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lunedì, marzo 24, 2008

Palermo delenda est (Seconda parte)

Leggi la Prima parte di questo post

Ma anche se il potere si sposta ad oriente, non abbiamo spiegato perchè Palermo debba essere cancellata. Per questo dobbiamo capire bene cosa sarà il porto di Augusta: un porto di transhipment.

Ad Augusta dovranno arrivare le gigantesche navi porta-container che fanno la spola tra i principali porti del mondo (Singapore, Dubai, Amsterdam) per scaricare le merci “en ruote” (senza cioè dover cambiare rotta nel loro viaggio tra oriente ed occidente). Questi container non finiranno il loro viaggio ad Augusta. Essi saranno ricaricati su navi più piccole e distribuiti negli altri porti mediterranei da dove raggiungeranno i mercati. Quando la destinazione sarà a nord, la circumnavigazione dell'isola è poco conveniente. Diventa più economico trasportare il container su rotaia verso un approdo volto a settentrione. Anche se il porto di Augusta rappresenta il fulcro del sistema commerciale mondiale asservito all'economia cinese (non lo avevate ancora capito chi comanderà il gioco?), esso non può funzionare da solo.

Quale sia questo porto di sbocco potrebbe sembrare sin troppo ovvio: Termini Imerese. Ed invece no. Per forza si vuole costruire il ponte, in modo da fare ripartire le merci da Gioia Tauro. Questo è l'unico obbiettivo infrastrutturale per la realizzazione del ponte. Una soluzione talmente irragionevole da non potersi divulgare apertamente. La Malpensa del sud. Un vero è proprio fallimento annunciato per l'economia siciliana.

Un fallimento perchè il razionale dietro questo progetto non è economico ma politico. L'obiettivo è impedire che questo polo strutturale sia localizzato interamente nell'isola, cosa che la renderebbe troppo “indipendente” agli occhi di alcuni poteri piazzati a nord. E non mi riferisco alla Padania, che oramai quella se la sono pappata gli stranieri.

E qualche parola su Gioia Tauro (un porto gestito in privato da aziende straniere che lasciano al territorio solo una manciata di salari da terzo mondo) bisogna dirla. Chi ha deciso di piazzare una struttura di quelle dimensioni proprio lì dovrebbe essere internato. Per arrivare a Gioia Tauro le navi devono attraversare lo stretto di Messina (le merci provengono tutte da oriente), un collo di bottiglia che è già al limite di traffico sostenibile (vedi il post Ombre sullo stretto). Gioia Tauro non ha futuro senza un porto di appoggio volto a sud. Ma anche in questo caso la soluzione “ponte” lascia a desiderare. Il porto è piazzato in corrispondenza di quella “strettura” che ha dato il nome all'intera penisola. Invece di costruire il ponte-mostro si potrebbe ingrandire un porto dall'altra parte dell'istmo (Siderno per esempio) e collegarlo con una ferrovia.

In questo modo si avrebbero due poli logistici, uno in Sicilia ed uno in Calabria che potrebbero armonizzare le loro operazioni ed essere integrati dal punto di vista organizzativo. Con un altro vantaggio: in tutti e due i casi la ricchezza prodotta apparterrebbe interamente al territorio e non vi sarebbe bisogno di farla passare da qualche altra parte prima di farla tornare qui ampiamente scremata e sotto forma di aiuti (o sarebbe meglio dire ricatti?) di stato.

Il ponte avrà anche un'altra caratteristica poco attraente: sarà un'opera privata. Nel momento in cui capitali pubblici e privati si mescolano, gli interessi prevalenti non sono quelli dell'indistinto “popolo” che paga le tasse, ma quelli dei pochissimi che avranno versato il loro denaro direttamente. Un'opera costruita con denaro pubblico non deve diventare produttiva nel senso capitalistico del termine. Ma un'opera dove si è investito capitale privato lo deve essere. E se si vuole attrarre questi capitali privati si deve assicurare il ritorno agli investitori: il passaggio sul ponte costerà salato! Come confermato dallo stesso Lombardo che è capace di contraddire se stesso nel giro di 2 righe: “verrà pagata per metà coi finanziamenti già erogati, e per metà dai privati che poi incasseranno i pedaggi. Non costerà un euro alla cittadinanza.”

