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venerdì, giugno 29, 2007

Black-out alla croce rossa

Sparare sulla croce rossa. Diciamocelo: questo è quello che questo blog sta facendo. E non da ora. Sin dai primi post, un paio di anni or sono, è stato detto chiaramente che il destino della Sicilia (o meglio, dell’Italia) era segnato. Che lo Stato Italiano era oramai alla frutta e che in realtà l’unica cosa che ancora ci lega al nostro crudele aguzzino (oltre, naturalmente, a 4 coppe del mondo e ad una manciata di ascari), è il sussidiario che buona parte dei siciliani si porta ancora bene impresso da qualche parte nell’inconscio.

Certo ora qualcuno si sta cominciando a svegliare. Ad esempio l’On. Pistorio, imbeccato dal nuovo corso lanciato da Lombardo, parla di “smobilitazione dello stato” dal sud Italia. Purtroppo le cose non stanno esattamente in questi termini. Nel senso che non si tratta per niente di una “smobilitazione” volontaria, ma piuttosto necessaria, visto che “l’impero” sta oramai crollando. E come la storia ci ha insegnato, quando un “impero” sta per crollare (per “l’impero” italiano le virgolette sono d’obbligo...) i primi colpi si avvertono in periferia, non certo a “Roma” (nel senso della Roma imperiale, non di quella stracciona e post-risorgimentale che ora ci troviamo tra i piedi).

Non vorremmo allora sembrare oltremodo impietosi nell’affondare ulteriormente il colpo andando ad occuparci dei tagli di corrente recentemente occorsi in Sicilia. Coloro i quali avrebbero avuto il dovere di spiegare a chiare lettere ai siciliani cosa sia successo in questi giorni non hanno avuto il coraggio di farlo, ed allora scriveremo due righe su queste pagine, sperando che poi il tam-tam virtuale della rete faccia il resto.

Tutti più o meno abbiamo letto le dichiarazioni dei responsabili dell’ENEL a riguardo dei distacchi e dei guasti occorsi al servizio di erogazione di corrente elettrica in Sicilia nei giorni passati.

Secondo il portavoce, gli utenti erano stati avvertiti dei distacchi programmati, infatti era “stata data informativa sul proprio sito internet”. Certo potevano anche appendere un foglietto di carta sul portone d’ingresso degli uffici dell’Enel di Cagliari, per dire, visto che non credo i siciliani (quelli che internet lo sanno usare o ce l’hanno, intendo) controllino ogni giorno il bellissimo sito dell’ENEL. Ma andiamo avanti.

La dichiarazione che più ci interessa è la seguente:

"Le interruzioni che si sono verificate in Sicilia lunedì e ieri sono state dovute ad eventi accidentali, non programmati da Enel".

Ora invece vi dimostriamo che i disagi occorsi erano prevedibilissimi, anzi si sapeva che sarebbero avvenuti in questi mesi almeno da qualche anno. Vediamo perchè.

Le dichiarazioni dei vertici dell’ENEL riguardo alla situazione generale siciliana ritornano ciclicamente ad avvolgergerci nel rassicurante mantra della sovrapproduzione di energia elettrica di cui la nostra isola si può fregiare. Dicendo questo i ribaldi non dicono una bugia, ma neanche la verità. Semplicemente la dicono a metà, e consapevolmente. Infatti non si può certo credere che stando dove stanno non sappiano che non conta solo la quantità totale di energia prodotta, ma anche la potenza erogabile, cioè a dire i watt orari.

Non tutti sanno che in Italia non vi è una sola borsa elettrica, ma 5 disclocate in diverse aree del paese. Una di queste fornisce il prezzo per l’energia siciliana. Ora, queste 5 “borse” si sono dimostrate relativamente insensate, in quanto il prezzo dell’energia si è rivelato unico per QUASI tutto il territorio italiano. E manco a farlo apposta quel quasi si riferisce proprio alla Sicilia.

Visto che siamo nell’era del villaggio globale, era nella quale la materia più preziosa è l’informazione, per quanto intangibile, i dati di queste borse sono consultabili online dal sito del gestore del mercato elettrico, il GME (www.mercatoelettrico.org).

Qui possiamo visualizzare i grafici dei prezzi (€ al MWh) dell’energia elettrica nelle varie borse italiane. Confrontando i prezzi della Sicilia con quelli del resto del paese si nota una cosa: che mentre i prezzi nella tarda serata, di notte e nella prima mattinata sono uguali a quelli del resto d’Italia, nelle ore di punta (corrispondenti ai picchi che si vedono sui grafici) di tanto in tanto il prezzo siciliano è molto più alto di quello “continentale”.

