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martedì, febbraio 22, 2011

Tutti a piedi

Il petrolio continua a salire. Potrebbe essere speculazione, potrebbe essere che con i disordini in Egitto c'era il rischio che il Canale di Suez fosse bloccato (rischio dimostratosi inconsistente), potrebbe essere che Gheddafi ci chiude i gassodotti.

Ogni starnuto di mosca sembra avere un effetto devastante sulle nostre tasche: il sistema economico moderno è teso come una corda di violino al punto che la più piccola perturbazione crea onde capaci di viaggiare sempre più lontano.

Cosa sta succedendo al sistema economico globale?

Lo scorso 19 febbraio le agenzie hanno battuto una notizia che stranamente non è riuscita a farsi strada sulle prime pagine dei giornali. Bloomberg la riporta con questo titolo:

Le esportazioni di petrolio OPEC cadono del 2% a causa della diminuzione delle spedizioni saudite

Un titolo che cerca di ammortizzare quello che viene scritto appena sotto:

L'Arabia Saudita, il più largo esportatore mondiale di petrolio, ha riportato un decremento del 4,9%. (…) Le esportazioni dell'Arabia Saudita sono scese a 6.05 milioni di barili al giorno in dicembre dai 6,36 milioni di novembre malgrado la produzione saudita sia salita ad un massimo biennale di 8,37 milioni di barili al giorno secondo JODI [*] .

Dove sarebbe finita la differenza? I sauditi non sembrano dare spiegazioni, ma diversi dati sembrano suggerire che quei barili mancanti vengano trasformati in energia elettrica per uso interno. Da notare che la produzione è stata incrementata, ma non abbastanza. Un trucchetto per alzare il prezzo del petrolio (già stratosferico) o... mancanza di risorse?

La parte più sensazionale dell'articolo di Bloomberg deve ancora arrivare, nascosta in fondo:

La produzione mondiale [di petrolio, ndr] è scesa del 14% a 55,5 milioni di barili al giorno lo scorso dicembre rispetto al mese precedente, il dato più basso dal 2002, principalmente per il declino di produzione non-OPEC, specialmente in Sud America, secondo i dati incompleti di JODI.

JODI lavora sotto la supervisione del Forum Internazionale dell'Energia, con sede a Riaydh ed i dati in suo possesso vanno indietro sino al 2002. I dati del JODI non sono completi poiché non tutte le nazioni forniscono informazioni.


Quindi siamo al livello più basso da quando esistono rilevamenti di una certa trasparenza. Ed il fatto che i dati non sono completi fornisce poco conforto, visto che sembrerebbe che le nazioni che non forniscono informazioni siano sempre le stesse e tra queste non figura l'Arabia Saudita.

C'è il petrolio o non c'è? Lo tengono nascosto per affamare l'umanità, come vorrebbero credere alcuni “complottisti”? Non lo so. Ma se la situazione reale è quella fotografata da queste poche righe, la crisi economica, i disordini nei paesi arabi (specialmente in Libia), l'animosità verso l'Iran, la rincorsa verso le auto elettriche, non richiederebbero spiegazioni troppo articolate.

Ripeto: per sicurezza, intanto procuratevi una zappa.

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[*] Joint Data Initiative, un sito che mette insieme i dati sulla produzione e sul consumo di petrolio forniti dai governi.

2 commenti:

sR ha detto...

Sono convinto (ed è già successo) che le persone si sobbarcheranno (come hanno sempre fatto) gli ulteriori aumenti dal momento che non sanno rinunciare all'automobile.
Però tutto ha un limite e credo che a breve, se davvero la benzina per i peones aumenterà in modo considerevole, un qualche problema si creerà.
Ciao Abate, gradirei un tuo commento sulla situazione del pecoraio attuale. Grazie
p.s. un saluto particolare a rrusariu

Luca ha detto...

Buonasera, cosa ne pensa dell'intervista a Franceschetti di ieri sera su mistero italia 1?
qui il video

http://www.youtube.com/watch?v=WEyvGaG8hM8