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giovedì, agosto 30, 2007

Nemo Propheta in Patria

Chi vorrebbe mai essere la Cassandra di turno quando in ballo c'è la vita di così tanti concittadini? In Sicilia, terra si di contrasti, ma anche e soprattutto di ascari, questo qualcuno lo si può trovare. La storia di questo traditore, di questo profeta che spera ardentemente di non essere creduto, ce la racconta il giornalista Alfio Sciacca, ascaro anch'esso ed in forza al Corriere della Sera.

Il profeta altri non é se non uno dei più scadenti PM che abbiano mai calcato i palcoscenici dei tribunali italiani, palcoscenici sui quali si recita oramai a soggetto più per ottenere un posto nell'elite del mondo dello spettacolo che per l'esercizio della giustizia.

Ignazio Fonso si é occupato dei fatti dello scorso 2 febbraio dello stadio Massimino indagando sulla morte dell'ispettore Raciti senza riuscire a concludere un fico secco, visto che malgrado l'aiuto di una incredibile mole di dati e di registrazioni video non vi sia nessuno al momento accusato dell'omicidio in modo credibile. Anzi, non si sappia ancora come sia morto il poliziotto, né si sia fatta un ricostruzione ufficiale degli avvenimenti.

Sul quotidiano dello scorso 8 agosto il nostro addirittura profetizza (verbo usato dallo Sciacca Alfio): “Se il buongiorno si vede dal mattino non c'è da stare allegri (...). Se non si interverrà con durezza é facile prevedere che il prossimo 2 dicembre, in occasione del derby con il Palermo, si ripetano scontri e attacchi alla polizia”.

E visto che sicuramente non si interverrà con durezza (Ma contro chi? Contro che cosa? Il nostro non lo dice...) crediamo che la speranza dell'inconcludente mangiastipendi sia proprio quella di poter profetizzare correttamente.

Qui forse si tralascia qualcosa: chi doveva intervenire la scorsa stagione e chi dovrà intervenire ora, non sono altri che le forze dell'ordine, cioè il questore Capomacchia. Sembrerebbe quindi che il dito sia puntato verso lo stato (come dovrebbe in verità essere puntato, visto che é lo stato incaricato di mantenere l'ordine, e non i cittadini o le società di calcio). I due ascari invece, con domande e risposte telefonate, suggeriscono proprio il contrario: e cioè che sia responsabilità della società di calcio, del comune e dei catanesi tutti mantenere l'ordine (vedi frasi del tipo “se non si fa veramente funzionare il prefiltraggio” oppure “incredibile é stata l'indifferenza della città”)

Certo sarebbe bello se i catanesi (ed i siciliani in generale) potessero veramente prendere in mano il governo della loro isola: siamo sicuri che gente come Sciacca, Fonso e Capomacchia sarebbero subito cacciati via. Ma purtroppo siamo ancora sottomessi, e dobbiamo leggere frasi del tipo “Temo che con questa voglia di inseguire sul caso Raciti assurde tesi sul fuoco amico...”, tesi peraltro tanto assurde da essere suggerite anche nel rapporto del RIS di Parma.

Comunque in base ai segnali dati sin qui, sembra chiaro che in occasione del derby calcistico più seguito al mondo (ecco un indizio importante!) non ci sarà un servizio d'ordine degno di questo nome, malgrado l'estorsione perpetrata dalla polizia di stato ai danni dei contribuenti del comune etneo sotto l'insegna di una maggiore sicurezza (ma anche qualcun altro pretendeva soldi in cambio di sicurezza a Catania, mi pare...), estorsione alla quale le autorità comunali e provinciali hanno subito ceduto, timorose forse di chissà quali rappresaglie personali.

Quest'anno allo stadio a Catania si andrà con la paura che qualcuno oltrefaro, tramite manodopera locale, stia tramando per fare diventare il Massimino un altro Heysel (dove guarda caso perirono diversi siciliani...). Un contentino però ce lo vogliono dare: la didascalia della foto a corredo dell'articolo di Sciacca dice testualmente “fuori dello stadio Massimino (...) scoppia una guerriglia”. Quindi almeno ammettono che la squalifica dello stadio, a norma di regolamento, sia stata ingiusta. Peccato! Detto ora, un paio di mesi dopo la fine del campionato, questa calcolata ammissione suona più come una beffa...

2 commenti:

rrusariu ha detto...

Di solito non commento mai quando vengono citati funzionari di governo.
Ciò è dovuto perche sto aspettando ancora che venga tolto il segreto di stato (nel 2016) sulle strage di Portella della Ginestra.
Il comportamento di alcuni funzionari e in primis del siciliano di Caltagirone in merito a questi fatti di allora, salvo il valore di tanti funzionari siciliani caduti per difendere un minimo di legalità nel tempo, non ha ancora fugato alcuni dubbi su certe responsabilità.
E' mai possibile che tutti sanno (a posteriori) cio' che potrebbe succedere ma nessuno previene?
La prevenzione la si fà solo come al tempo dell'inquisizione?

Anonimo ha detto...

Speriamo che il segreto di stato per il 2016 venga tolto anche se ci spero poco perchè le carte sul brigantaggio stanno ancora a Roma, all'archivio storico dell'esercito italiano sotto scorta armata.

saluti