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giovedì, gennaio 10, 2008

La spada nella roccia


La leggenda narra che re Artù, ferito a morte, abbia trovato rifugio in Sicilia alle falde dell'Etna e qui fosse stato miracolosamente curato dalla fata Morgana.

Sarà forse per un riflesso di queste legende celtiche arrivate alle nostre latitudini insieme ai cavalieri normanni, ma oggi i politici siciliani sono tutti alla ricerca di quel Sacro Graal elettorale che possa permettere loro di rimanere a galla nello sconquasso che sta travolgendo l'intera penisola italiana e le isole ad essa connesse.

Il sistema clientelare sino ad oggi custode del potere politico di Palazzo dei Normanni (appunto...) ci appare infatti sempre meno solido, insidiato dal basso dallo smantellamento delle cosche criminali e dall'alto dalla costante diminuzione di portata del fiume carsico di denaro proveniente da Roma per la necessaria oliatura dell'infernale meccanismo.

La giostra del duello politico si è quindi spinta verso la ricerca di questo mitico Graal, la cui sopravvivenza si era messa in dubbio sino a quando negli anni '90 un piccolo esperimento elettorale, quel Noi Siciliani che addirittura elesse un parlamentare nazionale, non riuscì ad avvistarlo ed a provarne definitivamente l'esistenza.

Il Sacro Graal dell'identità Siciliana è oggi custodito da un manipolo di coraggiosi, volgarmente detti sicilianisti, che con mistica determinazione si sono ostinati a proteggerlo dai continui attacchi mirati all'appiattimento risorgimentale della nostra Patria.

I poco valenti cavalieri che siedono alla tavola rotonda della politica siciliana, che fino a ieri snobbavano le argomentazioni dei sicilianisti quasi fossero un puerile miraggio, un fenomeno di Fata Morgana (appunto...), oggi fanno a gara per raggiungere la pentola colma d'oro abilmente nascosta alla base di un arcobaleno di rivendicazioni fino ad ora arrogantemente ignorate.

Il torneo fu inaugurato qualche anno fa dal nostro presidente, quel Cuffaro che poi ama sminuirsi inspiegabilmente con il titolo di governatore, con la presentazione dell'inno siciliano, una canzonetta nata sulla scorta di Fratelli d'Italia scritta da Vincenzo Spampinato, uno dei nostri più validi cantautori altrettanto inspiegabilmente sceso di tono per l'occasione (senza contare che la Sicilia un inno lo aveva già...).

Fallito il tentativo di Cuffaro, il Sacro Graal sembrò passare nelle mani di Raffaele Lombardo, che con l'invenzione MPA tenne tutti con il fiato sospeso per qualche tempo. Lombardo irretì per bene parecchi esponenti della setta sicilianista, ma si è poi lasciato scivolare tutto dalle mani in occasione delle elezioni di Palermo dove forse impaurito ed incalzato dal suo stesso passato non potè fare a meno di rientrare nell'opera ed appoggiare il pupo Cammarata.

Delusione ancora più cocente hanno subito gli adepti di Nello Musumeci, che non solo come il Lombardo è ritornato sui suoi passi al primo fischio di pastore udito nell'aria, ma ha persino rinnegato se stesso cancellando la sua creatura Alleanza Siciliana. Cliccare per credere: www.alleanzasiciliana.it

Ed ora a tentar l'impresa di estrarre la spada nella roccia si accinge il cavaliere Miccichè, presidente di questa tavola rotonda che va sotto il nome di ARS. Il paladino del popolo delle libertà in Sicilia, attraverso il suo blog, ha più volte mostrato interesse verso le tematiche care ai sicilianisti, arrivando nei giorni scorsi a chiedere di essere contattato da L'Altra Sicilia per discutere la loro proposta di legge per l'insegnamento della Lingua Siciliana nelle scuole, l'introduzione del bilinguismo nella pubblica amministrazione e l'istituzione di una serie di media in Lingua Siciliana (Vedi il post 'Un regalo stupendo', commento n°329).

La Sicilia sta conquistando Miccichè, o Miccichè tenta il conquisto della Sicilia? Certo ci vuole coraggio per abbandonare il paracadute della esausta politica romana e lanciarsi nel vorticoso mare della immortale storia di Sicilia. Ci vuole coraggio per solcare le rotte già percorse dagli avi normanni che qui traghettarono le leggende di re Artù e magari aprirne di nuove. Ma al contrario di quello che si potrebbe pensare, partire proprio dalla Lingua Siciliana vorrebbe dire salpare con il vento il poppa, visto che, come disse con estrema apprensione un professore di linguistica dell'Università di Catania, tal Salvatore C. Trovato, “dietro il concetto di lingua sta spesso quello di nazione”.

