Approfondimenti - Il Consiglio News Feed

domenica, novembre 08, 2009

Colpo di coda

Non bisogna mai aver timore dell'avversario. Ma nemmeno sottovalutarlo.

Ci si aspettava qualche bella sorpresa da Termini Imerese dopo gli improvvisi accordi tra Marchionne e Putin del 7 ottobre ed il susseguente viaggio di Berlusconi a Mosca, ed invece la FIAT insiste: niente autovetture assemblate in Sicilia e riconversione della fabbrica alla componentistica per trattori della Cnh.

Una decisione che sa di sberleffo, visto che proprio intorno alla Cnh si è giocato l'accordo tra il Lingotto ed uno degli occupanti del Cremlino (“Marchionne vola da Putin Accordo sui veicoli industriali” Corriere della Sera 8 ottobre 2009) [*].

Sarebbe la prima volta che il Presidente del Consiglio riesce a spingere un disegno anti-siciliano tra i corridoi del potere moscovita. E purtroppo questa non è l'unica notizia poco felice.

Il campionato di calcio è uno dei nodi principali del potere politico ed economico in Italia. Ogni spostamento anche minimo viene riflesso nell'andamento delle squadre coinvolte nei campionati professionistici.

L'anno passato siamo stati testimoni del riassestamento verso sud del potere calcistico quando l'alleanza tra Catania e Palermo (insieme ad altre società quali Lazio, Napoli, Sampdoria, Genoa, Udinese, Bologna, Milan e forse Juventus) riuscì a togliere terreno sotto l'allora presidente di lega Matarrese (si veda il post “Una cosa che andava fatta”). Non appena questi cadde, immediatamente il fratello pensò bene di vendere il Bari, giusto giusto risalito nella prima serie grazie agli auspici del gruppo in quel momento ai vertici.

Eppure... eppure oggi, dopo 12 giornate di campionato, qualche cosa non quadra. Come mai il Catania viaggia sommesso nelle ultime posizioni in classifica malgrado il suo potere in Lega sia aumentato a dismisura con il suo amministratore delegato (Pietro Lo Monaco) eletto consigliere insieme ai rappresentanti delle squadre elencate sopra?

Si potrebbe imputare tutto alla sfortuna o a scelte tecniche discutibili. Ma c'è da rilevare anche l'assoluto immobilismo della società che non prende provvedimento alcuno. Sostituendo l'allenatore ad esempio. Solo una triste rassegnazione.

Le solite coincidenze suggeriscono che potrebbe esserci dell'altro.

Lo scorso 3 novembre Antonino Pulvirenti, presidente del Catania Calcio, è stato accusato di evasione fiscale proprio in merito all'acquisto della società sportiva da Gaucci (“Pulvirenti accusato di evasione fiscale ”, LaSiciliaWeb 3 novembre 2009). Le motivazioni sono farraginose (il pacchetto di proprietà sarebbe passato attraverso una società intermedia per realizzare minusvalenze) e, dato lo stato del sistema giudiziario italiano e l'ambiguità delle leggi, sembrano indicare che la decisione del giudice, strategicamente piazzata a fine campionato (11 luglio), potrebbe essere squisitamente politica.

Ieri invece è toccato all'altra importante azienda dell'imprenditore etneo, la compagnia aerea Windjet. Un suo aereo in volo per Mosca è stato costretto ad un atterraggio in Bielorussia a causa di una crepa apparsa in uno dei finestrini della cabina di pilotaggio. La notizia è stata subito ripresa dai media nazionali (“Atterraggio forzato a Minsk di un volo Wind Jet dall'Italia”, Corriere.it, 7 novembre 2009).

Bisogna fare molta attenzione a gridare al lupo, ma è sempre quell'accavallarsi di coincidenze che salta all'occhio. Se però si accetta la tesi intimidatoria volta al ricatto politico (successo economico + successo sportivo = voti), una cosa è certa: non può essere casuale la scelta del volo, diretto in Russia.

Questo mirino puntato ad est ci ricollega ai fatti di Termini riportati sopra. Rendendo più pressante l'interrogativo sul cosa sia cambiato a Mosca.

