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martedì, ottobre 12, 2010

In marcia per lo Statuto




Con la preghiera di darne la massima diffusione. Grazie.
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• Al Ministro-Presidente della Regione siciliana
• Al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana
• Ai Sig. Assessori regionali
• Agli On. Deputati regionali siciliani
• Ai Ch.mi Senatori eletti in Sicilia
• Agli On. Deputati eletti nelle circoscrizioni della Sicilia
• Ai Sig. Eurodeputati eletti nella circoscrizione Sicilia-Sardegna

APPELLO PER L’ATTUAZIONE DELLO STATUTO SPECIALE DELLA REGIONE SICILIANA

Sabato 30 ottobre 2010 alle ore 15:30 a Palermo, in piazza Ruggiero Settimo, si raduneranno i partecipanti alla manifestazione “30 ottobre – La Sicilia e i Siciliani per lo Statuto“; il corteo dei manifestanti raggiungerà, transitando per via Maqueda e corso Vittorio Emanuele, il Palazzo Reale, sede del Parlamento Siciliano.

L’obiettivo è richiedere l‘applicazione dello Statuto Siciliano.

Con la presente i cittadini siciliani chiedono alla loro legittima rappresentanza istituzionale democraticamente eletta di porre termine alla situazione di illegalità costituzionale in cui la Nostra Regione versa da più di sessant’anni dall’ottenimento di quello Statuto autonomistico, di natura pattizia, che le avrebbe consentito un’ampia forma di autogoverno.

Nonostante talvolta i media dicano diversamente, infatti, lo Statuto Siciliano è operante soltanto in minima parte, talvolta distorta, e neanche nei suoi punti più qualificanti, grazie anche ad un sistema di giurisprudenza costituzionale che non è conforme agli accordi che con lo Statuto si erano stabiliti tra lo Stato Italiano ed il Popolo Siciliano.

Come è noto, inoltre, questa Carta non è un “incidente” della storia, ma una precisa riparazione contro le tante violazioni costituzionali che avevano contrassegnato in precedenza la confluenza dello Stato di Sicilia nelle formazioni politiche dapprima duosiciliane e poi italiane, e quindi un ordinamento che dettava le linee guida per il futuro, in uno spirito di cooperazione tra concittadini della Sicilia e del resto del Paese, in modo da evitare che si ripetessero i saccheggi, li sfruttamenti indiscriminati, le forme di vero colonialismo interno, che avevano
caratterizzato la storia precedente.

Questa promessa, vero patto tra Sicilia e Italia, è stata unilateralmente tradita o stravolta dallo Stato italiano, dai suoi poteri forti in molti modi e, purtroppo, anche da larghi strati della sua classe politica e dirigente.

• Dov’è la nostra Alta Corte?
• Dove sono le norme attuative dello Statuto?
• Dov’è l’ordinamento tributario separato che ci era consentito?
• Dov’è l’applicazione generalizzata del principio di territorialità nell’attribuzione del gettito tributario?
• Dov’è la devoluzione del demanio e del patrimonio dello Stato alla Regione ed ai suoi enti locali?
• Dov’è la determinazione certa del Fondo di Solidarietà Nazionale per la
programmazione di piani di investimento infrastrutturale?
• Dov’è la compartecipazione della Sicilia alla gestione della politica
valutaria e, implicitamente, monetaria (oggi in parità con gli altri membri del SEBC)?
• Dov’è la devoluzione di tutte le funzioni amministrative ed esecutive
dallo Stato alla Regione ed agli enti locali?
• Dov’è la soppressione delle province e delle prefetture?
• Dov’è la partecipazione strutturale del Presidente della Regione al Consiglio dei Ministri per rappresentare l’amministrazione statale in Sicilia?
• Dov’è l’esenzione daziaria sull’importazione dei beni per il capitale
agricolo e agro-industriale?
• Dov’è la gestione autonoma dei prestiti interni con la possibilità di
ricorso diretto al risparmio pubblico?
• Dov’è la sezione siciliana della Corte di Cassazione?
• Dov’è la gestione autonoma dei vitali settori del credito, delle assicurazioni e della finanza?
• Dov’è la Polizia regionalizzata?
• Dov’è la scuola autonoma, con la scuola primaria in competenza esclusiva, dove poter insegnare lo Statuto, la storia, l’arte, la musica e la lingua e letteratura siciliana?
• Dov’è la nostra compartecipazione alla formazione degli atti comunitari
europei su materie di nostra competenza e la nostra autonoma attuazione degli stessi?

E si potrebbe continuare.

I cittadini siciliani che consegnano questo appello considerano la propria “deputazione”, lato sensu intesa, l’unica che legittimamente possa chiedere a gran voce nelle sedi istituzionali competenti il mantenimento dei diritti costituzionali del Popolo Siciliano.

Senza il rispetto dei diritti costituzionali della Sicilia non ci sarà uscita dal sottosviluppo, non ci sarà liberazione possibile dalla mafia e da ogni altra illegalità, non ci sarà una propulsione autonoma che possa condurre a vere condizioni di cittadinanza, ma solo assistenzialismo e subalternità. Senza l’applicazione dello Statuto saremo sempre sudditi, piegati alla richiesta del “favore” al posto di ciò che è invece un “diritto”.

Siamo coscienti che le emergenze oggi appaiono altre: una disoccupazione ormai abnorme, i nostri produttori strangolati dal “racket” dei compratori nazionali, i nostri redditi erosi da una continua e strisciante inflazione e da politiche centrali dissennate, gli enti locali sovraffollati e in dissesto, servizi pubblici e infrastrutture indegne di un paese civile, chiusure continue di ogni struttura, impresa, centro decisionale, nonché emergenze sociali ed ambientali da tutte le parti. Ma siamo anche coscienti che se continueremo a delegare ad altri le decisioni cruciali per la nostra Terra, le cose non potranno che andare a peggiorare. Solo noi siciliani possiamo farci carico dei nostri problemi e tornare a
camminare sulle nostre gambe finalmente come un paese normale. È da circa sei secoli che lottiamo per l’autogoverno e finora l’avere affidato ad altri il nostro destino ha prodotto soltanto un lento e inesorabile declino.

Su questo chiediamo chiarezza e coraggio da parte di tutti.
Noi non ci fermeremo.
W la Sicilia!

Santo Trovato (Catania), Rosa Beatrice Cassata (Messina), Gianluca Castriciano (Messina),Domenico Corrao (Palermo), Carmelo Cuschera (Favara - AG), Mimmo Dagna (Palermo), Beppe De Santis (Palermo), Mario Di Mauro (Catania), Antonio Fricano (Palermo), Fonso Genchi (Palermo), Giuseppina Marrone (Siracusa), Gaetano Simile MacColl (Palermo)

Ufficio stampa
L’ALTRA SICILIA – Antudo
www.laltrasicilia.org
Sito Web evento

1 commento:

Anonimo ha detto...

bentornato abate!

Spero di esserci.

Luca