Basta questo per capire il motivo per cui il ponte lo si vuole costruire subito. Se prima si approntasse l'alta velocità tra Catania e Palermo e si ammodernasse il porto di Termini (per entrambi basterebbero i capitali pubblici) non vi sarebbe più bisogno del ponte, perchè sarebbe molto più economico mandare le merci dall'altra parte dell'isola piuttosto che dall'altra parte dello stretto. Se invece si costruisce prima il ponte, si potranno poi usare i soliti mezzucci per impedire il collegamento CT-PA e l'adeguamento del terminale marittimo.

Sul fatto che il ponte serva solo ed esclusivamente per il trasporto merci da Augusta a Gioia Tauro nessuno dovrebbe avere più dubbi: il ponte scavalcherà sia Messina che Reggio, i turisti vengono già in aereo e per l'alta velocità da Napoli in giù non vi sono neanche i progetti. Ma allora su cosa dovrebbe guadagnarci un privato? Solo la sicurezza che non vi saranno mai alternative logistiche al porto calabrese potrà attrarre capitali privati.

Il ponte taglierà la Sicilia in due e ne impedirà lo sviluppo economico. Tutto quello che cambierà sarà che i parassiti si sposteranno da Palermo a Catania, e siccome chi mangia fa mollica la “capitale” etnea avrà il suo ritorno contabile. La realizzazione dell'inutile mostro manterrà la Sicilia in posizione di colonia. E senza la Sicilia a fare da traino anche il resto del Sud Italia rimarrà azzoppato.

Solo se Catania e Palermo si uniranno questo pericolo potrà essere scongiurato. Un pericolo che coinvolge tutto il meridione d'Italia, che senza una Sicilia forte non riuscirà mai a risollevarsi e rimarrà uno stato fantoccio telecomandato da fuori. E l'unione deve essere anche fisica. La salvezza e la rinascita della Sicilia passano infatti per il collegamento ferroviario tra le sue due principali città. L'alta velocità tra la Sicilia orientale e quella occidentale è la vera madre di tutte le infrastrutture. Una volta fatta quella lo sviluppo di Termini Imerese sarà automatico.

Qualche mese fa si era sparsa la voce che Raffaele Lombardo avesse chiesto alla comunità europea di cambiare il nome del corridoio Berlino-Palermo in corridoio Berlino-Catania. Non era uno scherzo e non era neanche una sua idea. E' un fatto facilmente verificabile anche dal sito del Ministero delle Infrastrutture. Aprendo questo documento e scorrendolo sino alla pagina 21 vedrete raffigurato il più importante polo logistico del Mediterraneo: Augusta-Gioia Tauro, evidenziato dalla striscia blu. Il progetto non ha colore politico: la sinistra sarà contraria al ponte (cioè contraria alla realizzazione del polo logistico) fintantoché sarà la destra a comandare in Sicilia. Dovessero cambiare le carte in tavola, sarebbero loro a darsi da fare per la costruzione del ponte. Chi dice che il polo logistico si farà solo se la destra vincerà le elezioni sta solo facendo campagna elettorale. Tutti e due gli schieramenti nel frattempo sono d'accordo nel cancellare Palermo: uno presenta Raffaele, l'altro Anna.

Questa è la sfida che i Siciliani, e soprattutto i partiti siciliani, devono avere il coraggio di affrontare uniti. Se perdiamo, la Sicilia (ed il Sud Italia) rimarranno schiavi per altri 150 anni.

E chiudiamo con un altra schizofrenica perla del nostro prossimo presidente che ribadisce tutto quello che abbiamo detto: "(Senza il ponte l'alta velocità) non arrivera' mai in Sicilia, e per percorrere i duecento chilometri della Palermo-Catania continueranno a volerci sei ore. Una cosa non da Paese civile". Secondo lui, l'alta velocità in Sicilia si farà DOPO la linea Napoli-Reggio Calabria. Ci sta preparando: visto che tra Napoli e Reggio non vi sarà mai nessuna alta velocità, ne consegue che mai ve ne sarà neanche tra Catania e Palermo.

In bocca al lupo, Sicilia. E speriamo che questa volta a crepare sia il lupo...


I catanesi (I Percussonici) arrivano a Palermo (Vucciria Festival 2006), ma sullo stretto ci fanno passare la musica...

