Scienza esatta
Dopo aver avallato truffe quali il buco dell'ozono, la genetica (si veda il post “Ritorno a Camico”), l'estinzione dei dinosauri a causa di un meteorite, ed il riscaldamento globale, la fiducia nei confronti della scienza come soluzione dei problemi materiali e persino morali dell'uomo è entrata in una fase calante che potrebbe non vedere più alcuna risalita.
Tramite la statistica oggi lo scienziato può dimostrare di tutto. La statistica permette di piegare la realtà alle nostre voglie demiurgiche nascoste. Permette di creare una verità artificiale capace di accodarsi ai gusti del momento: se voglio dimostrare che i siciliani sono fessi, ne prendo cinque a caso e se tre hanno un quoziente intellettivo inferiore alla media il gioco è fatto.
E' su questa falsa riga che alcuni ricercatori delle università di Catania, Palermo e Messina, analizzando lo sviluppo di tumori tiroidei nella popolazione dell'isola , dopo aver creduto di constatare una maggiore incidenza nella città di Catania basandosi su rilevamenti fatti in un brevissimo e poco rappresentativo arco di tempo (2002 – 2004), hanno cercato di suggerire che la cosa sia da associare alla presenza del vulcano.
“I residenti della provincia di Catania con la sua regione vulcanica sembra avere una più alta incidenza di cancro tiroideo papillare che altre aree della Sicilia”: queste le allusive conclusioni del gruppo di stipendiati pubblici che senza prova alcuna mettono sul piatto nuovi allarmismi da aggiungere a quelli sui terremoti o sull'inesistente pericolo della febbre suina ampiamente usati dai media per seminare il panico tra la popolazione.
L'articolo è stato pubblicato dal Giornale del National Cancer Istitute (JNCI) di Oxford con il titolo “Papillary Thyroid Cancer Incidence in the Volcanic Area of Sicily” ed è stato subito ripreso dalla stampa internazionale con titoli che “opportunamente” esaltano la presunta connessione vulcanica: “Thyroid cancer may be more common near volcanoes” (Trad.: “Il cancro tiroideo potrebbe essere più comune vicino ai vulcani”, Reuters, 9 novembre 2009)
Ma sono gli stessi ricercatori ad ammettere che le conclusioni da loro stessi indicate non hanno alcuna evidenza scientifica: «Altre spiegazioni non possono essere escluse» ha detto Vigneri, uno del gruppo, aggiungendo anche che “Altri studi sono necessari per determinare quali siano i contaminanti dell'acqua potabile, se ve ne sono, che potrebbero essere coinvolti del aumento del rischio di candro tiroideo”.
L'unico dato che riescono a produrre a favore della loro spiegazione è che “In molti campioni di acqua potabile provenienti dall'area vulcanica abbiamo trovato che 4 metalli il composto naturale radioattivo radon 222 erano superiori alla massima concentrazione accettabile”
Un po' pochino per poter lanciare allarmi di questo tipo e papparsi impunemente lo stipendio pubblico. Anche perché ci sono dei particolari forniti dalla stessa ricerca e che conducono in altre direzioni.
Ad esempio, l'incidenza di cancro alla tiroide appare in aumento. Malgrado il breve lasso di tempo considerato, l'articolo cerca di attribuire la cosa ad una migliore qualità dei controlli, ma l'impalcatura traballa lo stesso: l'Etna non è sbucata dal nulla in questi ultimi anni, e se le cause fossero davvero quelle suggerite, avremmo dovuto osservare invece un'incidenza stabile.
Il collegamento all'acqua potabile rende poi la cosa ancora più grottesca. A partire dagli anni 80 il consumo di acque locali è sicuramente diminuito a favore delle acque minerali imbottigliate provenienti dal nord Italia. Se il problema risiede negli elementi disciolti negli acquiferi vulcanici, pur nella maggiore media rispetto alle aree limitrofe, si sarebbe dovuta rilevare una diminuzione dell'incidenza: l'opposto di quanto osservato dagli “scienziati”.
Lo studio, che ha tra l'altro permesso ad uno dei più importanti periodici di divulgazioni scientifica (Scientific American) di titolare “La maledizione siciliana”, rivela anche una maggiore incidenza in città rispetto alle campagne. E questa è un altra stranezza: se la causa è il vulcano, che differenza c'è tra Catania ed il più minuscolo dei paesini etnei? E che differenza ci sarebbe tra Catania, le isole Eolie, Pantelleria o l'area iblea a cavallo tra Catania e Siracusa dove si trovano numerosissimi vulcani oramai estinti?
Se, come rilevato dal team, l'inquinamento industriale è da escludere, viene da chiedersi perchè non si sia proposto ad esempio il cambiamento delle abitudini alimentari avvenuto negli ultimi 10 – 15 anni, più marcato a Catania dove la Grande Distribuzione Organizzata è molto più diffusa che nel resto della Sicilia.
Ma la statistica in Sicilia non se la prende solo con i vivi. Anche i morti devono essere difesi.