Caro Presidente il paracadute romano è oramai logoro. E' arrivato il momento di levare le ancore senza guardarsi indietro per non rischiare di rimanerci di sale come tutti gli altri , cavalier serventi in caduta libera dopo lo sgonfiarsi del vento risorgimentale.

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Una leggenda narrà che Artù donò la spada Excalibur a S.Agata in segno di devozione.

A Catania infatti ci sarebbe una statua della Santa con una spada, sarà quella...? ;-)

saluti
Gonzalo

Anonimo ha detto...

caro abate vella, io ti seguo sempre, scrivo per la prima volta con questo nick.
condivido ogni tuo articolo ed è una cosa rara.
volevo informarti che ho aperto un forum di discussione su storia, cultura, politica, attualità di Capo d'Orlando, della Sicilia e non solo.
ad esempio, sai che a Capo d'Orlando, esiste una grotta ritenuta il luogo di nascita di Dìonìso (Bacco); in passato dove essere la città sacra del culto dionisiaco, sviluppato su tutti i Nebrodi.
inoltre c'è una sez dedicata al 1860, con articoli e testimonianze che dimostrano che è stata tutta una grande truffa.
ho già inserito un tuo articolo che ha destato interesse e sgomento; spero contribuirai personalmente.
questo è link
http://duecentonove.forumup.it

Saluti

ANTUDO!

Anonimo ha detto...

correggo il link

http://duecentonoveac.forumup.it

rrusariu ha detto...

Assà bbinirica a tutti.

Hai detto bene, che adesso i ns commedianti politici, sentendosi persi e avendo capito che tra poco dovranno trovarsi nuovi padroni, adesso si buttano sul repertorio classico di Liolà e Così è se vi pare, oppure Uno nessuno e centomila.

Penso che lo sbarco in quelle terre amate dal nostro amico Gonzalo da parte di Don Raffaele Lumbard abbia solleticato qualcuno a tener freno solo in Sicilia.
Nello Musumesi si sta consumando a tener su la torcia della Desra.
Bedda Matri, chi dissi?
Il webmaster della destra siciliana si è tradito?
Anch'io ho all'inizio ho pensato ad un errore pacchiano, puo' darsi nella foga di presentare il nuovo che avanza, ovvero le bare con la fiamme, il nostro abbia commesso un lapsus. Ha scritto il termine del sito del consunto nello nella esatta dizione siciliana!!!

C'è già qualcuno che si butta sulla lingua Siciliana.
L'importante è sapere che la prossima volta che vado in Sicilia possa esprimermi nella mia lingua materna e possa rivolgermi ai signori pubblici ufficiali nel mio idioma. Così solerti funzionari pubblici d'oltremare dovranno imparare la nostra lingua per rispondermi. Che goduria!!!

Gonzalo, che lingua ufficiale metti nella tua confederazione?
Mica rimarrai ancora all'italinglish in salsa napoletana?

Anonimo ha detto...

Russariu, ancora ciama calari a pasta ie tu già pari di sassa?

Posso dirti però che leggendo l'Amari ed i libri dei sedicenti patrioti siciliani del 48 non ho trovato una sola parola scritta in siciliano, sarà che loro erano rimasta all'italinglish in salsa britannica...

http://books.google.it/books?q=amari&as_brr=1

http://books.google.it/books?as_brr=1&q=la+masa

http://books.google.it/books?as_brr=1&q=la+farina&btnG=Cerca+nei+libri

Anonimo ha detto...

ragazzi ma stiamo scherzando, ma gonzalo, non solo rinnega la storia siciliana, ma pure la lingua.
ma tutto ciò è assurdo!
sono andato sul sito del comitato delle due sicilie e non la sicilia(fortunatamente) non viene nemmeno menzionata in nessuna parte parte.
dopo la lezione di zitara, penso che le idee di gonzalo siano solo di gonzalo e di qualche altro fanatico.
menumali và...

Anonimo ha detto...

Veramente io non ho rinnegato nessuna lingua.
Semmai ho fatto notare che l'avevano rinnegata i "patrioti" del 48.

Ti rilascio alle tue provocazioni.

