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venerdì, aprile 18, 2008

L'anno dei terremoti

Due importanti e significativi anniversari il fato vuole fare capitare in quest'anno che tanto decisivo è per il destino della nostra terra. Essi hanno aperto il 2008 e lo chiuderanno, accerchiando questa tornata elettorale che si concluderà con le amministrative di giugno. Due eventi sui quali innumerevoli politici (siciliani e non) hanno costruito le loro infami carriere da sciacalli e che per questo ci sembra il caso di ricordare prima di analizzare i risultati del voto appena concluso.

Cominciamo con il 40° anniversario del terremoto del Belice. In quel 15 gennaio 1968 l'intero sistema di vita di una vasta area della Sicilia occidentale fu cancellato all'improvviso. I malefici artigli degli ascari e del regime hanno rapinato tutto quello che c'era da rapinare e non contenti hanno persino speculato sulle macerie, sulle quali è stato simbolicamente vomitato quella vergogna che è il “cretto” dello pseudo-artista Burri, che sembra voler seppellire sotto il cemento l'identità e la memoria stessa dei siciliani, impedendo agli abitanti di quella città anche il dolore del ricordo alienandoli definitivamente dalla loro terra.

Il primo video proposto è parte di un documentario sulla vita di S. Margherita del Belice prima della tragedia: confusi ricordi di un tempo che i protagonisti si sono visti troncare all'improvviso e che per questo forse sognano con più dolore degli altri Siciliani, che invece se lo sono lasciati sguggire più dolcemente.



Il secondo mostra la vita degli abitanti dello stesso paese tra le baracche che sostituirono le piazze ed i balconi di pietra. Quelle stesse persone che prima abbiamo viste confuse ma integre nel loro spazio vitale, ora vagano sperse nei monotoni colori delle promesse non mantenute e nel puzzo di corruzione politica emanato dai prefabbricati.



L'ultimo è un amaro sketch di Massimo Troisi: che distanza dalle volgarità da stadio dei saltimbanchi di oggi!



Il 28 dicembre l'anno si chiuderà invece con il centenario del terremoto di Messina, che permise al regime di cancellare la seconda città della Sicilia e forse di tutte la più orgogliosa e recalcitrante. Messina non si è ancora risollevata da quell'evento mentre le baracche, vergogna di tutto l'occidente, vengono tenute nascoste al mondo e appena appena illuminate in vista di una qualche speculazione politica. Il Corriere della Sera in questi giorni dedica un buon reportage a quelle baracche. Il video del cantautore messinese Tony Canto chiude testimoniando la voglia di rivalsa non solo dei messinesi, ma di tutti i Siciliani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao abate, un utente del mio forum leggendo il tuo articolo sul referendum di lampedusa, mi chiedeva come fosse andato a finire.
ho saputo che la maraventano è divenuta senatrice, eletta in emilia.

Abate Vella ha detto...

Visto il successo della Lega e l'accordo con l'MPA Lampedusa potrebbe veramente diventare merce di scambio tra i due, anche se credo che l'ipotesi sia per il momento remota.

D'altronde la Maraventano é un ascaro come tutti gli altri, e non fará niente che non le viene ordinato dall'alto. Non puó fare niente da sola.

La buona notizia é che Vecchio e Scianó indiranno il primo congresso proprio a Lampedusa, prendendo spunto da questa vergognosa situazione.

Questo potrebbe costringere Lombardo ad attenzionare la cosa.