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mercoledì, novembre 07, 2007

Il Popolo Siciliano tenta lo scacco

Cos'è una rivolta? Cosa succede quando un popolo spontaneamente si ribella e la folla tumultuosa rompe gli argini spalancando le porte dell'inferno per gli oppressori, che hanno solo un breve lasso di tempo per richiuderle prima di essere inghiottiti? In questa era moderna imbevuta di un vuoto “politicamente corretto” e del paradosso delle missioni di pace non c'è più la percezione della folla, della moltitudine inferocita. Persino la sensazione di appartenenza ad un popolo sembra essersi affievolita sino quasi a scomparire. Ma in Sicilia ancora no. In Sicilia il Popolo è ancora forte, e più di un secolo dopo la famosa rivolta del sette e mezzo, sessant'anni dopo i moti indipendentisti degli anni 40, il Popolo Siciliano mette ancora paura:



4000 poliziotti per un funerale di stato? Ma quannu mai... Il regime tremava, e sapeva quello che sarebbe potuto succedere. Non è successo per un pelo, ma quel segnale ha tramutato il martirio di Falcone e di Borsellino in una vittoria, in una spinta verso la libertà che, grazie anche ad una ruota della storia che si è rimessa a girare, non si è ancora spenta e sembra travolgere tutto con il suo impeto.

Una battaglia non è però la guerra, e la vittoria è ancora incerta. Ma chi si scontrava in quei giorni, e chi si sta ancora scontrando cominciamo a poter distinguere, per quanto scaltri gli attori principali siano nel muoversi nell'ombra.

Seguiamo allora questa traccia appiccicosa che come una scia pende dalle filiere degli immondi tessitori. E ripensiamo al video di prima. Chi era quel vecchietto sconsolato interrogato ad inizio filmato? Come mai quella vena di disfattismo che il regista pensa di fare collimare con quelle che crede (o vuole far credere...) siano scene di disperazione e che invece contrasta nettamente con quel moto di risveglio?

Quello che sembra un povero vecchietto spaurito è il realtà uno dei più grandi eroi dell'antimafia. O meglio, degli “antimafiosi”, potremmo dire maliziosamente. Quello è Antonino Caponnetto. Al tempo delle stragi mafiose magistrato in pensione. SUBITO DOPO le stragi, candidato con la Rete di Orlando (divenne presidente del consiglio comunale di Palermo). E dopo ancora gran parlatore in tutti i convegni dove si trattasse di mafia. Un eroe a parole, possiamo dire: Falcone, Borsellino e tanti altri che ancora lavorano in silenzio saranno ricordati per le loro azioni. Ma quali azioni ricordiamo oggi di Caponnetto? Solo premi e parole. Sicuramente messo nell'ombra da Falcone e Borsellino quando era ancora in servizio, raggiunse la fama solo DOPO la loro morte.

Ma in che rapporti era Caponnetto con Falcone in vita? Leggiamo un brano tratto dal libro “Il cono d'ombra” di Mario Patrono (Cerri editore,pag.103-105)*:

"Ma l'accerchiamento di Falcone non è opera solo dei politici,della Rete,del Pci-Pds. Incredibilmente i suoi più cari amici,i magistrati a cui è stato più vicino,non hanno esitazione a sottoscrivere pubblicamente contro di lui. Il 28 ottobre 1991 sessanta magistrati firmano una lettera contro la sua Superprocura, definendola uno strumento inadeguato, pericoloso, controproducente: una lettera che tanta amarezza cagionò a Giovanni Falcone. Le prime firme sotto il documento sono quelle di Antonino Caponnetto,di Giancarlo Caselli e di Elena Paciotti"

Caponnetto, con la sua autorità negli ambienti giudiziari, si occupò quindi di isolare Falcone 'da sinistra', insieme ad altri colleghi. Il motivo? Per alcuni si trattò forse di sincera convinzione personale dell'inutilità delle proposte del giudice. Altri probabilmente furono spinti da invidia professionale. Per un gruppetto però si intravedono motivazioni politiche.

