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martedì, gennaio 22, 2008

Mastella sì, Mastella no

Il 16 gennaio scorso un post dal titolo “Mi vergogno e mi spavento di essere italiano” è apparso nella blogsfera. Il solito sciovinismo sicilianista? No. Le parole sono del presidente dell'ARS Gianfranco Miccichè: cosa è successo di tanto grave da far pronunciare l'impronunciabile al nostro?

Le parole, uscite di getto (crediamo) dalla tastiera del blogger presidenziale, risuonano ancora più forti quando vengono messe a confronto con la generale pacatezza e la composta protesta che ha accolto la sentenza contro Cuffaro.

Ed allora cerchiamo di vederci più chiaro. Perchè la solidarietà espressa a quello che dovrebbe essere un nemico politico, il guardasigilli Mastella, non la digeriamo proprio a confronto della richiesta di dimissioni per il compagno d'avventure Totò Cuffaro.

Cominciamo col dire che noi ingenui non siamo e sappiamo che sia il processo al Presidente della Regione sia le accuse a Mastella sono eventi di matrice politica: magistratura non schierata nella strisciante guerra civile Italiana non ne esiste più. Smettiamola di nasconderci dietro un dito.

I traffici degli ex-DC li seguivamo già da tempo, sin dai precoci movimenti di Lombardo in Sicilia mentre Mastella cominciava a picconare a Roma. L'estate scorsa il Raffaele inscenò poi quella bella manifestazione a Roma ottenendo la benedizione elettorale per la corsa alla Presidenza della Regione Siciliana, presidenza che avrebbe dovuto aprire le porte alla riconquista del martoriato stivale da parte del mai domo scudocrociato.

Il tradimento di Mastella forse possiamo intuirlo dietro le toghe della magistratura “rossa” che in Calabria tentano con De Magistris il primo assalto all'UDEUR, ma vengono bloccati dai “magistrati della libertà”.

Superato l'ostacolo calabro, il centrodestra tenta il colpo grosso, cavalcando lancia in resta la crisi dei rifiuti a Napoli contro l'amministrazione di segno opposto. Ed è qui che Mastella si tradisce, fiondandosi anche lui all'attacco dell'ascaro Bassolino

Se questo “colpo grosso” fosse riuscito, la Campania sarebbe stata riconquistata dal centrodestra e la DC avrebbe proseguito a vele spiegate verso la sua rifondazione. Senza avvedersi dello stupido passo falso del guardasigilli, la CDL procede sicura con la mozione di sfiducia al governatore Bassolino, alfiere di Prodi e forse anche di altri inconfessabili interessi sotto il Vesuvio.

Ma Prodi ha oramai mangiato la foglia, e tiene pronto il suo asso nella manica. Con una mossa spregiudicata ecco calare la mano ferma della magistratura contro l'UDEUR, messo interamente sotto inchiesta, per di più con la moglie del leader tenuta “al sicuro” tra le mura domestiche.

Mastella tenta una patetica quanto formale controffensiva con le dimissioni che significherebbero la caduta del governo. Ed è a questo punto che Prodi lo convoca per scambiare qualche parolina a quattrocchi. Cosa avrà detto Prodi al traditore? Niente di compromettente, sicuramente. Avrà semplicemente fatto qualche casuale riferimento all'ostaggio. Magari esprimendo “solidarietà” ed augurandosi che la cosa si risolva senza la poveretta conoscere la durezza (e l'onta) del carcere.

Mastella conferma le dimissioni ma, bastonato oltre che cornuto, lascia “l'appoggio esterno” al governo. Il centrodestra deve calare le ali. Il giorno dopo i consiglieri di Forza Italia non si presentano in aula e Bassolino è salvo: la Campania rimane nelle mani di Prodi (e di chi lo gestisce da lontano).

Ecco spiegata la preoccupazione di Miccichè: la solidarietà è espressa ad un alleato politico. Non ad un avversario. Il centrodestra ha visto crollare in poche ore le sottili trame intessute negli ultimi mesi (ma non è detta l'ultima parola, visto che in nottata - 21 gennaio - Mastella, dopo il pellegrinaggio in Vaticano, ha preso il coraggio a due mani e pare si sia dimesso definitivamente).

E se a questo sommiamo la condanna di Cuffaro, allora forse il cosiddetto centrodestra sta proprio barcollando e tra poco potrebbe anche cadere al tappeto definitivamente.

