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giovedì, marzo 19, 2009

Fuori dai piedi

Strano come il rombo degli aerei
da caccia un tempo,
stonasse con il ritmo delle piante
al sole sui balconi... (...)
La pace ritornò
Ma il Re del Mondo,
ci tiene prigioniero il Cuore
(...) e il giorno della Fine
non ti servirà l'Inglese.
Franco Battiato – Il re del mondo


Del movimento “No Dal Molin” e dell'opposizione all'allargamento della base di militare americana di Vicenza ne hanno parlato tanto giornali e telegiornali. Tutta la sinistra radicale in piazza, dalle femministe ai centri sociali.

Ecco ad esempio la presa di posizione del “Gruppo di donne del presidio Dal Molin”:

“Ci sentiamo private della scelta sul nostro corpo [?], sul nostro territorio, sul nostro futuro.

Non vogliamo assistere da spettatrici silenziose alla costruzione di un’ennesima base militare, all’aeroporto Dal Molin, che devasta la nostra città UNESCO per esportare la guerra in altri paesi.”


Poi sullo stesso sito del movimento (www.nodalmolin.it) si vede che questa “sinistra radicale” si accorge di quello che avviene in Sicilia. Per quel tanto che gli fa comodo. Ed infatti in bella evidenza troviamo il link ad un articolo del Corriere della Sera del 17 marzo: “Sicilia, stop alla Marina Usa: «No alle mega parabole»”:

Proprio ieri sera è andata in scena l'ultima delle tante iniziative del comitato «No Muos»: una riunione in contemporanea dei consigli comunali di tutti i 15 Comuni (tra cui anche Gela, Caltagirone, Vittoria) per impedire che siano piantate nell'ex base Usa di contrada Ulmo, a 2 chilometri da Niscemi, le gigantesche parabole del diametro di 18 metri e alte circa 100 metri.

Ben 15 consigli comunali uniti contro l'occupazione americana! Le cronache però non ci dicono niente circa la presenza della sinistra radicale. Solo censura? Ma se la sinistra radicale o anche quella parlamentare fossero state coinvolte, il chiasso lo avremmo sentito proprio attraverso siti come quello dei “No Dal Molin”.

Dov'è Licandro, il comunista, quello che dovrebbe rinunciare alla cittadinanza della città di Catania, sputando tra l'altro nel piatto in cui mangia i voti tramite i quali continua la sua carriera politica? Non prende anche lui posizione insieme ai “15 consigli comunali”? Dopo le denunce sulla situazione della sua città (denunce che purtroppo sappiamo in larga parte essere corrette) non partecipa a questa battaglia a fianco del Popolo Siciliano?

Il “Muos” è “un sofisticato sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza (UHF), un sistema multi-service a terminali e siti mobili e fissi in grado di integrare comandi, centri d'intelligence, radar, cacciabombardieri, missili da crociera e velivoli senza pilota.” [*] Esso in realtà non viene da solo, ma accompagnato al sistema AGS, il sistema di sorveglianza permanente della superficie terrestre della NATO.

Per quanto riguarda l'AGS, è stato già annunciato con immensa soddisfazione da Ignazio La Russa che ha aggiunto che ciò comporterà “un ritorno non proprio indifferente dal punto di vista sociale per quell'area della Sicilia” (“La Russa: «Prestigio all'Italia, presto l'arrivo di 800 militari con relative famiglie»”, SiciliaInformazioni.com, 20 gennaio 2009).

I ritorni sociali dell'occupazione americana li abbiamo tutti sotto gli occhi. Sarà anche per questo che a Niscemi ed in tutto il calatino (ricordiamo, area di provenienza anagrafica e politica del presidente Lombardo) non ne vogliono sapere del Muos, mentre i servili italioti si sono già affrettati ad approvarne l'istallazione: “Il sistema radar 'Muos' (Mobile User Objective System ) è stato approvato dal Ministero della difesa italiano ma deve essere ancora deciso, definitivamente, dove realizzarlo.”[*]

Ma che vuol dire... si è deciso ma non si è deciso “definitivamente”... boh! Tutti questi mastri parolai non risultano convincenti. Di cosa hanno paura gli atlantidei ed i loro burattini romani?

Abbiamo visto intorno alla metà di febbraio Soros precipitarsi alla Piana di Catania tentando di metterci fretta per la storia dell'hub aeroportuale (Vedi il post “Pronti al decollo”: il finanziere americano Soros detiene il 30% della società cinese venuta a visitare Centuripe). Lo vuole costruito lontano dall'ingessato Fontanarossa. O forse lontano dalla dibattuta Sigonella?

Passano una decina di giorni, il tempo di organizzarsi, ed a Niscemi scatta la protesta (“Niscemi in piazza contro il radar USA”, LaSiciliaWeb.com, 28 febbraio 2009):

Tremila persone sono scese in piazza a Niscemi per dire no all'installazione dell'impianto Muos (...) La manifestazione, promossa dagli studenti del liceo scientifico Leonardo Da Vinci, ha coinvolto tutte le scuole del paese. In prima fila sindaci e amministratori dei comuni del circondario (Caltagirone, Gela, Butera, Riesi, Mazzarino). Alcuni bambini, durante il corteo, si sono bagnate le mani nella vernice lasciando le impronte su striscioni di tela bianchi con scritto: "Diamo una mano per salvare il mondo".

