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mercoledì, febbraio 03, 2010

Mi arrendo

Ci siamo tanto assuefatti alla patronale e paternale presenza di Berlusconi sulla scena della politica italiana che pur agognando una sua fuoriuscita non eravamo capaci di prefigurarci cosa sarebbe stato il dopo-pecoraio.

Quali gli scenari, le nuove alleanze, i ritorni, gli sviluppi che il palcoscenico della politica non solo romana, ma anche padana e siciliana avrebbe messo in scena qualora fosse venuto a mancare il suo principale attore, la sua primadonna.

Non è mai troppo tardi. Facciamolo ora questo giochetto e dipingiamo questo “day after”, questo “giorno dopo” della penisola italiana e dell'isola siciliana, ancora insieme o forse pronti a separarsi. Immaginiamo che, mentre trame e giochetti a noi invisibili ancora si dipanano dietro le quinte, il “grande capo” improvvisamente scompaia. Chiudendo gli occhi, immaginiamolo tanto per vedere l'effetto che fa.

La prima cosa da chiedersi (ed anche la più ovvia) è che fine potrebbe mai fare il PDL o la stessa Forza Italia. Abbiamo sempre saputo questi non essere dei veri partiti nel senso tradizionale del temine: non perché non vi sia un collante ideologico alla base (il collante c'è e si chiama P2...),ma perché la maggioranza delle forze in essi confluiti non fanno riferimento a quel collante, ma al carisma di un leader senza eredi. Finito il leader senza eredi, finiti il PDL e Forza Italia: li vedremo prima spaccarsi e poi sciogliersi come neve al sole.

Passiamo agli alleati padani, da Tremonti alla Lega.

Questi dovrebbero immediatamente tentare di prendere il potere nel momentaneo vuoto venutosi a creare e dovrebbero farlo difendendosi dalle mire sub-alpine di francesi e tedeschi che vorrebbero tornare a dettare legge a Milano, a Torino e nell'area veneziana. Tremonti, mentre i leghisti si assicurano alcune posizioni politiche di rilievo, potrebbe coprire la loro avanzata con un riavvicinamento verso Londra che metterebbe fuori gioco anche i Di Pietro e compagnia bella.

In Sicilia nel frattempo il “figlio” del Cavaliere si tramuterebbe istantaneamente in un orfano senza protezione in pericolo di essere sbranato dai nemici interni come spesso succede agli eredi rimasti senza un'ala protettiva ancora in giovane età. L'essere rimasto senza quel famoso Partito del Sud proprio a causa della prematura scomparsa del “padre” e la mancanza di appoggi nel PDL fuori dalla Sicilia non darebbero altra scelta a Ginfranco Miccichè se non quella di stringersi ancora di più a Raffaele Lombardo accettandone nei fatti quella posizione di preminenza politica in Sicilia e nel sud che sino ad ora aveva tentato di fare sua.

Raffaele Lombardo, che previdente si muove sempre con largo anticipo anche rischiando di mettere Arcore su tutte le furie, con il disfacimento del PDL non avrebbe più alcuna maggioranza a Palazzo dei Normanni e, assicuratosi l'appoggio del Miccichè, non potrebbe fare altro che guardare dall'altra parte per il necessario sostegno, cioè tra le fila della cosiddetta “sinistra”, anche qui un'accozzaglia ancora più malsortita del PDL. Il suo punto di riferimento più saldo sarebbe senz'altro Massimo D'Alema (si veda il post “El Lider Massimo”).

E' il momento di aprire gli occhi. Di tornare alla realtà e scorrere le pagine dei giornali. Una strana sensazione di deja vù ci assale: le cose stanno andando esattamente nel modo immaginato poco prima ad occhi chiusi.

Il PDL non esiste praticamente più. E' lo stesso Miccichè a certificarlo: “Ho l'impressione che si stia dissolvendo tutto”, ha detto in una intervista rilasciata al settimanale l'Espresso in cui si è soffermato anche sulle inaspettate candidature leghiste ("Miccichè attacca il Pdl", SiciliaInformazioni.com 29 gennaio 2010):

“Purtroppo con la nascita del Pdl stanno emergendo posizioni correntizie: ecco allora in Veneto Sacconi e Brancher non vogliono si candidi Galan (...) Alla fine Berlusconi, per liberarsi dalle scocciature dei veti incrociati, sceglie gente terza”

Il sottosegratario si riferisce in particolare alla cessione alla Lega Nord di importanti regioni quali il Veneto (clamorosa la candidatura di Zaia alla presidenza) ed il Piemonte (Cota il candidato), cessione che sembra quasi una volontà testamentale.

