Quando vediamo dei bambini in pericolo nelle mani dell’orco, tutti vorremmo avere il coraggio di intervenire e di difendere, anche a costo della nostra stessa incolumità, gli innocenti dalle sevizie che sicuramente li attendono.
E questa deve essere stata la molla che ha fatto scattare nei giorni scorsi il tentativo di linciaggio nei confronti di Bertolaso da parte di alcuni cittadini di Ariano Irpino, nell’appennino Campano.
Cosa ha fatto il “mostro” Bertolaso per scatenare le giuste ire dei campani? Nel giro di poche ore ha legalizzato quello che fino ad oggi lo stato ha fatto sottobanco. Ha legalizzato la criminalità organizzata (leggi camorra, leggi mafia) ed il traffico di rifiuti che la ingrassa a spese della salute dei nostri figli.
Ha proposto di smaltire “temporaneamente” i rifiuti solidi urbani in eccesso nelle cave abbandonate senza che si predisponessero gli interventi preventivi per l’impermeabilizzazione del suolo come vuole la normativa e di riaprire le discariche già da tempo chiuse perchè non a norma, esattamente come fa la “camorra”. L’impermeabilizzazione costa, e il satrapo non ne vuole sapere di spendere soldi per i terroni. La mancata impermeabilizzazione significherà inquinamento della falda, che poi significa ortaggi ed acqua inquinata, che poi significa figli nati malformati.
La televisone ha fatto di tutto per dipingere la cosa come una questione interna della Campania, come se fosse colpa loro il fatto di produrre tutti quei rifiuti e che quindi se la dovrebbero vedere loro. Stranamente non era lo stesso nel caso delle scorie radiottive, prodotte al nord ma da smaltire in Basilicata. O forse si?
Infatti il motivo per cui in Campania non c’è posto per i rifiuti locali è che tutto lo spazio è stato occupato da rifiuti di ogni tipo provenienti dal Nord Italia: dal fango dei depuratori, ai rifiuti speciali delle aziende chimiche. Tutti scaricati lì ed un pò anche nel resto del Sud Italia e della Sicilia senza alcuna preoccupazione.
Ma visto che non vorrei si pensasse che qui si vaneggi, continueremo usando dati e parole provenienti da un’inchiesta apparsa su L’Espresso del 7 giugno scorso, dal titolo “Morire di rifiuti” (pag. 40).
“Ma da questo guadagno (il guadagno della camorra nello smaltimento illegale dei rifiuti, ndr), ne hanno ricavato vantaggio le maggiori imprese italiane, negli ultimi trent’anni le discariche campane sono state riempite, le cave rese satolle, ogni possibile spazio utilizzato, la spazzatura di Napoli non è la spazzatura di Napoli. Le discariche campane (...) sono state occupate, invase, colmate dai rifiuti speciali ed ordianri di tutto il paese”
Ed ancora:
“I traffici di rifiuti tossici hanno visto il Sud Italia essere il vero luogo dove far ammortizzare i prezzi elevati dello smaltimento. La camorra ha fatto risparmiare capitali astronomici alle imprese del nord Italia”
“La storia dei rifiuti è la storia di un intero paese che sversa i suoi rifiuti al Sud, e che dal Sud prende risorse”
L’ultima frase è particolarmente rilevante: spiega infatti una parte del valore aggiunto che le imprese del nord Italia riescono ad ottenere dai loro prodotti. Il prezzo dello smaltimento praticamente lo fanno pagare a noi, e siccome non possono certo estorcerci direttamente i soldi, degradano l’ambiente che evidentemente non considerano loro, ma appartenente ad una razza diversa. Il nostro territorio viene cioè consumato e tramutato in un flusso di denaro che fluisce da sud verso nord.
Non possiamo certo fare noi i calcoli, ma sicuramente questo da solo potrebbe spiegare una parte non minoritaria del divario economico.
Viene allora da chiedersi se le aziende siano consapevoli della situazione: secondo le frasi lette nell’articolo si. Se le aziende risparmiano rispetto ai prezzi di mercato certamente si rendono conto che qualcosa non quadra.
