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giovedì, marzo 25, 2010

Diavolo di un Moratti

Sui giornali di tanto in tanto spuntano delle strane notizie di cui spesso non si capisce la logica.

Prendiamo questa ad esempio: «Il ristorante è pieno». E Abramovich resta fuori un’altra volta (Corriere.it 9 agosto 2009), con la proprietaria del locale di Panarea che ci tiene a precisare di aver rifiutato volutamente la prenotazione del magnate russo:

«Oddio — tiene a precisa­re la signora Mascolo, questa volta con un sorriso aperto — io di amici ne ho tanti. Se, per esempio, avessero telefo­nato Carlo Rossella o Diego Della Valle in qualche modo una soluzione l’avrei trovata, perché loro sono amici miei. Ma il signor Abramovich non lo conosco e i soldi non fan­no certo un’amicizia»

Oppure quest'altra:

Villa Certosa piace all’emiro. Sì all’offerta da 450 milioni (...) non abbastanza da far de­sistere la famiglia Al Nayhan, che re­gna su Abu Dhabi, Emirati Arabi Uni­ti. (Corriere.it, 18 novembre 2009)

Questa volta la stranezza risiede nel fatto che la cosa è sbucata il giorno dopo che la stessa famiglia aveva acquistato un albergo nel catanese:

La Item, società catanese di investimento e sviluppo a capitale privato di Abu dhabi, ha annunciato oggi di aver concluso l'acquisizione dallo stato italiano del complesso turistico alberghiero La Perla Ionica ad Acireale. (LaSiciliaWeb.it, 17 novembre 2009)

Ma anche questa più recente è altrettanto strana:

La stampa britannica si schiera dalla parte del ct italiano, che ha tolto i gradi di capitano alla stella del Chelsea per la scappatella con la fidanzata di un compagno di squadra. (Repubblica, 6 febbraio 2010)

Che logica ha questo provvedimento visto che secondo i giornali inglesi quella era una ex?

Per cominciare a dare un senso a queste agenzie che senso non hanno, cominciamo con il rileggere attentamente una delle frasi riportate dall'articolo di Repubblica a riguardo del giocatore del Chelsea:

Sono stati due italiani a prendere la decisione di togliere la fascia a Terry, il suo allenatore Capello e il vice Franco Baldini, dopo essersi consultati con altri due italiani, Ancelotti, allenatore di Terry al Chelsea, e Mancini, allenatore del Manchester City in cui gioca Wayne Bridge, il giocatore "tradito" dalla fidanzata [Repubblica per vendere la storia ai gonzi italioti si “scorda” di aggiungere ex, ndr]

Gli allenatori delle due squadre inglesi provengono da scuderie nemiche: Mancini da quella dell'Inter e Ancelotti da quella del Milan. Possiamo ora cominciare a stringere il cerchio sulle strane notizie di cui sopra notando anche che Mancini allena oggi il Manchester City, di proprietà dello Sceicco di Abu Dhabi, e che invece Ancelotti allena il Chealsea, di proprietà di Abramovich, il magnate russo benvoluto sia da Putin che dai liberali inglesi.

I movimenti di giocatori ed allenatori sono sempre determinati dai buoni rapporti tra le dirigenze. Il confronto tra Milan ed Inter (Berlusconi e Moratti) presenta dunque una interessante propaggine britannica.

Quello di Ancelotti non è stato il primo passaggio di alto profilo tra le due squadre: qualche anno fa la stessa strada fu intrapresa da Schevchenko, il fortissimo attaccante ucraino. Era quello un cadeaux di Berlusconi per l'amico che aveva fatto da tramite con l'allora presidente russo? Chissà che non sia questo “tramite” il vero motivo dietro l'incidente di Pantelleria...

I rapporti tra Abramovich ed Arcore fanno triangolo anche molto più a sud, nell'emirato di Dubai. La Emirates, la lussuosa compagnia aerea che fa da prestigioso biglietto da visita nel mondo per le speculazioni arabe, fu per un certo periodo il principale sponsor del Chelsea. Ed è a Dubai che abbiamo visto andare più volte in vacanza i diavoli rossoneri.