Tremonti dal canto suo ha lavorato pazientemente in funzione di copertura. Il Consiglio aveva già accennato al suo possibile cambiamento di rotta lo scorso novembre (si veda ancora il post “El Lider Massimo”). La conferma del suo nuovo posizionamento è arrivata sotto Natale in occasione dell'approvazione della sanatoria per il rientro di capitali dall'estero in Italia, un vero scudo protettivo per svariate attività illecite salutato favorevolmente dal Financial Times. Secondo il quotidiano della City un successo personale del ministro para-leghista ora accovacciato all'ombra del governo globale dei finanzieri in modo esplicito:

“I giorni dei paradisi fiscali sono finiti,” Ha detto Tremonti, mettendo la sua battaglia nel contesto della repressione globale condotta dagli USA e da altre nazioni capofila. Le future relazioni con le banche svizzere devono basarsi sulla fine del segreto bancario, ha aggiunto. (“Italy tax amnesty yields record €80bn”, 23 dicembre 2009)

Traduzione: gli americani sono i benvenuti a ficcare il naso nei conti correnti dei cittadini italiani quando e come più gli aggrada. Basta che assicurino a me ed alla Lega lo scettro in Padania.

E' ovvio che a questo punto non vi fosse più spazio nel PDL per Miccichè, che ancora lontano dalla formazione del “Partito del Sud” si è dovuto accontentare di uno più striminzito “PDL Sicilia” all'ombra di Lombardo. Il quale a sua volta si è finalmente deciso a compiere quel salto da tempo minacciato abbracciandosi con D'Alema, un abbraccio testimoniato dall'ingresso del PD nell'esecutivo siciliano.

Non rimane che andare a vedere dove sia Berlusconi. Nel controllare i giornali a ritroso nel tempo la sorpresa è di quelle che lascia senza fiato: niente. Nelle ultime settimane l'argomento principale dei giornali italiani non pare sia stato Berlusconi. Sembra una vita: è dal 1992, da quella famosa discesa in campo, che il pecoraio occupa ogni notiziario, ogni minimo quotidiano di paese. Sino a quando...

Sino a quando un bel giorno un folle esagitato non lo colpisce con una riproduzione del Duomo di Milano. (si veda il post “Intrigo internazionale”).

Dopo il colpo ben assestato un silenzio ovattato ha avvolto l'Italia. Niente più donnine di facili costumi, niente più fantomatiche dichiarazioni dei pentiti, ora ammorbidite e ridirette verso Dell'Utri, la stampa estera in compunto silenzio.

Sino al viaggio con il capo asperso di cenere verso la madre terra, Israele, a guadagnarsi gli ipocriti elogi del premier Netanyahu: «Ammiro molto Silvio Berlusconi, Israele non ha un amico più grande di lui nella comunità internazionale». Ed è inutile che Berlusconi stesso o i titoli dei giornali (Berlusconi in visita a Gerusalemme «La colonizzazione è ostacolo alla pace», Corriere.it 31 gennaio 2010) cerchino di ammorbidire o coprire la realtà.

Le dichiarazioni di contraccambio pronunciate a denti stretti, («Gli arabi vivono in Israele e partecipano alla sua splendida vita democratica»), non sono altro che un triste sventolio di bandiera bianca: Silvio si è arreso e non muoverà più un dito contro l'occidente.

Siamo soli ed in campo aperto. L'Italia non ha più alcun collante: nord e sud devono pararsi il sederino come meglio possono con quello che hanno. Con Tremonti al nord e con Lombardo al sud.

La Sicilia non avrà più intermediari con il mondo. Niente più filtri tra Palermo e Mosca o tra Catania e Tripoli. Anche l'oriente deve ora scendere in campo apertamente a difendere le posizioni conquistate grazie agli uffici di Arcore. Proprio Mosca e Tripoli sono le prime a muoversi:

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la firma tra Russia e Libia di accordi per 1,3 miliardi di euro relativi alla fornitura di armamenti, secondo quanto reso noto dall'agenzia Itar-Tass (“Armamenti, accordo Russia-Libia. Pechino contro gli Usa per le armi a Taiwan”, Ansa 30 gennaio 2010).

Rimane un ultimo evento da analizzare, e cioè la ribellione e conseguente espulsione dall'MPA di un gruppo di “autonomisti” napoletani guidati dal vice-ministro Scotti che sono andati a formare il partito “Noi Sud – Libertà e Autonomia”, clone partenopeo del movimento siciliano: la faglia sepolta sotto lo stretto di Messina si è rimessa in movimento.


My only friend this is the end
Sul ponte sventola bandiera bianca



25 commenti:

Comitato Storico Siciliano ha detto...

Ciao Abate, ho inserito il tuo articolo come approfondimento sul mio blog.
E' necessario fare attenzione ad eventuali "fiamme di ritorno" in merito al discorso "scissione mpa".

