Recensioni
In mezzo a tanta spazzatura, ogni tanto tra i media di uno Stato "occidentale" dalla libertà di stampa di livello africano (senza offesa per gli africani, spesso oppressi da regimi di ascari sin troppo simili a quelli rintracciabili nelle aree centrali del Mediterraneo) si riesce a scovare qualcosa di interessante.
Per questo vorrei segnalarvi due ottime oasi di informazione di un certo livello, guarda caso ambedue nate in quella fucina culturale che è (era, e sarà) la Sicilia.
La prima segnalazione riguarda la carta stampata: La Voce dell'Isola, giornale quindicinale siciliano, diretto da Salvatore Barbagallo, sembra un miracolo, un fiore nel deserto che non si sa come sia sgusciato tra le strette maglie delle reti politiche di ascari che farebbero meglio a passare le mattinate appunto pescando piuttosto che poltrire tra gli scranni del parlamento più antico del mondo aspettando chissà quale ispirazione.
Al suo interno coraggiosi articoli di denuncia, come quelli sul sabotaggio dello Statuto sui numeri del 14/04 e del 31/03, ed interessantissime note storiche sul Vespro e sui cruciali anni 40 che videro l'infuriare della rivolta indipendentista
Dal sito (http://www.lavocedellisola.it/) è possibile scaricare e leggere per l'intero il giornale, visto che ancora non è disponibile in tutta l'isola.
La seconda segnalazione si riferisce invece alla nuova trasmissione di Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore nato a Catania ma originario di Agira nell'ennese.
Ieri sera abbiamo assistito alla prima puntata si Giarabub, in onda su La7 ogni domenica alle 23:30. Secondo la descrizione degli autori Giarabub sarà un programma itinerante, che offrirà spunti di riflessione partendo da fatti di cronaca.
Manco a farlo apposta, Giarabub è un'oasi situata nel deserto africano tra l'Egitto e la Libia, tra l'altro teatro di importanti fatti bellici nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Per la prima puntata, per metà disponibile anche on-line, si è scelto come quinta una raffineria di Priolo, mentre l'argomento sembrava essere lo "scontro" tra i punti di vista arabo ed occidentale sulla realtà della religione musulmana.
Sembrava dicevamo, perché in realtà Buttafuoco ed il suo ospite (un siciliano convertito all'Islam) non hanno fatto altro che segretamente parlare della Sicilia ai siciliani, chiudendola con un Assabenedica che ha suonato quasi come una schiacciatina d'occhio alla nostra storia che gli "altri" non potevano capire.
E già, Buttafuoco: nel suo ultimo bellissimo libro (Le uova del drago) ha commesso qualche strafalcione "politico" (vedi la descrizione della personalità di Canepa e la mistificazione dei fatti di Comiso), ma l'altra sera su Rai 2 quando ha scaraventato in faccia al bellimbusto che gli stava di fronte, e che lo accusava di regionalismo, un "la Sicilia non è una regione" ci ha fatto gridare nuovamente al miracolo.
E così fanno due miracoli nel giro di poche righe. Che stia veramente cambiando qualcosa dentro di noi?
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