Siccome le regole di mercato le conosciamo tutti, non ci vuole un genio per capire che ciò è dovuto alla mancanza della potenza necessaria a soddisfare il fabbisogno LOCALE nei momenti di picco: quando l’energia serve veramente, non c’è!

Andando indietro nel tempo si può notare come questo non sia un fatto recente, ma consolidato negli anni (basta vedere i rapporti annuali e verificare che la media annuale dei prezzi dell’energia nelle ore di picco in Sicilia è più alta che in tutte le altre borse). E visto che l’incremento dei consumi di energia è modellabile nel tempo, i vertici dell’ENEL sapevano già da parecchio che nell’estate del 2007 si sarebbero avuti i primi problemi. E non hanno fatto niente. Anzi hanno continuato a prenderci per i fondelli credendoci (e forse non hanno tutti i torti...) dei deficienti.

Ovviamente i problemi, come detto sopra, sono solo locali. Infatti le industrie petrolifere e chimiche hanno bisogno di un flusso costante di energia per il loro processo produttivo. E questo è coperto con la parte bassa delle curve. Anzi, è coperto tanto bene che la Sicilia può permettersi di esportare energia perchè ne produce a iosa quando non ne serve. Il picco che vedete nelle curve corrisponde ai bisogni LOCALI e CONTINGENTI. Quelli di cui lo stato italiano non si è mai interessato da (quasi) 150 anni a questa parte.

Ritornando al discorso della croce rossa, sappiamo benissimo che se i necessari interventi non sono stati fatti non è per cattiva volontà. Ma semplicemente perchè stanno fallendo. E secondo me se il pesce puzza sempre dalla testa, il cattivo odore si comincia a sentire dalla coda: vediamo di tagliarla prima che marcisca completamente.

Infine, visto che negli ultimi post siamo spesso entrati in tema musicale, lasciatemi dedicare una canzone a tutti i siciliani che ancora si ritrovano quello stupido sussidiario a porre inciampo al funzionamento dei loro neuroni:


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Sig. Abate Vella,
magari si stancassero della Sicilia...
Sono sicuro però che se la nostra regione fosse una landa desolata della patagonia non ci avrebbero pensato due volte ad abbandonarci a noi stessi.
Ma noi siamo la Sicilia.

Se guardiamo la cartina vediamo la sua posizione al centro del mediterraneo, ne fa la regione più strategica.
Non per nulla abbiamo una delle principali basi USA(Sigonella) chiamata dagli stessi americani "The hub of the Med"

Sempre dalla Sicilia passano i gasdotti che dall'Africa arrivano in Italia.

Con la delocalizzazione di massa delle aziende occidentali in Cina, lo Stretto di Suez ha ormai assunto un'importanza mondiale per cui tutte le navi portacontainer troveranno la Sicilia ed il Sud Continentale come HUB naturale.

Un esempio è il porto di Gioia Tauro, l'unico porto italiano in grado di ospitare sui suoi moli le suddette mega-navi.

Che dire poi delle raffinerie siracusane, dove si produce il 40$ della benzina consumata in Italia.

Chi è il pazzo che abbandonerebbe la Sicilia se questa regione è fondamentale per il sostentamento dell'intera nazione?

E' vero però che ci sono dei segni di cedimento e presto ci sarà un gran casino.

saluti

rrusariu ha detto...

Purtroppo siamo alla roulette russa di Totò Vasa-vasa, che per salvarsi il didietro giudiziario, deve caricare il tamburo con quattro termovalizzatori, alternati con un paio di rigassificatori, et voilà le Roi Soleil, ils ont arrivè le monnaie par le Bruxelles, 10 miliardi di riempire la panza a l'amici e nuatri pp-agghiuttiri u fumeri ra munnizza di la penisola.
Quando i Siciliani si sveglieranno che li stanno fottendo usando lo specchietto delle allodole dei fondi comunitari, quando poi sti vastasi non fanno niente veramente per l'economia siciliana.

L'isola di Malta è cchiu nica, ma sta megghiu ri nuatri!!

Quando a fine settembre 2003 successe il blackout per il collasso di un albero in Svizzera sull'elettrodotto che portava corrente nella penisola, come mai la Sicilia con il surplus elettrico fu l'ultima ad riavere l'energia nelle abitazioni?

Abate Vella ha detto...

Gonzalo,

credo si sia esattamente sulla stessa lunghezza d'onda: se vai a vedere i post dell'anno scorso ne troverai parecchi sulla vera risorsa della Sicilia: la sua posizione.

Rrusariu, il commento al tuo intervento lo pubblico in un post a parte cosí da metterlo in giusta evidenza, visto che anche l'argomento é alquanto interessante