Parlo di una ricollocazione dell'autonomismo di centrodestra in Sicilia tramite gli espulsi a cui potrebbero aderire esponenti del partito che malsopportano la sinistra.

Anche perchè, come ben sai, affiorano i primi indizi di grane causate proprio dal PD al potere a Palermo, mentre Lombardo senza Berlusconi è un pesce ancora troppo facile da pescare.

Oggi la Sicilia vota per il centrodestra e possibilmente anche domani, mancando Berlusconi credo che i siciliani voterebbero sempre così, per questo Lombardo a sinistra non potrà stare per molto e se lo farà ne pagherà le conseguenze.

Anonimo ha detto...

Abate, volevo chiederti in questo scenario che hai disegnato che ruolo potranno svolgere Vendola e Casini, due protagonisti che ultimamente hanno un forte rilievo mediatico, ed un commento sui fatti delle primarie del PD in Puglia
Saluti
Brigante

Peppinnappa ha detto...

Riprendo l'intervento del prof. Costa nel precedente post, per dire che anch'io condivido quanto dallo stesso detto circa la necessità di un appoggio internazionale, affinchè la Sicilia possa rivendicare la realizzazione delle sue prerogative statutarie. Sta qui l'abilità dei nostri politici di convincere chi di dovere che è meglio trattare con la sola Sicilia anziché col tutto il carrozzone italiano, altrimenti finisce comu finìu cchi miricani. Ottima si conferma sotto questo profilo l'idea dell'abate Vella di allargare la materia dei suoi post allo scenario nazionale ed internazionale. Anche i politici potranno sprendere spunto da certi dibattiti. Quanto agli interrogativi dell'anonimo credo che Vendola sia un ulteriore sintomo del processo di spaccatura in corso nel PD, cosa positiva se qualcuno in questo partito finisce col decidere di non fare più il lacchè di Bruxelles. Casini cerca un posto unni nficcari, ma anche il suo partito, specie qui in Sicilia, credo sia a rischio di spaccatura. D'altra parte al nord imperversa ormai irrimediabilemnete la Lega ed il PDL ne è schiavo, garantendo che le opzioni politiche di quella investano tutto il territorio nazionale. Lo spazio per chiunque altro sta solo a Sud, ma bisogna vedere su quali basi e proposte politiche. Abate, tutti ansiosi di sentire un tuo commento

Peppinnappa ha detto...

per precisione e completezza, gli sviluppi del tuo commento, specie con riguardo alla previsione di dissoluzione del PDL.

zetan ha detto...

Amprughiati siému.

L’accerchiamento nei confronti del pecoraio sembra essere riuscito, quantomeno ha sortito gli effetti programmati dai signori delle city londinese, dopo avere incassato la subordinazione della lega per conto del sua espressione più autorevole, il ministro Tremonti, nella qualità di funzionario economico e finanziario, che metterà sempre più alle corde la nostra terra anche per prestare i propri servigi ai signori che hanno stretto il cappio al collo al capo del governo.

Questa resa incondizionata, così come è apparsa evidente e non a caso a reti unificate, del Presidente, gli garantirà probabilmente una certa serenità personale, si faranno a questo punto le riforme tanto attese e senza troppo clamore. Del resto ha resistito oltre ogni mia più ottimistica previsione, dunque caro Abate condivido siamo soli ma, lo siamo ancor di più considerato che siamo nelle mani del PD.

Ieri nella trasmissione grottesca di Ballarò attendevo Crozza che ci avrebbe dato dentro prendendo spunto dalle notizie di stampa francese, la sorpresa non è arrivata nalla conferma di tale previsione ma, semmai che è stata la prima tra notizie della sua sarcastica quanto deviata copertina, condita dalla inutile espressione divertita di Floris.

Condivido in pieno le preoccupazioni del Comitato Siciliano, siamo più deboli e per molte ragioni, si apre una stagione difficile prendiamone atto per contrastare come possiamo le ritorsioni demoniache del fronte occidentale in quanto sembrano trovare un collante nel contrastare il divincolarsi un territorio di frontiera quale il nostro.

L’affronto di Bertolaso che tanto ha divertito il pecoraio, sembra lontano come fosse trascorso questo breve tempo elevato a potenza. Certo si è vendicato nei confronti di Frattini, l’appassionato del duomo di Milano, nel vederlo pieno di imbarazzo a corte ma, a guardarlo in video oggi non sembra gli sia rimasto nulla della tipica es

zetan ha detto...

espressione da guascone che lo contraddistingue nei momenti migliori.

Ma di lui a me frega poco quanto invece della difficile fase che ci troveremo ad affrontare con un presidente della regione più debole che in passato.

I rapporti Cina e Stati Uniti sono scesi a minimi storici l’Iran è esposto verso un attacco mediatico che prefigura una nuova stagione irachena, se non ci fosse la Cina sarebbe stato l’ attaccato anche militarmente.

