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lunedì, marzo 15, 2010

Boccone amaro

La vittoria del Catania contro l'arrogante corazzata interista di venerdì sera ha probabilmente suggerito a tanti, su è giù per lo stivale, un pensiero maligno: quello di piantare un bel calcio nel sedere al proprio superiore il lunedì mattina appena rientrati al lavoro.

Non per un socialisteggiante spirito di rivalsa, che l'animo dei catanesi di “socialista” non ha un bel niente, ma per puro sfregio. Perché tutta quella apparente voglia di ribellione degli abitanti della città etnea non è altro che questo: un istintivo e continuo tentare di sfregiare i potenti. Un “taglio” fine a se stesso.

Come quella irridente mini-parabola disegnata da Mascara dal dischetto.

Una rasoiata sul curatissimo viso di Massimo Moratti e su quello di tutti coloro che ogni volta che il minuscolo calatino segnava accantonavano le sue prodezze come frutto del caso con le solite insinuanti domandine sulla falsa riga del “Ma lo voleva fare?”

Chiedetevelo ora se “lo voleva fare”. Ora che il sangue sgorga copioso da quel taglio. Ora che in “Padania” i signorotti si combattono con i colpi più bassi e sono costretti a chiedere aiuto ai siciliani per “riaprire la partita”. E noi l'aiuto lo forniamo, non sia mai. Ma nel frattempo i vari Moratti, i vari Montezemolo, i vari Berlusconi devono ingoiare anche qualche sgradevole sorpresa.

Come il 3 a 1 del Massimino. Nemmeno il tempo di lasciarsi alle spalle il 2-0 di Miccoli e compagni a Torino. I giovanottoni nerazzurri si facevano scudo della protezione sportiva che il loro datore di lavoro aveva assicurato da qualche tempo al Catania ed al Palermo: “Non oseranno”, ridacchiavano sicuri. “Non oseranno”, dovevano ripetersi sicuri i giornalisti sportivi d'Italia. Anche quelli che tifano Roma o Milan o Juventus.

Non oseranno certo mancare ad una delle regole non scritte del mondo del calcio italiano, secondo la quale non ti devi mai scordare di portare rispetto alla tua buona stella, sia essa Juve, Milan o Inter. Ed il Catania non aveva mai mancato: tutti i punti o le qualificazioni in coppa Italia che aveva silenziosamente conquistato contro il Milan sino ad ora erano stati degli evidenti regali di Sua Maestà il pecoraio. Una sudditanza sportiva che faceva da codazzo a quella politica di Raffaele Lombardo.

Fine di Silvio, fine del protettorato politico di Arcore. La necessità di correre ai ripari ha portato il Catania alla corte del re della raffinazione (si veda il post “Panchine scottanti”). Un re che quella sera era un pochino meno sicuro dei fatti suoi rispetto ai giocatori ed ai giornalisti, anche se aveva evitato di far trapelare i suoi timori. Forse continuava a ripetersi un “Ma no, non oseranno” nel tentativo di auto-rassicurarsi

Lo aveva ripetuto tra sé e sé per tutto il primo tempo, mentre la squadra di Pulvirenti continuava a mangiarsi un goal dopo l'altro. Poi, una volta segnato quel golletto facile facile, si era finalmente rappacificato. Sino al fulmine a ciel sereno di Lopez, che improvvisamente gli ha fatto capire tutto.

L'Inter non è stata solo sconfitta. E' stata umiliata, stracciata in una partita trasmessa in mondovisione una sera in cui vi era poco altro da vedere in TV nel resto d'Europa. Ed il Catania ha osato perché sapeva di poterselo permettere. Sapeva che anche Moratti stava ottenendo qualcosa da quell'accordo dal quale non può tirarsi indietro.

Moratti sta ottenendo l'appoggio di Lombardo nella sua lotta per la conquista del Nord Italia a spese di Montezemolo, messo alla gogna nazionale sul caso di Termini Imerese. Un Montezemolo ascarizzato che, da buon piemontese, si è alleato allo straniero francese [*] per tentare di mettere le mani dove non riesce con le sue sole forze.

Moratti sta ottenendo l'appoggio di Lombardo nella sua lotta per la conquista del Nord Italia a spese di Berlusconi e dei suoi accoliti leghisti, dai quali proprio in questi giorni il Presidente della Regione Siciliana ha preso le definitive distanze (“Siamo al crepuscolo del berlusconismo”, Raffaele Lombardo Blog 15 marzo 2010).

Aprite le pagine di ogni giornale per vedere che cosa è successo in questo fine settimana: Lombardo e Miccichè hanno fatto pace, Casini ha ufficializzato la fine politica di Cuffaro (a chi si rivolgeranno ora i suoi parlamentari all'ARS?), un altro passo avanti è stato fatto verso la chiusura del capitolo mafia con l'arresto del fratello di Denaro. In questo fine settimana è praticamente nato il partito del Sud che, con l'appoggio del PD siciliano, condurrà l'Italia alla spaccatura.

Ed il Catania ha vinto 3 a 1 con l'Inter di un Moratti che sarà costretto ad inghiottire in silenzio senza neanche deglutire. Come hanno già da tempo imparato a fare i siciliani.