Le voci circa un “raffreddamento” dei rapporti tra l'attuale Presidente della Federazione Russa, Dimitri Medvedev, ed il suo predecessore si susseguono dalla scorsa primavera, quando all'improvviso il primo rilasciò una intervista ad un giornale notoriamente critico dell'operato di Putin, il "Novaya Gazeta", nella quale si strizzava parecchio l'occhio ai liberali (leggi occidente). Intervista che la sua portavoce, Natalya Timakova, allora dichiarò “un’autonoma decisione del presidente” (cioè contraria al parere di Putin) aggiungendo che “Rilasciando questa intervista, il presidente vuole esprimere il suo supporto morale al giornale” (“Medvedev si smarca da Putin aprendo alla stampa e parlando di libertà”, L'Occidentale 16 aprile 2009).

Nei mesi seguenti abbiamo effettivamente visto sempre più in giro tra le pagine dei giornali Medvedev e sempre meno Putin. E dietro il fumo pare si celi anche l'arrosto. E' stato lo stesso Medvedev a trattare con Washington la fine del progettato scudo anti-iraniano (ed anti-russo) nell'Europa dell'Est (si veda il post “Tutte le scarpe del Presidente”), apparentemente assicurando in cambio un certo appoggio nel confronto con l'Iran.

Una frattura dove si potrebbe essere insinuato velocemente il nostro caro Silvio piazzando un tremendo colpo di coda. Si provi ad immaginare: che altro poteva fare, il caro Silvio, se non spiegare all'amico Vladimir che se non avesse ottenuto ascolto da lui non avrebbe avuto altra scelta che andare a bussare a Dimitri?

Rimane da capire quanto il Presidente russo voglia strizzare l'occhio ai liberali (leggi sempre “occidente”). Le ultime dichiarazioni trapelate dopo l'apparente rifiuto iraniano all'arricchimento in Francia dell'uranio necessario ai suoi reattori risultano abbastanza ambigue da risultare rassicuranti per la Sicilia:

"Non vorrei che tutto ciò si concludesse con l'adozione di sanzioni internazionali, poichè le sanzioni, come è noto, sono una strada in una direzione molto complessa e pericolosa. Ma se non ci saranno passi avanti, nessuno può escludere un tale scenario"

Parole che sanno di temporeggiamento lasciando aperta la speranza che tutto torni al suo posto e che la frattura russa sia solo dovuta ad una questione interna e non a divergenze ideologiche più profonde che dilanierebbero l'intero fronte orientale.

Perchè una cosa deve essere chiara a tutti: l'unico destino possibile per la Sicilia è ad oriente. Qualunque altra direzione risulterebbe fatale al nostro Popolo. Ogni volta in cui la Russia vacilla i contraccolpi arrivano amplificati al centro del Mediterraneo, ma se la Terza Roma riuscirà a ricomporsi anche noi alla fine ne usciremo rafforzati.


Berlusconi e Putin indossano il salvagente per cercare di rimanere ancora a galla


Aggiornato il 9 ottobre 2009
------------------------------
[*] Per ricapitolare, ricordiamo che la sorte di Termini Imerese sembrava legata alle trattative di Berlino che vedevano la FIAT contrapposta ad una cordata russo-canadese per l'acquisto di OPEL. La FIAT ne uscì sconfitta e finalmente scoprì le carte ammettendo che quella sconfitta avrebbe significato al fine della fabbrica siciliana (da notare come questo fosse il contrario di quanto fatto trapelare in precedenza, e cioè la notizia secondo cui se FIAT avesse acquistato Opel, Termini avrebbe chiuso). Ma ora il gioco di Berlusconi si fa più chiaro: il suo mancato supporto in quel frangente alla casa automobilistica torinese ha forzato Marchionne a pagare dazio ad Arcore, ed ora il pecoraio può minacciare i ribelli siciliani.

19 commenti:

rrusariu ha detto...

Non penso che lo scontro dentro la Russia faccia comodo a Sulu-m-manu bin Arkur nei tentativo abbastanza goffo nel danneggiare la Sicilia.
Quanto potrà durare questo voglia di danneggiare la Sicilia.
Già qualcuno paventava che le zuffe interne al PDL di fatto favoriva Berlusconi, perchè nessuno dei litiganti voleva dichiarare di non aver più fede nel grande capo, e nell'ottica del tanto chiasso tanta attenzione al suo partito, toglieva sicuramente visibilità in un certo qualmodo a Raffaele Lombardo.
Adesso avremo il PDmenoelle regionale che si allinea a Bersani, nel frattempo si sta esiliando D'Alema a Bruxelles con la conseguente uscita di scena dalla politica interna italiana.
Allora Lombardo non avendo più "sponde" dove raccapezzarsi e avendo Miccichè abituato al signorsì, dovrebbe subire i diktat del nuovo duce padano di Arcore con il camicia verde Bossi-farinacci a dettare la linea del governo, ovvero tutti i soldi a nord, che il sud faccia il pollaio dei mangimi non esportabili...