La mia è solo una impressione la pongo come elemento di valutazione, ritengo che i maghi della finanza mondiale non hanno trovato lo spazio preteso nelle economie emergenti, non si prostrano questi ingrati alle lusinghe dei depravati, donandogli le garanzie che hanno ricevuto dall’occidente in declino, proprio per causa loro. Ritengo che la Cina e l’Iran sono resistenti a consegnare loro un programma di pianificazione monetaria a nostri tanto cara. Sull’India nutro qualche dubbio, troppo quiescente in un momento così turbolento.

E poi mi è apparsa strana la loro smentita dopo l’interesse manifestato della Tata verso Termini Imerese proprio il giorno dopo l’accordo commerciale concluso con Fiat relativo alla commercializzazione delle vetture definite torinesi.

amicopaolo ha detto...

Salutamu,
secondo me il PDL è in pieno oceano con mare in tempesta, ma tutto è possibile: dall'affondare la nave al portarla in porto.
Non dimentichiamo che il berlusca è sopravvissuto a tante tempeste che lo davano per disperso e fottuto. Non credo che si sia arreso, anzi sta preparando la controffensiva a cominciare da Di Pietro per levarselo dai coglioni una volta per tutte. Comunque, dopo queste elezioni regionali vedremo se il berlusca si è addomesticato o meno.
Per quanto riguarda i problemi di casa nostra, purtroppo, le nostre sorti dipendono ancora dal potere personale di Berlusconi, se resiste o meno, ma non sottovalutate dell'Utri nelle scelte di Miccichè e il PDL Sicilia.

Abate Vella ha detto...

Comitato,

sono d'accordo con te, anche per quanto riguarda il voto dei siciliani.

Cuffaro lo sa benissimo e forse per questo non si é messo d'accordo con l'MPA: crede di poter puntare sulla tendenza dei siciliani a votare per valori che sono percepiti come tradizionali (quanto Cuffaro poi rappresenti quei valori non saprei...).

L'aumento di condanna é stato un chiaro avvertimento della magistratura a Cuffaro (sappiamo che Lombardo ha l'appoggio di una parte della magistratura, vedi magistrati in giunta), poi il sorgere di notizie contro l'aborto e l'eutanasia serviranno a convincere la gente che e' proprio il governo attuale a garantire quei valori.

(vedi ad esempio http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/79477/finge-aborto-rassicurare-genitori.htm)

La situazione napoletana secondo me nascinde qualcos'altro: Scotti e compagnia bella sapevano da tempo che ci sarebbe stato l'accordo con la sinistra. Quella di Scotti é una mossa studiata per cercare di conquistare il potere in Campania (agitando lo spauracchio della sinistra) senza dover passare attraverso Lombardo.

Per chi chiedeva su Casini, concordo con quanto detto da Peppinnappa: Casini non sa dove gettarsi, specialmente ora che Cuffaro é stato nuovamente bloccato.

(sulle primarie del PD devo aggiornarmi...)

Il fatto che a nord ci sia la lega a questo punto é un vantaggio per noi: cioé, bisogna tifare Lega contro Di Pietro. La mossa di Tremonti di riavvicinamento a Londra paradossalmente favorisce anche noi perché indebolisce Di Pietro.

Zetan, non credo che siamo nelle mani del PD: in Sicilia Lombardo difficilmente verrá schiodato. Se non vi fosse giá un potere cristallizzato, a Palermo non avrebbero potuto muoversi per niente, invece si é andati avanti con i rifiuti (anche se le ultime notizie non sono del tutto rassicuranti), con il nucleare, con le tematiche ambientali a PRiolo.

Gli attachi a Lombardo sono da vedere nell'ottica della gestione del meridione, dove ancora la battaglia é aspra.

Amicopaolo, hai ragione su Berlusconi: la momento lo hanno bloccato, ma certo lui non ha cambiato idea e se avrá un minimo spazio di manovra lo userá. Direi che Lombardo deve sbrigarsi a prendere posizione al livello internazionale.

zetan ha detto...

Siamo nelle mani del PD è da intendersi nel senso esposto dal Comitato Siciliano. Se lombardo è ancora presidente questo lo deve al PD, Micciché e la parte di AN del PDL da soli non avrebbero garantito la sopravvivenza di questo Presidente.

La contropartita in questo versante non può non esserci, viste anche le difficoltà interne che si sono manifestate e i costi che inevitabilmente il PD sarà costretto a pagare in termini di equilibri interni.

Il PD rimane, a mio modo di vedere, prevalentemente un partito di militanti con tutto quello che ciò comporta.