Falcone infatti si rifiutò di prestare fede alle dichiarazioni di un pentito, tale Pellegriti (uno dei tanti delinquenti stipendiati dallo stato sia prima che dopo, per chi ha orecchie per intendere...), che chiamavano in causa Andreotti dando apparentemente sostanza all'ipotesi di un terzo livello politico romano (Pellegriti accusava Salvo Lima di essere il mandante dell'uccisione di Piersanti Mattarella). Questo lo rese inviso a tutta la 'sinistra' (a quel tempo pronta a saltare alla gola della DC oramai indebolita per accaparrarsi il potere) ed in particolar modo all'ambiente della Rete ed al duo Orlando-Caponnetto.

Falcone forse peccò a quel punto di ingenuità: isolato come detto a sinistra, non poteva certo cercare protezione nella tana del lupo e ricevere riconoscenza da una DC che aveva momentaneamente salvato (ma solo per onestà: secondo lui quel pentito non era credibile) e che nel frattempo lo attaccava altrettanto violentemente tramite i suoi rappresentanti locali**:



Falcone uomo fedele allo stato fino in fondo non poteva arrivare troppo in alto. Capì o non capì quanto fosse realmente isolato? Quando fu fisicamente eliminato dalla mafia (in esecuzione di ordini provenienti da più lontano) egli era già morto dal punto di vista civile, ucciso dall'antimafia.

Ma come detto ad inizio, la rivolta dei Siciliani il giorno dei funerali della scorta di Borsellino capovolse tutto. E sul martirio di due eroi fiorì il risveglio di un Popolo.

Oggi tutto questo sta tornando di attualità. Mentre in Sicilia si smantellano gli ultimi resti di una certa struttura di potere mafioso (vedi gli ultimi eclatanti arresti) senza che gli antimafiosi (o semplicemente anti-DC?) riescano a rimpiazzarla con un altra, sembra si stia cercando di iniziare lo stesso processo oltre faro, in Calabria, dove i recenti fatti di cronaca riguardanti De Magistris ricalcano la storia appena raccontata, come traspare dall'intervista pubblicata sul Corriere.

La guerra è appena cominciata ma la conclusione non è poi tanto lontana nel tempo. Come in un torneo di scacchi, vincerà colui che riuscirà a prevedere con maggiore anticipo le mosse degli avversari, ed il Popolo Siciliano è iscritto al torneo di diritto.

*La citazione ed altri passaggi del post traggono spunto da un articolo segnalatomi da un navigatore. L'articolo spiega dettagliatamente i passaggi che portarono all'isolamento di Falcone da parte dei professionisti dell'antimafia. Ricordiamo comunque che esso è scritto da Lino Jannuzzi (Forza Italia), parte in causa nella guerra di potere di cui si parla.

**Lo spezzone video è isolato e fuori contesto. Cuffaro difende il sistema dal punto di vista politico da nemici che valgono tanto quanto lui ed i suoi capi romani. Nemici che non cercano cambiamenti ma solo sostituzioni. Si intravede un Falcone “danno collaterale” di una spietata guerra per il potere. Bisognerebbe ascoltare anche quello dal giudice detto nell'occasione, ma all'antimafia di Falcone interessa solo la fotografia. Non le parole. Se qualcuno ha notizie di altri spezzoni della trasmissione di Costanzo è pregato di segnalarli.

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Abate, molto bello l'articolo e la frase che dici: ucciso dall'anti-mafia mi fa capire che anche tu cercando di pulire il torbido ci hai visto qualcosa di tremendo.

Probabilmente al tempo dell'omicidio di Falcone ci fu una rottura all'interno della mafia ed una delle metà voleva continuare a servire la massoneria sinistroide, mentre l'altra decise di stare per conto suo.

Era il periodo di Tangentopoli e guardacaso il governo italiano inviò l'esercito in Sicilia(vespri siciliani)

Dopo tanti anni finalmente ho capito che l'esercito non fu inviato per debellare la mafia, ma per debellare quella parte di mafia che aveva deciso di non essere più asservita ai poteri forti massonici italiani.
Durante tangentopoli lo stato italiano aveva accusato una grave perdita di potere e siccome temeva di perdere la Sicilia, allora inviarono l'esercito(mica le infermiere ;-) )

Insomma la stessa situazione di oggi e stessa situazione della Calabria.

Viene ucciso Fortugno e ci sono tutti i sintomi di una divisione interna della ndrangheta, di cui una parte rimane fedele alla massoneria.