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Come al solito, analisi lucidissima. Ma anche tragica. Oggi c'è un futuro presidente "sicuro", che sbandiera la "nazione" siciliana e l'applicazione integrale dello Statuto (in sé fatti rivoluzionari) ma che è l'artefice della dissoluzione della Sicilia, mediante la sua sostanziale divisione economica e infrastrutturale, e mediante la sua "confusione" con un Sud indefinito, indefinibile, ma sicuramente saldato all'Italia per i secoli dei secoli.
Alternative neanche all'orizzonte. Neanche da fiammella della speranza. La Finocchiaro (non tanto lei ma tutto ciò che si porta dietro) non ha nemmeno un briciolo di sensibilità per la questione siciliana ed è quanto di più risorgimentale, garibaldino e massonico si sia potuto spolverare per la Sicilia. L'unico suo cruccio è quello di una sua battaglia femminista, forse fatta per distogliere i Siciliani dai reali problemi di sopravvivenza (che sono anche problemi delle donne, anzi soprattutto loro). Ma sa che perderà lasciando il posto vacante (non è statutariamente rimpiazzabile infatti) per fare la senatriche in disprezzo delle nostre istituzioni.
Gli altri candidati sono estremisti italici senza voce in capitolo né speranza, ovvero la povera Alfano che si è imbarcata in questa avventura "grillina" che rischia di dirottare il malcontento siciliano verso un nuovo falso idolo (anche se alcune cose del grillismo sono apprezzabili).
I resti del Sicilianismo storico sono un po' allo sbando: chi alla corte di Lombardo in attesa di tempi migliori (fra cui il glorioso Di Mauro), chi con un partitello che si presenta solo al Senato in confusa alleanza con partiti del "Sud", senza che si capisca qual è la differenza con Lombardo a questo punto (e tra questi gli avanzi del FNS e di Noi Siciliani), chi come L'Altra Sicilia si rinserra all'estero sperando di arrivare a fare la rivoluzione "da fuori", chi, come il MIS, neanche ce la fa a presentarsi, chi addirittura si presenta indipendente nelle liste dei "consumatori".
Una caporetto, per dirla all'italiana, ammettiamolo.
Ma mai i temi dell'identità e degli interessi siciliani sono stati così diffusi e vincenti (eccezion fatta per il 1946) e questo fa ben sperare per il futuro.
Se si trovasse il catalizzatore della Questione Siciliana...

rrusariu ha detto...

Caro Massimo
il catalizzatore ci sarebbe, ma in primis dobbiamo essere umili, e travagghiari....
dobbiamo mettere da parte le aspettative di assittarci da qualche parte e le conseguenti gelosie ... e trovare modo di creare veramente una economia e una rete di sostegno che possa dare veramente aiuto in questa economia da sopravvivenza

Lo so è facile riempirci di paroloni, in primis io stesso, ma anch'io sto pensando a qualcosa di utile che possa creare solidarietà tra la gente nostra e creare i presupposti per realizzare soprattutto opportunità di lavoro.
Io non voglio promettere un bel niente, voglio solo persone che sappiamo condividere dei progetti, certo nessuno avrà lo stipendio della struttura coloniale, ma almeno cominciano a cambiare le cose dal concreto!!!
Mi direte subito quali sono i progetti, li sto elaborando.
La lista per la quale mi ero messo in candidatura non ha raggiunto le cartelle elettorali stampate(ma le firme c'erano) ma l'esperienza è stata utile.
Tra noi emigrati siciliani e tra la gente stessa lombarda c'è solo voglia di cambiare ma senza dare il voto ai soliti pagliacci.

L'analisi dell'Abate Vella è molta lucida, si arriccheranno i soliti noti, poi dallo stretto alle alpi ci saranno solo consumatori, ovvero nuovi schiavi a cui viene dato uno stipendio già spremuto dal 50 per cento dalla nuova SPQR italiana che ogni tanto ci dà il circenses della nazionale italiana di calcio che vince qualcosa ma ci prende per il didietro appena puo'.
Oggi tutti starnazzano per l'alitalia che se la prendono i franco-olandesi... tutti a difendere il proprio pizzo.
Amici per andare a Palermo la prossima volta cercherò la WindJet, spero solo nella puntualità (un'ora di ritardo è accettabile), ma se smonta Pulvirenti ovvero fa volare male i suoi aerei ci sarà un perchè?
Per chi non la sapesse il padrone della EasyJet è un armatore greco o cipriota. E pensare ca li greci eranu puvireddi!!!

