Il numero perfetto
I recenti fatti di Genova, con i “tifosi” serbi impegnati in una strana espressione di sostegno per la loro squadra, pongono diversi interrogativi.
Ci si potrebbe chiedere come mai la polizia italiana abbia lasciato fare, secondo una poco chiara tecnica di prevenzione del crimine, e non si siano accorti di come gli scontri fossero stati organizzati da tempo, quando persino un ragazzino lo ha capito facilmente (“Lo studente nell’inferno di Marassi «Tutto era già stato organizzato»”, Corriere.it 15 ottobre 2010).
Ci si potrebbe chiedere come mai i giornali italiani siano così pronti a pubblicare lettere di scuse da parte di tutti per cercare di riabilitare l'immagine di Ivan agli occhi degli italioti (“Ivan il terribile: «Chiedo scusa all' Italia»”, Corriere.it 15 ottobre 2010).
Ci si potrebbe chiedere, usando la dovuta cautela, se ci sia una qualche relazione tra l'epilogo della sfilata gay a Belgrado pochi giorni or sono ed i fatti di Genova (“Gay Pride, scontri a Belgrado, l'estrema destra contro il corteo”, Repubblica.it 10 ottobre 2010).
Sarebbe anche legittimo domandarsi per quale motivo qualcuno abbia pagato gli ultrà serbi per recitare quel miserrimo show (“«Ultrà serbi pagati da due boss latitanti» Versati 200mila euro a 60 teppisti”, Corriere 16 ottobre 2010).
Ad un giornalista siciliano invece preme un interrogativo molto più sottile: che cosa vorranno mai dire quelle tre dita levate al cielo verso da parte dei giocatori serbi?
I quesiti posti tramite l'articolo di SiciliaInformazioni.com (I separatisti siciliani adottarono lo stesso saluto dei serbi, tre dita aperte, le gambe della Trinacria. E i cetnici?, 15 ottobre 2010) sono precisi ed inevitabili:
E’ una coincidenza, dunque, il fatto che i separatisti siciliani e i cetnici abbiano lo stesso “saluto”? Probabilmente lo è, ma non ne possiamo essere affatto sicuri. Occorrerebbe effettuare una ricerca. Ma ne vale la pena?
Tanto per capirci meglio, i “cetnici” sarebbero gli irredentisti serbi, che wikipedia, la libera (o liberale...) enciclopedia, dichiara antisemiti, nazionalisti, responsabili di genocidi vari. Fascisti, insomma.
Sul nostro quotidiano online serpeggia dunque la stessa accusa contro l'indipendentismo siciliano, rafforzata dai colori suggeriti dall'immagine a corredo.
Si dovrà certo ammettere che la presenza di una base militare russa in Serbia, ed il collegamento con l'Italia operato dal vicino aeroporto di Nis da una compagnia siciliana (la Windjet di Antonino Pulvirenti) potrebbero anche far pensare ad un qualche collegamento.
Di questo collegamento siculo-russo si era a suo tempo già risentito l'Economist, la nota rivista finanziaria inglese (si veda il post “Giù la maschera”). Ma la cosa possiamo anche comprenderla: la Serbia è anche l'ultimo bastione politico dell'oriente ortodosso nei Balcani (l'agent provocateur russo, qualcuno direbbe).
I contatti tra Sicilia e Serbia non dovrebbero allora stupire più nessuno. Ci si dovrebbe piuttosto interrogare su quali siano i contatti tra Parlagreco (autore del pezzo di SiciliaInformazioni.com) e l'Economist.
E la cosa non finisce qui.
Oggi i giornali hanno dato notizia della svolta “cetnica” della Germania. La Merkel durante il congresso dei giovani del Cdu e del Csu ha dichiarato fallito il modello multiculturale (LaRepubblica.it, 16 ottobre 2010) imposto a tutta l'Europa dai magnati della finanza mondiale:
“Gli immigrati (...) si devono integrare e devono adottare la cultura e i valori tedeschi”
Insomma, la Serbia ai serbi, la Germania ai tedeschi e la Sicilia ai siciliani, ognuno secondo la propria storia e tradizioni.
Ecco il gesto fatto dalla Merkel per indicare il nuovo corso tedesco:
3 commenti:
Ciao Abate, ben tornato ;-)
Sai cosa pensavo e se il numero 3 fosse diventato un segno di riconoscimento prestabilito dai paesi che abbiano aderito al blocco di potere russo.
Non so se hai avuto modo di leggere, ma la Germania è entrata da poco a pieno titolo nel Southstream...
Starò attento se qualcuno li mostrerà in Italia ;-)
non ci avevo proprio pensato
Sono contentissima. Grazie per avere ripreso a scrivere. Alessia
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