Anonimo ha detto...

gonzalo, poi uno non deve dirti che sei ignorante, ma tu ta cerchi...
la sicilia era sotto i borboni che avevano cancellato la nostra bandiera, le nostre istituzioni pubbliche e la nostra lingua.
per la lingua a livello di lingua ufficiale, questo era già avvenuto dai tempi della conquista angioina del regno di Sicilia.
i borboni dichiarono l'italiano la lingua ufficiale del regno e di conseguenza anche della sicilia.
visto che ti piace girare su google book, cerca pure lingua siciliana e vedi i vari dizionari siciliani dell'800.

qui trovarai un excursus storico della lingua siciliana
http://www.ilportaledelsud.org/lingua%5Ffara.htm

buon accultaramento!

Abate Vella ha detto...

Nèbros,

ho inserito il link del forum a lato (vedi associazioni e siti sicilianisti).
Prendi pure tutto il materiale che ti serve dal sito.

Gonzalo,

pare che nel tesoro di S.Agata sia conservata anche la corona di re Riccardo (non so come mai sia arrivata da queste parti... ). Ne parla Buttafuoco nel suo libro 'le uova del drago'.

Riguardo alla lingua non credo che si debba gettare il bambino con l'acqua sporca, ed infatti anche la proposta de L'Altra Sicilia mi pare non preveda di fare del Siciliano l'UNICA lingua ufficiale della Sicilia.

Stiamo attenti a non farci scippare la lingua italiana: il vocabolario italiano ha una forte base toscana, ma la struttura della lingua e la sua letteratura derivano dalla lingua siciliana. Quindi la lingua italiana appartiene anche (e soprattutto...) a noi.
Il bilinguismo presenta anche vantaggi pratici perchè facilita l'apprendimento di ulteriori lingue.
In questo senso quindi, anche Amari si esprimeva in una lingua siciliana, anche se non in siciliano puro.

In ogni caso avere idee liberali non vuol dire di per sè aver rinnegato la Sicilia (proprio Amari poi, che ha dei meriti incalcolabili per la scoperta della nostra storia...), come scrivere in italiano (come faccio io) non vuol dire aver rinnegato il siciliano.

rrusariu ha detto...

Concordo con l'Abate Vella,

avere l'opportunità di sapersi esprimere in due lingue diverse è di grande aiuto.

Ad esempio se noi imparassimo a tradurre in inglese direttamente dalle nostre espressioni in sicialiano cioè sarebbe ancor più veloce e comprensibile.
L'evoluzione stesso dell'italiano che attualmente ha perso della semplicità d'espressione a favore di maggiori sfumature di linguaggio ha fatto sì che gli italiani stessi facciano fatica ad esprimersi in lingue estere salvo esserci nati o cresciuti sul posto, cioè la dice lunga anche sull'aspetto di non voler accettare lo straniero per la fatica di dover comprendere un'altra lingua, ciò non vuol dire xenofobia.

Ricordiamo che siamo noi Siciliani ad aver dato l'attuale nome alla penisola, come anche il termine Italia o Talìa. Come è anche probabile che l'alfabeto fenicio sia di derivazione sicula come da alcune iscrizioni ritrovate ad Adrano.

Come hai detto in alcuni post dell'anno scorso, dobbiamo essere consapevoli della nostra storia plurimillenaria. Il legame della nostre isole è molto importante, ha fatto sì che chiunque venisse ad abitarci sia per motivi guerreschi od economici s'immedesimasse nella nostra storia e nella nostra cultura.
Purtroppo le popolazioni sulla penisola nella parte meridionale francamente non hanno la stessa consapevolezza, anche nelle stesse regioni "italiane" ci sono disparità di sentimento tra le stesse popolazioni. Il tentativo degli amici duosiciliani non è male, ma sinceramente stride un po' con l'attaccamento tutto Siciliano di vedere le isole come un tutto a sè stante. La lingua nostra ne è un esempio.
Dobbiamo supportare tantissimo questo tentativo di introdurre il Siciliano come nostra lingua ufficiale, non vergognatevi!!! La Spagna ha ammesso nelle varie Comunitad tutti gli idiomi locali come ufficiali, quando vado in Galizia a trovare mio fratello trovo i cartelli in gallego (Xunta de Galicia) senza alcuna remora, per non parlare della Catalunya o Euskadi.

Al di là dell'aspetto sicilinista o duosiciliano dobbiamo dare concretezza a questo sforzo per vedere riconosciuta la nostra lingua. Cio' lo ritengo molto importante, cio' che verrà dopo dipenderà dalle nostre consapevolezze. Non demordiamo.

VIVA LA SICILIA!!!