Abate Vella ha detto...

Massimo,

un piccolo lato positivo io lo vedo: finalmente tutti sono scesi in campo, anche se separati.

Da qui sará possibile una coagulazione. Tocca anche a noi spingere in questa direzione.

Rrusariu, da quello che dici devo dedurne che la lista Per il Sud non presenta le sue liste in Italia? Fammi sapere perché devo scrivere un post riassuntivo delle liste siciliane prima delle elezioni.

Per quanto riguarda Pulvirenti, ho l'impressione che lo stiano strizzando per bene. Forse le banche vogliono prendersi le sue aziende? Se non riuscirá ad internazionalizzare la sua azienda non credo che potrá andare lontano.

Sull'argomento del post, oggi finalmente Lombardo ha pubblicato un programma sul suo sito. Cito la parte riguardante Augusta, nel caso qualcuno avesse ancora dubbi su quanto detto:

"Per dare ulteriore forza alla prospettiva della Sicilia come piattaforma logistica privilegiata dell’ euromediterraneo, occorre investire in modo adeguato sul porto di Augusta, che presenta tutte le caratteristiche per rappresentare il porto di collegamento con l’Estremo Oriente e che può essere il terminale di quelle grandi navi giganti che trasporteranno fino a 8.000 containers."

Quindi, Augusta é un punto fermo. Per capire chi spinge per il ponte si deve vedere anche chi ci guadagna a Gioia Tauro, e cioé alcune aziende tedesche, giganti mondiali della logistica portuale. Incredibilmente tra gli azionisti della societá di gestione troviamo persino un ente pubblico: la cittá di Brema!!!!! Gli abitanti di Gioia Tauro versano soldi nelle casse di una cittá tedesca!!!! Non c'é piú bisogno dell'emigrazione, lavoriamo per loro rimanendo a morire di fame a casa nostra.

rrusariu ha detto...

Caro Abate
ero in lizza per il senato per la lista Per il Sud, che ha la base in pratica a Milano, anche se l'atto costitutivo è stato fatto a Napoli nell'ottobre 2005.
Dal sito www.perilsud.net puoi vedere il sito proprio del partito e il blog.
L'intenzione è fare un partito confederale, sarò più preciso più avanti dato che la componente più Siciliana è scarsamente presente anche se ce sono parecchi. Adesso l'intenzione è poter creare una struttura onde creare sinergie in fase pre-elettorale. Ma il dato di fatto, come ho detto nei post precedenti, è che noi Siciliani avremo riconosciuto il diritto alla totale autonomia, su questo sono sempre stato chiaro. Se sapremo sviluppare in modo concreto questa componente siciliana potremo raggiungere risultati tangibili.
Assà bbinirica!!!

Anonimo ha detto...

Ciao rosario,tu parli di "Totale Autonomia",ma in un contesto di stato neo-borbonico o di stato italiano?
Se di primo caso si trattasse, forse sarebbe meglio catalizzare le forze dei siciliane su altri progetti (anche nel secondo caso; ma è parere personale,chiaramente).

Anonimo ha detto...

Abate Vella, credo che la tua analisi non sia molto lontana dalla verità. Tuttavia credo che la individuazione delle aree siciliane vada fatta in senso nord/ovest - sud/est, piuttosto che in senso est -ovest. Difatti se è vero che il progetto ponte potrebbe corrispondere alle strategie che tu disegni, è anche vero che anche tutta l'area di Messina finirebbe relegata in un collo di bottiglia, precluso alla grande naviazione, compresa quella da crociera. Nutro dei dubbi invece in ordine alle piene consapevolezze dei nostri politici. Credo che Tremonti, che tu non apprezzi, dica in ogni caso una grande verità e cioè che le vere decisioni sono assunte oggi da potentati finanziari e i politici non sono altro che meri esecutori. Non si spiegherebbe altrimenti che l'unità Palermo Catania è già avvenuta proprio con riguardo al progetto ponte, che nonostante, secondo la tua analisi, potrebbe portare ad un grave isolamento la parte occidentale (nord occidentale dico io) dell'isola, risulta tuttavia fortemente caldeggiato non solo dal catanese Lombardo, ma anche dai politici occidentali, vedi Cuffaro e lo stesso Miccichè.

rrusariu ha detto...