Lombardo deve ancora iniare a governare e non può aspettare certo le prossime elezioni per farlo, è questo dunque il momento dell'azione di governo per dimostrare ai siciliani il vantaggio della sua presenza oltre la sopravvivenza esclusiva della propria presidenza.

Prescindere da loro oggi non è più ipotizzabile, quindi nelle mani di chi siamo? esprimevo in estrema sintesi. Oggi costoro hanno il potere di condizionare pesantemente le politiche qualora dovessero contrastare eccessivamente gli interessi dei loro più cari amici gli "occidentali". Non mi pare uno scenario molto rassicurante, almeno per quanti intendono divincolarsi dalla tenaglia occidentale.

Anonimo ha detto...

Vedo troppa preoccupazione verso un falso problema.
Il PD siciliano (o la sua maggioranza parlamentare se volete) non ha più molto a che vedere con il partito di Repubblica. Che l'accordo sia scomunicato dai veri fondatori del partito lo si capisce se si legge qualche fondo dell'edizione palermitana (dopo essersi preso un sedativo, ma uno forte, per inghiottire questa merda). Quindi non c'è quasi alcuna contropartita che si deve pagare a Bersani o all'allegra compagnia cantante della sinistra finanziaria ed europeista. I democratici siciliani hanno in gran parte "rotto" con le loro centrali e hanno vinto, almeno questa partita. Poi ognuno di noi si porta dietro le pregresse militanze e i relativi veti incrociati: incrostazioni da XIX, XX secolo che non aiutano a capire, che ostacolano ingessandola in pregiudizi l'azione politica. Ora io non sono comunista, né anticomunista viscerale. Capisco chi lo è per antica militanza, per fede cristiana o altro ancora. Ma "quel" comunismo con il D'Alema di oggi non c'entra un emerito cazzo, scusate la volgarità, ma quando ci vuole...
Quindi mettiamo da parte i bollori clerico-reazionari e guardiamo al futuro. Il nazionalismo siciliano ha tante anime e vanno accettate tutte, da quelle conservatrici a quelle progressiste e persino marxiste. Chi non lo fa, non ha a cuore la Sicilia ma la sua ideologiuzza nica nica che cerca di "veicolare" (cioè far salire sul veicolo, sul tram del momento) per poi scendere dal tram alla prima fermata utile. E questo tipo di patrioti non ci servono.
In Parlamento (siciliano) oggi Lombardo è forte e infatti sta conducendo la sua azione di governo (finalmente).
E' debole nell'opinione pubblica (lo si vede, perdonatemi, anche dai vostri commenti) perché è sequestrato dai media, che sono tutti in mano italica.
Ho notato però ieri sera un atteggiamento diverso da RAI Sicilia. Forse perché gli stanno chiudendo RAI Med (in realtà li stanno strangolando, come sta facendo questo governo con tutto ciò che c'è a sud di Roma) vogliono minacciare di saper fare anche un'altra informazione?Secondo me, sì.
Un amico mio dice che l'energia è la madre di tutte le battaglie, un altro che è il poter disporre di una finanza e di una banca autonoma, un altro ancora che è quello della lingua. Dicono tutti cose vere ma è l'informazione l'unica vera variabile indipendente che è in grado di condizionare poi tutte le altre.
Alta corte, ordinamento tributario autonomo, finanza (ed emissione monetaria?) autonoma, bilinguismo, autonomia energetica, etc. etc. verranno da sole se qualcuno potrà spiegarle ai siciliani entrando direttamente nelle loro case, nelle case di tutti.
Sulle alleanze nel Continente, secondo me sta perdendo tempo e sta anche commettendo qualche erroruccio: Bassolino non è Lumia.
Ma nel Sud Italia forse i tempi non sono maturi per un vero nazionalismo (non lo sono un altro poco neanche in Sicilia...) e lì ci vorrebbe una strategia diversa da quella sciocca dei "partiti regionali" (che poi sono tutti commissariati). Ma al limite il Sud può essere abbandonato al suo destino. Come insegna il Risiko se non ti fortifichi prima nelle tue roccaforti l'espansionismo illimitato può essere solo una trappola: la linea Liri-Tronto per ora è troppo ambiziosa per la Sicilia e va rinviata. Solo una Sicilia davvero semi-indipendente può ambire ad un ruolo egemonico e di riscatto per il Sud.
Ma i politici sono ubriachi. Decidono troppo al momento per avere una visione così lucida.
Massimo C.

zetan ha detto...

Personalmente non ho nulla in contrario circa l'adesione del PD siciliano alle politiche volte al raggiunugimento della semi-indipendenza e non sono mai stato un simpatizzante della "destra".

A cominciare dal piano rifiuti verificheremo le vere intenzioni di costoro, considerato le dichiarazioni della Finocchiaro hanno in passato ripetuamente ha dato disponibiltà agli inceneritori spettacolari di ultimissima generazione, solo per fare un esempio.