Nel frattempo aspetto Santa Lucia...

zetan ha detto...

Caro Rrusariu è da un pezzo che noto delle stranezze, che ho tentato di condividere con voi, in continuità con l’atteggiamento del nostro amico Abate, nel legare avvenimenti in apparenza distinti.

1) Guarda caso non indietreggia solo il Catania calcio;
2) il segretario del P.D. è un anonimo ululante che fa capo a Franceschini nordista conclamato;
3) Termini Imerese diviene sempre di più il ventre molle della nostra politica imprenditoriale;
4) la Russia che rallenta e raffredda le relazioni nel mediterraneo, troppo veloce questo cambiamento per essere governato a loro vantaggio, scannarsi con gli anglo-americani si ma senza fornire evidenti vantaggi a nessuno;
5) il pecoraio vede nelle due anime del P.D.L. l’unico modo per mantenere intatto il proprio consenso qualora si dovesse ricorrere urgentemente alle urne.
Nei momenti come quello attuale si palesa la mancanza assoluta di una classe dirigente che abbia una propria personalità, mi riferisco agli esempi del P.D. che indossa le casacche blu dei nordisti, come dicevo qualche tempo addietro militanti prima che uomini politici, e del P.D. con la L che fa a gara per dimostrare in quanti e con quale abnegazione dimostrino fedeltà al padrone. Entrando in una competizione che il Pecoraio gestirà a proprio uso e consumo. Nel ragionamento che facevamo con Peppinnappa necessita anche questa considerazione, con il conseguente inserimento di Fini che non si considera, chiù fissa. In questi momenti mi rendo conto che la mancanza di un gruppo che sul territorio sia riconosciuto come gruppo politico indipendentista rimane una grossa mancanza, indipendentemente di ciò che ne pensa qualcuno dei nostri. Un gruppo che sappia spingere l’asta più in alto quando si tenta di abbassarla la sconteremo amaramente. Come sempre spero con tutto il cuore di sbagliarmi.

Abate Vella ha detto...

Zetan,

in generale sono d'accordo con te sul soggetto indipendentista.

Ma il progetto puó prendere forma solo grazie ad un leader capace di coagulare consenso intorno a tale soggetto. La mia domanda, vera e non retorica perché non so quale sia la risposta la momento, é: esiste oggi questo leader?

Per il resto stiamo attenti a non drammatizzare troppo: oggi la Sicilia é una delle parti in campo, mentre fino a qualche tempo fa non era niente. Oggi devono ricorrere a certi mezzi per fermarci, mentre una volta gli bastava pagare un picciotto qualunque per liberarsi di qualche scomodo concorrente sicuri che non avrebbero avuto ripercussioni. Oggi tutti questi sotterfuggi sono volti a condizionare e non a distruggere, perché nessuno puó permettersi di distruggere tutto.

Ci possono essere dei rallentamenti ma bisogna avere fiducia perché la storia sta andando avanti.

Il pecoraio sta usando le maniere forti con tutti, non solo con noi... bsata vedere il caso Marazzo: il vero obiettivo non era certo lui... ma come si dice, colpiscine uno per educarne cento...

zetan ha detto...

Abate
evidenzio questi aspetti con lo scopo di considerare anche i limiti di questa fase senza per questo drammatizzare.

Il leader a mio avviso oggi è Lombardo, il quale senza contrappesi si muove a piacimento da un estremo all’altro, dell’autonomismo moderato a quello più estremo, quantomeno negli intenti. Rimango convinto che se nella nostra realtà fosse presente sulle 9 province un movimento indipendentista, anche piccolo ma, in grado di permeare alcuni consigli comunali, questo fornirebbe altre opportunità con ripercussioni anche a livello regionale.

Non dimenticare che un gruppo anche piccolo ma coeso condiziona molto di più di un gruppo grosso ma sfilacciato, che rincorre a tratti gli interessi di uno o dell’altro soggetto.

Oggi i grossi gruppi sono debolissimi proprio perché non hanno un interesse oltre carriera di ognuno.

