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giovedì, aprile 19, 2007

Gli è tornata la memoria...

Quante volte abbiamo, noi siciliani, cercato di protestare contro le inesattezze storiche pubblicate dai giornali, scritte sui libri, propagandate dai politici, spacciate dagli storici, urlate attraverso lo schermo televisivo: dal finto plebiscito, ai martiri dell'Autonomia, sino alle recenti fiction RAI (e tra poco arriverà sui nostri schermi l'ultima chicca: una baronessa di Carini spostata all'ottocento che alla fine non muore perché salvata nientepopodimeno che da Garibaldi, tra i dolori di fegato di Anita).

Ma coloro i quali scrivono continuando a perpetrare il falso così indecentemente lo fanno per ignoranza o in malafede? O forse hanno ragione loro e siamo noi siciliani a travisare la storia?

L'Italia "unita" nella sua breve e sozza storia, oltre alle colonie interne, ha avuto la possibilità di prevaricare anche oltremare. I nostri sussidiari ci parlano di popolazioni barbare, anche più dei terroni, alle quali con generoso slancio etrusco-latino si è tentato di portare un alito di ultraterrena civiltà sciaguratamente rispedito al mittente nel giro di pochi decenni.

La verità però circolava da tempo: i soliti disfattisti, urlavano i patrioti, citando strade ed opere di irrigazione che comunque al giorno d'oggi non si sa in che condizioni siano e senza specificare se queste erano costruite ad uso e consumo di tutti o solo dei coloni (che includevano anche una importante componente di disperati siciliani).

Ora all'improvviso è tornata la memoria a tutti e dall'oggi al domani, senza bisogno di riaprire archivi segreti, senza bisogno di indire nuovi processi (come la buffonata di Bronte di pochi anni or sono in cui si assolvevano tutti i protagonisti dei famigerati 'fatti' con nordica nonchalance), il Sole 24 Ore, a corollario della visita di D'Alema a Tripoli, può scrivere:

"(...) un colonialismo che non ebbe mano leggera: la guerriglia di Omar al Mukhtar fu repressa con 120mila morti su una popolazione di 800mila abitanti (...)"

Non so se i numeri così rendono la dimensione dello sterminio: considerando circa 200.000 vecchi e bambini e circa 300.000 donne diciamo che grosso modo è stata ufficialmente trucidata metà della popolazione maschile in età utile. Quindi o tutti facevano parte della guerriglia di Omar, o i macellai nostrani hanno scatenato una tale apocalisse da fare impallidire posti come il Rwanda o il Darfur.

In confronto a questi numeri, che scrupolo potrebbero mai avere avuto i tosco-padani quando i loro occhi avvistarono l'oro millenario dei Normanni?

E visto che ad un cenno dei loro padroni i giornalisti del paese che occupa la 40ma posizione nella speciale classifica sulla libertà di stampa dietro esempi di democrazia quali il Mali o Panama (ed appena più sopra della Serbia solo ieri bombardata con entusiasmo da tutto l'occidente) hanno subito dimostrato una ecccezionale perizia storica, non sembra qui si possa parlare di memoria corta. Piuttosto sarebbe meglio fare riferimento a problemi di "penna" corta.

Certo le cose ora sono cambiate, ed in cambio dell'oro nero libico l'Italia promette la costruzione di una autostrada da Tripoli sino al confine egiziano.

E pensare che in Sicilia in cambio della nostra aria, della nostra acqua, delle vite dei nostri figli non abbiamo ancora un'autostrada che porti a Siracusa o a Gela o una linea ferroviaria decente che colleghi Catania e Palermo.

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