Dopo aver “statisticamente” accertato che i Siciliani discendono dai fenici (si veda il post “Figli di”) , ora ci vogliono dire che i nostri antenati sicelioti adoravano il sole.
Un certo Alun M. Salt, in base alla constatazione che i templi ellenici della Sicilia al contrario di tutti gli altri tendono “statisticamente” ad essere orientati preferenzialmente verso est, ha concluso che questo sia stato un omaggio al sorgere dell'astro.
A dire il vero le premesse dello studio (“The Astronomical Orientation of Ancient Greek Temples”) sono interessanti, poiché sembrano indicare una qualche differenziazione tra sicelioti e greci: “Quindi ne concludo che le differenze tra gli allineamenti tra la Sicilia e la Grecia riflettono pressioni differenti nell'espressione dell'identità etnica”
L'autore sembrerebbe affermare che culti precedenti in Sicilia abbiano potuto influenzare tale situazione. Ma come sappiamo, qualunque cenno ad una civiltà siciliana preesistente all'arrivo dei coloni greci deve essere bandita dai libri di storia occidentali. E così nel testo dell'articolo la spiegazione della frase diventa paradossale, tanto che il nostro dimostra una totale ignoranza del soggetto studiato:
L'auto-identificazione dei greci di Sicilia come greci che vivevano all'estero potrebbe aver provocato una aderenza agli ideali greci come imperativo per assicurare sia se stessi che i visitatori dalla madrepatria che il fatto che fossero lontani non li faceva meno greci.
I fatti dicono che invece i sicelioti (o greci di Sicilia) tendevano ad evidenziare il più possibile le loro differenze culturali con i greci veri. Basta ricordare la famosa frase pronunciata da Ermocrate, stretega siracusano, durante la guerra del Peloponneso nel 424 a.c. : “Ne ioni, ne dori, ma siciliani”. Quel voler “assicurare” se stessi ed i visitatori della loro grecità, sa tanto dei moderni colonizzati siciliani che sventolano le loro vuote bandiere tricolori negli stadi. Un'immagine che poco si addice ai Siciliani di allora che sconfissero Atene.
Questa dunque sarebbe la causa dell'allineamento solare: “Se vivi in Grecia, non hai bisogno di provare la tua identità greca e la tua religione” ha detto il dottor Salt, “Se vivi all'estero, potresti sentirti meno sicuro della tua identità greca e potresti sentire il bisogno di fare le cose seguendo ancora di più le tradizioni.” (“Ancient Greek worshippers showed inclination towards the Sun”, TimesonLine, 19 novembre 2009)
Anche a voler accettare la teoria del siciliano più greco del greco, a mister Salt l'idea che l'orientamento potrebbe essere quello perchè è ad oriente che si trova la madrepatria, più che il sole, non viene in mente.
No. Mr. Salt, in base alla sua legge statistica crede di poter dire quello che gli pare malgrado, come lui stesso ammette, altri propongano teorie molto meno traballanti ma che avrebbero implicazioni esplosive per i nostri libri di storia:
I templi greci in Sicilia sono chiaramente greci nello stile, ma erano usati in maniera greca o per caso i siciliani usavano l'architettura greca per costruire templi per culti locali come fecero i romani?
Questa è la domanda che altri studiosi si pongono (vedi pubblicazioni 13 e 14 nei riferimenti bibliografici della pubblicazione, disponibile anche in pdf). O in altre parole, forse esisteva già una civiltà in Sicilia che subì l'influsso ellenico ma che lo plasmò per adattarlo alle proprie credenza: i templi “greci” di Sicilia, furono costruiti dai greci o dai.... Siciliani? Il pensiero corre ai templi di Selinunte e di Segesta, piazzati in un territorio storicamente molto poco Greco.
I ricercatori delle università di Catania, Palermo e Messina ci potranno poi dire se anche quei siciliani che costruivano i finti templi greci soffrivano di cancro alla tiroide oppure no.
5 commenti:
L’origine della esposizione ad est delle strutture mistico religiose potrebbe essere collegata alla tradizione vedica, affermo ciò in virtù della mia anche se piccola conoscenza dello sthapatya veda tale però da permettermi di collegare tale disciplina anche alle costruzioni antiche realizzate nel nostro territorio.
Non solo la lingua siciliana è collegata alla tradizione vedica ma a quanto pare anche nella architettura delle costruzioni.
L’accesso da est favorisce, secondo lo sthapatya veda, energie favorevoli e difatti è sempre consigliata per sostenere l’evoluzione karmica del nucleo familiare.
L’adorazione del sole nella cultura vedica non esiste in condizione di esclusività, la mattina l’ayurveda (medicina tradizionale indiana) consiglia il suryanamaskara (saluto al sole) esercizio in (12) posture che è però cosa diversa dall’adorazione, come viene intesa oggi in forma esclusiva e dunque squilibrata da taluni approssimativi conoscitori delle scuole misteriche, mediante le quali hanno e tentano ancora di sottomettere il pianeta.