Ancora più tragica è la constatazione che la provenienza dei rifiuti in una discarica abusiva sarebbe facilmente rintracciabile ed anche un'indagine superficiale porterebbe subito ad individuare le aziende dalle quali sono stati originati i rifiuti, per cui smantellare l’intera rete sarebbe piuttosto semplice. Se il sistema continua a sostenersi significa che lo Stato non vuole liberarsene. Se non si sa quali siano le imprese che smaltiscono illegalmente i loro rifiuti, ma si sa tutto dei traffici in campania (l’articolo è pieno zeppo di nomi, fatti, date) vuol dire che la giustizia non appena tenta di spostarsi verso nord trova il solito “muro di gomma”.
Contiguità tra imprese del nord e camorra vengono in parte esplicitate:
“Una vecchia inchiesta del 1993 mostrò che la massoneria aveva necessità dei contatti con la Campania e con i Casalesi, perchè bisognava trovare con urgenza agli imprenditori del centro-nord un modo per risprmiare sugli sversamenti dei rifiuti”
L’immagine che se ne trae (in questa come in molte altre storie) è quella di una criminalità organizzata meridionale gestita dallo stato tosco-padano per meglio sfruttare e saccheggiare il sud Italia e la Sicilia. Ma tutte le inchieste e le indagini ufficiali si fermano sempre al confine con il Lazio.
Per rendersi conto di quanto sia integrale al funzionamento stesso dello stato questo traffico, basterà ricordare che nelle discariche abusive campane si sono ritrovati persino i fanghi dei depuratori di Venezia e Forlì, appartenenti a società a capitale prevalentemente pubblico.
Ce ne abbastanza per accusare lo stato italiano di genocidio: i colonizzatori delle Americhe fuorno accusati di un crimine simile per avere distribuito un paio di coperte al vaiolo tra gli indigeni. Se permettete molto meno di questo.
Nell’articolo si racconta anche la storia di un affiliato che fece notare al boss che in quel modo si contaminavano le falde acquifere. Il boss avrebbe risposto “E a noi che ce ne importa, tanto beviamo l’acqua minerale”. Probabilmente la stessa risposta che il Commissario della Protezione Civile Bertolaso avrà dato al suo “entourage”.
2 commenti:
forse non hai studiato ancora per bene il DecretoLegge:
Art.9 comma 2 (una serie di codici che poco dicono ma contengono il vero "trucco"). Non ti dispiacerà che te ne faccia "traduzione":
19.12.12; altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 191211 [cmq previste sotto]
19.05.01; parte di rifiuti urbani e simili non compostata
19.05.03; compost fuori specifica
20.03.01; rifiuti dei mercati
19.01.12; ceneri pesanti e scorie, diverse da quelle di cui alla voce 190111 [cmq previste sotto]
19.01.14; ceneri leggere, diverse da quelle di cui alla voce 190113 [cmq previste sotto]
19.02.06; fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla voce 190205 [cmq previste sotto]
presso i suddetti impianti e' inoltre autorizzato lo smaltimento dei rifiuti contraddistinti dai seguenti codici CER:
19.01.11*; ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose
19.01.13*; ceneri leggere, contenenti sostanze pericolose
19.02.05*; fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose
, nonche'
19.12.11*; altri rifiuti (compresi i materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti, contenenti sostanze pericolose
Quei materiali tossici, che fino a ieri erano sversati tramite malavitosi, da oggi verranno sversati liberamente nelle 10 discariche prescelte, per deliberata scelta del governo.
Qui è il nocciolo dell'inganno mediatico: LORO PARLANO di pieno rispetto delle normative, ma LEGALIZZANO lo sversamento tossico anche a pochi passi da case, ospedali, e terre coltivate.
Sarà una combinazione ma ora che ci penserà lo stato, il clan dei casalesi non serviva più. Notizia fresca l'arresto di oltre 50 elementi di spicco del clan... ma forse questo era solo un pensiero malizioso...
A te/voi continuarne un analisi, se vorrai/vorrete.
Caro Abnormal,
grazie per la segnalazione.
Questo é un post abbastanza vecchio, risale ad un anno fa. anche se giá avevo fatto notare che scaricando rifiuti nelle cave lo stato stava praticamente legalizzando quello che le cosche facevano da anni.
Ho inserito il decreto legge tra gli approfondimenti
UN cosa peró: é ancora presto per trarre conclusioni dall'arresto dei casalesi, che in realtá ancora servivano allo stato per la gestione del trattamento rifiuti.
L'arresto dei casalesi potrebbe essere veramente a vantaggio della Campania. Vedremo cosa succederá ora.
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