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domenica, marzo 16, 2008

Le solite grane



Secondo il settimanale britannico The Economist, “La domanda cinese per le materie prime di ogni tipo sta crescendo così velocemente e sta creando un tale boom economico per i contadini (...) che i banchieri hanno creato un neologismo per descriverla: superciclo” (traduco per quel popolo che vorrebbero tenere buono: un ciclo economico che non finirà più. Un cambiamento epocale, in altri termini).

Secondo la TV araba Al-Jazeera, il constante incremento del prezzo delle materie prime (tra le altre, il grano) ed il conseguente aumento del costo al consumo di pane sta provocando pesanti problemi in Egitto, dove il governo non riesce più a pagare per importare le necessarie quantità di cereali. Risultato: davanti ai panifici ci sono le file e non tutti riescono a sfamare la famiglia (tanto per essere maligni, direi proprio come in Unione Sovietica prima del crollo).



D'altronde i grafici con l'andamento del prezzo di scambio dei futures dei cereali (sopra vediamo riprodotto un esempio riguardante per l'appunto il grano) parlano chiaro.

La situazione del grano siciliano è alquanto particolare, grazie al sistema coloniale vigente (vedi post). Attraverso la lettera di Giuseppe Antonio Li Rosi (*) del consorzio produttori agricoli di Raddusa, possiamo capire come stanno vivendo questo “boom” i produttori siciliani:

La notizia pubblicata da Apcom e ripresa dal quotidiano La Sicilia sul crollo del prezzo del grano del 10% é l'inizio della solita speculazione annuale che tende a far ribassare i prezzi poco prima della raccolta e favorire l'acquisto ai commercianti.

Tre sono le considerazioni, a mio parere, che ci devono far riflettere sulla condizione dei produttori di grano duro e specialmente di quelli siciliani.

La prima é che la notizia non specifica di quale grano si stia parlando: di quello duro o di quello tenero?

La seconda riguarda i tempi del ribasso, che di solito sono iniziati sempre a maggio ed oggi li fanno iniziare nel mese di marzo.

La terza, invece, é sulla situazione siciliana facendo notare che chi quota il grano sulla pagina dell'economia de La Sicilia ne ha approfittato per togliere 10 euro a tonnellata al grano duro.

I giochi si stanno sporcando, difatti, é del 7 marzo 2008 la notizia del PAM (Programma Alimentare Mondiale) braccio dell'ONU, che si occupa delle emergenze alimentari che lancia un allarme sulle scorte alimentari; queste sono al loro minimo storico: appena 53 giorni di scorta e quando si scende sotto i 60 gg. la diminuzione dei prezzi é anomala.

Allora c'é da chiedersi come mai questo calo e perché nella prima decade di marzo.
Inoltre, il 10% di ribasso riguarda il grano tenero mentre il duro ha smesso di salire ma non si parla ancora di flessione.

Considerazione finale é che in Sicilia siamo precursori, perché non solo abbiamo già i prezzi del grano più bassi d'Italia a 470 ton. di fronte ai 532 dei mercati più importanti della penisola, ma abbiamo già applicato i saldi estivi abbassando il prezzo da euro 480 di domenica 2 marzo, a euro 470 di domenica 9. Che zelo!

A noi agricoltori siciliani ci bastano già le speculazioni delle multinazionali, quelle di piccolo cabotaggio fanno traboccare il vaso.


Una precisisazione: la notizia del calo del 10% è vera. Ma non si tratta di un crollo, bensì di un semplice aggiustamento dopo mesi e mesi di rialzi sfrenati (vedi grafico) di cui (desumo dalla lettera) gli agricoltori siciliani non hanno beneficiato.

Come mai? In questo caso le multinazionali non c'entrano niente, ed infatti Li Rosi parla di “speculazioni di piccolo cabotaggio”. Sono le speculazioni dei seguaci del genio dell'economia padana Giulio Tremonti, che fieramente si oppone alla “globalizzazione”. Ma cosa intende il Tremonti per “globalizzazione”? Semplicemente la possibilità per i Siciliani di vendere i loro prodotti direttamente sui mercati internazionali, senza dover passare dal ricatto italiano, che compra tutto a prezzi stracciati (non globalizzati...) per poi rivendere a prezzi di mercato (a prezzi cioè globalizzati).

Globalizzazione selettiva, ecco come dovremmo chiamare le idee di Tremonti. Selettiva perchè come per tutto il resto in Italia, quando si produce ricchezza, va bene solo per pochi intimi.

(*) La lettera di Li Rosi ci è stata gentilmente inoltrata da Rino Baeli di SiciliaPaisi.org

3 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
rrusariu ha detto...

Caro Abate
potresti dirci almeno il sunto del post onde comprendere la cancellazione.

Grazie!!!

Abate Vella ha detto...

Non era un commento, era spam: un invito a cliccare per essere trasportati in un altro sito dove ti scannerizzano il computer per vedere (dicono loro) se hai virus.

Come dice lo stesso post, "le solite grane" ;)