da un punto all'altro della Sicilia. Per quello ci siamo dovuti comprare le macchine di Agnelli. Ora, che ha esaurito il compito a cui era preposto, giace in abbandono, con gli investimenti centellinati, visto che oggigiorno i giovani laureati partono in aereo.
Ma il nostro cervello è ancora lì. A come facilitare l'attraversamento di quello stretto, anche se nessuno di noi vorrebbe mai farlo e mai averlo fatto per i motivi che costringono ogni hanno migliaia di giovani a partire. Quasi un istinto atavico, un riflesso condizionato che un altro paio di generazioni si porteranno dietro, una ferita profonda nella nostra società.
Un treno che non va verso nord
Oggi che il denaro viaggia in aereo (turisti e uomini d'affari) a che serve una linea ad alta velocità che impiega dieci volte più tempo a portarti a Milano, per non parlare di Parigi, Francoforte, Mosca, Dubai, le vere destinazioni dei viaggi d'affari di domani? A che serve quando basta fare due calcoli per vedere che le merci è più economico mandarle via mare a Dubai, Marsiglia, Genova, Trieste?
L'alta velocità in Sicilia ha un altro obbiettivo, molto più importante: quello di unire i Siciliani. Quello di unire tra loro in modo rapido ed ultraveloce gli interporti di Termini Imerese / Palermo e Catania ai cantieri di Messina, all'aeroporto di Birgi ed ai porti di Marsala, Mazzara, Trapani, alle zone di produzione agricola. Di unire le più importanti università e di integrarle. Di permettere a tutti di raggiungere velocemente un aeroporto senza bisogno di intraprendere un costoso e pericoloso viaggio in macchina (si è mai pensato a quanto pesa sul bilancio della sanità un così spropositato uso dei mezzi di trasporto privato?).
Ed i treni sui traghetti? C'è anche il modo per soddisfare quegli atavici riflessi condizionati di cui dicevamo prima: basterebbe un terminal con navi (moderne) veloci. Lo stretto si attraverserebbe in una decina di minuti, con mezzi prodotti a Messina. Sicuramente meno che il tempo che ci vorrebbe per il treno a salire le chilometriche rampe del ponte, o di quello che in macchina bisognerebbe attendere in fila per pagare il pedaggio.
Sicuramente risparmiando anche un bel po' di benzina.
Prossima puntata: VII. Petrolio e pallone: qual'è la principale squadra di calcio siciliana?
Nessun commento:
Posta un commento