Ed anche in questo caso Fortugno è stato ucciso dall'antimafia.

(chi ci ha guadagnato da questo omicidio è stato solo il partito della margherita, quello di Fortugno, che in Calabria ha fatto furore)


Ormai non passa giorno che in Sicilia non arrestano qualche megaboss, il loro scopo è chiaro dopo aver utilizzato la mafia adesso se ne vogliono liberare.

Sono loro, i massoni e vogliono prendere il posto della mafia.

Anonimo ha detto...

Sto per finire un articolo che tratta di un probabilissimo boom dell'agricoltura in Sicilia, vi farò sapere non appena è on line

Abate Vella ha detto...

Mafia ed antimafia sono solo due facce della stessa medaglia: quella della lotta per il potere che si è sviluppata al nord Italia dopo la caduta del muro.

Gonzalo,
ho qualche difficoltà (al solito) a vedere questi schiaramenti così netti come dici tu, ma forse è solo una mia impressione.

Su una cosa però non sono convinto: non credo che dietro lo smantellamento della mafia (nel senso di criminalità organizzata) ci sia la massoneria. Diciamo che c'è una convergenza di interessi intarnazionali a liberare la Sicilia dalla colonizzazione padana.

Con questo post voglio anche dire che il Popolo Siciliano fino ad ora ha fatto correttamente la sua parte sostenendo l'azione di queste forze.

Semmai la massoneria liberale inglese con questo smantellamento viene a perdere una importante base d'appoggio nel Mediterraneo. Ricordati che quello che dice Grasso viene puntualmente snobbato dai giornali massoni del nord. Come ha masticato amaro il ministro pseudo-siciliano Amato...

Aspetto con impazienza notizie sull'agricoltura siciliana. Vediamo se riusciamo a smentire i piagnistei di alcuni sicilianisti che continuano a profetizzare disgrazie senza fine!

rrusariu ha detto...

Piero Grasso for President!!!

Ormai quando parlano i Siciliani e dicono pane al pane e vino al vino, danno solo fastidio.
Oggi il comitato centrale del PCUS con sede al viminale ha vietato ai tifosi napoletani di venire a Palermu. Siamo in dittatura, spero che i tifosi napolitani vengano a farsi lo stesso la gita a Palermu.
Non importa la partita ma dimostrare che si è liberi checchè ne dicano quelli del Security Council of Panem et Circences and Amusement Proibition.
Tempo fa scrissi sul sito de la Sicilia che hanno paura che la gente si assembri, hanno paura che vengano esposte bandiere.
Mi "rivolta" lo stomaco a vedere ancora quei tifosi che espongono il tricolore.
Stanno uccidendo il calcio quelli stessi che lasciano squadre titolate possono permettersi di far giocare undici stranieri o poco meno, a questi non proibiscono di giocare, perchè fanno business. Non certo il calcio colorito della Sicilie al di qua e al di la del Faro che non da business ai signori padani!!!

Anonimo ha detto...

Ciao Abate,
i colonizzatori padani a livello internazionale contano quanto il due di mazzi con la briscola a spade ma sono vili servitori della massoneria anglo-americana.

A me non interessa tanto dei padani, a me interessa soprattutto liberarmi dalle grinfie massoniche internazionali, ovvero le stesse che hanno decretato la fine del cattolico Regno delle Due Sicilie.

Vedrai molto presto il Sud Italia conterà molto di più del nord, tornerà una situazione ante 1860 e come era del resto fin dalla notte dei tempi.

E' importante rendersi contro che c'è stata una rottura tra mafia e massoneria, ecco perchè adesso i massoni se ne vogliono liberare, ma solo per prendersi il posto della mafia, tramite la sinistra massonica.

Non è forse la massoneria la più pericolosa tra le mafie?

La vicinanza della sinistra italiana alla massoneria internazionale si fa ogni giorno più evidente, hai sentito del Fassino incaricato da Solana come ambasciatore dell'UE in Birmania?

Peccato che la Birmania è anche zona di lotta tra Russia e USA(difatti la Russia ha subito posto il veto per le sanzioni)

E Solana, come Barroso è uno messo li dai poteri massonici anglo-americani.

Anonimo ha detto...

