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lunedì, novembre 02, 2009

Zucche vuote

In una piccola cittadina della Val di Noto si è conservata nei secoli una semplice tradizione che oggi ne fa l'unico posto al mondo, o almeno uno dei pochi rimasti, dove ancora si prepara la cioccolata.

Beninteso, non la immonda schifezza propinataci dalle multinazionali del cibo chimico. Bensì quella vera, preparata secondo ricette provenienti dall'America centrale quasi scomparse nello stesso Messico.

La cittadina in questione è Modica. E la ricetta vi è arrivata insieme con le famiglie di conquistadores ai quali il Re di Spagna (e di Sicilia), come premio per le vittorie riportate oltre oceano, aveva concesso dei feudi in zone più vicine a casa.

Vi è però un altra tradizione che unisce la Sicilia al Messico e che potrebbe essere arrivata allo stesso modo: la festa dei morti, celebrata tra l'1 (Ognissanti) ed il 2 di novembre, giorno dei morti vero e proprio.

La venerazione degli antenati è un tratto comune a molte civiltà e religioni, sia del vecchio che del nuovo mondo: dai penati romani ai culti mesoamericani dai quali i tipici festeggiamenti messicani e quelli siciliani pare discendano, sino al sorgere del cristianesimo che ha trasformato in parte il significato delle tradizioni precedenti spostandole dal mondo degli inferi a quello delle sfere celesti.

In Sicilia come in Messico il giorno in cui si ricordano i propri familiari scomparsi è un giorno di festa caratterizzato da dolci, regali, danze (almeno tra le popolazioni americane) e dalla visita ai propri cari al cimitero per ricambiare quella fatta dai nostri antenati per portare i doni ai bambini durante la notte precedente.

Ma è qui da noi che tale ricorrenza raggiunge l'apice più alto: in Sicilia la festa dei morti diventa una delle più chiare manifestazioni dell'identità stessa del nostro Popolo e forse è proprio la naturalezza con cui essa si fonde al nostro sentire quotidiano il motivo per cui non ci accorgiamo di quello che stiamo perdendo quando permettiamo ai rinnegati che corrompono i nostri bambini protetti da una cattedra di organizzare nelle scuole la cosiddetta “festa di Halloween”.

La distorsione che Tomasi di Lampedusa fa del nostro rapporto con l'aldilà, quando ne “Il Gattopardo” descrive il desiderio di autodistruzione insito nella dolcezza dei sorbetti e nella sconfinata galanteria delle interminabili feste mondane, ingannato dall'estinguersi del suo mondo aristocratico, è stata sapientemente strumentalizzata politicamente ad uso e consumo dell'immagine preconfezionata che si intendeva dare all'Italia ed agli italiani di queste terre baciate (o bruciate, nell'accezione gattopardesca...) dal sole.

In questo modo si è fatta diventare la nostra una civiltà di morte, quando è proprio la notte tra l'1 ed il 2 novembre che questa nostra civiltà si rivela nel pieno trionfo della vita, un trionfo tale da sconfiggere completamente la paura di tanatos nel momento del ricevimento della visita notturna.

Una visita che non viene fatta da “fantasmi”, ma dai nostri avi in carne ed ossa. Essi tornano per dare ai più piccini la più importante di tutte le lezioni di vita. Il regalo ricevuto rivela al bambino, tramite la presenza di un legame con chi è venuto prima di lui, lo scopo stesso della vita: quello di dedicare ciò che faremo durante il nostro passaggio sulla terra al prossimo nostro. Di preservare ciò che abbiamo per chi verrà dopo di noi.

In questo modo la morte viene trasformata in vita. E quel regalo ricevuto dal bambino evolverà durante l'adolescenza in un adulto che vivrà senza temere la morte e senza essere al tempo stesso schiavo della vita e dei beni materiali che si possono in essa ammassare. Beni materiali che verranno accumulati solo in funzione del valore che essi possono avere per le generazioni future, e non in funzione di quel finto godimento estemporaneo che pervade questa nostra era.

La festa dei morti siciliana celebra la sconfitta del caduco e del fatuo, prepara al sacrificio di sé e al compimento del proprio dovere. Prepara ad essere eroi nella quotidianità (si veda il post “Eroi per scelta”). Prepara ad essere Popolo. Essa ci ha reso immuni al pensiero della fine della nostra corporeità, tanto da farci “flirtare” con quella fine durante ogni altra manifestazione delle nostre tradizioni, incluse quelle fraintese dall'artista.

Ed invece quei rinnegati, da dietro ad una cattedra, stanno preparando la vittoria della morte, del caduco e del fatuo. La fine della civiltà tramite la risoluzione del legame che ci lega ai nostri antenati, quei morti che ora sono diventati capaci di strane magie e di brutti scherzi. Quei morti che ora temiamo.

La festa di Halloween insegna ai nostri bambini la paura di morire, l'orrore della fine. Insegna loro a vivere nella vigliaccheria. Tramutandosi attraverso l'adolescenza in un adulto capriccioso ed attaccato ai propri telefonini e allo schermo al plasma gigante acquistato con 36 comode rate mensili. Perchè oltre la vita c'è solo il vuoto, l'orrore.

Meglio godersela tutta da soli, digitando vacue frasi senz'anima sulla tastiera dell'ultimo cellulare alla moda, questa povera vita senza scopo alcuno.

Nota finale: la festa dei morti siciliana potrebbe essere considerata come la miglior reiterazione della resurrezione di Gesù Cristo, attraverso la quale, secondo la dottrina cristiana, il Figlio di Dio sconfigge la morte. Esattamente come nella rappresentazione popolare. E viceversa: il racconto della resurrezione di Cristo potrebbe a sua volta in parte essere stato influenzato dai preesistenti culti degli antenati.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Off topic doveroso...

