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domenica, settembre 09, 2007

Unnaddarè: tra le trazzere del villaggio globale

E' possibile per un siciliano vivere da siciliano nel mondo moderno? E' possibile conservare intatte le proprie tradizioni, la propria cultura, la propria lingua, anzi recuperare quello che si è perso e ri-diventare siciliani ancora una volta nella moderna babele culturale del villaggio globale? E' possibile fare tutto questo senza chiudersi in se stessi, ma anzi accogliendo in pieno la moderna rivoluzione informatica ed entrando nel XXI secolo dalla porta principale, quella della tecnologia e della globalizzazione? La risposta a tutte queste domande è si. Senza alcun dubbio. E ne abbiamo la prova: si chiama Kalsa.

Kalsa: un vocabolo evocativo, che racchiude in sé la storia di un popolo, la sua essenza mediterranea ed il suo presente fatto di rovine e rimpianti. Ma anche la sua voglia di riscatto e di ritorno, di ri-scoperta della sua complessa interiorità.

Se qualche hanno fa gli Agricantus (a proposito, ne approfitto per segnalare il loro nuovo elegante lavoro Luna Khina) erano partiti dalla loro terra per raggiungere il mondo, oggi gli Unnaddarè ci riportano il mondo in dono come fosse un comune ma preziosissimo portuallo (“Munnu ca ti munnu”) e ce lo fanno sentire nei nostri gesti quotidiani, nelle nostre parole, nel nostro caldo mare.

Può sembrare azzardato paragonare la musica di questa nuova band a quella degli Agricantus, due modi di fare musica diversi legati a due momenti diversi di una modernità ultraccelerata. Ma se il trio Crispi - Acquaviva - Wiederkehr può essere considerato il genitore della globalizzazione siciliana, il ponte che ha portato la Sicilia a ricollegarsi con la sua diaspora, gli Unnaddarè ne sono i figli, sono quella diaspora che ritorna in Sicilia a reclamare i propri diritti (finora negati) di siciliani dispersi per il globo: gli Unnaddarè nascono a Roma grazie ad un gruppo di “fuoriusciti” siciliani guidato da Maurizio Catania, la vulcanica mente del gruppo.

Il loro primo CD si intitola appunto Kalsa, che qui non vogliamo identificare con il famosissimo quartiere di Palermo ma con uno stato dell'anima, sospesa tra un passato che vuole restare ed un futuro che in-Kalsa irriverente. Proprio come nella title track, dove un gregge di pecore ed il suo pastore ci conducono incredibilmente tra le trazzere virtuali di una nuova matrix nella quale tutti i siciliani vivono idealmente collegati alla loro sorgente di vita. Un suono che è la porta verso un'altra dimensione dove il nostro passato ritorna mescolato al ritmo del futuro:

Stratuzze di petri e supra robi stinnuti
E chi è sta magia unnaddarè



Annullato lo spaziotempo, le altre tracce ora si incastrano perfettamente con le nostre contraddizioni, a partire da Terrarussa, in cui i bit del nostro portatile sono una polvere che si appiccica alla pelle e ci fa sentire ancora l'odore dell'umida tavola di mare che vediamo all'orizzonte dei nostri ricordi:

Terrarrussa terrarussa
strata stritta nmezzu e sierre
culuri di sta trazzera ca porta rittu o mare
Cavuru cavuru e cavuru
na tavola di mari
ca aspetta lu so suli
Terra rina rina terra russa na so terra


Poi attraverso la realtà virtuale di “A mo' casa senza mura”, dove è il nostro corpo a mutare geneticamente e ad espandersi sino a racchiudere l'intera Trinacria:

Ogni vota ca tu trasi intra a casa
T'assetti nda poltrona ca era di mo nonna
talii sta bedda valli co mari ca s'ammuccia
ogni vota ca tu trasi intra a casa
Bedda sta valli ca è ca davanti
Bedda sta valli ca vidu ca
Chista è a mo casa, chista è a mo cura, chista è a mo casa senza mura


Ma sempre come ostriche cocciute attaccate al proprio scoglio, ora che la tecnologia ci ha finalmente liberato e ci permette di gridare quella cocciutaggine che vuol dire anche rifiuto di arrendersi (“A vergini e a Ulanza”):

Duci Duci
Sutta sti cuperti
U vuliemmu ndo disiu
U vuliemmu pi l'usanza
A vergini e a Ulanza


Sino al lontano suono di sintetizzatori e campionatori mescolati all'odore di farina e lievito naturale di Fuluvespiri:

Crisciutu cu capuliatu stinnutu fora a porta
Sienti a musica, a musica ca ju cantu
sutta a casa unni fanu a pani


Dove ci stanno portando gli Unnaddarè? Indietro nello spazio o avanti nel tempo? Intanto installiamo il loro sistema operativo (in versione rigorosamente siciliana), spegniamo una volta per tutte l'aria condizionata e, mentre assaggiamo il portuallo che ci hanno offerto, respiriamo il nostro futuro:

I pinsera currunu senza scampu
Viaggiandu m'arripigghiu tuttu u tiempu
Viaggiu e nun sacciu unni vaju





Le pecore, il pastore ed il portatile da scrivere


Gli Unnaddarè su internet
Sito ufficiale: http://www.unnaddare.com/
My Space: http://www.myspace.com/unnaddare
Canale di Maurizio Catania su Youtube: http://www.youtube.com/user/catania22

Post Scriptum: non sono un grande estimatore del diritto d'autore (anzi...), ma credo che faremmo il nostro dovere di siciliani se ogni tanto spendessimo qualcosa nella nostra cultura. Visto che i (nostri) soldi pubblici vengono buttati nelle volgari recite di un comico sopravvalutato che fa a pezzi Dante in uno stadio di calcio (vuoi vedere che ci tocca anche difendere la “loro” cultura?), non contento permettendosi pure di accostarlo a della banale ironia a sfondo politico, pensiamoci noi (ancora) di tasca nostra a sostenere qualcosa di sincero. Evitiamo di procurarci i brani degli Unnaddarè “illegalmente” e scarichiamo pagando le loro canzoni da qui: Digital iTunes

1 commento:

Anonimo ha detto...

FINALMENTE I VERI SICILIANI si sono risvegliati da 147 anni di sonno profondo. Il sangue del Vespro di 750 anni fa`incomincia a scorrere di nuovo. Questa volta gli nemici non sono i francesi angioini e il papa, ma gli italici del nord, i pseudo-italiani che hanno perso le loro radici e lingue storiche, il governo coloniale italiano, i partiti nazionali italiani, l’opinione pubblica italiana col cervello lavato al stile stalinista, i pseudo-siciliani colonizzati, il sistema scolastico conformista perpuatori delle menzogne anti-storiche, la stampa asservita al potere politico italico. Il nostro momento storico per la nostra riscossa come popolo Siciliano e`arrivato il 4 luglio 2007 quando il popolo Siciliano ha finalmente smaschierato l’anti-eroe ed assassino garibaldi al parlamento italiano. Lo stesso giorno dell’anti eroe garibaldi e della revoluzione Americana. Noi faremo come hanno fatto gli Americani di 231 anni fa`, rovesciando il potere coloniale che le teneva schiavi. VIVA La Sicilia Libera, VIVA il popolo Siciliano, VIVA la Nazione Siciliana, VIVA LA LINGUA SICILIANA. Avanti col nuovo Vespro Siciliano