P'accamora manciu pasta all'agghiu e all'ogghiu, a sarsa po' aspittari.

Anonimo ha detto...

X Abate Vella,

rileggendo tutti i commenti ho notato che ci sono diversi insulti, per i quali non sono stati presi provvedimenti, nei confronti del Popolo Siciliano(piccolo per quanto vuoi)

Non vorrei che chi comportandosi in maniera educata e civile, preferendo ignorare gli insulti piuttosto che rispondere parimenti, dia l'impressione di essere poco furbo.

saluti
Gonzalo

Anonimo ha detto...

gonzalo ma ceretu ca haj na gran facci di 'mpigna, sia nel venir a dire che il popopo siciliano è piccolo e poi a voler passare come vittima degli insulti. sta situazione di rifiuto in tutto ciò che dici, a creasti tu con la tua arroganza, quindi non veniri ora a fari l'agnellino indifesu

rrusariu ha detto...

Il Presidente Miccichè è siddiatu, perchè molti politici e sindacalisti nostrani hanno perorato l'assunzione dei loro congiunti nel Banco di Sicilia, tutto ciò ha fatto saltare il tentativo del dott. Mancuso di scegliere un direttore generale Siciliano.
Sì sciuvigghiaru, cu avi pitittu e dari a manciari a l'aciddazzi e a cu penza di putirisi moviri ancora.


Sarà senz'altro un anno con i fuochi!!!

Anonimo ha detto...

Cumpari,

Hai scritto: "senza contare che la Sicilia un inno lo aveva già..."

Cos'è quest'inno e dove posso trovare il testo?

SALUTAMU!
Viva la Sicilia

Abate Vella ha detto...

x Enzo:

'Suoni la tromba e intrepido io pugnerò da forte: bello è affrontar la morte gridando libertà. Amor di patria impavido mieta i sanguigni allori, poi terga i bei sudori e i pianti la pietà. All'armi! Sia voce di terror Patria, vittoria e onor!'

Aria tratta da I Puritani di Bellini

Anonimo ha detto...

abate, ti ringrazio per la disponibilità.
riguardo l'inno, io so che quello era l'inno dei separatisti ma non quello ufficiale, che è stato composto da spampinato qualche anno fà

Anonimo ha detto...

Era l'inno dei separatisti che sarebbe diventato l'inno della Repubblica Siciliana.
Quello di Spampinato è un clamoroso tonfo neo-colonialista: da notare il verso rivoltevole e anti-storico "Tra le tue braccia è nata la Storia sulla tua bocca «Fratelli d'Italia »!".

Abate Vella ha detto...

Nèbros,

anonimo ti ha risposto.

Ovviamente quell'inno non è mai stato ufficialmente l'inno della Sicilia. Ma francamente credo sia giusto considerarlo tale.

La frase di Spampinato (quella riga l'ha scritta lui o gli è stata imposta?) è veramente quanto di più basso un Siciliano potesse compiere. E pensare che il maestro Spampinato (comunque per me un grande cantautore) in precedenza aveva pubblicato un intero bellissimo lavoro a sfondo sicilianista (o sarebbe meglio dire semplicemente siciliano?), dal titolo Kokalos.

Anonimo ha detto...

Volevo fare anche a te i complimenti per il blog. Mi è stato segnalato da L'Ora del Vespro. E vedo (con sorpresa) che anche Gonzalo bazzica spesso da queste parti... ma è meglio tralasciare la questione...

Per Dio e la Sicilia! Indipendenza!

Anonimo ha detto...

Non so come mai i dui prisidenti Siciliani e ARS non hanno ancora dichiarato l'indipendenza della Nazione Siciliana????

Abate Vella ha detto...

Caro Laurentius, che combinazione...

avevo trovato il tuo blog qualche giorno fa credo cercando le parole dell'inno di Bellini.

Se vuoi possiamo scambiare i link!

X anonimo:

I presidenti di ARS e regione prendono ordini da Roma. Come potrebbero mai fare una cosa del genere?

Anonimo ha detto...

Ah, davvero? :)
Beh... una gran bella coincidenza. Certo, non è un problema: ti aggiungo volentieri tra i miei link.

Anonimo, sono proprio per primi i venduti presidenti di ARS e Regione Siciliana a vendere la Sicilia... Come potrebbero mai renderla indipendente? Se la Sicilia diventasse finalmente indipendente, lo diventerebbe non certo grazie a questi italofili, e certamente proprio questi politici siciliani sarebbero i primi ad andare in esilio forzato!