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mercoledì, dicembre 05, 2007

Ricordi di un buio passato

Caro Luca Cordero di Montezemolo,

che ricordi, i giorni in cui la FIAT guidava l'economia del paese, una delle prime aziende al mondo! E mentre gli operai votavano comunista, voi ed i sindacati eravate pappa e ciccia...

che ricordi, quando masse di meridionali e di Siciliani ridotti alla fame erano costretti a lasciare le loro terre per venire ad essere schiavizzati da voi, e per giunta dovevano subire i vostri insulti e sentirsi in un paese straniero dopo aver versato il loro sangue per costruirlo....

che ricordi, quando il muro era ancora in piedi e voi prendevate soldi da tutti, capitalisti e comunisti, e potevate giocare al piccolo imprenditore alle nostre spalle...

che ricordi, quando migliaia di Siciliani ogni anno venivano massacrati, sparati o incaprettati dai vostri tirapiedi e chi cercava di alzare la testa veniva fatto saltare in aria con il tritolo...

che ricordi, quando le brigate rosse tenevano alta la tensione e con la scusa della “ragione di stato” potevate impedire che noi Siciliani decidessimo il nostro futuro, per noi e per i nostri figli...

che ricordi, quando i migliori artisti del meridione vi si vendevano per un tozzo di pane e potevate girare i vostri filmetti propagandistici ed attirare sempre più gente verso le vostre periferie senz'anima...

che ricordi. Peccato che non torneranno mai più. Per un semplice motivo, caro Luca Cordero di Montezemolo: noi Siciliani abbiamo smesso di stare lì a guardare a bocca aperta mentre voi gozzovigliate liberamente sul nostro futuro. E senza Siciliani che stanno lì, a guardare a bocca aperta, questo bel film non si potrà girare mai più....


Quando i Siciliani brancolavano nel buio


xFruits

7 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissimo pezzo, 10 e lode!
Questa è l'Italia che ci ha fatto a pezzi. Tanto per restare in tema (anche se apparentemente fuori) la Corte Costituzionale, la stessa che in quegli anni ruggenti ha fatto fuori in un colpo solo la nostra Alta Corte e con essa la legalità costituzionale in Sicilia, nelle sue sentenze chiama la Regione "Sicilia" e non "Siciliana". Voglio fare un conto delle sentenze in cui ha dato ragione all'Italia e quelle in cui ha dato ragione alla Sicilia e poi pubblicare un "libro nero". Chi vuole intendere intenda.

Abate Vella ha detto...

Grazie Massimo!

Tanto arroganti da credere di potersi permettere di insultarci anche nelle sentenze ufficiali senza doverne mai rispondere. Meglio: vuol dire che tutte quelle sentenze potranno essere invalidate, visto che sono state emanate contro un ente inesistente!

Anonimo ha detto...

Lo statuto siciliano è norma di rango costituzionale. Ebbene, la Corte costituzionale può interpretare le norme costituzionali, ma giammai considerarle abrogate. Ritenere superata l'Alta Corte è stato dunque un mero abuso di potere,che potrebbe in ogni momento essere sempre ridiscusso, oggi credo anche davanti agli organi di giustizia europea. Ma siccome da buon siciliano sono diventato, come si sul dire, più realista del re (l'espressione com'è ovvio non ha nulla a che vedere con la fede monarchica di Gonzalo), credo che bisognerebbe godere delle simpatie di qualche Paese potente, insomma avere uno sponsor.

Anonimo ha detto...

facciamo attenzione quando diciamo affidiamoci ad una potenza straniera; ad essi non gliene fregherebbe nulla della sicilia, appena avrebbe l'occasione migliore ci scaricherebbe come fecero americani, inglesi e russi nel 1943.

leggete qui, scendete con il cursore fino a dove parla della sicilia

http://cronologia.leonardo.it/storia/a1943hh.htm

Anonimo ha detto...

La Sicilia ha da sempre un suo destino, che non può mutare. La Sicilia non è unni u Signuri pessi i scappi, ca unu si la gghiri a ciccari, tipo Varese o Sondrio, per esempio. La Sicilia è l’ombellico del Mediterraneo, per cui tutte le volte in cui diventa strategico questo bacino e su di esso si spostano i giochi della storia, la Sicilia ne è restata e ne resterà necessariamente coinvolta. Ciò può accadere anche oggi e, volenti o nolenti, i siciliani dovrebbero attrezzarsi per questa nuova svolta, che è più grande di loro. Ciò non significa che dovrebbero voltarsi le spalle all’Italia (anche se lo meriterebbe), ma i rapporti potrebbero rinegoziarsi sulla base della autentica autonomia prevista dalla Statuto. Che poi qualcun altro possa avere l’interesse a che la Sicilia possa gestire effettivamente in maniera autonoma le sue risorse e il suo territorio, non dipende da noi, non lo possiamo impedire e non credo che lo dovremmo impedire. In fondo, paradossalmente, i maltesi stanno meglio di noi perché sono un protettorato britannico. S’immagini cosa sarebbe stata oggi Malta se fosse stata un dominio piemontese, come lo siamo noi ora, mancu l’occhi ppi chianciri. Possiamo ben essere italiani, per carità, ma se qualcuno si prende la briga di pregare l’Italia di non continuare a calcare più la mano nei confronti della Sicilia, perché ce ne dovremmo dolere.

Anonimo ha detto...

"S’immagini cosa sarebbe stata oggi Malta se fosse stata un dominio piemontese, come lo siamo noi ora, mancu l’occhi ppi chianciri. Possiamo ben essere italiani, per carità, ma se qualcuno si prende la briga di pregare l’Italia di non continuare a calcare più la mano nei confronti della Sicilia, perché ce ne dovremmo dolere."

a parte che ormai non si può più essere italiani finchè essa sarà strutturata in questo modo, cioè padano centrica e soprattutto fin non la smetteranno di elogiare coloro che ci annientati.
se qualcuno si prende la briga della sicilia, quello che vorrà in cambio sarà sicuramente superiore a ciò che davamo prima; certo, poi bisogna valutare caso per caso, ma la storia ci insegna che quando abbiamo chiesto aiuto c'è andata sempre male:
1)nel 1943, come già detto;
2)nel 1678, (rivoluzione antispagnola di messina, quando i francesi decidero di aiutare i messinesi, ma non perchè gli stavano simpatici, ma solo per disturbare la spagna e difatti con la pace di nimega del 1678 tra spagna e francia, quest'ultimi abbondonarono messina che fu rasa al suolo dagli spagnoli);
3)1296 circa, quando re Giacomo svendette la sicilia agli angioini, per ottenere la sardegna; fortunatamente in quel caso ci fu il fratello Federico che si accollò pure il peso di fare una guerra fraticida contro giacomo.

sicuramente ci saranno altri esempi che nemmeno conosco

Rustego ha detto...

Un altro notevole pezzo, il migliore che ho letto finora sul blog. Pacato ma fermo, deciso e non inutilmente polemico.

E' vero.

L'unione maledetta tra gli interessi economici di alcuni borghesi del nord e corrotti uomini politici ha prodotto un mostro - dal quale però non se ne esce invocando la posizione strategica della Sicilia rispetto a Sondrio - inutile osservazione di un commento fra l'altro condivisibile - bensì rifiutandosi di muoversi secondo le linee condotte dalla propaganda, che desidera ed incoraggia le divisioni folkloristiche "regionali" - ma guardandosi bene dall'appoggiare quelle vere e più profonde.