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[*] Luca Cordero di Montezemolo ha costituito quello che sarà il primo gruppo privato italiano ad operare nel campo dei trasporti ferroviari viaggiatori ("«Italo» alla sfida dei 300 all'ora", Corriere della Sera 12 marzo 2010), che però del tutto italiano non è visto che utilizzerà tecnologia fracnese. La NTV (questo il nome abbreviato dell'azienda) non farà altro che importare in Italia l'AGV francese, mettendolo su rotaia dopo averlo abbellito con dei sedili firmati da Giugiaro. Un po' come fanno le lussuose marche d'abbigliamento, che fatto tutto in Cina e poi attaccano l'ultimo bottone qui insieme all'etichetta “Made in Italy”.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

quando ho visto quel rigore, con la maestosità del gesto di Mascara...ho goduto come un matto
:D

sono piccole soddisfazioni...che diamine

Anonimo ha detto...

mascara dovrebbe giocare nella nazionale(siciliana)...

Comitato Storico Siciliano ha detto...

ah come ho goduto, e la prossima settimana tocca al Palermo

Peppinnappa ha detto...

Abate, anche se non intervengo ti seguo. Il tuo nuovo corso induce molto ad ascoltare. Certe volte sei sorprendente. Credo che "sa cci nzetti" a questo punto dobbiamo fare tutti qualcosa di più, oltre che a tenerci aggiornati tramite internet.

Anonimo ha detto...

come sarà andata tra miccichè e alfano-schifani? possibile che gianfranco si sia già venduto?
luca

Anonimo ha detto...

Belle frasi, belle analisi, bei ragionamenti dotti. Mettiamo da parte le questioni di principio e Mettiamo a confronto i fatti successi ieri e poi continuiamo a credere al sicilianismo e all’autonomia o al sud.
Milano e Trieste.
Unicredit, Generali, Mediobanca e le Fondazioni del Nord Est stanno ridisegnando gli assetti di vertice delle grandi banche. Il Presidente di Intesa San Paolo incontra Cesare Geronzi nella sede di Mediobanca. Poi arriva il vice Presidente di Unicredi.
lo shopping bancario è in corso, i meridionali non esistono, di siciliani nemmeno l’ombra.
Mentre si mettono a punto le strategie e i nuovi assetti del potere economico italico per continuare a colonizzare la Sicilia dalle nostre parti giochiamo con un Renato Schifani e Angelino Alfano che trattano una pace o una tregua con Gianfranco Miccichè che subito dopo incontra Raffaele Lombardo per informarlo che non tradirà il progetto del PDL Sicilia.
Un poco ovunque si parla del partito del Sud e se sarà più o meno benedetto da Berlusconi mentre i nostri colonizzatori fanno i fatti per continuare a dominarci.

Cari amici sicilianisti,
dobbiamo continuare a crederci?

rrusariu ha detto...

Io credo solo che solo un forte movimento diciamo nazionalista-sicilianista puo' smascherare il finto-autonomismo di Miccichè-Cracolici e Lombardo.

Su Lombardo vorrei dire alcune cose, ma allo stato attuale onestamente è l'unico politico siciliano che sta facendo la sua parte in modo egregio.
Ci puo' essere di meglio dal punto di vista degli uomini politici siciliani? E' difficile, i pochi che si muovono come Granata sono sempre nell'ombra di qualcuno!

Io come siciliano ci credo che il lavoro di sensibilizzazione di adesso che sta venendo in ispecie tramite internet possa avere un seguito... un po' di pazienza ed anche le risorse opportune.
La mancanza di risorse ha sempre anche bloccato un po' di attività... tra non molto ci saranno le elezioni politiche e regionali. Dobbiamo prepararci.
Io in primis sono disponibile, recuperare quel 30-40 dell'elettorato che non vota più in Sicilia! Ma senza necessariamente andare dietro il carro dei presenti vincitori...

zetan ha detto...

Bella domanda anonimo che sembri provenire dritto da Sicilia Informazioni. Quale è oggi l’alternativa possibile oltre a crederci? E’ forse quella di votarsi all’ascarismo, nell’intento di avvantaggiarsi come molti politici e intellettuali stanno tentando ancora di fare?

C’è forse spazio nel vendersi per avere la certezza del vantaggio oltre al breve periodo? Come vedi vado oltre l’adesione sentimentale verso le politiche sicilianiste, poiché è persino difficile prevedere gli scenari planetari prossimi sia a livello energetico che economico, figurati sulle garanzie dall’essere adottati da questo o quel potentato che trae vantaggio dallo strangolamento dei siciliani.

L’epoca verso cui siamo proiettati, ritengo, non è collegata o collegabile a quella che sta per chiudersi e, quindi nell’affrontarla non si può fare, ingenuamente, ricorso alle esperienze del secolo scorso nell’accoglierla.

Il problema caro amico, sicilianisti o no, è che non abbiamo scelte oltre l’interesse collettivo della Sicilia e dei siciliani. Dunque, Lombardo, Micciché o Cracolici hanno un ruolo, in questa fase, che oltre all’adesione alle logiche del passato di cui siamo intrisi sono anch’essi inconsapevoli portatori del risveglio dell’orgoglio dei siciliani che cova sotto la cenere, è questo risveglio che ci salverà se saremo in grado di interpretarlo, non altro.

Certo per adesso rimane nebulosa la resa verso l’adesione all’orgoglio siciliano rispetto invece alle logiche della subordinazione, ma chi ha un minimo di sale in zucca riconoscerà che da adesso in poi si rischia di farsi male molto dal mettere la propria faccia a protezione dei colonizzatori, proprio perché come tu stesso evidenzi siamo in forte ritardo e questo espone a rischi persino maggiori tutti, anche coloro gli strenui appassionati del passato.

Abate Vella ha detto...

Zetan,

sagge parole.

Anonimo, arrivi un poco tardi: sono 20 anni che non abbiamo piú banche siciliane.