Ed invece stranamente la condanna del presidente della Regione Siciliana sembra non interessare proprio a nessuno. Almeno se confrontata al clamore che ha avuto in passato lo svolgimento del processo. Niente barricate in sua difesa dagli alleati. Anzi questi sembrano unirsi agli avversari nel chiederne le dimissioni: di Cuffaro nella CDL nessuno vuole interessarsi più di tanto (a parte Casini, ovviamente...).

Come potrebbe la sua ingloriosa uscita di scena sorprendere quando Lombardo e Miccichè sono in campagna elettorale almeno dall'estate passata? Perchè paradossalmente Cuffaro se lo sta giocando la stessa CDL. Una pedina sacrificata per attirare i nemici nella trappola della sconfitta definitiva in Sicilia. E la sinistra è costretta a sorridere per circostanza, quando in realtà sta perdendo il più insospettabile degli alleati. Il più facile dei bersagli.

In Sicilia la guerra civile potrebbe finire prima di cominciare, con il centrosinistra al momento destinato alla definitiva scomparsa ed il centrodestra trionfante. O meglio. Con gli euroburocrati sostenuti dalla carta straccia della BCE che si affrettano ad oltrepassare lo stretto lasciando solo qualche retroguardia per non rischiare di essere falciati (politicamente, si intende) dall'assalto finale di chi si nasconde dietro il centro-destra. E chi si nasconde dietro questo centro-destra non è ancora chiaro.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Abate bel post,
ma dai però non mi dire che ancora non ti è chiaro chi è dietro il centrodestra... ;-)

C'è la Russia di Putin!
Ormai è evidente.

Berlusconi ha dato il benestare per la continuazione del mandato a Cuffaro, tanto il ricambio sarà sempre nella cdl (LOMBARDO) la sinistra delle massonerie come hai detto tu è in rotta verso lo stretto e anche Di Pietro sta cercando la scusa pe saltare il fosso.

Berlusconi è l'uomo di Putin in Italia come peraltro ho già dimostrato in questo mio editoriale:

http://www.neoborbonicisicilia.it/sguardo-estero.htm

saluti
Gonzalo

Abate Vella ha detto...

Gonzalo,

tu la fai troppo semplice!

Guarda che non avrei alcun problema a dire Putin. Non tifo per nessuno: cerco di capire gli eventi per quello che sono. E Putin da solo non ha la forza di fare il bello ed il cattivo tempo in Italia.

Quando tutta questa storia è iniziata (ricordo, 1992) Putin dov'era? Allora chi è che tramava? Da un lato sempre l'Europa della BCE. Ma dall'altro?

Gli attori sono tanti ed oggi non siamo più nel 1860: ogni volta che ci si muove si toccano gli interessi di tutti.

Riguardo a Cuffaro, per il bene della Sicilia direi che le dimissioni immediate di Cuffaro sono auspicabili per tanti motivi. E soprattutto è imporante che queste non vengano imposte dal commissario dello stato. Miccichè e Berlusconi stanno discutendo quale sia la cosa migliore da fare per il bene... della CDL, non certo della Sicilia!

Anonimo ha detto...

Il punto della situazione
e
Batti e ribatti: Il nostro segretario regionale, Pino Marinelli, viene pubblicato su Il Giornale e ne scaturisce una vivace discussione

continua a leggere su:
www.neoborbonicisicilia.it

Anonimo ha detto...

Grazie Abate Vella per aver notato il mio commento che e` stato censurato.

Dal Siciliano Giuliano!!!

http://www.gianfrancomicciche.net/2008/01/19/ma-perche/#comment-9108

Abate Vella ha detto...

Gonzalo,

ho letto i tuoi articoli.

Che il prossimo presidente sará della CDL non abbiamo dubbi.
Ed effettivamente l'apparente differenza di vedute tra Berlusconi e Micciché potrebbe essere indice di una "predestinazione" di Lombardo.

Direi peró che tra le dimissioni subito e le dimissioni "quando fa comodo alla CDL" corre una grossa differenza, quella tra il rispetto per le istituzioni del Popolo Siciliano e l'arroganza di chi si crede al di sopra di queste schiocchezzuole.

Abate Vella ha detto...

Giuliano,

casualmente avevo letto quel commento prima che fosse censurato, e non credo si potesse dire che fosse off-topic!

La veritá é che il blog serve a Micciché non come mezzo per il dialogo ma come vetrina. Marketing insomma, non democrazia!

(Questo non vuole essere un giudizio completamente negativo, ma serve a mettere le cose nella giusta prospettiva)

Anonimo ha detto...