Caro Anonimo
io dico "totale autonomia" nel senso che la Sicilia ha il diritto che in qualsiasi momento di decidere di andare per la propria strada, spero di essere stato chiaro abbastanza. Certo questo non vuol dire che non vogliamo guardare a-ddha-bbanna u mari e a quello che succede di là.
Voglio solo rimarcare che in questo momento potrebbe essere utile un lavoro di sinergia con chi sulla parte continentale del nostro antico regno condivide anche aspirazioni simili alle nostre, e sarebbe sbagliato sprecare queste occasioni.
Oggi in questa nuova SPQR in salsa italiana governano chi fa riferimento a poteri esterni alla stessa, poi la curia senatoriale è solo la mera esecutrice delle decisioni altrui.
Sappiamo tutti delle dimostrazioni che ci sono in Tibet, a cui va anche la nostra simpatia per lo stesso travaglio che subisce la popolazione tibetana a causa dell'invasione socio-economica cinese. Dall'altro lato siamo anche consapevoli che in Sicilia stessa si sta approntando il terminal europeo per l'arrivo della produzione cinese per il mercato continentale europeo, certo in questo momento stamu a taliari e non contiamo niente, perchè chi incasserà le commissioni e gli utili da dividere saranno gli altri, ed a noi rimarranno le acque fetide dei nostri porti ed un'immigrazione di gente da ogni dove, con tutti i problemi di integrazione!!!
Speriamo che non duri tanto tutto sto marasma e che ci siano altre elezioni anticipate!!! Sia in Sicilia che sulla penisola.
Ma dobbiamo essere pronti a sfruttare la prossima occasione!!!

Anonimo ha detto...

scusate, mi dite quali sono i partiti sicilianisti che sono riusciti a creare almeno una misera lista?

Anonimo ha detto...

@Rusariu,
ok sono stato troppo pessimista per eccessivo realismo. Ma l'assenza del Sicilianismo ancora si sente.
Un sicilianismo "confederato" al meridionalismo, può avere un senso, purché ci sia dentro gente come te che prima vuol "fare" la Nazione Siciliana e poi, se del caso, portare avanti battaglie comuni per l'emancipazione dell'altra grande colonia italiana (il Sud Italia stesso). Lombardo, oltre alla follia del ponte, non dà garanzie nemmeno in tal senso se non quella, effimera, di avere la testa in Sicilia. Vuole fare la "lega sud", Viterbo e Rieti comprese!! E invece bisogna avere il coraggio di non presentarsi mai nel Lazio (se non nei comuni strappati a Campania e Abruzzo, ma è questione frontaliera), anche se questo porterà ovviamente ad una marginalizzazione del movimento nello stesso Abruzzo e forse anche nel Molise. Ma non è da lì che si può partire se no è finita in partenza.
@ Nebros, già l'ho detto nel mio precedente post. Se vuoi sono ancora più esplicito:
il "partito del sud" vede FNS, Nazionalisti Siciliani (ex noi siciliani) e Partito autonomista siciliano dentro,
il PPS ha messo i suoi candidati nei consumatori.
L'Altra Sicilia è presente nella circoscrizione Europa in cartello con "per il Sud", ma in posizione dominante;
il MIS non c'è a queste elezioni;
Terra e Liberazione e il MOSIF (ciò che resta, in pratica Sgroi Santagati), sono con Lombardo.
In pratica non si sta candidando nessuna lista sicilianista.
Sulla "divisione" della Sicilia, ancora.
E' chiaro che si colpisce Palermo (ma non solo Palermo) per colpire la Sicilia tutta. Divide et impera. Per la stessa ragione nel Sud continentale la città più colpita dalla dominazione italiana è Napoli, dando di tanto in tanto qualche contentino a Bari.
Ma in Sicilia questi tentativi non sono mai riusciti del tutto. Nonostante i provinciali non manchino mai (alla Buttafuoco) nei momenti cruciali i Siciliani hanno saputo ricompattarsi e trovare un denominatore comune. Non solo nel 1943, ma anche nel 1848 e nel Vespro, anche perché dalla strategia del ponte ci perdono tutti in definitiva, aumentando la dipendenza della Sicilia dalla Penisola.
Ma non è strano che questa idea trovi sostegni a Catania, persino a Palermo, addirittura a Messina (per cui il ponte è un suicidio). Perché da questa dipendenza della Sicilia la classe dominante trae qualche prebenda, qualche beneficio, qualche appalto, e costoro non sanno o fanno finta di non sapere cos'è l'interesse comune.
Speriamo bene. Se l'investimento in Sicilia diventa un must per ragioni geopolitiche l'Italia avrà ben poco da fare. E' notizia di questi giorni che gli Arabi di Dubai vogliono risanare il centro storico di Palermo e farne una "zona hotelera". Lo stesso Cammarata ha bloccato di conseguenza i progetti di assumere 5 tecnici, avviare stanchi bandi pubblici, etc. che si sarebbero rivelati una beffa di fronte all'entrata in scena del grande capitale internazionale.
E se noi siciliani sapremo inserirci in questo vento e chiederemo le infrastrutture giuste (l'alta velocità tra Catania e Termini Imerese, ad esempio), l'Italia ci avrà perso e non potrà farci niente, se ci faremo abbindolare...
P.S. Scusate per il lungo post, ma non posso fare a meno di segnalare l'attacco di Veltroni all'autonomia siciliana nel suo recente tour elettorale nostrano: la Sicilia sarebbe "bloccata da particolarità politico-istituzionali" che non la farebbero decollare, nemmeno come il Sud Italia. A cosa pensa Veltroni come modello per noi? Al degrado di Gravina di Puglia, alle sparatorie di Crotone o all'immondizia di Napoli? Ha fatto veramente così bene il centralismo al Sud?