Presto un boom dell'agricoltura in Sicilia?

...continua a leggere su
www-neoborbonicisicilia.it

Anonimo ha detto...

Ciao Abate, leggi un po qua cosa arriva dalle Calabrie in merito al discorso mafia e massoneria.

;-)

http://blogalladeriva.blogspot.com/2007/11/adesso-diteci-che-non-e-vero.html#links

Abate Vella ha detto...

Gonzalo,

sono perfettamente in linea con te!

La Massoneria (che forse possiamo anche dire piú genericamente "i liberali") - sinistra italiana pensava di liberarsi della mafia-DC e installare i suoi scagnozzi al suo posto. Ma non c'é riuscita (ed io in questo vedo anche una frattura atlantica tra vecchio e nuovo mondo). L'antimafia (creatura della sinistra massonico-liberale) ha cercato di prendere tempo agitando in questi anni lo spettro della mafia credendo di poter bloccare tutto a parole, ma sembra che il suo tentativo stia per fallire.

Riguardo alla Calabria, la situazione sembra speculare, ma voglio scorgere una differenza: secondo me la posizione di Falcone e Borsellino rimarrá unica. I due siciliani non erano schierati (Falcone non era tanto convinto del terzo livello romano) e la loro intromissione ha di fatto messo in gioco attivamente il Popolo Siciliano. De Magistris lo vedo invece fare un lavoro di parte... (ben venga, per caritá...). Cosa ne pensi?

Complimenti per il lavoro sull'agricoltura!

X Rrusario: su questa storia delle tifoserie avevo qualcosa da pubblicare, poi la cosa é passata tra altri impegni ed ho lasciato perdere... forse la pubblico lo stesso!

Anonimo ha detto...

Ciao Abate, hai fatto un ottimo sunto dell'attuale situazione.
Vedo che anche tu cominci a vederci chiaro... ;-)

In base a quello che hai capito tutto ciò che succederà da oggi in poi potrà essere catalogato più facilmente.

Per quanto riguarda Falcone credo che lui sconoscesse la vera storia dell'unità d'italia e forse questo gli è stato fatale.

Ho letto il suo libro ma per capire bene la posizione di Falcone è necessario studiarlo parecchio.

Posso solo dire che lui probabilmente fu vittima di una rottura di mafia come fortugno vittima di una rottura della ndrangheta.

Per quanto riguarda De Magistris, mi sono arrivate info fresche dalla Calabrie, ma ti devo rispondere per forza in privato...

saluti

Anonimo ha detto...

Bravo abate Vella; vedo che hai mantenuto la promessa di qualche post addietro. Ripassare la storia di quei giorni per tentare di scoprire il movente dell'uccisione di Falcone. Borsellino, ritengo, venne eliminato perchè sapeva tutto di Falcone. In fondo si tratta di un'indagine dal sapore sciasciano, degna proprio dell'arguzia dell'abate Vella. Peccato, torno a ripetere, che Rita Borsellino, peraltro in controtendenza con tutta la sua famiglia (ricordo che allora vennero rifiutati i funerali di Stato), abbia ritenuto di poter individuare già subito chi poteva aiutarla per realizzare il suo legittimo desiderio di riscatto.

L'Ingegnere Volante ha detto...

Ragazzi,

Finalmente stiamo arrivando al nocciolo della questione.

Per Abate - complimenti per la sintesi efficace. Ma vorrei chiederti: alla luce della tempestività con cui è stato catturato Provenzano (cioè un secondo dopo l'elezione di Prodi) che assomiglia molto alla tempestività con cui sono stati catturati i Lo Piccolo (ovverosia proprio mentre Frodi & compagni sono sotto attacco per la mala gestione dell'immigrazione), non credi sarebbe meglio dire che la Mafia sia sotto il controllo anche e soprattutto della sinistra?

Per me l'associazione Mafia-DC ci può stare, ma ci deve anche stare l'associazione Mafia-massoneria-sinistra. Giusto per sgomberare il campo da equivoci. Che ne pensi?

Per Gonzalo - le tue teorie continuano a trovare riscontro nella realtà e questo mostra che ci vedi molto bene. Complimenti anche a te.

Saluti.

Abate Vella ha detto...