Per questa ragione non hanno credibilità progettuale, un gruppo piccolo ma coeso avrebbe la stessa opportunità che ha la lega a livello nazionale. Amplificando la propria forza rispetto al reale consenso.

La verità a mio avviso che non abbiamo, me compreso, la forza per creare questa opportunità, per onesta è meglio dircelo in faccia senza accampare scuse.

Abate Vella ha detto...

Zetan,

quando dico leader mi riferisco proprio a quello di un gruppo indipendentista piú ristretto, non a Lombardo.

Tra quelli che ci raccogliamo qui ed i vari gruppi di Facebook siamo tantissimi. Ma siamo sfilacciati.

Per me la storia la fanno pochi uomini con le giuste caratteristiche. Sino ad oggi, non mi sembra che ci sia uno che possa raccoglere l'ereditá dei padri dell'autonomia o di Canepa e mettere tutti d'accordo. O forse c'é ma per ora sta all'ombra.

Io sono pronto. In tanti siamo pronti.

zetan ha detto...

Certo che i leader in questo senso non si trovano parlando attraverso i Blog.

Ci vuole dell'altro, ed oggi questo altro dovrebbe uscire fuori dal M.I.S., inteso come aggregazione di persone che organizza nei territori momenti di confronto per captare questo rinnovato sentimento indipendentista.

Personalmente non conosco nessuno di loro, quindi queste affermazioni sono teoriche, tuttavia a che servono questi movimenti se non comprendono il potenziale del momento.

A continuare così al loro posto mi scioglierei, viceversa se si organizzasse un momento assembleare in un territorio sensibile e simbolico?

Scusate amici del M.I.S. se vi ho tirato dentro questa contesa in modo impertinente ma, ho espresso un mio sincero sentimento.

nebros ha detto...

tra i partiti italiani e gli attuali "partiti"indipendentisti non vi è alcuna differenza, se non di potere

Anonimo ha detto...

Vedo che state saltando di peso la posizione originale del Fronte Nazionale Siciliano, è solo una svista?

Peppinnappa ha detto...

Quando durante la seconda guerra mondiale gli americani non sapevano ancora dove andasse a cadere il "muro di Berlino" (nel nord Italia c'era qualcuno che propugnava di andarsene con l'allora Unione sovietica), essi appoggiarono il separatismo siciliano, perchè in ogni caso si assicuravano una roccaforte sicura nel Mediterraneo, qualunque cosa fosse successa. Quando si avvidero che la Sicilia la potevano tenere insieme all'Italia tutta e che non gli serviva più una Sicilia autonoma, perchè attraverso l'Italia potevano farne ciò che volevano, essi abbandonarono al suo destino il separatismo e così partirono subito tutte le porcherie che avvennero dopo. Il problema di oggi secondo me è uguale. L'interesse della Russia sul Mediterraneo è incontestabile, ma la manovra che sta tentando Berlusconi è quella di assicuare alla Russia questo interesse attraverso l'Italia. Se ci riesce, ancora una volta la Sicilia diverrà il pesce piccolo. Credo però che la partita di oggi di Berlusconi sia più difficile, in quanto non so fino a che punto le province franco-tedesche del nord italia potrebbero tollerare lo spirito "bizantino" dei russi e c'è da considerare anche che i signori di Bruxelles, con tutti i loro scagnozzi, osteggeranno fortemente una tale operazione. Scusatemi sempre per la mia fantapolitica.

zetan ha detto...

Anonimo io sono stato candidato per F.N.S. parecchi lustri fa, quindi non può essere una svista.

Ho raccolto le firme dal notaio affinché ciò avvenisse, tuttavia durante le ultime consultazioni europee ho assistito, tramite il blog che ci ospita, a dibattiti che non mi hanno convinto per niente.

Quindi sarei quasi tentato di sperimentare un raggruppamento del tutto nuovo, poche chiacchiere concreto e con le idee chiare, se ritengo percorribile una tale esperienza nel mio territorio, tenuto conto che è un territorio che può avere le caratteristiche adeguate per detta innovazione. Difatti sto tastando il polso in questa direzione, anche se in verità non ho deciso di investire sul serio, dipende da molteplici fattori, oltre alla consapevolezza che si tratta di un impegno estremo che sinceramente non so seno in grado di sostenere.

Al M.I.S. riconosco la capacità di essersi messo in discussione e questo da parte mia ha un grande valore, ahimè, nonostante i miei trascorsi, del F.N.S. ho avuto una percezione diversa ma, non per questo sono chiuso in tal senso.