Poco più in là hanno invece fatto capolino lo scorso natale i nerazzurri, che si sono allenati ad Abu Dhabi.

Quel confronto tutto milanese di cui parlavamo sopra presenta allora anche un'altra propaggine: quella arabo-petrolifera.

Lo scorso novembre entrano poi in scena i siciliani, che riescono a ribaltare una stagione iniziata in maniera disastrosa grazie all'alleanza politico-sportiva con Moratti i cui cocenti riflessi ben si sposano con l'opprimente calore del deserto (si veda il post “Panchine scottanti”).

Ecco allora che il principale quotidiano di lingua inglese di Abu Dhabi (The National) dedica importanti articoli pubblicitari al calcio isolano. Da “Un vento di cambiamento da sud per Lippi” (1 marzo, tradotto da Il Consiglio) che mette in qualche modo in risalto i tratti razzisti dei rapporti tra il nord ed il sud della penisola (“Le serenate standard in tribuna per ogni visitatore da qualsiasi luogo al di sotto di Roma sono costellate di termini beffardi come “contrabbandieri”, “zingari” o “terroni”, un generalizzato insulto per la gente del sud.”) a quello strettamente dedicato al Palermo quarto in classifica dell'8 marzo (“Palermo move back to fouth”).

Per rispetto dell'amico milanese, il giornale ha poi censurato il 3-1 del Catania sull'Inter, risultato che lo sceicco ha notato tanto bene da prenotare per la prossima stagione le prestazioni dell'autore dell'ultimo goal, Jorge Martinez:

“L'agente del giocatore uruguaiano, Daniel Delgato, è tornato a parlare del futuro del suo assistito (...) «Ci sono diverse squadre italiane che hanno mostrato interesse per Jorge ma le trattative non sono ancora entrare nel vivo e l'unica squadra con cui continuiamo a conversare è il Manchester City»” (ItaSportPress.it, 24 marzo 2010).

Tornando ai fatti del campionato inglese, la perdita da parte del giocatore del Chelsea della fascia di capitano nella nazionale inglese in vista del prossimo mondiale, segna un punto importante a favore dell'asse Moratti-Abu Dhabi nei confronti di quello Berlusconi-Dubai che si aggiunge al nuovo riposizionamento delle squadre siciliane.

In questo modo si sono spiegate due delle strane agenzie riportate in alto. Rimane l'ultima: quella dell'acquisto da parte dello sceicco di Abu Dhabi della villa in Sardegna del Presidente del Consiglio.

I legami tra Dubai ed Arcore si sono sicuramente stretti ancora di più ora che la Emirates è diventata il principale sponsor del Milan. Certo dopo il crollo finanziario Dubai non è più quella di prima: a salvarla dal collasso è dovuto intervenire proprio lo sceicco di Abu Dhabi (si veda il post “L'età dell'oro”), che in cambio, insieme alla dedica del grattacielo più alto del mondo, deve pur aver chiesto qualcosa. Quel qualcosa è contenuto in queste poche righe (“Emirates and Etihad strike deal on Kangaroo Route”, The National 11 febbraio 2010):

Ad Emirates Airline ed Etihad Airways sono stati assegnati più voli per l'Australia, incrementando i loro interessi nelle lucrative “rotte del canguro” che connettono la nazione con il Regno Unito.

I rappresentanti dell'autorità per l'aviazione civile degli Emirati Arabi (GCAA) hanno confermato che 14 voli settimanali aggiuntivi sono stati assegnati ai due vettori a lungo raggio che li divideranno equamente a partire dal marzo del prossimo anno.


La gigantesca Emirates, una delle principali compagnie aeree del mondo è stata costretta a cedere metà delle nuove rotte alla relativamente minore Etihad, compagnia aerea di Abu Dhabi. In altre parole, a controllare realmente la Emirates è ora lo sceicco di Abu Dhabi che con quella sponsorizzazione è come se si fosse comprato la villa al mare di Berlusconi, E se uniamo tutti i puntini, scopriremo che a controllare il Milan è ora Moratti.

Vediamo se i bookmakers inglesi, tanto ligi verso la legalità delle scommesse (vedi il caso di Chievo-Catania), sospenderanno le puntate sulla vittoria finale del campionato Italiano.

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