Come già dicevo a Gonzalo in "carteggio privato", il motivo per cui questa "guerra" sta andando per le lunghe è che le fazioni in gioco non sono solo due.

(ovviamente qui siamo più nel campo speculativo, per cui riservo queste considerazioni per i commenti ed evito di inserirle nei post...)

Certo: l'arresto di Provenzano pone degli interrogativi. Era sotto osservazione già da parecchio tempo (da sempre?) ma evidentemente il suo arresto era legato al risultato elettorale.

I liberali non hanno mai controllato la mafia. Forse ci hanno tentato. Forse per impedirgli di farlo si è arrestato Provenzano. Forse da quelle elezioni dipendevano certi equilibri nella guerra scatenatasi per il controllo del Mediterraneo.

Possiamo fare molte supposizioni, ma non vedo ancora gli elementi per dire con chiarezza come si sono svolte le cose.

Adesso dico una cosa che potrebbe non trovarvi d'accordo: la mafia non c'è più da tempo (attenzione alla mafia di cui parliamo!). Dal 1993 circa. Certi personaggi si sono tenuti in caldo per qualche evenienza, ma ora la loro funzione è cessata e si sta facendo piazza pulita per sempre.

La massoneria E' una mafia. Ma non quella di Provenzano e company.

Gonzalo ci ha aperto gli occhi su parecchie cose. Ma non siamo ancora arrivati abbastanza in fondo. Forse ho trovato uno degli elementi che chiarisce un po certe posizioni. Sto vedendo di mettere assieme qualcosa.

Abate Vella ha detto...

Aggiungo ancora qualcosa per L'Ingegnere Volante:

Tu hai chiamato il blog L'Ora del Vespro: mai nome fu più adatto al momento attuale! Il Vespro non fu solo una rivolta del Popolo Siciliano. Quello fu solo l'inizio. La rivolta si trasformò in una guerra complessa e lunga dove le fazioni di sfaldavano e si ricomponevano in continuazione. Il fatto che ne siamo usciti vincitori dimostra che tenacia dovettero avere i nostri antenati. La situazione di oggi rispecchia quella complessità.

Come dico nel post, ci siamo iscritti ad un vero e proprio torneo di scacchi. Di diritto e forse non proprio per scelta. E quel giorno ricordato nel primo video speriamo in un futuro non lontano venga ricordato come l'incipit del Nuovo Vespro.

Anonimo ha detto...

Per Gonzalo e per tutti gli altri amici:

ciò che pensava Chinnici della mafia...
ed altro.

Buona lettura.

un saluto
M. Siculo

Anonimo ha detto...

Queste discussioni si fanno sempre più interessanti.

Credo che non avremo mai le prove della verità, ma solo tanti piccoli indizi e molta intuizione.
Ma è necessario soprattutto capire verso che direzione tira il vento e sfruttare l'occasione, che potrebbe essere irripetibile.

X chi ha posto i quesiti, è vero fino a poco tempo fa la massoneria(oggi rappresentata dalla sinistra italiana) controllava la mafia, ma poi c'è stata una rottura.

La rottura tra mafia e massoneria a noi diventa evidente il giorno dell'arresto di Provenzano, lo stesso della vittoria della sinistra alle elezioni.
(se non fosse stata per questa coincidenza ammetto che non lo avrei mai capito)
Perchè mai sennò avrebbero fatto arrestare un alleato?

Probabilmente però la prima rottura tra mafia e massoneria avvenne proprio nel 1993 quando l'abate vella dice giustamente che la mafia è scomparsa e magari anche in quel periodo c'è stato un forte segnale e non ce ne siamo accorti perchè eravamo ancora appresso le femmine.

In effetti una volta che la mafia ha rotto con la massoneria(la vera mafia) non si può più parlare di mafia in Sicilia.

Ormai se ci fate caso in Sicilia i reati che si commettono sono solo pizzo ed estorsioni, tipici reati di chi deve campare la sua famiglia e quelli degli altri in carcere e che se avrebbe un lavoro vero ne farebbe pure a meno.

Oggi la sinistra che rappresenta la massoneria in Italia guarda caso si è assunta il ruolo di anti-mafia...

Anche Garibaldi era massone(sapete benissimo che il tizio è osannato dal Grande Oriente d'Italia)
Fu lui infatti che pose le basi in Sicilia per la nascita della mafia.

