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domenica, gennaio 28, 2007

A Gela l'Eni punta a prenderci per il sedere (e per il collo)


Quannu ancora oggi ccu guvernu e ccu li liggi
si vidi arrubbari la so' aria e lu so' mari
quannu comu a li funci spuntaru centu cimineri
e ccu tuttu chissu iddu nun potti travagghiari....
(Turi nun parrò – Carlo Muratori)


Le ultime crociate intraprese dai Verdi per proteggere l'ambiente in Sicilia non sono passate inosservate: i nostri benefattori hanno deciso di difenderci dagli alberghi a cinque stelle come a Sciacca, dai parchi tematici come a Regalbuto o dai termovalizzatori come a Paternò.


Che in tutti e tre i casi ci siano delle questioni di tipo ambientale da precisare non lo vogliamo certo mettere in dubbio, però è strano che nessuno si sia mosso nel caso dei rigassificatori o del Pet Coke di Gela. Ancora più sinistra è la cosa quando viene analizzata sotto un altra luce. Infatti mentre i casi di Sciacca, Regalbuto e Paternò riguardano iniziative che (nel bene o nel male) produrrebbero almeno un vantaggio economico certo per la Sicilia, quelli di Augusta, Porto Empedocle (rigassificatori) e di Gela (Pet Coke) i vantaggi li producono solo per il Nord Italia.


A Gela in particolare, in prossimità delle elezioni si è aperto un fronte politico-sociale piuttosto caldo, con l'MPA che promette una guerra serrata contro il petrolchimico ed il sindaco Crocetta che per riportare sulla sua figura le luci dei riflettori “denuncia” l'acqua calda, e cioè il malaffare del pizzo negli appalti per la raccolta dei rifiuti.


Fra i litiganti locali, ecco che però sbatte il pugno sul tavolo il gigante Eni, che da cinquant'anni fiorisce sulle nostre divisioni, comunicando a mezzo stampa le sue minacce ed al contempo cercando di rifarsi una verginità ambientale a cui non crederebbero nemmeno i bambini dell'asilo nido aziendale.


E così, velina o non velina, il Sole 24 Ore Sud del 24 gennaio pubblica l'articolo dal pomposo titolo “A Gela l'Eni punta sull'idrogeno”. Più ambiente di così! La prima cosa che mi chiedo è come mai una notizia così importante venga pubblicata sul dorso regionale e non su quello nazionale. Che l'Eni abbia deciso di puntare sull'idrogeno credo sia una novità assoluta, che dovrebbe interessare anche gli investitori. Ma poi, leggendo l'articolo, mi rendo conto che facendolo avrebbe fatto ridere tutti a Milano, mentre quei fessi dei terroni se la possono anche bere.


L'idrogeno in questione non è infatti quello delle celle a combustibile, ma quello necessario al processo di idrogenazione tramite il quale il petrolio viene trasformato in benzina. Ogni raffineria ne ha sempre avuto bisogno e se lo deve procurare per poter funzionare. Il fatto che l'Eni intenda aumentarne l'impiego a Gela può voler dire due cose: o che deve incrementare la produzione di benzina o che deve rendere il petrolio più leggero. In tutti e due i casi si prospetta un incremento delle emissioni in atmosfera (e Pecoraro Scanio viene a chiedere ai comuni siciliani di diminuire le emissioni locali: ahi ahi, ma allora ci marcia...).


L'altro problema che incontra l'Eni è quello dell'opposizione alla termovalorizzazione del coke che come sappiamo provoca il rilascio di sostanze cancerogene in atmosfera (e per la quale il solito ministro ha riconfermato gli incentivi Cip6). Anche qui si promettono investimenti, ma forse i manager del colosso petrolifero non hanno capito bene: è inutile che lo stoccate al chiuso il coke, perchè il problema principale sorge quando lo bruciate. Quindi anche su questo punto solo fumo negli occhi (e come sempre anche nei polmoni...).