Certo pensare di avere più gruppi ma inesistenti nei territori non credo abbia grande significato, tieni conto che dopo la mio impegno nessun altro gruppo indipendentista è stato più presente nella mia area. Qualcosa significherà pure sta cosa, e non in senso autoreferenziale chiaramente.

Un solo gruppo politico penso sia sostenibile attualmente non molteplici, quindi spero che questo esca dai movimenti storici, ma se ciò non dovesse avvenire come non mi pare stia avvenendo be allora non so di che parlare e con chi.

rrusariu ha detto...

prepariamoci alle prossime elezioni siciliane!

Ma stavolta chi ci vuole stare debba dirlo chiaramante... e non stari assittatu davanti al computer!

Peppinnappa ha detto...

Anonimo, Zetan, Rrusariu sono d'accordo con voi su tutto. Tuttavia nonostante non ne sia certamene un innamorato (e questo credo che risulti chiaro da alcuni miei interventi) ritengo che allo stato, secondo quanto sottende, almento per quel che ne ho capito, anche l'abate Vella, la posizione di Lombardo è imprescindibile.

Anonimo ha detto...

Almeno apparenemente l'ala autonomista del PD è stata messa a tacere sotto minaccia di espulsione. Il maggiore centralismo della sinistra italiana si sta rivelando determinante nel porre termine all'esperimento autonomista.
Non so come andrà a finire. Sembra che la Sicilia ogni 50 anni esploda per poi implodere sistematicamente per mancanza di coesione. Io non dispero. Sarebbe anche interessante andare a elezioni con uno schieramento autonomista e vedere che succede: mal che vada finalmente la Sicilia avrebbe un'opposizione non consociativa.
P.S. Ora gli indipendentisti duri e puri saranno contenti penso..: meglio avere Cuffaro o Lupo a quanto pare. Io in loro mi vergognerei di avere remato contro in questo biennio.

L'Ingegnere Volante ha detto...

Ho sempre sostenuto che nella sinistra avremmo trovato il peggior nemico del sicilianismo. C'e' poco da fare, la loro vecchia ideologia affonda le radici nella soppressione delle nazioni.

Loro sono per l'UE, l'ONU, e il governo unico del mondo.

Ho commentato un articolo anti-siciliano del "Dottor Sottile" qui:

http://www.livesicilia.it/2009/11/13/lombardo-e-i-debiti-da-onorare/

... ma il mio commento non è stato ancora pubblicato.

Anonimo ha detto...

Non è così. Persino Stalin scrisse un bel trattato sulle "nazionalità", forse perché non era russo. E non dimentichiamoci di Canepa (marxista), Varvaro (indip.di sinistra), lo stessoF.Aprile (lib.di sinistra), lo storico Ganci che sostenne l'esistenza della Sicilia - Nazione.
Diciamo correttamente che la sinistra etnica è doppiamente minoritaria in Sicilia e quindi non ha la forza di venire allo scoperto come fanno le componenti più moderate o conservatrici.
ma tutti dovremmo sforzarci di superare queste divisioni ottocentesche

Anonimo ha detto...

il dottor sottile non è quello che faceva il vicedirettore responsabile di quel tg di italiauno...vaffanculo?
Ogni volta che loro mandano questo refrain dico sempre il mio refrain...vaffanculo!
Scusare O:T: ma era doveroso da parte mia!
Italia uno dei debiti da pagare adesso e nel futuro... italia unita nei debiti! Una repubblica fondata sui cazzi loro e debiti per noi!
Anonimo come fanno loro a far rientrare i capitali non tassati e adesso si pagano il piccolo pizzo salvo a mantenersi l'anonimato!

Peppinnappa ha detto...

