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sabato, giugno 17, 2006

In catene a Potenza

Noi non possiamo sapere quanto fondate siano le accuse che il GIP Iannuzzi rivolge al discendente della "gloriosa" casa reale dei Savoia, ma non possiamo non cogliere l'ironia della sorte e le strane via per cui la storia si dipana.
La Basilicata: la terra che più di ogni altra ha combattuto l'invasione savoiarda, che più di ogni altra ha pagato con il sangue dei suoi figli la più grande sventura che si sia mai abbattuta sul sud della penisola, rivede gli artefici della miseria in cui tutti ci troviamo incatenati ai suoi piedi.
Vittorio Emanuele in catene ha varcato le soglie del capoluogo lucano, 135 anni dopo la sentenza di morte comminata a Carmine Crocco, eroe di quella resistenza soffocata nel sangue.
Una fine ingloriosa per la casa dei Savoia, accusata di sfruttamento della prostituzione. O forse la giusta fine? Non spetta a noi giudicare. Notiamo comunque come alte cariche dello stato abbiano preferito giudicare, moderni Soloni da quattro soldi.


"Chi ha visto o lupo e s'e miso paura
nun sape buono qual' è a verità
o vero lupo ca magna 'e creature
è o piemontese c'avimma caccià"

Da: Brigante se More, canto storico della resistenza lucana (ascoltalo dal sito di Eugenio Bennato)

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