rrusariu ha detto...

Caro Massimo e Nebros(ricordatevi 209 aC)

visto che ci siamo chiariti, concordo in pieno con quello che dici.
Nei giorni della raccolta delle firme e nel girare i municipi per i certificati ho riflettuto parecchio sul fatto che non c'è organizzazione.

Un dato di fatto, la lista "Per il Sud" aveva raccolto circa 3000 firme in Campania 1(Napoli), ma è mancato chi potesse autenticare e andasse nei municipi a raccogliere le cartelle elettorali, e dove è stato possibile (parlo di Napoli e dintorni) c'è stata l'ottuso assenteismo di proposito per non dare ciò che la legge prescrive in questi casi. Altre parti come Puglia e Calabria dove si è raccolto abbastanza firme, si è ripetuto in parte la stessa sceneggiata. In Emilia non si è avuto il coraggio quantunque non ci fossero firme a sufficienza.
L'unico successo l'abbiamo avuto con L'Altra Sicilia per il Sud all'ester, grazie all'impegno di Francesco Paolo Catania & C. che si sbattuto tra i consolati.
Dopo riflessioni varie mie personali in questi giorni, il mio pensiero è rivolto alle europee.
Qui bisogna approntare un bel lavoro di preparazione, ma penso che non mancherà stavolta l'appoggio concreto. A breve vi terrò informati!!!

VIVA LA SICILIA!!!!!

Abate Vella ha detto...

Peppinnappa,

Il succo di tutto il mio discorso é che la prima opera da fare é un collegamento ferroviario decente tra Pa e CT: per cambiare aereo da Punta Raisi a Foontanarossa non dovrei impiegare piú di 60 / 80 minuti.

E chiaro che poi su questa "spina dorsale" si deve costruire il resto, non é pensabile che il messinese rimanga cosí isolato!

Siamo tutti d'accordo che con il ponte i messinesi non vedrebbero piú lustru, come diciamo noi, nel vero senso della parola!

Per quanto riguarda le consapevolezze dei politici, hai ragione. Quelli pensano solo al loro voto quotidiano.

Altra cosa importante riguardo a quello che dico nel post: le cose non sono giá andate in un certo modo. Ci sono forze importanti che spingono nella direzione del ponte e della divisione, ma ancora per realizzare il progetto ce ne vuole! Rendersi conto di quello che c'é in gioco per noi rimane fondamentale.

Su Tremonti: le mie critiche a Tremonti o a Blondet non sono una bocciatura complessiva del loro pensiero. Di nuovo, a me qui preme evidenziare un certo l'aspetto.