E fu così che nacque il PDL-Sicilia.

La fine del pecoraio ragazzi?

rrusariu ha detto...

Stavolta i morti ci hanno portato un nuovo pupu ri zukkaru, solo che sto cavaliere tiene uno scudo che non si capisce a che emblema si riferisca.
Spero che non venga disarcionato!

In quanto a Sulu-m-manu bin Arkur, continua il suo caravanserraglio dove alla prevedibile uscita delle carovane verso mezzogiorno e il mancato arrivo di quelle d'occidente pone un'interrogativo se i suoi sgherri del nord lo salveranno dai vari tentativi di forca che gli sono rivolti.
Ahimè... il suo cavaliere disperato sarà costretto alla ribellione, i suoi cortigiani lanciano anatemi e strizzate d'occhio, ma pronti ad accoppare il nostro pupu ri zukkaru...
Oltremare questa festa siciliana è molto indigesta, loro il cioccalato lo usano sempre edulcorato... lo incartano lo tagliano l'appizzanu, lo spaccano e ci fanno pure le uova, ma è sempre indigesto per loro... bere la cioccolata di Modica sarebbe la sconfitta di 150 anni di edulcorazioni di cioccalitini fasulli.

Ps. nel 1860 Modica era una delle città più popolate del regno dopo Napoli e Palermu, dopo il lento declino bisogna far spazio al gianduia!

Abate Vella ha detto...

Riguardo alla fine del pecoraio:

http://www.repubblica.it/2008/12/sport/calcio/serie-a/milan/berlusconi-vende-vespa/berlusconi-vende-vespa.html

Peppinnappa ha detto...

Insisto col dire che alcuni passaggi mi sembrano ancora oscuri. Che la fine di Berlusconi come leader "nazionale" possa essere vicina mi sembra assai verosimile, ma cosa succederà a Sud ed in Sicilia non mi sembra ancora del tutto chiaro. Ciò che emerge dai fatti è che Berlusconi tiene sicuramente molto a Lombardo, mentre Miccichè dal canto suo ha tenuto a ribadire che il vero amico di Berlusconi è lui e non i così detti lealisti. Il rapporto della lega col PDL a Nord mi pare tutt'altro che stabile e se si ipotizza una "discesa" della Russia nel Mediterraneo l'interlocuzione diretta con Putin, in atto, la sta tenendo Berlusconi, anche facendo indispettire i capoccia dell'U.E. Insomma, intendo dire che se è vero che le circostanze sono tali da far prevedere un declino del pecoraio, è assai poco chiaro invece che cosa abbia in mente il pecoraio medesimo, il quale certamente di questa cosa si avvede, per, come si suol dire, pararsi il culo. Ma forse le mie saranno solo elucubrazioni eccessivamente cavillose.

Anonimo ha detto...

invece peppinnappa sollevi questioni essenziali. perchè la faccenda a me sembra lontana dall'essere chiara.
a me il pecorone sembra addirittura più forte di prima.

rrusariu ha detto...

sR
arriverà il suo momento, in questo momento sembra che sprizzi forza e si prepari a ribattere, ma è come un'alberto che all'ultima stagiione fiorisce dando il tutto, e poi muore...

Non durerà questo momento!
Anche perchè se dopo che ci siamo mangiati la cuccìa a Santa Lucia, a lui non arriveranno i soldi dello scudo, sarà grama per lui assicurare i soldi per le tredicesime dei dipendenti pubblici!

Aspettiamo Santa Lucia!

Peppinnappa ha detto...

Scusate se intervengo ancora, ma forse sono un po' corto di comprendonio. Un'altra cosa mi sta cominciando a dar da pensare. Fini e Berlusconi che sempre più si scornano a Roma,almeno dalle prime avvisaglie, pare si ritrovino invece a Palermo. Cosa vorrà dire?

Anonimo ha detto...

Ma unni jemu ccu sceccu...

http://www.affaritaliani.it/economia/focus_infrastrutture_impregilo_gemina05112009.html

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%201825

http://www.asca.it/news-CIPE__AUMENTO_TARIFFE_AEROPORTI_A_RIUNIONE_DOMANI__INSORGONO_CONSUMATORI-872522-ORA-.html

http://www.libero-news.it/adnkronos/view/218160

zetan ha detto...

Peppinnappa
me lo sono chiesto anch'io e l'unica risposta che sono riuscito a trovare è questa:
Berlusconi è il tramite di interessi orientali sul mediterraneo, per la parte dello stivale ovviamente, dunque il PDL Sicilia rischia di diventare una avanguardia, portatrice esclusiva, di tali interessi; evidentemente il PDL Sicilia è ritenuto un progetto da tenere in conto seriamente perché questo debba, per quanto possibile, essere scongiurato; ed ecco il ruolo di Fini, egli portatore di interessi occidentali tenta di condizionare le scelte politiche che altrimenti, come ovvio, sfuggirebbero totalmente a quella parte, questa parte in evidente difficoltà non altra forza che piazzare alcuni dei suoi per tentare che gli sfugga completamente di mano il contatto con la Sicilia ed il meridione d’Italia in genere.

Tieni conto che il progetto del PDL Sicilia non parte da Fini ma, il nostro ci si accomoda non potendovi contrapporsi.

amicopaolo ha detto...

ciao a tutti,
è importante valutare il nostro destino geopolitico se siamo noi siciliani a contrattarlo e a prefigurarlo,ma ho l'impressione che sarà, comunque, la nostra Patria matrigna a decidere per noi e soltanto per un loro tornaconto.