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martedì, aprile 10, 2007

La resa di Siracusa

Di oltraggi la nostra isola ne ha subiti tanti negli ultimi (quasi) 150 anni. Ma nessuno ha quel sapore di beffa, quel sapore perfido di ignoranza e di sfregio che solo la vicenda dell'INDA riesce ad avere.

Nel 1913, mentre il resto d'Europa precipitava in un medioevo di barbarie, in tempi in cui i siciliani avevano ancora la percezione della loro patria, a Siracusa si costituì il comitato promotore di quello che potrebbe essere considerato il progetto culturale più ambizioso del '900: qualcosa al cui confronto la riedizione delle olimpiadi in chiave moderna di de Cuberten diventa una semplice manifestazione di contorno, almeno sul piano squisitamente culturale. Si decide cioè di far tornare il Teatro Greco di Siracusa all'antico splendore, destinandolo nuovamente alle rappresentazioni teatrali della tragedia greca.

La prima rappresentazione si svolse nel 1914: l'Agamennone di Eschilo suonò quale monito a quell'Europa che di greco non ha proprio niente, se non la refurtiva di qualche scorribanda mediterranea.

Nel 1925 il comitato si trasformò in Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA) come Ente Morale, continuando a svolgere la sua attività unica al mondo sino al 1998 quando si decise (giustamente) di trasformarlo in fondazione.

Ma ahimè l'ascaro siciliano non ha ritegno, e così l'intera storia dell'Isola Sacra di Sicilia si è dovuta prostituire all'invasore ignorante che ha preteso di spostare la sede dell'INDA addirittura a Roma.

Come tesse le sue trame il destino. Come dovevamo scendere in basso: l'istituzione culturale siciliana più importante, conosciuta in tutto il mondo per il suo merito irraggiungibile di avere restituito all'umanità le più grandi opere dell'intelletto nei loro scenari naturali scippata alla sua ovvia sede. Quale insulto per i nostri antenati che vedono la loro immensa civiltà divenire preda dell'arido nemico romano.

Duemila anni fa i siracusani difesero la loro civiltà sino a che l'ultimo respiro non fu esalato e morirono con lei, trascinandosi dietro la loro aristocratica fierezza ed impedendo ai soldati di Marcello di portare a Roma quale trofeo la loro dignità. I siciliani di oggi hanno permesso al ladro romano di riuscire dove il suo ben più degno antenato aveva fallito, e così oggi l'INDA mantiene la sede operativa a Siracusa ma ha sede legale a Roma.

La cosa è tanto mostruosa ed abnorme che sul sito ufficiale della fondazione la verità è quasi nascosta. E potremmo non farci neanche tanto caso se poi non decidessimo di andare a comprare i biglietti. Allora scopriremmo che gli spettacoli di Siracusa sono vietati ai giovani siciliani, perché se non hai la carta di credito puoi comprarli solo a Siracusa. Oltre ovviamente che in decine di punti vendita a Roma ed al Nord Italia.

Ecco la realtà della Sicilia di oggi, dove i nostri studenti non possono andare a vedere le rappresentazioni classiche perché i biglietti li vogliono tutti i padani. Caro sindaco di Siracusa, non si vergogna ad essere presidente di una tale schifezza? Non Le viene il voltastomaco pensando a quale bassezza la classe politica alla quale appartiene è arrivata?

Cosa aggiungere? Che magari sul sito Italia.it, il portale del turismo in Italia voluto dal romanaccio Rutelli (il cui nonno palermitano non smette di rivoltarsi nella tomba), la pagina della storia d'Italia le civiltà della Magna Grecia e della Sicilia non le cita neanche?

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