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mercoledì, marzo 07, 2007

Quelli che il calcio

Gli amici de L'Altra Sicilia mi hanno passato il messaggio di Salvatore Lo Grande chiedendomi di scrivere qualche riga. Fotografando la verità sul calcio in Italia, ne è uscita una piccola allegoria della situazione dei siciliani in questa finta nazione.

Con quali occhi di solito guardiamo una partita di calcio di serie A? Con quelli del tifoso? Con quelli dello sportivo? Oppure con gli stessi occhi con i quali leggiamo dei retroscena politici di questa nostra mezza repubblica? Nei primi due casi (e mi rivolgo ai siciliani) mi dispiace per voi, ma il vostro fegato è destinato a risentirne. Nel terzo, per lo meno avrete la possibilità di prenderla con filosofia.

Dai post de “Il Consiglio” vi avevo avvertiti: l'articolo del Financial Times aveva un chiaro significato di allarme, e le reazioni in Italia non si sono fatte attendere.
Dopo la melma venuta a galla la stagione scorsa, il nuovo in Italia arrivava dalla Sicilia “allargata”, rappresentata da ben 4 squadre (non dimentichiamo che anche a Reggio parlano siciliano...). Due le avevano sistemate già prima dell'inizio: 15 punti alla Reggina, e qualche minaccia a Franza (che già di suo non era più disposto a rimetterci niente) avrebbero fatto il loro dovere.

Il tifoso e lo sportivo a questo punto non saranno più d'accordo: basta con questi complotti. Chi invece va poco poco oltre avrà fatto qualche conticino. Avrà ad esempio notato come Rossi sia passato dal calcio alla Telecom di Tronchetti Provera (area Moratti quindi...), avrà notato come qualche anno fa la Roma continuò a navigare in bassa classifica sino a quando Sensi non cedette la squadra a Geronzi (Capitalia), avrà notato come Zamparini con il Venezia retrocedeva ed invece con il Palermo naviga nelle zone alte. Avrà cioè notato che il calcio funziona come funziona tutto il resto in Italia: si decide tutto tra compagni di merenda. Ed i siciliani non sono mai stati compagni di merenda bene accetti in certi circoli.

In questo senso anche Zamparini deve aver tirato troppo la corda: l'Italia non ci sta ad essere rappresentata in Champions da una squadra siciliana. Quindi, dopo essersi giocati il Catania sulla pelle di un povero poliziotto, è meglio farlo frenare un po'.

Certo, a rigore non abbiamo nessun elemento per poter affermare cose del genere. Ma certi umori ci spingono a guardare in questa direzione. Ad esempio vi è da rilevare la strana preveggenza della Gazzetta dello Sport riguardo i fatti di Catania del 2 febbraio: il 19 gennaio veniva pubblicato un resoconto sull'allarme violenza negli stadi in cui si metteva l'accento proprio su Catania:

"Gli incontri considerati a rischio dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive sono cresciuti quest'anno (...) "Frutto" di alcune novità calcistiche come la presenza in serie A del Catania con una tifoseria ritenuta 'calda' "

L'accusa è totalmente gratuita: la tifoseria di Bergamo (l'Atalanta è salito con il Catania) è notoriamente tra le più violente d'Italia, ma il giornalista ha previsto bene, così come ha poi previsto in anticipo la pena che sarebbe stata inflitta alla squadra.

Passando oltre, anche Matarrese ha preso al volo lo “spin” e così ne ha approfittato per addossare ai fatti di Catania la disastrosa situazione economica delle squadre di serie A (Come dire che il Catania in serie A è un pericolo per lo sport italiano). La cosa è falsa, infatti già pochissime squadre avevano potuto fare acquisti a gennaio (le squadre con i parametri fuori posto non possono partecipare al mercato di gennaio), e tra queste poche erano presenti tutte le siciliane.

Di più il signor Liguori ad Italia 1, dopo lo scandaloso arbitraggio di Catania – Fiorentina ha cercato di scusare la cosa dicendo che ora al Catania non ne avrebbero più fatta passare una. Il che viene a dire che a qualche altra squadra qualcuna l'avrebbero fatta passare, o meglio che gli arbitraggi sono controllati.