Il più kafkiano dei proclami è invece quello dell'articoletto di fondo in cui si dice “avviato in anticipo il trattamento di falda”. Ma come in anticipo? Ma in anticipo rispetto a quando? Avete distrutto tutto, massacrato il territorio, forse sterminato famiglie intere (per questo diciamo che aspettiamo le conclusioni della magistratura...) ed ora alzate anche la cresta? Evidentemente se lo possono permettere, tanto è vero che poi, lontano dai titoli e tra le righe, come direbbe Camilleri ci mettono il carico da undici e minacciano di licenziare 400 persone, un quarto dell'intera forza lavoro, che poi è come dire un quarto di Gela.


Sicuramente a questo seguirà la solita farsa dei sindacati (al soldo dei potentati nazionali) che “lotteranno” per i lavoratori e che (mentre sottobanco l'Eni “chiederà” agli insorti di moderare i termini) si prenderanno poi il merito di averne salvati un buon 50-60% (che non sarebbero mai stati licenziati comunque).


Ora mi viene da chiedere ai cittadini di Gela (e di riflesso a tutti i siciliani): ma non siete stanchi di vivere così? Siete solo carne da macello in sovrappiù in vendita ad un unico offerente il quale, in forza di ciò, può chiedervi di tutto. Anche di vedere morire vostro figlio in mezzo ad atroci sofferenze. Davvero credete che se la piovra che vi divora andrà via non avrete più futuro? Che una vittima non abbia speranza senza il suo aguzzino?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02650
presentata da ANTONINO LO PRESTI mercoledì 10 aprile 2002 nella seduta n.128

LO PRESTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:

nella scorsa legislatura è stata presentata l'interrogazione 5-06839 del 13 ottobre 1999 con la quale si chiedeva quali iniziative il Ministero dell'interno intendesse adottare per garantire la legalità e la trasparenza dell'attività amministrativa del comune di Isola delle Femmine in provincia di Palermo, con specifico riferimento al pericolo di infiltrazioni nell'ambito della municipalità;

nessuna risposta è mai pervenuta;

le questioni denunciate con quell'atto riguardavano la presenza della giunta comunale di Isola delle Femmine di un assessore, cognato di un presunto boss mafioso, tale Pietro Bruno, nei confronti del quale di recente la Corte d'Appello di Palermo ha confermato la condanna penale (Giornale di Sicilia, del 16 marzo 2002);

l'assessore in questione, ingegnere Rocco Raffa, si è dimesso dopo l'arresto del cognato, ma risulta all'interrogante che continui ancora a frequentare il municipio;

di recente il sindaco di Isola delle Femmine, Stefano Bologna, è stato condannato a dieci mesi di reclusione per il reato d'abuso d'ufficio (Giornale di Sicilia del 15 marzo 2002) -:

se, a seguito di fatti accaduti nel luglio del 1999 e di quelli verificatisi nel marzo del 2002 l'amministrazione dell'interno abbia svolto attività ispettive sul comune di Isola delle Femmine;

quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato in merito alla condanna di primo grado, subita dal sindaco di Isola delle Femmine per garantire la legalità e trasparenza dell'attività amministrativa del comune ed ovviare al pericolo di un aggravamento della crisi di credibilità dell'istituzione locale e di infiltrazioni illecite nell'ambito della municipalità.(4-02650)