Ciao Abate, è il gioco della politica, ad eempio secondo me la CDL aspetterà che avvenga il crack economico per far cadere il governo ;-)

Hai ragione, Miccichè usa il suo blog come vetrina ;-) e vedo che ci sono molti che attratti dalla merce esposta si fermano ad ammirarla, eheheh

Abate Vella ha detto...

Gonzalo,

ripensando al concetto di vetrina,

ti é mai capitato di guardare la vetrina di un negozio, e nel frattempo cercare di sbirciare cosa succede dentro?

rrusariu ha detto...

Ma ritornando al mio amico Gonzalo ed a quello che ha scritto nei suoi post, vorrei esprimere alcune considerazioni.

In questo momento ci sono la Sicilia e diciamo Napoli-Campania che stanno vivendo una situazione politica che viene anche proiettata sul governo romano.
Ciò sta scompaginando ciò che fino a una decina di giorni fà non si sarebbe "immaginato" (ma la pìeces teatrale ricordiamoci viene preparata prima!!!).

Per la Sicilia la vicenda Cuffaro ha avuto dei risvolti importanti.
La sua mancata assoluzione e la condanna hanno portato in evidenza che i Siciliani non accettano chi rappresenta la nostra Patria Siciliana si sia marchiato di una condanna. Oggi la comunità internazionale esige trasparenza ed essere integerremi nel rispetto delle leggi. Lui, Totò, ha sbagliato.
A Napoli ed in Campania invece si sono contrapposti interessi e resistenze popolane che hanno gettano discredito all'immagine di "anima e core" dell'Italia e ne uscito un tourbillon di accuse e contraccuse, solidarietà sì e no, etc... ma alla fine c'è stato un regolamento di conti sulla via Appia che ha portato alla quasi messa fuori legge della boss del Sannio e clientes associated. Oggi il governo romano è sotto le forche caudine delle tribù sannite!!! Gli irpini sono calmi, ma il resto degli italici sta ad aspettare. Il nostro Lumbard sta intessendo ragnatele assieme al redivivo Vincenzo Scotti. Mah... vedo una diversità di sentimento tra la Sicilia e le terre oltremare.
Gonzalo in questo momento a Roma pensano in termini di voti-granaio, ma se ne fottono dei problemi siciliani francamente. Come ha ben detto Miccichè a Berlusconi.
Ma il duello Mastella versus Pecuraru Scannatu ha trovato i franchi tiratori contro il partito sannita. Ancor oggi la coppia Bassolino-Jervolino ha saputo mantenere un basso profilo.
I prodi romani sono sotto le forche caudine, ma oggi invece chi potrebbe rappresentare il Borbone, che coagulasse la voglia di riscatto di Napoli e Campania, è stato sostituito da un DeGennaro-Murat pronto al fuoco per conto del decrepito governo giacobino-romano.

Due realtà diverse, e stavolta la Sicilia non si ferma, se gli altri vogliono che si accodino!!!

VIVA LA SICILIA!!!

Anonimo ha detto...

Rifiuti Campania - Anche i fanghi mercuriosi dell'Enichem di Priolo(SR) nelle discariche.

continua a leggere su:
www.neoborbonicisicilia.it

Anonimo ha detto...

che vergogna. persa un occasione per voltare pagina. pur essendo consapevole che non potevano voltargli le spalle sono deluso che piu di 50 onorevoli regionali hanno votato no alla sfiducia.
veramente una vergogna. in che modo posso spiegare ai miei amici e colleghi francesi,belgi,olandesi,americani,inglesi,tedeschi che non si ha il coraggio di cacciare un presidente della regione condannato a 5 anni che favorisce dei mafiosi? non c'é speranza per la Sicilia, non c'é futuro per i Siciliani. Solo degrado e sottosviluppo.. il resto sono solo chiacchiere per riempirsi la bocca come quelle che fa micciché nel suo blog. predica bene e razzola male anche lui votando no alla sfiducia.
che vergogna!!!
scusa lo sfogo

www.ilgattopardo.wordpress.com

Anonimo ha detto...

Ciao Tancredi se è per quello non ti preoccupare, anche inglesi ed americani hanno parecchio da vergognarsi, di cose che Cuffaro in confronto diventa un chierichetto...

Ma purtroppo oggi sono i mass-media che formano l'opinione pubblica e non la Coscienza.

saluti
Gonzalo

Anonimo ha detto...

Come abbiamo previsto l'MPA di Raffele Lombardo modifica la strategia sui rigassificatori in Sicilia.

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