Chiudo con un suggerimento, in riferimento alle nuove correnti di pensiero riguardo alla avangurdi scientifica, non dico nulla oltre al consiglio di seguire attentamente i video collegati a questo link, ditemi, se lo ritenete, cosa ne pensate.
http://video.google.it/videosearch?q=conferenza+lipton+braden&hl=it&emb=0&aq=f#
OffTopic
repubblica torna ad insistere su cosa nostra "siciliana"
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/resa-conti/resa-conti.html
per loro la mafia è siciliana, da fastidio a loro che non sono riusciti a buttarlo giu'!
“Quando si sono visti tutti quei monumenti che possiedono, benché appartenenti ad epoche ed origini differenti, un medesimo carattere, una identica natura, si può dire che non sono né gotici, né arabi, né bizantini, bensì siciliani: si può affermare che esiste un’arte siciliana, anzi uno stile siciliano, sempre riconoscibile, il quale è sicuramente, fra tutti gli stili architettonici, il più affascinante, il più vario, il più colorito ed il più saturo di immaginazione.” Sono parole di un uomo fine e colto qual era Guy del Maupassant nel suo diario di un viaggio in Sicilia. Io credo che i siciliani dovrebbero liberarsi dall'ansia di controbattere alla teoria ufficiale della Sicilia come terra da sempre colonizzata. La Sicilia, centro del Mediterraneo, è stata sempre protagonista della storia di quel mare e lo è stata a modo suo (tranne che per il periodo romano probabilmente) e sta in questo la magia di quest'isola, tanto moderna ora in contrapposizione ad una esigenza di integrazione multiculturale, che qualcuno propugna distruggendo la propria identità. La Sicilia riesce ad essere elemento catalizzatore, sintesi da cui esce via via un dato nuovo, ma che conserva nel suo nucleo la "sicilitudine". Per questo a me piace parlare di periodo greco, arabo, normanno e così via. La Sicilia ha vissuto in termini attivi i processi della storia, raccogliendo da tutti, ma non dimenticando mai di essere sè stessa. E' inutile chiedersi chi c'era prima dei greci e prima ancora e dopo, l'Isola ha forgiato tutto e via via ne ha fatto sempre qualcosa che ha una sua connotazione specificatamente siciliana. La Sicilia è un'entità dinamica e il vero torto che le si fa è proprio quello di vederla ferma ed immobile in una dimensione di passato remoto. La ricotta la lavoravano gli arabi, ma i cannoli e la cassata sono siciliani, non so se riesco a rendere ciò che voglio dire, che poi è la stessa cosa che voleva dire Maupassant.
Zetan,
grazie della seganalazione. Ti faró sapere appena guardo i video.
COmunque, anche secondo me l'orientamento ad est deve avere a che fare con qualcosa di siciliano e non lo la Grecia, e comunque il sole c'entra poco e niente, visto che non vi é traccia di questi culti massonici nella sicilia pre-ellenica.
Purtroppo ci sono poveracci che vogliono trasformarci tutti in pre-massoni.
Peppinnappa, la vedo come te: per quel che mi riguarda in Sicilia vi sono state solo due dominazioni straniere, quella romana e l'ultima che tutti vogliono chiamare italica ma per la quale io preferisco il termine occidentale. L'Italia é solo una componente di questo nuovo impero.
Anonimo, ho letto parte del pezzo di repubblica (non sono riuscito a finirlo tutto per il voltastomaco). A parte il gran credito che viene dato alle parole dei mafiosi (che credo potrebbero bastare per accusare di mafia lo stesso giornalista) e la pretesa di accusare Berlusconi di essere dietro le stragi (e mi viene difficile capire come ci sia qualcuno che possa credere ad una balla del genere), si dice peró una cosa interessante: si ammette che in questo momento in Sicilia la mafia non conta niente.
L'attacco finale contro Berlusconi é in pieno svolgimento. Il bello é che avrá successo perché é lo stesso Berlusconi che sta per ritirarsi.
Ci potrebbe essere qualche altro dettaglio di questa strategia che potrebbe interessarci da vicino. Se dopo il ritiro di Berlusconi si dirá che la causa é la paura della mafia, allora vorrá dire che la Sicilia é di nuovo mafia. Se per caso (?) la Sicilia si stacca dall'Italia, allora vorrá dire che la Sicilia é uno stato mafioso.
Calderoli ha in certo qual modo puntato in questa direzione accusando Grasso di mafia perché Grasso deve aver preso accordi con qualcun altro per farla finita con la leggenda della latitanza di Denaro.
Correggo il link precedente poiché i videio hanno una sequenza ordinata e l'inizio dovrebbe essere questo
http://video.google.it/videosearch?q=conferenza+lipton+braden&hl=it&emb=0&aq=f#q=conferenza+lipton+braden&hl=it&emb=0&aq=f&qvid=conferenza+lipton+braden&vid=5255892749045538599
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