Se permetti poi non mi appare credibile che non ci sia una contropartita per la adesione del PD all'attuale governo siciliano. Ed il caso Campania seppur non collegato in maniere esclusiva ne è una prova. A chi interessava al PD siciliano forse che il MPA si coalizzasse col PD anche li?

Anonimo ha detto...

Molto probabilmente sì, anche se in questo momento la Campania è un teatro secondario. In Sicilia chiederanno pure contropartite. SO di movimenti nel sottogoverno, richieste di visibilità nelle riforme, ma mi pare una dialettica politica sotto controllo, mi pare, poi posso sbagliarmi. Non ci sono "ricatti". Questi ci sarebbero se la componente di Lupo fosse maggioritaria. Comunque so anche che il blocco Mattarella/Lupo dell'ultimo congresso si è già sfaldato. L'area che sostiene Lombardo si è irrobustita di molto (c'è addirittura chi vuole entrare senza mezzi termini in maggioranza). A questo punto il rischio (un po') è a destra. Il PDL Sicilia dove andrà a parare? Le troppe manifestazioni di fedeltà a Berlusconi (un cadavere politico, se permettete) di Micciché sono sospette, forse sa di essere praticamente fuori dal partito e dilaziona o sa che tra pochi anni (o mesi) il partito stesso non ci sarà più. E forse l'Italia non ci sarà più. La lega sta tirando la corda così tanto che sta spezzando il paese e prima o poi anche i più sfegatati unitari dovranno prenderne atto.
Né è più isolabile. I partiti italiani non possono fare altro che rincorrere la Lega nel Nord (tutti, persino l'IDV) e questo lacererà ancora di più il Paese. Non credo che la dinamica sia più arrestabile.
A questo punto i nostri "autonomisti" (di sinistra di destra e di centro) dovrebbero furbescamente non "parlare" di indipendenza (spaventerebbero inutilmente qualche residuo bempensante) ma prepararla di fatto con azioni di governo concrete (dalla TV, all'ordinamento tributario, alle alleanze internazionali). Quando i tempi saranno maturi dovranno soltanto gettare la maschera. Se vogliono sopravvivere, ovviamente, altrimenti qualcun altro lo farà comunque al posto loro.
Massimo C.

Anonimo ha detto...

Molto probabilmente sì, anche se in questo momento la Campania è un teatro secondario. In Sicilia chiederanno pure contropartite. SO di movimenti nel sottogoverno, richieste di visibilità nelle riforme, ma mi pare una dialettica politica sotto controllo, mi pare, poi posso sbagliarmi. Non ci sono "ricatti". Questi ci sarebbero se la componente di Lupo fosse maggioritaria. Comunque so anche che il blocco Mattarella/Lupo dell'ultimo congresso si è già sfaldato. L'area che sostiene Lombardo si è irrobustita di molto (c'è addirittura chi vuole entrare senza mezzi termini in maggioranza). A questo punto il rischio (un po') è a destra. Il PDL Sicilia dove andrà a parare? Le troppe manifestazioni di fedeltà a Berlusconi (un cadavere politico, se permettete) di Micciché sono sospette, forse sa di essere praticamente fuori dal partito e dilaziona o sa che tra pochi anni (o mesi) il partito stesso non ci sarà più. E forse l'Italia non ci sarà più. La lega sta tirando la corda così tanto che sta spezzando il paese e prima o poi anche i più sfegatati unitari dovranno prenderne atto.
Né è più isolabile. I partiti italiani non possono fare altro che rincorrere la Lega nel Nord (tutti, persino l'IDV) e questo lacererà ancora di più il Paese. Non credo che la dinamica sia più arrestabile.
A questo punto i nostri "autonomisti" (di sinistra di destra e di centro) dovrebbero furbescamente non "parlare" di indipendenza (spaventerebbero inutilmente qualche residuo bempensante) ma prepararla di fatto con azioni di governo concrete (dalla TV, all'ordinamento tributario, alle alleanze internazionali). Quando i tempi saranno maturi dovranno soltanto gettare la maschera. Se vogliono sopravvivere, ovviamente, altrimenti qualcun altro lo farà comunque al posto loro.
Massimo C.

rrusariu ha detto...