All'inizio sembrava che tutto si stesse concentrando su Catania*, ma dopo che la giustizia sportiva clamorosamente assolve dalla responsabilità diretta la Roma e il Torino per i cori contro Filippo Raciti, la macchina mediatica cerca di ottenere un trattamento diverso per i tifosi del Palermo rei di aver cantato “vogliamo un altra Catania” e “chi non salta è catanese”: va bene la prima, ma la seconda cosa c'entra?

E veniamo ai fatti più recenti, con il dissidio tra Foschi e Galliani e poi con la trasmissione di Telelombardia dove il direttore del Milan Channel sostiene la insostenibile tesi secondo cui le squadre siciliane avrebbero rovinato l'immagine del calcio italiano nel mondo ed a causa di ciò la UEFA vorrebbe togliere un posto in Europa all'Italia (mentre la verità è che le squadre italiane in Europa vanno peggio di quelle di nazioni che hanno meno posti).

E non finisce qui: qualcosa di ancora più perfido si sta tentando sempre con più insistenza, si vuole cioè cercare di far passare l'assioma secondo cui se i siciliani vanno in serie A, si porteranno la mafia con loro. Questo in pratica suggerisce l'ascaro Bianco da Catania.

Si può ragionevolmente credere che tutto questo non sia conseguenza di un sentimento generale di avversione contro chi in Sicilia lavora bene ed ottiene risultati, siciliano o non siciliano? Si possono ancora chiudere gli occhi al fatto che urlare in uno stadio italiano “Terroni, terroni” non è considerato razzismo?

Cosa può fare L'Altra Sicilia, come in generale tutti i nostri rappresentanti politici?, Sicuramente stigmatizzare tutti gli atti di sciacallaggio che si stanno perpetrando sulla nostra pelle.

Ma chiediamoci invece cosa possiamo fare tutti noi siciliani (INCLUSI i nostri rappresentanti politici!) per lottare contro chi cerca di soffocarci e ci impedisce di essere noi stessi: impegnarci per la piena applicazione dello Statuto Siciliano. Questa è l'arma per la nostra battaglia, questa la leva che permetterà alla nostra Terra di difendere i suoi diritti e fare in modo non che la “squadra” Sicilia riceva dei favori “all'italiana”, bensì che venga trattata nel rispetto delle leggi e delle regole della democrazia, in Italia come in Europa.

Questo dovrà essere il nostro obbiettivo ogni giorno in ogni nostra azione: la lotta per l'applicazione dello Statuto dell'Autonomia Siciliana. Sino alla vittoria.

Dopodiché, (tanto per chiudere con una provocazione...) se Zamparini vorrà avere una squadra in Champions League, basterà creare il nostro comitato olimpico siciliano ed avremo ogni anno 4 – 5 squadre in Europa in tutti gli sport. E magari ogni tanto pure una nazionale siciliana ai mondiali di calcio. E senza penalizzare più di tanto quella italiana, dove i giocatori siciliani non sono i benvenuti.

*non tralasciamo il fango gettato sui siciliani negli anni passati: durante un Messina Inter dello scorso campionato i tifosi interisti si resero responsabili di un vergognoso attacco razzista nei confronti di un giocatore africano della squadra di casa. La RAI diede la notizia descrivendo i tifosi dell'Inter come “provenienti da tutta la Sicilia”. Strano che poi gli stessi cori si udirono pure a San Siro. O anche lì i tifosi provenivano "da tutta la Sicilia”?

1 commento:

Anonimo ha detto...

I Siciliani veri, quelli con il coraggio del Vespro nelle loro veni sono pronti per combattere per la nazione Siciliana. Come punto di partenza sarebbe bello iniziare il campionato siciliano di serie A con le squadre siciliane e anche la nazionale di calcio Siciliana con degl'incontri internazionali. Questo sarebbe l'inizio della autonomia della nazione Siciliana