All'epoca non c'era ancora la mafia, e fu scelta la picciottanza baronale come embrione di questa creatura innestata nel grembo massonico.
Così nacque la mafia.

Vi ricordare quando Totò Riina si vantò in un processo che i suoi trisavoli avevano aiutato Garibaldi a sbarcare a Marsala?
Il cerchio è chiuso.

saluti
Gonzalo

Anonimo ha detto...

La mafia ci sarà sino a quando esisterà un potere disposto ad utilizzarla. Essa sta sempre sul carro del vincitore ed è disponibile a collaborare esclusivamente per la realizzazione di progetti che si preannunciano vincenti. Quando di mafia non si parla più, ma anzi si dice che essa è debellata l'operazione è chiusa. Esserci senza che nessuno lo sappia è l'obiettivo di fondo della mafia (semu ricchi e no sapi nuddu). Connesso è il tema del rigenerarsi della mafia: persone che si sbandiera ogni giorno ai quattro venti essere a capo della mafia sono persone bruciate, di cui è necessario liberarsi al più presto.

Abate Vella ha detto...

Caro Peppinnappa,

non cadiamo nella trappola dell'antimafia che ha cercato di rendere la mafia un qualcosa di trascendente!

A noi non interessa un fico secco se poi da qualche parte qualcuno vuole chiamare qualcos'altro con lo stesso nome.

Ho detto sopra attenzione alla mafia di cui parliamo. Qui parliamo degli scagnozzi del regime italiano che hanno tenuto sotto il loro pugno la Sicilia sino ai primi anni 90.

Avrei potuto scrivere la mafia è finita nel primo post di questo di questo blog un paio di anni fa. Ma non era prudente perchè quella mafia non era ancora stata politicamente sconfitta. Si teneva ancora qualcuno in caldo, pronto all'occasione per resuscitare tutto.

In questi giorni si sarebbe dovuto uscire a festeggiare nelle piazze, ma i Siciliani per prudenza (e scaramanzia) non se lo sognano neanche. Ma noi siamo qui per dire le cose chiare ed andare più a fondo degli altri.

Tra qualche tempo ci si renderà conto che non il momento dell'arresto di Lo Piccolo, ma il momento in cui Grasso ha detto che la cupola non esiste più può essere conisderato come la fine ufficiale della mafia.

(non ovviamente della delinquenza in Sicilia... per questo ci vorrà ancora qualche tempo)

Anonimo ha detto...

Non vorrei aver dato luogo ad equivoci; anch'io non sono un sostenitore di quelli che Sciascia chiamava "i protagonisti dell'antimafia", ma mi sembra che stia succedendo qualcosa che ancora non si riesce a cogliere. Parlimo chiaro, per esempio,anche questo tipo di risveglio antipizzo mi da pensare: ho come la sensazione, talvolta, che si faccia una gran grancassa su qualcosa che, forse, appartiene già al passato, essendo oggi già diverso il business. Non vorrei che si approntino tempi nuovi per la Sicilia, ma senza che ci sia nulla di chiaro e di trasparente e dunque senza che siano i siciliani a trarne vantaggio, bensì i soliti noti, con l'aiuto di una onorata società tutta rimessa a nuovo,la quale,come al solito, baratta gli interessi della Sicilia, col mutuo consenso a farsi i cazzi propri. Per carità, potrei sbagliarmi, in fondo le mie sono solo congetture e nient'altro.

L'Ingegnere Volante ha detto...

Caro Abate Vella,

Posso sbagliarmi ma io non vedo una divisione così netta tra mafia e massoneria.

Se è vero come è vero che la mafia non esisteva in Sicilia prima del 1860 (a proposito, un grazie a Meridio Siculo per aver pubblicato le parole di Chinnici a proposito), allora bisogna avere la quasi certezza che la massoneria diede l'impulso fondamentale alla nascita della mafia. Come, del resto, ci fa notare anche Gonzalo.

Secondo me, settori fondamentali dello Stato a tutt'oggi controllano la mafia. Altrimenti non riesco a spiegarmi le catture di Provenzano e dei Lo Piccolo proprio in momenti politici cruciali quali, rispettivamente, quello dell'elezione di Prodi, e quello della quasi-caduta di Prodi.