Condivido l'analisi di Massimo, ma onestamente se ci fosse nella nostra isola una forte componente diciamo nazionalista siciliana più prona all'indipendenza sarebbe anche meglio. Ciò per evitare che qualcuno s'intesti qualche timido tentativo di capeggiare un card. Ruffo teso a rifare l'unità peninsulare.
Certo la situazione dalla linea Liri-Tronto fino al Faro al momento è molto fluida, e non c'è ancora una forte consapevolezza della spaccatura che si sta creando nella penisola.
Spero che l'amico del Comitato sappia qualcosa in più del proposito, ma anche la spaccatura della Campania dall'Mpa potrebbe essere una cartina tornasole come il tentativo della PoliBortone con YouSud (già il nome rivela solo una mentalità troppo italiota... del personaggio)

Torno a ribadire la necessità di portare avanti un progetto un qualche modo simile a quelli che supportano F.Granata e come Padre Pintacuda (sono solo esempi per citarne qualcuno). Ma un progetto a valorizzare la nostra nazione e non un falso "autonomismo" da rinverdire.

Anonimo ha detto...

Ammetto con tutta franchezza che non ho mai pensato che il sogno dell'indipendenza della nostra terra potesse essere raggiunto tanto facilmente e, soprattutto, che lo si potesse fare in tempi relativamente brevi. Ho sempre fantasticato su un immaginario 2040, o giù di lì, come anno dell'indipendenza della Sicilia...non mi fa onore, è vero, ma i gangli della nazione italiana li vedevo talmente bloccanti che mi portavano a tale scetticismo, pur agognando con ardore tale evento. Devo dire che ora c'è un elemento, insieme ad altri, che mi sta facendo cambiare idea, elemento che sicuramente all'abate, a massimo e a tutti gli altri non sarà sfuggito: una sorta di ritirata delle potenze economiche, e colonialiste, italiane dal nostro territorio. La fiat su tutti, ma anche, e questo mi ha molto colpito, i colossi dell'energia. La notizia è importante: 4 o 5 raffinerie rischiano di chiudere, e molto probabilmente saranno quelle siciliane, eventualmente, ad essere sacrificate. Non è ipotizzabile un calo nei consumi di carburanti e oli vari, anche perchè questo non potrebbe comunque avvenire esclusivamente in italia, e non ho sentito parlare di chiusura di raffinerie a livello internazionale. Come vedete voi questo fatto? Si può parlare, eventualmente, di un accordo internazionale che sta permettendo questo allontanamento siciliano dall'italia? E chi potrebbero essere i beneficiari di questo accordo ma, soprattutto, quali sono i benefici per i beneficiari?
Luca

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Rrusariu sull'opportunità di una presenza seria di un movimento nazionalista sulla scena politica siciliana.
L'autonomismo da solo non basta. Non ci vorrebbe poi molto: un leader carismatico, un po' di quattrini, un minimo di classe politica diffusa un po' per tutta l'isola. In tal modo un movimento da 1 % non sarebbe difficile. E l'1 % oggi in Sicilia sarebbe determinante. Ma non vedo molta maturità politica in giro. Non dico che i nazionalisti debbano fare i fiancheggiatori o i ruffiani di Lombardo, ma difenderlo responsabilmente quando difende la Sicilia sì, altrimenti non sono credibili. E quelli di cui sento parlare purtroppo non lo sono. Vuoi criticare Lombardo per gli stanziamenti regionali per le celebrazioni dell'Unità d'Italia? OK (anche se loro dicono che le faranno in chiave revisionista). Vuoi criticarlo per il ponte?OK. Ma non puoi criticarlo sulla politica energetica dove sta costruendo faticosamente un'autonomia vera: saresti il fiancheggiatore giullare della dominazione italiota. Vallo a fare capire a certi indipendentisti...
E' un battaglia culturale che va portata avanti: quale sicilianismo vogliamo? E poi ci sono quelli che dicono "purché non si parli di indipendenza, perché la gente si spaventa...".
Ora, la prudenza l'ho consigliata anch'io, e forse mettere l'indipendenza addirittura nel nome (come il MIS) è un inutile suicidio. Però nel programma, almeno in quello ultimo, ci deve stare, i tempi sono cambiati.
Un conto era parlare di indipendenza 3/4 anni fa, un conto è oggi che l'Italia si sta effettivamente spaccando. Il nazionalista il passo in più rispetto all'opinione pubblica comune lo deve azzardare (il passo in più, non cento passi in più, le fughe in avanti non servono). Per esempio, simulando europeismo: se gli stati europei hanno perso ogni sovranità che senso ha restare in Italia? Saremmo "uniti" nell'Europa. Salvo poi...
Insomma quando parlo di leader carismatico non dico solo uno che si fa ascoltare, che è bello sentire, che ha autorevolezza, ma anche che abbia lucidità, intelligenza politica, una strategia realistica...che non sia troppo ideologizzato (conosco nazionalisti "fascisti" e "comunisti" in cuor loro che sol per questo non potranno mai capeggiare un movimento realmente nazionale, perché "scacano" fatalmente nelle loro ideologie ad ogni passo).
E questa persona non la intravedo.
Chissà forse Sindoni, se uscisse dalla sua Capo d'Orlando...
Massimo C.