Certo ingegnere la così detta sinistra è oggi in Europa, nel mutato periodo storico, la vera longa manus della lobby dei banchieri. Hanno perso il "mondo ideale" ma hanno conservato la cultura dell'indottrinamento delle masse, della manipolazione delle coscienze e del governo mondiale. Insomma mi pare che è tutto quanto abbisogna ai banchieri, che per raggiungere i loro obiettivi, da burattinai occulti, hanno bisogno delle burocrazie statali. L'attuale sinistra non ha esitato in passato ad allearsi con la Lega e credo sarebbe felicissima di farlo anche ora, ma dei movimenti siciliani si schifa e preferisce allearsi con Berlusconi. Il motivo? Credo lo abbia intuito bene l'abate Vella; la Lega non è in realtà contro Bruxelles, ma con i siciliani si corre il pericolo serio della perdita di potere, da parte dei loro mandanti, sul pezzo che potrebbe apprestarsi ad essere la parte più importante dell'Italia, quella del Mediterraneo: il Sud e la Sicilia. Il problema per noi, credo, stia nel capire cosa riuscirà a mediare Berlusconi tra Bruxelles e la Russia, perchè la Russia ha necessità dell'affaccio sul Mediterraneo e Berlusconi per parte sua ha la necessità di pararsi il c...tramite la Russia. Infatti egli rappresenta un impaccio per Bruxelles,che non vede di buon occhio il piano berlusconiano e perchè mentre la sinistra si contenta di fare il suo meticoloso lavoro di "omologazione e controllo delle masse",Berlusconi invece vorrebbe entrare anche direttamente nel salotto buono, ma li non ce lo vogliono. Se il tentativo di Berlusconi salta, com'è auspicabile, e finisce il tempo delle mediazioni,allora ne vedremo delle belle.Ovviamente la mia è solo un'ipotesi.

amicopaolo ha detto...

ciao Abate,
aspetto ancora una tua opinione sulla mail che ti ho mandato.
Salve a tutti,
I blog sono un'ottimo mezzo per far veicolare le idde, ma per comunicare con il popolo ci vuole un mezzo d'informazione cartaceo sul territorio e capillare.
credo che un'informazione come quella che ho mandato ad Abate Vella potrebbe smuovere la popolazione siciliana e creare le condizioni per un movimento di partecipazione democratica sicilianista.

Abate Vella ha detto...

Per Amicopaolo e per gli altri:

in questi giorni non ho avuto tempo di dedicarmi al blog, come avete potuto notare. Intervengo ora cercando di rispondere e condividendo la mia opinione.

Peppinnappa sopra ha indicato in modo preciso la situazione che si era venuta a creare alla fine della seconda guerra mondiale ed ha notato una certa somiglianza con quella attuale, in cui Berlusconi ha trovato, nelle lotte di potere in Russia, uno spazio in cui infilarsi (o almeno così pare...).

Il paragone è assolutamente corretto e lo condivido in pieno, ma tra il 45 ed oggi vi è una fondamentale differenza di cui bisogna tenere conto.

URSS e USA erano allora sue facce della stessa medaglia: le due strutture politiche erano riunite sotto lo stesso vertice di piramide ed ambedue erano incaricate di diffondere il materialismo attraverso la cerazione di un nemico artificiale (il racconto di Orwell in 1984 rivelava proprio questa collusione).

Questo vuol dire che nel 45 ci dibattevamo tra due finti nemici che alla fine era segnato si sarebbero messi d'accordo e avrebbero fatto di noi quello che volevano.

Oggi la russia neo-zarista è un nemico reale dell'occidente con il quale una Europa massonizzata non scenderà mai a compromessi e che porterà a conflitti continui sino a quando aree di influenza ben delimitate non verranno demarcate in Italia.

Per questo motivo non credo che l'azione di Berlusconi nel medio termine possa portare i frutti da lui sperati: il nord Italia appartiene all'Europa centrale e mai gli altri europei accetteranno supinamente un nord Italia sotto l'ala russa.

Lo stesso dicasi per la Sicilia ed il Sud Italia da parte di Russia o Turchia.

La configurazione finale vedrà a sud di Roma una o due nazioni indipendenti. Il problema potrebbe risiedere nei tempi, soprattutto per quanto riguarda il sud Italia.

Quindi, per rispondere ad Amicopaolo, non credo che da nord abbiano molte speranze di tenersi la Sicilia tra le grinfie.

Il problema è se poi qualcun altro da fuori possa semplicemnte prenderne il posto.

Che si ricada in una qualche sfera di influenza è inevitabile ed è pura utopia credere che si possa essere indipendenti nel senso di un beato isolamento.

Per il resto, dipenderà da noi siciliani. Non bisogna però farsi illusioni circa i tempi. La storia sta prendendo una piega a noi favorevole facendo risorgere l'oriente. Ma questi sono percorsi che potrebbero svilupparsi nell'arco di generazioni e non è detto che riusciremo a viverli interamente. Ciò non dovrebbe far venire meno la voglia di lottare.