Poi se al potere ci stia la DC o il PCI-PDS-DS-PD poco cambia secondo me.

Ma anche le mie sono ipotesi, ovviamente.

L'Ingegnere Volante ha detto...

Caro Abate Vella,

Devo ringraziarti: riguardo al nome del blog "L'Ora del Vespro", hai proprio colto nel segno.

Aggiungo al tuo ragionamento un altro aspetto che mi ha indotto a scegliere questo nome. Quella rivoluzione memorabile che impegnò i nostri antenati per più di 90 anni e dimostrò al mondo di che pasta possono essere fatti i Siciliani, è arrivata ai nostri giorni proprio con il nome di un'ora della giornata, il vespro appunto, ma che guarda caso coincide anche con il nome di una preghiera: per l'appunto, i vespri, la preghiera della sera, cioè una delle maggiori ore canoniche della Chiesa.

Nella "Guerra del Vespro Siciliano", l'Amari ci racconta che tutto ebbe inizio il martedì seguente la Pasqua, il 31 marzo 1282, allorché si celebrò nella chiesa di Santo Spirito - appena fuori le mura meridionali di Palermo (oggi inglobata nel cimitero di Santo Spirito) - un'altra festa religiosa, e "quel giorno ci fu un altro oltraggio alla libertà, e allora il popolo si stancò di sopportare".

Quei fatti, quasi epici, sarebbero potuti arrivare a noi sotto altre spoglie. Magari lo stesso "oltraggio" che scatenò la rivolta non c'è mai stato (forse più una legenda che realtà), o magari è davvero successo ma altrove, o in un momento diverso. Fatto sta che al popolo siciliano è piaciuto ricordare e tramandare quei fatti evocando una chiesa normanna, il Santo Spirito, l'ora del vespro, la cerimonia religiosa successiva alla Pasqua, l'oltraggio. Tutti elementi fortemente evocativi e che ci rimandano alla devozione popolare, alla cristianità normanna, alla tradizione "trascendentale" sempre presente nello spirito dei Siciliani.

A tutto ciò mi sono ispirato, volendo rendere giustizia a quegli impavidi nostri antenati, oggi che un certo sicilianismo vorrebbe svilire la nostra identità di popolo, e il nostro Vespro, utilizzando le solite cotte e stracotte chiavi di lettura materialiste e laiciste.

E infine, come tu stesso hai notato, L'Ora del Vespro, vuole essere "attuale" e incoraggiare la nascita di un Nuovo Vespro.

Cari saluti.

Anonimo ha detto...

Credo sia arrivato il momento di scrivere un articolo sulla "vera" storia della mafia...

Credo che lo intitolerò "Giuseppe Garibaldi, il capo dei capi"

oppure

"Il primo dei padrini fu Giuseppe Garibaldi"

;-)

Abate Vella ha detto...

Caro Ingegnere Volante,
sto preparando un post in cui riassumo questi passaggi e do una mia interpretazione (anche basata su alcune delle osservazioni da voi fatte).
La discussione potrá essere ripresa presto!

Gonzalo nel frattempo aggiungerá carne al fuoco dicendogli qualcosa sugli inizi di tutto questo... ;)

Anonimo ha detto...

Probabilmente l'abate Vella ha ragione allorchè suggerisce di prendere atto del fatto che dai mass media sedicenti nazionali pare che comincino a giungere messaggi in ordine alla fine della mafia. Che la Sicilia esca da questo clima di diffamazione persistente è senza dubbio un fatto positivo ed importantissimo. Ciò che voglio dire però, è che, per chi si è assunto un ruolo critico nei confronti della ufficialità così detta nazionale, determinate tendenze che emergono non possono essere considerate esaustive e non possono esonarare dalla continua vigilianza, anche perché certi messaggi provengono da chi, già in passato, ha fatto comparire e scomparire la mafia a suo piacimento, secondo le esigenze del momento. Né va dimenticato, io almeno credo, che l'hums su cui si affermano certi fenomenì scomparirà realmente solo quando muteranno gli attuali rapporti di equilibrio tra la Sicilia e lo Stato italiano. Anche per questo propugniamo, mi pare, una Sicilia veramente autonoma o addirittura libera.