A perorare con più forza la causa “sociale” (secondo la definizione del La Russa) delle onde ad altissima frequenza si è allora dovuto scomodare anche sua maestà il console americano di stanza a Napoli, Patrick Truhn, lo scorso 10 marzo in visita a Catania («Sigonella geostretegica, è destinata a crescere», La Sicilia 11 marzo 2009).

Attenzione che le parole del console vanno tenute nel giusto conto, più di quelle del governo italiano. Infatti, come ci avverte il giornalista Vittorio Romano “Truhn è a capo del Consolato generale di Napoli sotto la cui giurisdizione rientrano Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.”, Senza voler essere troppo capziosi, sul vocabolario italiano il termine giurisdizione fa riferimento all'amministrazione della giustizia. Ne conseguirebbe che a dettare legge nel sud Italia ed in Sicilia sarebbe il signor Truhn. Che lapsus!

Chissà come mai Sua Eccellenza giurisdizionante ha sentito il bisogno di muovere il regale culo per venirci a ripetere di persona nuovamente che “il numero dei nostri militari è destinato a crescere negli anni per garantire più sicurezza ai nostri popoli. In quest'ottica si inserisce anche l'impianto Muos (mobile user objects system) che presto sorgerà in territorio di Niscemi - ha aggiunto il console -. Non si tratta di un radar, ma di un sofisticato sistema di comunicazione satellitare che non procurerà alcun danno alla salute dell'uomo, come hanno già accertato i nostri rigidi test”

Tanta insistenza ci fa sorgere dei dubbi sulla reale capacità del regime americano di continuare a tenere la Sicilia sotto la propria “giurisdizione”, per usare il termine di Romano. Sembra uno di quei lanci di volantini “rassicuranti” di fine fascismo: chi gli diede retta e rimase in paese invece di rifugiarsi nelle campagne perì sotto i criminali bombardamenti dei “fratelli”. Uhm... un altro lapsus, scusate. Volevo dire “alleati”.

D'altronde il Re del Mondo mentre cerca di assicurarsi la nostra fedeltà, non ci promette niente di buono: “Questo è uno dei punti sui quali vorremmo lavorare. Promuovere un cambio di mentalità tra i giovani siciliani”. Traduciamo: ancora colonizzazione culturale e lavaggio del cervello, che quelli subiti sino ad ora non si sono rivelati sufficienti.

La risposta del governo Siciliano non si è fatta attendere. L'iter approvativo dell'autorizzazione per il Muos era già stato bloccato lo scorso ottobre dall'Assessore-ministro regionale all'ambiente Sorbello (“L'assessore Sorbello: «La Regione ha bloccato l'iter per il progetto sul Muos»”, SiciliaInformazioni.com, 5 marzo 2009). Ora interviene anche il Presidente buttando in prima linea Berlusconi, cavaliere con il piede in troppe staffe (“Progetto Muos, Lombardo chiede a Berlusconi un intervento ufficiale con gli Usa”, SiciliaInformazioni.com, 16 marzo 2009).

Lombardo ha chiesto infatti al premier Silvio Berlusconi un intervento ufficiale per manifestare all’Amministrazione statunitense “il disappunto per la mancata informazione e la ovvia contrarietà della Regione a che il sistema venga installato”.

Non si parla più di problematiche burocratiche. Qui sembra quasi che il Muos la Sicilia non lo voglia e basta. Anche se dovesse fare bene alla salute.

Si potrebbe ridere di queste prese di posizione. Cosa deve fare mai il “governo siciliano” di fronte al Re del Mondo. Si potrebbe persino sospettare di peggio. Cioè che dietro le presunta opposizione del governo regionale ci sia l'intenzione di guadagnare qualche voto in vista delle elezioni lasciando poi cadere la cosa. Niente di nuovo sotto il sole: le proteste così bene organizzate della cosiddetta “sinistra radicale” spesso sono solo questo, una via di sfogo della rabbia popolare che poi tutti sanno concludersi a niente.

Per scacciare gli americani da Sigonella in modo da piazzarci finalmente questo mitico hub aereo non bastano le belle parole e le pacifiche marce. Ci vuole anche il bastone.

Lo scorso 4 marzo un aereo NATO facente parte del sistema AWACS è stato costretto ad un atterraggio di emergenza a Trapani per un problema al carrello. Lo stesso giorno a Lampedusa un altro aereo ha un problema simile (scoppio della ruota). Le agenzie ci avvertono che a bordo vi era personale ONU. Le due notizie vengono messe vicine vicine da SiciliaInformazioni.com (foto a lato). Pura coincidenza o roteamento di bastone? La cosa comincia a farsi interessante.

L'agenzia stranamente ci segnalava anche che “a Birgi al momento dell'incidente di registravano forti raffiche di vento da sud”. Un vento che cresce ogni giorno che passa.

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[*] SIGONELLA: ANCORA NON E' CERTA L'ISTALLAZIONE DEL RADAR "MUOS" , portale di libera informazione per le forze armate e di polizia, 1 febbraio 2009

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