Anonimo ha detto...

Si potrebbe cercare di convincerlo Sindoni. Bisognerebbe almeno parlarci. C'hai provato massimo?
Luca

Peppinnappa ha detto...

In ogni caso personalmente non credo ad una imminente liquidazione del PDL. Oggi in Italia comanda la Lega; si è impossessata anche di ogni leva "culturale"
http://www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article9207

ma per poter imporre i suoi dictat in tutta Italia ha bisogno della cinghia di trasmissione del PDL.

Peppinnappa ha detto...

Scusate se intervengo ancora, ma oggi mi sento in vena, forse perchè è S. Agata. Sindoni ha fatto dei gesti eclatanti, ma non c'è bisogno di aspettare lui per farne anche di più piccoli. Per esempio, a proposito di S. Agata, perchè non suggerire di sostituire ai tricolori delle bandierine delle candelore il giallo e il rosso delle bandiere di Sicilia?

rrusariu ha detto...

Peppinnappa, hai ragione, da queste piccole cose cominceremo a dare un segnale chiaro, il tricolore non ci appartiene più, lo utilizzeranno solo le truppe colonialiste...

rrusariu ha detto...

Io penso che a queste regionali ci sarà una spaccatura profonda tra chi vuole veramente proteggere i domini al di là del faro...

http://bari.repubblica.it/dettaglio/Nucleare-lira-di-Vendola-Disobbediremo-al-governo/1850644

Certo berluscaiz nel tentativo di affossare il vertice di Palermu e avere conquistato la Sardegna e l'Abruzzo si trova a malpartito adesso...
figure come Bassolino e Loriero che erano a perdere per una certa coalizione adesso hanno avuto una carta in più...
Ma poi chissà perchè solo le regioni della parte continentale del regno abbiano fatto opposizione e si è avuto la controreplica del governo..
Le regioni del nord chiaramente le centrali non le vogliono....

Anonimo ha detto...

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/79739/keller-chiude-sicilia-assume-sardegna-oltre-operai-cassa-integrazione-ottobre.htm

Anche la keller va via dalla sicilia. é un fuggi fuggi generale, ed è un buon segno.
Luca

Anonimo ha detto...

amici,
questi hanno capito che vogliamo alzare la testa e vogliono prenderci per la fame.
Keller e Fiat sono i primi avvertimenti dei capitalisti italiani filo angloamericani che minacciano apertamente il Governo siciliano che tira calci per uno strappo al sistema.

Anonimo ha detto...

Luca,
non conosco direttamente Sindoni e peraltro da un bel po' di tempo non faccio alcun tipo di vita pubblica o politica.
Non credo peraltro nelle pressioni psicologiche, penso che se matureranno le condizioni, il leader emergerà da solo. Sindoni stesso, se si lanciasse immediatamente in un'operazione del genere, rischierebbe di finire nel tritacarne e uscirne con le ossa rotte, mentre oggi ha una certa autorevolezza.
Paradossalmente è più importante creare una classe politica nuova, diffusa in tutta l'isola, che non avere domani mattina il soggetto politico bello e pronto.
Ognuno deve fare la sua parte come può.
Forse - se ci riusciamo - stiamo organizzando a Palermo una 4 giorni presso la Libera Università della Politica sui temi politici della Sicilia, del suo Statuto e delle prospettive per l'immediato futuro. L'idea è di "seminare" patriottismo siculo, soprattutto nell'opinione pubblica giovanile e di dare un supporto di materiale scritto politico che faccia da guida.
L'idea è che quando qualcuno avrà il coraggio di investire la propria faccia, il proprio tempo (e il proprio denaro) deve trovare una campagna già piena di benzina e pronta ad infiammarsi, e non - come fino ad ora - una campagna piena di acqua che smorza qualunque entusiasmo.
Ma ciò che serve più di ogni altra cosa è una TV. Ci sono persone che hanno sprecato i loro soldi senza capirne l'importanza. Un militante sicilianista, scomparso qualche anno fa, aveva una TV privata a CL che usava in maniera "inutile" come tutte le altre.
Io sono un morto di fame, ma possibile che .... non capisca nessuno la dinamica di queste cose?
Massimo C.

Associazione "La Sicilia ai Siciliani" ha detto...

Gentile Massimo C. sono un fondatore della nascente associazione culturale "La Sicilia ai Siciliani"; condivido il suo intervento e ciò che dice, riguardo alla semina del patriottismo siculo, fa' parte degli obiettivi della nostra associazione.
La pregherei di volersi mettere in conttatto con noi, attraverso il seguente indirizzo: lasiciliaaisiciliani@hormail.it".
Ovviamente l'invito è esteso a chiunque fosse interessato o volesse solo dei chiarimenti.

Saluti

M.R.