Sull'esempio che fai tu, siamo tutti in linea con Tremonti (anche se in rete queste cose circolano da molto piú tempo), ma le soluzioni di Tremonti (per la Sicilia) sono peggio del male.

Si, sono anche i "palermitani" in sintonia con il progetto. Perché cosí é stato sentenziato tra le nebbie di Arcore (dove a sua volta si sono raccolti ordini altrui).

Anonimo ha detto...

"Il succo di tutto il mio discorso é che la prima opera da fare é un collegamento ferroviario decente tra Pa e CT"

abate, tu, però, così parli da catanisi; e della zona nord occidentale della sicilia che ne facciamo? della Pa-Me?
senza porti degni di nota, senza ferrovia, con autostrada insulsa; senza aereoporto; e nostante ciò siamo la parte della sicilia che se la passa meglio.

Ct ha l'aereoporto, Me il porto; appena anche Ct avrà il porto, Me scomparirà dalla faccia della terra.
mi sà che stiamo smantellando la nostra unità

rrusariu ha detto...

Caro Nèbros
semmai il problema riguarda l'interezza della sistema Siciliano. Ovvero abbiamo avuto una classe dirigente politica sia siciliana che quella peninsulare non abbiano mai voluto porsi il problema. Si è lasciato persino crescere una realtà piccola come Malta per la logistica pur di non investire soldi.
Il problema riguarda anche la gestione delle risorse economiche, e nella situazione attuale non ci saranno risorse per risolvere i problemi infrastrutturali. In definitiva si continuerà a privilegiare i porti di livorno,laspezia,genova,savona,trieste,ravenna, pur di mantenere la Sicilia e il meridione della penisola come mercato di consumo per una produzione scarsamente competitiva a livello continentale.
Il business lo vogliamo fare gli altri con i ns soldi, autostrade docet e il caso alitalia è l'ennesimo tentativo di privatizzare con i soldi nostri.
Nel regno unito di sua maestà la regina ci sono molte compagnie aeree eppure sopravvivono.
Pulvirenti lo strizzeranno pur di impossessarsi della sua compagnia.
Perchè non si vuole un'aeroporto per Messina e le isole eolie?
Si deve mantenere solo reggio?
Dobbiamo mantenere una ferrovia sudamericana o africana per collegarci in Sicilia?
Ci sono molte cose da cambiare, speriamo che questo governo SPQR non duri abbastanza!!!

Abate Vella ha detto...

Nebros,

Catania in sè non c'entra niente. Il punto fermo della logistica siciliana è Augusta, ed il suo complemento a nord è Termini Imerese: queste sono le due strutture che devono essere collegate per mettere la Sicilia al centro del commercio mondiale.

Questo non siamo noi siciliani a deciderlo. Su questo fronte possiamo solo adattarci alla situazione geopolitica mondiale, che vede le grandi rotte intercontinentali passare ad un tiro di schioppo da Augusta.

I Siciliani su questo dovranno costruire poi la loro economia.

Ma l'economia non si costruisce mettendo un porto ed un aeroporto ogni 30 km. E l'economia non si fa solo con porti ed aeroporti.

L'economia è produrre, e fare in modo che i prodotti arrivino al porto o all'aeroporto nel giro di un paio d'ore e non giorni.

Aeroporto delle Eolie: se un turista arriva a Palermo, e nel giro di 1 ora è a Milazzo, che bisogno c'è di un altro aeroporto? Il motivo per cui si chiede un aeroporto nel messinese è perchè non si vuole dipendere da Palermo, ma questo discende dal fatto che la Sicilia è stata governata con metodi coloniali e Palermo (leggi i politici siciliani) hanno fatto di tutto per impedire lo sviluppo del messinese, del ragusano etc etc.

Se a Palermo si occupassero di fare il bene della Sicilia, sarebbe più conveniente sviuluppare impresa invece di un ennesimo aeroporto. A Brolo la Castello ha creato un piccolo gioello imprenditoriale. Perchè negli altri piccoli paesi non si può fare lo stesso? Nell'alimentare se non fossimo costretti a subire il prosciutto di Parma nei nebrodi si potrebbe creare un industria internazionale. Lo stesso discorso si potrebbe fare in molti altri campi.