Palermo l’omissione posta in essere dal
sindaco del comune in ordine al rilascio
dell’illegittima autorizzazione edilizia ex
articolo 13, legge n. 47 del 1985, protocollo
n. 827/Cc del 20 maggio 1999 (all’ex
vice sindaco, oggi presidente del consiglio
comunale) in assenza di N.O. della Soprintendenza
ai beni culturali ed ambientali
di Palermo ed il cui carteggio e` gia` in
possesso della Prefettura;
sempre il gruppo consiliare « Nuova
Torre » con lettera datata 6 giugno 2002
ha ancora trasmesso, al prefetto di Palermo,
il prospetto di n. 10 concessioni
edilizie rilasciate, in costante violazione
delle norme vigenti in materia, in favore di
assessori, componenti o parenti dell’attuale
maggioranza consiliare;
al prospetto citato e` possibile evincere
il rilascio della concessione edilizia
n. 21 del 2001 del 14 maggio 2001 ai
signori Puccio Rosaria Maria, Domenica e
Salvatore, con istanza presentata, dal dichiarato
procuratore Pomiero Giuseppe, e
dalla concessione edilizia n. 13 del 2000
del 7 giugno 2000 alla signora Cataldo
Rosaria, ma i relativi provvedimenti della
Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali
e del Genio Civile sono intestati a
Pomiero Giuseppe;
Atti Parlamentari — 5001 — Camera dei Deputati
XIV LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 LUGLIO 2002
i nomi di Pomiero Giuseppe, cosı`
come quello del citato boss Pietro Bruno,
risultano tra i soggetti economici ai quali
e` stata effettuata la confisca di beni illeciti,
il cui elenco generale e` stato allegato alla
relazione della Commissione Parlamentare
sul fenomeno della Mafia nella IX legislatura
presentata alla Presidenza delle Camere
il 16 aprile 1985 –:
se, verificate le gravi notizie esposte
dall’interrogante, non ritengano necessario
ed urgente avviare le procedure per lo
scioglimento del consiglio comunale di
Isola delle Femmine.

Atti Parlamentari — 5001 — Camera dei Deputati
XIV LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 19 LUGLIO 2002

ANGELA NAPOLI. — Al Ministro dell’interno,
al Ministro della giustizia. — Per
sapere – premesso che:
fin dal 1999 parlamentari di Alleanza
Nazionale hanno presentato atti ispettivi
per richiedere interventi adeguati al ripristino
della legalita` , contro le infiltrazioni
mafiose, presso amministrazione comunale
di Isola delle Femmine;
nonostante fin dal giugno del 2000,
dopo particolari indagini, siano stati comprovati
rapporti di parentela e di amicizia
tra amministratori del comune in questione
ed esponenti della criminalita` organizzata
del luogo, il prefetto di Palermo
non ha inteso disporre l’accesso previsto
dal decreto ministeriale del 23 dicembre
1992;
con lettera datata 13 settembre 2001
l’Associazione « Nuova Torre », rappresentata
nel consiglio comunale di Isola delle
Femmine, ha ribadito, al Ministro dell’interno
pro-tempore le denunzie contenute
nelle interrogazioni parlamentari presentate
da altri deputati di Alleanza Nazionale,
dando notizia di appoggi malavitosi
profusi nei confronti dell’attuale sindaco
durante le ultime elezioni amministrative
del 24 giugno 2001;
va ricordato che nella giunta comunale
di quel comune c’e` stato, con delega
ai lavori pubblici, il cognato di un noto
personaggio arrestato con l’imputazione di
associazione mafiosa nel contesto di una
indagine volta a ricostruire la nuova
mappa delle cosche palermitane;
sembrerebbe che parenti dell’assessore
in questione, poi dimessosi, e del
presunto boss Pietro Bruno, individuato
dagli inquirenti come capo zona di fiducia
del boss superlatitante Bernardo Provenzano,
dirigano presso il comune di Isola
delle Femmine gli uffici anagrafe, elettorale,
leva e segreteria, il che agevolerebbe
l’assessore dimissionario ed il presunto
boss mafioso ad acquisire ruoli preponderanti
nella trattazione d’affari politiche
edilizie;
con lettera datata 8 gennaio 2002, il
gruppo consiliare « Nuova Torre » di Isola
delle Femmine ha segnalato al prefetto di
Palermo l’omissione posta in essere dal
sindaco del comune in ordine al rilascio
dell’illegittima autorizzazione edilizia ex
articolo 13, legge n. 47 del 1985, protocollo
n. 827/Cc del 20 maggio 1999 (all’ex
vice sindaco, oggi presidente del consiglio
comunale) in assenza di N.O. della Soprintendenza
ai beni culturali ed ambientali
di Palermo ed il cui carteggio e` gia` in
possesso della Prefettura;
sempre il gruppo consiliare « Nuova
Torre » con lettera datata 6 giugno 2002
ha ancora trasmesso, al prefetto di Palermo,
il prospetto di n. 10 concessioni
edilizie rilasciate, in costante violazione
delle norme vigenti in materia, in favore di
assessori, componenti o parenti dell’attuale
maggioranza consiliare;
al prospetto citato e` possibile evincere
il rilascio della concessione edilizia
n. 21 del 2001 del 14 maggio 2001 ai
signori Puccio Rosaria Maria, Domenica e
Salvatore, con istanza presentata, dal dichiarato
procuratore Pomiero Giuseppe, e
dalla concessione edilizia n. 13 del 2000
del 7 giugno 2000 alla signora Cataldo
Rosaria, ma i relativi provvedimenti della
Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali
e del Genio Civile sono intestati a
Pomiero Giuseppe; i nomi di Pomiero Giuseppe, cosı`
come quello del citato boss Pietro Bruno,
risultano tra i soggetti economici ai quali
e` stata effettuata la confisca di beni illeciti,
il cui elenco generale e` stato allegato alla
relazione della Commissione Parlamentare
sul fenomeno della Mafia nella IX legislatura
presentata alla Presidenza delle Camere
il 16 aprile 1985 –:
se, verificate le gravi notizie esposte
dall’interrogante, non ritengano necessario
ed urgente avviare le procedure per lo
scioglimento del consiglio comunale di
Isola delle Femmine. (4-03570)