Se però si parla di porti turistici moderni, di piccoli aeroporti per aerei privati, di campi da golf, allora ti do ragione. Se si parla di cantieristica navale a Messina, di collegamenti tra le isole e le città della costa (Pa inclusa) tramite idrovolante, se si parla di sviluppare l'energia geotermica alle Eolie, ti do ragione.

Ma ti ripeto ancora una volta, il perno di tutto è il porto di Augusta.

Abate Vella ha detto...

Come vedete qualcuno ci ha giá pensato:

http://www.eoliebooking.com/
aquaairlines/index.asp

D'altronde é cosí che i turisti raggiungono le loro isole alle Maldive.

Si dovrebbe fare uno scalo all'aeroporto di Punta Raisi per raggiungere tutte le isole (egadi, ustica, eolie). Altro che ponti.

Anonimo ha detto...

sull'aeroporto nel messinese, io sono contrario. a mio parere ci vuole un aereoporto intercontinentale, un hub, e da qui uno smistamento rapido nel resto dell'isola, con navi con aerei di piccola taglia, ed altro.
il discorso sulla Pa-Ct stava nel fatto che è umiliante per la provincia di Me sentirsi dire che gli ultimi 80 km di raddoppio ferroriario non si faranno perchè bisogna creare da zero 195 km di galleria per collegare Pa e Ct.
non concordi?

Abate Vella ha detto...

Concordo pienamente.

Ma se i siciliani prenderanno il potere queste beghe da rubagalline finiranno.

Manco se dovevamo collegare Pechino con Mosca...

(Poi bisogna vedere se i 190 km di galleria li faranno...)

Anonimo ha detto...

Quello che mi deprime e che le analisi, i progetti, le proposte, la passione che emergono da questo nostro confronto, sono del tutto assenti dal dibattito ufficiale. Mi chiedo, ma come, con quale strumento, potranno mai emergere, diventare rilevanti certi temi? Certe volte penso che siamo solo gli attori di una realtà virtuale, rischio questo sempre latente con internet.

rrusariu ha detto...

Hai detto bene Peppinnappa
puoi darsi che in questo blog stiamo vivendo una realtà virtuale, ma dall'altra parte penso che il fatto di porci queste analisi vorrà dire che stiamo già creando una realtà nuova.
Onestamente se pensiamo a tempo addietro occasione di confronto come questi difficilmente sarebbero avvenuti e anche facilmente "controllabili".
Chi ci legge e/o interviene anche in forma anonima sa che ci sono persone come noi che fanno analisi e propongono progetti per risolvere e dare un concreto sviluppo.
Ho seguito per parecchio tempo la "famosa rivoluzione" sul sito di Gianfranco Miccichè a cui ho partecipato con i miei spunti. Però ho anche messo in guardia che il suddetto sarebbe stato richiamato all'obbedienza, e così è stato nel supremo interesse di berlusca e di chi ci sta dietro.
Ma penso che vale la pena far le nostre analisi perchè così ci aiuta anche noi sul piano pratico della vita di tutti i giorni ad affrontare e risolvere anche nostri piccoli problemi. L'esperienza e le analisi di altre persone sincere ed oneste contribuisce a ciò!!!!!!
Il nostro voler alla Sicilia e a tutto il Popolo a cui apparteniamo sinceramente ci dà speranza e non disperiamo!!!!

Assà bbinirica a tutti!!!!
VIVA LA SICILIA!!!!!!!!

rrusariu ha detto...

VORREI SEGNALARE LA POSSIBILITA' DI VOTARE UN SONDAGGIO SU UN SITO SVIZZERO DI ZURIGO!!!

WWW.LAPAGINA.CH


VOTATE PER L'ALTRA SICILIA PER IL SUD ONDE DARE IMPORTANZA ALMENO AD UNA LISTA CON LA TRISKELE!!!

Anonimo ha detto...

Che c'è da dire sul Partito del sud, che si presenta solo al senato? Grazie Rrusariu per la pacca sulle spalle, ogni tanto ci vuole!

Abate Vella ha detto...

Peppinnappa,

il tuo commento-quesito è interessante e le ripsoste non sono così semplici.

Probabilmete molti si chiedono le stesse cose.

Vedrò di preparare un post vero e proprio sull'argomento, dopo che nei prossimi si discuteranno le elezioni ;)