XIV LEGISLATURA Ñ ALLEGATO B AI RESOCONTI Ñ SEDUTA DEL 10 APRILE 2002

LO PRESTI. Ñ Al Ministro dellÕinterno.
Per sapere Ð premesso che:
nella scorsa legislatura e` stata presentata
lÕinterrogazione 5-06839 del 13
ottobre 1999 con la quale si chiedeva quali
iniziative il Ministero dellÕinterno intendesse
adottare per garantire la legalita` e la
trasparenza dellÕattivita` amministrativa del
comune di Isola delle Femmine in provincia
di Palermo, con specifico riferimento
al pericolo di infiltrazioni nellÕambito della
municipalita`;
nessuna risposta e` mai pervenuta;
le questioni denunciate con quellÕatto
riguardavano la presenza della giunta comunale
di Isola delle Femmine di un assessore,
cognato di un presunto boss mafioso,
tale Pietro Bruno, nei confronti del quale di
recente la Corte dÕAppello di Palermo ha
confermato la condanna penale (Giornale
di Sicilia, del 16 marzo 2002);
lÕassessore in questione, ingegnere
Rocco Raffa, si e` dimesso dopo lÕarresto del
cognato, ma risulta allÕinterrogante che
continui ancora a frequentare il municipio;
di recente il sindaco di Isola delle
Femmine, Stefano Bologna, e` stato condannato
a dieci mesi di reclusione per il
reato dÕabuso dÕufficio (Giornale di Sicilia
del 15 marzo 2002) Ð:
se, a seguito di fatti accaduti nel
luglio del 1999 e di quelli verificatisi nel
marzo del 2002 lÕamministrazione dellÕinterno
abbia svolto attivita` ispettive sul
comune di Isola delle Femmine;
quali iniziative intenda adottare il
Ministro interrogato in merito alla condanna
di primo grado, subita dal sindaco
di Isola delle Femmine per garantire la
legalita` e trasparenza dellÕattivita` amministrativa
del comune ed ovviare al pericolo
di un aggravamento della crisi di
credibilita` dellÕistituzione locale e di infiltrazioni
illecite nellÕambito della municipalita`
. (4-02650)